Il poeta digitale (ovvero “Su sonorità ritmo flamenco”)

Dopo molti, troppi pezzi di attivismo civico, si torna alla poesia.

Dato che il ‘verano’ mi ispira!

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Su sonorità ritmo flamenco,

un poeta

si annota sul cellulare una poesia.

Nel cuore la pace color mare,

in cammino, una modella e una nana.

Il ritmo della soluzione si scandisce nell’attesa,

ondulando come foglie prima che passi la tempesta.

Si balla,

poi si narrerà,

profondamente,

approfonditamente,

il sogno.

La melodia,

emergerà,

potando le sincope

su sonorità

ritmo flamenco.

TUTTI AL COSPETTO DI “HIS MAJESTY THE BABY” (OVVERO: TRASFORMAZIONE DIGITALE, TUTTO BELLO, MA PERCHE’?) – II EDIZIONE

“lo sviluppo psichico di un bambino è stato violentemente fermato (…) è stato superato un limite, (…) quindi (si è sviluppata) l’idea che tutto potesse essere concesso. Superato il limite prescrittivo del Tabù quell’idea di onnipotenza che ogni bambino ha è stata ulteriormente incentivata fino a determinare un vero e proprio scavalcamento della realtà e una difficoltà a un esame concreto di realtà. Superato il limite si instaura (…) un’idea di onnipotenza che (…) lo porta ad un alto estremo limite (…) il Narcisismo. (Si sviluppa) un desiderio sfrenato di ammirazione da parte degli altri per coprire un intimo e inconscio senso di inferiorità. Ci troviamo di fronte a tre paradigmi che determinano una certa struttura di personalità: l’idea che non vi siano limiti, una onnipotenza già prevista nel bambino, ma maggiormente sviluppata (in questo tipo di) adulto e un senso interiore di Narcisismo che non è sbagliato definire addirittura Maligno”. prof. Adriano Segatori, questa è una diagnosi psichiatrica di un leader politico nelle cui decisioni e considerazioni giacciono le sorti di una intera società. Perché gli psichiatri non procedono con una disanima del profilo personologico di ciascun leader, date le circostanze di estrema fragilità geopolitica scaturita da questi, si potrebbe scoprire tante cose e bloccare un destino funesto. Non si mette in mano una pistola ad un bambino, né un paese ad uno psicopatico. Ad maiora. Kaan Reed 06.06.2022

Il dialogo su l’impatto e la pervasività delle tecnologie digitali sulla società e sulla psiche degli individui doveva iniziare “ieri”, non al più presto [1]: l’opinione pubblica e le tavole rotonde di professionisti di certe discipline sono in ritardo rispetto ai “playbook” delle multinazionali di certi mercati [2].

La logica della massimizzazione del profitto, delle grandi multinazionali e dei grandi capitani d’industria sta trascinando anche la trasformazione culturale di una società ingegnerizzata in un modo tale per cui nevrosi e disagi fioccano come funghi dopo l’acquazzone, e psicologi e psichiatri assistono all’esplosione del loro bacino di clienti, diventando per definizione la categoria meno obiettiva per definire l’opportunità di tale trasformazione in atto.

E c’è da chiedersi, se così come questa categoria, tante altre, i cui appartenenti hanno beneficiato di certe derive come “early adoptersavvantaggiandosi di investimenti lungimiranti, non abbiano compromesso la loro posizione di autonomia.

I professionisti delle discipline cosiddette umanistiche sono in grado di mettere in discussione non tanto l’utilizzo ma la direzione della Rivoluzione Digitale? Sono in grado di confrontarsi con le proposte di trasformazione dettate dai magnate dell’hitech senza subire supinamente lo sbilancio di potere tra i reciproci settori di appartenenza e ritrovarsi de facto a seguire forzatamente e fedelmente l’evoluzione dettata dai primi?

Si danno per buone le ipotesi di base e su quelle si costruiscono nuovi “modelli di business”, ma sono i professionisti delle discipline umanistiche nelle condizioni di criticare l’ipotesi di base , ovvero che il progresso così com’è stato avviato sia necessario al benessere umano?

Se i primi creano profitto con la rivoluzione digitale e i secondi trovano lavoro con la rivoluzione digitale, chi può mettere in discussione davvero l’avvio di tale trasformazione?

Perché si è avviata? E soprattutto, qual’è l’arrivo?

C’è qualcuno che ha davvero mantenuto una posizione di obiettività? (Perchè attenzione, l’obiettività è un posizionamento fisico, non una postura mentale).

Chi può ancora fare queste domande di base?

La trasformazione digitale è iniziata perchè è endemica la natura stessa di uomo e perché l’uomo stesso è tecnologia – come sostengono alcuni teorici del Transumanesimo – oppure perché qualcuno l’ha avviata per interessi di mercato o ideologici e ora ci convince che sia fisiologica? [2]

Le altre discipline che dicono? vanno a traino degli interessi di chi spinge grossi capitali anche nelle loro tasche? Certo che chi ha avuto l’intelligenza di diventare “first mover” e si trova perfettamente allineato ed è spinto dal vento favorevole, fa fatica ad abbandonare la strada intrapresa, e ha tutto il profitto che ha ricevuto e che soprattutto (sa che) riceverà a spingerlo fedelmente in coda alla mandria, in viaggio verso la magica e sconosciuta meta.

Nel frattempo la sua soglia di obiettività declina, in quanto l’incremento inatteso del suo reddito lo porta inconsciamente ad adorare gli innovatori che gli hanno, in fin dei conti, dato il pane quotidiano, e farglieli diventare intoccabili, quasi come icone religiose.

Perciò si creano alibi e tinte sfumate per raccontare certe contraddizioni lampanti dei loro beniamini, si intellettualizzano categorie speciali e motivazioni nobili che dipingono in una luce di santità i datori di lavoro e raccontano rassicuranti favole per chi deve proteggere la propria credibilità e confermare le sue scelte. Ma la verità è che questa gente si è mossa nella logica “se non li puoi battere unisciti a loro”.

In ultima istanza, anche le discipline umanistiche che avrebbero dovuto portare una voce morale ed etica al dibattito sul perché della trasformazione digitale sposano invece il cambiamento in modo placido, senza accennare neppure una lieve resistenza.

Quello che è successo è che nessuna disciplina ha potuto fare da argine al potere dilagante dell’industria e che a nessuno ha mai sfiorato l’idea di poter dialogare con questi individui. Quello che è successo è che le industrie e i loro CEO, sono entrate nelle facoltà umanistiche per dire loro, a i futuri, filosofi, psicologi, umanisti, come portare le loro conoscenze all’interno della grande quarta rivoluzione industriale in atto.

Mai i rappresentanti delle materie umanistiche hanno avuto l’opportunità di criticare in partenza la rivoluzione avviata? O dare degli spunti su come fare una rivoluzione eticamente sostenibile? O magari hanno potuto convincere i CEO ad optare per una forma diversa di progresso (ad esempio una Decrescita Felice [3])?

Impossibile.

Il mantra diffuso dai CEO è stato fin da subito: “chi non si aggiorna rimane in dietro”, “le cose cambiano, occorre stare al passo, altrimenti ci si estingue”.

E quindi, via tutti a correre. Ma nessuno ha mai capito veramente perché correva.

Il dibattito etico-morale dell’evoluzione digitale deve essere fatto prima di sposare il cambiamento.

Rivoluzione Digitale, perchè?

Perché si sta prendendo come riferimento le visione di certi CEO, e i desiderata tecnici di certi ingegneri ma non le conoscenze e i dubbi di psicologi e filosofi?

Ci sono alternative alla rivoluzione digitale? E se si perché non le si narrano?

Perché si ostina ad utilizzare indici come il PIL che non sono più adeguati ad una misurazione del benessere umano?

L’industria si propone agli esponenti umanistici come il padre che insegna al figlio come inserirsi in società e stare al mondo. C’è una asimmetria de facto di potere che porta gli uni ad insegnare agli altri, quando invece la storia insegna che i primi hanno creato un sistema fragile, energivoro e che si autodivora. Vogliamo ancora credere che sappiano davvero come dare benessere all’umanità?

Hanno utilizzato per decenni filiere che hanno devastato le risorse naturali, compromesso l’equilibrio biologico del globo terracqueo e ora sono gli stessi che attraverso costose campagne di propaganda dicono ai consumatori dei loro prodotti (il cui ciclo di vita è ad altissimo impatto ambientale) che loro, i consumatori, devono rispettare l’ambiente.

Sono davvero nella posizione di dettare loro la direzione? Non devono essere fatte alcune domande a questa gente?

Dove sono gli psicologi? Quegli psicologi che hanno abbozzato un “disturbo antisociale di personalità” a chi non portava le mascherine durante i lockdown, e che hanno aperto la caccia ai no vax, (senza alcun dubbio le cause di ogni male), davvero non hanno avuto di meglio su cui indirizzare la loro prospettiva diagnostica?

Ad esempio, a certi frenetici imprenditori, non riscontrano proprio alcun disequilibrio?

Non possono chiedere domande del tipo: “Apri una dopo un’altra, startup di successo, ma com’è la tua vita relazionale?” “Sei felice?” “Come sei messo con la tua percezione di onnipotenza infantile? L’hai superata?“Pensi di sapere accettare il limite?”Cosa ne pensi del limite?” “Sai sopportare la noia?” “Come stai ad empatia? E a narcisismo patologico?” “Hai problemi di dipendenza?” “Fai abuso di cocaina?” “Qual’è il tuo livello di lucidità quando fai certe affermazoni (o scelte)?” Eccetera, eccetera.

Perché non si passa al setaccio, le persone le cui scelte impattano su milioni di persone e invece si fa la voce grossa con i deboli?

O meglio, è proprio questo il problema del progresso: è facile fare la voce grossa con i deboli, fermare le loro direzioni, piuttosto che fare ragionare i potenti. Questi ultimi se ti va bene, ti danno lavoro, ti garantiscono la carriera, e tutto è loro concesso, altrimenti, ti fanno la guerra e ti rovinano reputazione, credibilità e prospettive di lavoro.

D’altra parte questi potenti sanno che l’hanno sempre vinta, pertanto pretendono di insegnare a vivere a tutti, senza che nessuno possa rivolgere lo sguardo alle loro spinte, alle loro motivazioni, chiedergli perché spingono gli altri a correre e non riescano loro, a camminare, a respirare, a dare attenzione ai loro figli, alle loro compagne. A contemplare le bellezze così come sono.

Progresso, dobbiamo affrettarci ad aggiornarci, d’accordo, ma può essere che siamo tutti vittima di un migliaio di nevrotici che non ci stanno a rinunciare alla loro onnipotenza infantile e che non sanno ricevere un “no”? Possibile che siamo noi, il 90% della popolazione, vittima di un 10% di bambini onnipotenti “his Majesty the Baby” [4] che giocano a cambiare le nostre vite perché non sono stati in grado di cambiare le proprie?

No: gli industriali sanno come trasformare un debosciato filosofo in un efficace imprenditore dell’innovazione, e chiunque ha dubbi, se li tolga e si affretti a stare al passo.

Mistero della Transustanziazione (tecnologica) [5].

Eppure, diceva Eraclito che non si potrà mai trovare la verità se non si è prepararti anche all’impossibile [6].

Pertanto, comprendere che le direzioni verso cui ci hanno orientati, non sono le direzioni verso cui guardare, è il punto di partenza.

Ad esempio, tanti dicono che l’arrivo finale della trasformazione digitale è un chip sottocutaneo, che a giudicare da certi progressi raggiunti da certe startup è in realtà tecnologia obsoleta.

Il chip sottopelle potrebbe essere l’ennesimo depistaggio dato in pasto alle masse emotive, per proteggere il vero cambiamento in atto, per cui l’ibridazione uomo macchina, a cui si deve arrivare, non sarà abilitata da chip sotto pelle, ma potrebbe essere già avvenuta.

L’ipotesi che propongo è che i vaccini mRNA diffusi in larga scala, prodotti ad alto tasso di innovazione, contengano dispositivi nanotecnologici, in grado di permettere in un futuro il monitoraggio di svariati dati biometrici attraverso vere e proprie HMI, ovvero interfacce di configurazione tra individuo e macchina.

Come e quanto questo sia possibile, è tutto da scoprire.

Eppure, qualora nel siero inoculato, ci fossero particelle orientabili dall’esterno per mezzo di onde elettromagnetiche, configurare da remoto intere reti di “nano ricettori” all’interno di un intero corpo, a cui inviare messaggi binari 0-1, sarebbe una transazione di dati biometrici [7] molto più avanzata di quella attraverso cui si potrebbe arrivare con un semplice chip localizzato in un solo punto della mano, ad esempio.

L’interconnessione potrebbe avvenire tra trasmittente e ricettore allo stato as is, e dovremo solo aspettare che chi sa, ci racconti tutto [7], oppure che ricercatori indipendenti vadano a colmare il gap con i visionari teorici che consigliano gli ingegneri degli uffici R&D delle potenti multinazionali e i direttori di potenti organizzazioni mondiali.

In altri termini, ci spiegheranno fino a che punto il biohacking [7] è possibile, e quanto è stato raggiunto grazie all’inoculazione forzata dei sieri a mRNA [8].

Se l’ipotesi che facevo prima, (e di ipotesi si tratta, fino che non si hanno dati ufficiali), che vi siano nanobot intelligenti nei vaccini mRNA, tutti i vaccinati ora, non in un ipotetico arrivo a chip sottocutanei, che tanto piacciono ad un certo pensiero narrativo, ma poco hanno a che fare con la sequenzialità strategica di alcuni dati logici [9] – ora, dicevo – possono ricevere informazione binaria da remoto, e quindi in qualche modo possono essere, ora, “hackerabili” da chi, come e perché, lo sa solo Dio. O i “sionisti suprematisti”, teorici e consiglieri, all’ombra della rivoluzione digitale (direbbe qualche malizioso [10], ma non l’autore di questo articolo, si badi bene!)

Questa vaccinazione potrebbe essere stata un vero e proprio “Cavallo di Troia” per consentire il definitivo passaggio dall’IoT all’IoE (o all’IoB [11]).

Questo passaggio risolverebbe in definitiva il collo di bottiglia per la costruzione di vere Smart Cities, il cui fondamentale veicolo di cittadinanza sarà una probabile imminente CBDC europea [12] e il requisito principale alla partecipazione di questa nuova cittadinanza, sarà l’interconnettività.

Di macchine con macchine (IoT), macchine con persone (IoE), e persone con persone (IoB).

In tutto questo, suprematisti ed eugenisti esistono? che ruolo hanno? si chieda a certi intellettuali che opinione abbiano delle masse e che cosa prevedono di fare attraverso la trasformazione digitale alle masse? [13]

Occhio gente, che se voi guardate Netflix e partite di campionato, e non sapete che cazzo fare della vostra vita , “questa gente qua”, potrebbe avere bene in mente cosa fare con la vostra [13] e i loro intenti non garantiscono più il vostro libero arbitrio.

Sempre quel malizioso di prima, (non l’autore di questo articolo) direbbe che nulla avviene per caso e che qualcuno una agenda chiara ce l’ha [10], e che il vero scopo di connettere le masse con le macchine, potrebbe essere meno nobile delle narrative usate in fase di dissemination e meno benefica per l’individuo [13] di quanto si racconti diffusamente [14].

Voi nel frattempo connettete i puntini, e magari siamo ancora in tempo a salvarci la pelle.

Altrimenti, ci potremmo ritrovare tutti al cospetto di un mucchio di

“His majesty the baby” [4] che odiano le masse, si credono onnipotenti e ci considerano animali senza scopo da ammansuire e rendere innocui [13].

Ovvero, chiedetevi: “trasformazione digitale, tutto bello, per carità, ma perchè?

[1] Guida Psicologica alla Rivoluzione Digitale con Luca Bernardelli https://www.youtube.com/watch?v=WBig-hf6wOk&t=5s

[2] Il Metaverso, l’Industria e la Multidisciplinarietà, ovvero le lucide ragioni del complotto https://theliteraryport.com/2021/10/25/il-metaverso-lindustria-e-la-multidisciplinarieta-ovvero-le-lucide-ragioni-del-complotto/

[3] Decrescita Felice https://www.decrescitafelice.it/la-decrescita-felice/

[4] His Majesty, the baby https://www.researchgate.net/publication/226079726_His_Majesty_the_Baby_S_Freud

[5] Transustanziazione https://it.wikipedia.org/wiki/Transustanziazione

[6] Eraclito – “Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti” https://www.lefrasi.com/frase/eraclito-non-troverai-mai-verita-non-disposto?bg=p12

[7] We Can Hack Humans | Dr. Yuval Noah Harari and Klaus Schwab https://www.youtube.com/watch?v=3vrkTl9Sv6Y

“People could look back in one hundred years and identify the coronavirus epidemic as the moment where a new regime of surveillance took over, especially surveillance under the skin, which I think is the most important development of the 21st century, is this ability to hack human beings to go under the skin, collect biometric data, analyze it and understand people better then they understand themselves. This I believe is the most important event of the 21st century”. “Le persone potrebbero guardare indietro tra cento anni e identificare l’epidemia di coronavirus come il momento in cui un nuovo regime di sorveglianza ha preso il sopravvento, in particolare la sorveglianza sotto la pelle, che penso sia lo sviluppo più importante del 21 ° secolo, è questa capacità di hackerare gli esseri umani per andare sotto la pelle, raccogliere dati biometrici, analizzarli e capire le persone meglio di quanto loro capiscano se stesse. Credo che questo sia l’evento più importante del 21° secolo”.

[8] Yuval Noah Harari “Covid is critical because that is why people accept total biometric surveillance” https://www.youtube.com/watch?v=e8CZuv4OO6Q

“Covid is critical because that is why people accept, to legitimize total biometric surveillance (…) we need not just to monitor people, we need to monitor what is happening under the skin” “Il Covid è fondamentale perché è per questo che le persone accettano, legittimano, una totale sorveglianza biometrica (…) non dobbiamo solo monitorare le persone, dobbiamo monitorare ciò che gli accade sotto la pelle””

[8] Il Pensiero Narrativo secondo Bruner https://www.igorvitale.org/i-2-piani-di-realta-nella-narrazione-psicologica-di-bruner/

“Per Bruner a parte due livelli di realtà, esistono due modi differenti di pensare. Uno procede per sequenzialità, contribuendo a creare concetti e categorie generali basati su nessi dati dal principio della causalità, ed è definito logico-paradigmatico ed è alla base della conoscenza scientifica. L’altro è il pensiero narrativo, o sintagmatico, che procede per intenzionalità e, a differenza di quello paradigmatico, non segue la logica causale bensì quella delle emozioni, credenze, affetti”.

[9] Europe: The last battle – Conspiracy Documentaries conspiracydocumentaries.com/banking_conspiracies/europa-the-last-battle/

Un esempio delle descrizioni fatte nel documentario “Europa: The last battle”

[10] Il “BEL PAESE” è stato VENDUTO al TRANSUMANESIMO. Con Maurizio Martucci https://100giornidaleoni.it/tv/il-bel-paese-e-stato-venduto-al-transumanesimo-con-maurizio-martucci/

IoT: Internet of Things

IoE: Internet of Everythings

IoB: Internet of Bodies

[11] L’opportunità è un’isola che si raggiunge varcando il mare dell’ignoranza – 2a edizione https://theliteraryport.com/2021/11/19/lopportunita-e-unisola-che-si-raggiunge-varcando-il-mare-dellignoranza-2a-edizione/

Delle CBDC: Central Bank Digital Currency parlo nel video incorporato nell’articolo e consultabile al seguente link diretto: https://www.youtube.com/watch?v=4aQFrJYDhX4

[12] Yuval Noah Harari | What to Do With All of These Useless People? https://www.youtube.com/watch?v=r9iCt8wcQ5E

“The biggest question in Economy and Politics in the coming decades will be what to do with all these useless people. The problem is more boredom and what to do with them and how they can find some substance of meaning in life when they are basically meaningless, worthless. My best guess at present is a combination of drugs and computer games as a solution. It’s already happening”. “La più grande domanda in Economia e Politica nei prossimi decenni sarà cosa fare con tutte queste persone inutili. Il problema è la noia e cosa fare con loro e come possono trovare una certa sostanza di significato nella vita quando sono fondamentalmente privi di significato, senza senso. La mia migliore ipotesi al momento è una combinazione di droghe e videogame come soluzione. Sta già accadendo”.

[13] Elon Musk: A future worth getting excited about | TED | Tesla Texas Gigafactory interview https://www.youtube.com/watch?v=YRvf00NooN8

” The first uses will be for neurological injuries of different kinds, but rolling the clockward forward and imagining when people are actually using these for their own enhancement, let’s say and for the enhancement of the world, how clear is in your mind is as to what it will feel like to have one of these inside your head?” “I primi usi saranno per lesioni neurologiche di diverso tipo, ma portando le lancette dell’orologio in avanti e immaginando quando le persone luseranno questi impianti effettivamente per il proprio miglioramento, diciamo,e per il miglioramento del mondo, quanto è chiaro nella tua mente come ci si sentirà ad avere uno di questi impianti nella propria testa?”

IL TEOREMA DEL BIOHACKING E DELLA SIMULAZIONE PANDEMICA

Dall’osservazione delle prime informazioni su cui i ricercatori stanno convergendo riguardo le reazioni avverse del vaccino (stati febbrili, eruzioni cutanee, dolori generali etc.) e leggendo i sintomi del sedicente vaiolo delle scimmie che stanno riferendo a spron battuto i mainstream, (stati febbrili, eruzioni cutanee, dolori generali etc.) mi sovviene una riflessione.

Considerato che il pensiero logico deduttivo è considerato in alcune teorie dello sviluppo, come un raggiungimento maturo successivo al pensiero iconico simbolico e al pensiero narrativo, proviamo insieme ad esercitarlo, in assenza di un dibattito su questi temi, in quanto trattasi di riflessioni contro intuitive e pionieristiche come spesso facciamo qui sul literaryport.

Qui di seguito il mio TEOREMA DEL BIOHACKING E DELLA SIMULAZIONE PANDEMICA

Hp1: inserimento nel corpo di microricettori nanotecnologici tramite inoculazione

Hp2: i microricettori rispondono ad impulsi elettromagnetici inviati da remoto

Hp3: distribuzione capillare di antenne trasmittenti su tutto il territorio nazionale

Hp4: i microricettori traducono l’informazione ricevuta da remoto in sintomi corporeei

TH1: per Hp1, Hp2, Inviare da remoto qualsiasi informazione a corpi umani adeguatamente preparati è possibile in questa epoca storica (ovvero l’IoB o biohacking è stato reso possibile nella nostra epoca storica);

TH2: per Hp3, Hp4, Inviare un pacchetto informativo che si traduca in sintomi corporeei simulanti una vasta gamma di malattie è possibile in questa epoca storica.

Ovviamente questi sono sillogismi che una mente aperta, creativa e logica può impegnarsi a fare per provare a comprendere un cambiamento in atto ancora non reso pubblico e disseminato alla maggioranza (da chi sa).

Non è un esercizio di pensiero sterile, pensare che un qualche gruppo elitario, forse oltre a fare orge e bere “adenocromo” in certe loro isole di proprietà di certi agenti del Mossad, bazzicate da certi potenti del mondo potessero anche fare convergere sforzi economici per fare ricerche che ufficalmente non potevano fare.

(Mi dispiace cari, ma io mi rifiuto di pensare che persone tra le più erudite, preparate, intelligenti e potenti al mondo – d’accordo senza morale, ma tant’è – sfruttino i sotterranei di certe isole solo per fare orge, fare traffico di minori e fare uso di stupefacenti; e non abbiano colto l’occasione di essere lontani dalle leggi locali di qualsiasi paese civile, per non procedere con ricerche d’avanguardia che non avrebbero mai potuto fare altrove e che non risultassero in scoperte utili ad agguantare vantaggi competitivi nei confronti degli avversari politici, militari e industriali).

“What to do with all these useless people” Yuval Noah Harari

Rif.

His Majest the Baby, theliteraryport https://theliteraryport.com/2022/05/10/tutti-ai-piedi-di-his-majesty-the-baby/

TUTTI AL COSPETTO DI “HIS MAJESTY THE BABY” (OVVERO: TRASFORMAZIONE DIGITALE, TUTTO BELLO, MA PERCHE’?)

The Swiss machine: 70 Step Basketball Trickshot (Rube Goldberg Machine)

Il dialogo su l’impatto e la pervasività delle tecnologie digitali sulla società e sulla psiche degli individui doveva iniziare “ieri”, non al più presto [1]: l’opinione pubblica e le tavole rotonde di professionisti di certe discipline sono in ritardo rispetto ai “playbook” delle multinazionali di certi mercati [2].

La logica della massimizzazione del profitto, delle grandi multinazionali e dei grandi capitani d’industria sta trascinando anche la trasformazione culturale di una società ingegnerizzata in un modo tale per cui nevrosi e disagi fioccano come funghi dopo l’acquazzone, e psicologi e psichiatri assistono all’esplosione del loro bacino di clienti, diventando per definizione la categoria meno obiettiva per definire l’opportunità di tale trasformazione in atto.

E c’è da chiedersi, se così come questa categoria, tante altre, i cui appartenenti hanno beneficiato di certe derive come “early adoptersavvantaggiandosi di investimenti lungimiranti, non abbiano compromesso la loro posizione di autonomia.

I professionisti delle discipline cosiddette umanistiche sono in grado di mettere in discussione non tanto l’utilizzo ma la direzione della Rivoluzione Digitale? Sono in grado di confrontarsi con le proposte di trasformazione dettate dai magnate dell’hitech senza subire supinamente lo sbilancio di potere tra i reciproci settori di appartenenza e ritrovarsi de facto a seguire forzatamente e fedelmente l’evoluzione dettata dai primi?

Si danno per buone le ipotesi di base e su quelle si costruiscono nuovi “modelli di business”, ma sono i professionisti delle discipline umanistiche nelle condizioni di criticare l’ipotesi di base , ovvero che il progresso così com’è stato avviato sia necessario al benessere umano?

Se i primi creano profitto con la rivoluzione digitale e i secondi trovano lavoro con la rivoluzione digitale, chi può mettere in discussione davvero l’avvio di tale trasformazione?

Perché si è avviata? E soprattutto, qual’è l’arrivo?

C’è qualcuno che ha davvero mantenuto una posizione di obiettività? (Perchè attenzione, l’obiettività è un posizionamento fisico, non una postura mentale).

Chi può ancora fare queste domande di base?

La trasformazione digitale è iniziata perchè è endemica la natura stessa di uomo e perché l’uomo stesso è tecnologia – come sostengono alcuni teorici del Transumanesimo – oppure perché qualcuno l’ha avviata per interessi di mercato o ideologici e ora ci convince che sia fisiologica? [2]

Le altre discipline che dicono? vanno a traino degli interessi di chi spinge grossi capitali anche nelle loro tasche? Certo che chi ha avuto l’intelligenza di diventare “first mover” e si trova perfettamente allineato ed è spinto dal vento favorevole, fa fatica ad abbandonare la strada intrapresa, e ha tutto il profitto che ha ricevuto e che soprattutto (sa che) riceverà a spingerlo fedelmente in coda alla mandria, in viaggio verso la magica e sconosciuta meta.

Nel frattempo la sua soglia di obiettività declina, in quanto l’incremento inatteso del suo reddito lo porta inconsciamente ad adorare gli innovatori che gli hanno, in fin dei conti, dato il pane quotidiano, e farglieli diventare intoccabili, quasi come icone religiose.

Perciò si creano alibi e tinte sfumate per raccontare certe contraddizioni lampanti dei loro beniamini, si intellettualizzano categorie speciali e motivazioni nobili che dipingono in una luce di santità i datori di lavoro e raccontano rassicuranti favole per chi deve proteggere la propria credibilità e confermare le sue scelte. Ma la verità è che questa gente si è mossa nella logica “se non li puoi battere unisciti a loro”.

In ultima istanza, anche le discipline umanistiche che avrebbero dovuto portare una voce morale ed etica al dibattito sul perché della trasformazione digitale sposano invece il cambiamento in modo placido, senza accennare neppure una lieve resistenza.

Quello che è successo è che nessuna disciplina ha potuto fare da argine al potere dilagante dell’industria e che a nessuno ha mai sfiorato l’idea di poter dialogare con questi individui. Quello che è successo è che le industrie e i loro CEO, sono entrate nelle facoltà umanistiche per dire loro, a i futuri, filosofi, psicologi, umanisti, come portare le loro conoscenze all’interno della grande quarta rivoluzione industriale in atto.

Mai i rappresentanti delle materie umanistiche hanno avuto l’opportunità di criticare in partenza la rivoluzione avviata? O dare degli spunti su come fare una rivoluzione eticamente sostenibile? O magari hanno potuto convincere i CEO ad optare per una forma diversa di progresso (ad esempio una Decrescita Felice [3])?

Impossibile.

Il mantra diffuso dai CEO è stato fin da subito: “chi non si aggiorna rimane in dietro”, “le cose cambiano, occorre stare al passo, altrimenti ci si estingue”.

E quindi, via tutti a correre. Ma nessuno ha mai capito veramente perché correva.

Il dibattito etico-morale dell’evoluzione digitale deve essere fatto prima di sposare il cambiamento.

Rivoluzione Digitale, perchè?

Perché si sta prendendo come riferimento le visione di certi CEO, e i desiderata tecnici di certi ingegneri ma non le conoscenze e i dubbi di psicologi e filosofi?

Ci sono alternative alla rivoluzione digitale? E se si perché non le si narrano?

Perché si ostina ad utilizzare indici come il PIL che non sono più adeguati ad una misurazione del benessere umano?

L’industria si propone agli esponenti umanistici come il padre che insegna al figlio come inserirsi in società e stare al mondo. C’è una asimmetria de facto di potere che porta gli uni ad insegnare agli altri, quando invece la storia insegna che i primi hanno creato un sistema fragile, energivoro e che si autodivora. Vogliamo ancora credere che sappiano davvero come dare benessere all’umanità?

Hanno utilizzato per decenni filiere che hanno devastato le risorse naturali, compromesso l’equilibrio biologico del globo terracqueo e ora sono gli stessi che attraverso costose campagne di propaganda dicono ai consumatori dei loro prodotti (il cui ciclo di vita è ad altissimo impatto ambientale) che loro, i consumatori, devono rispettare l’ambiente.

Sono davvero nella posizione di dettare loro la direzione? Non devono essere fatte alcune domande a questa gente?

Dove sono gli psicologi? Quegli psicologi che hanno abbozzato un “disturbo antisociale di personalità” a chi non portava le mascherine durante i lockdown, e che hanno aperto la caccia ai no vax, (senza alcun dubbio le cause di ogni male), davvero non hanno avuto di meglio su cui indirizzare la loro prospettiva diagnostica?

Ad esempio, a certi frenetici imprenditori, non riscontrano proprio alcun disequilibrio?

Non possono chiedere domande del tipo: “Apri una dopo un’altra, startup di successo, ma com’è la tua vita relazionale?” “Sei felice?” “Come sei messo con la tua percezione di onnipotenza infantile? L’hai superata?“Pensi di sapere accettare il limite?”Cosa ne pensi del limite?” “Sai sopportare la noia?” “Come stai ad empatia? E a narcisismo patologico?” “Hai problemi di dipendenza?” “Fai abuso di cocaina?” “Qual’è il tuo livello di lucidità quando fai certe affermazoni (o scelte)?” Eccetera, eccetera.

Perché non si passa al setaccio, le persone le cui scelte impattano su milioni di persone e invece si fa la voce grossa con i deboli?

O meglio, è proprio questo il problema del progresso: è facile fare la voce grossa con i deboli, fermare le loro direzioni, piuttosto che fare ragionare i potenti. Questi ultimi se ti va bene, ti danno lavoro, ti garantiscono la carriera, e tutto è loro concesso, altrimenti, ti fanno la guerra e ti rovinano reputazione, credibilità e prospettive di lavoro.

D’altra parte questi potenti sanno che l’hanno sempre vinta, pertanto pretendono di insegnare a vivere a tutti, senza che nessuno possa rivolgere lo sguardo alle loro spinte, alle loro motivazioni, chiedergli perché spingono gli altri a correre e non riescano loro, a camminare, a respirare, a dare attenzione ai loro figli, alle loro compagne. A contemplare le bellezze così come sono.

Progresso, dobbiamo affrettarci ad aggiornarci, d’accordo, ma può essere che siamo tutti vittima di un migliaio di nevrotici che non ci stanno a rinunciare alla loro onnipotenza infantile e che non sanno ricevere un “no”? Possibile che siamo noi, il 90% della popolazione, vittima di un 10% di bambini onnipotenti “his Majesty the Baby” [4] che giocano a cambiare le nostre vite perché non sono stati in grado di cambiare le proprie?

No: gli industriali sanno come trasformare un debosciato filosofo in un efficace imprenditore dell’innovazione, e chiunque ha dubbi, se li tolga e si affretti a stare al passo.

Mistero della Transustanziazione (tecnologica) [5].

Eppure, diceva Eraclito che non si potrà mai trovare la verità se non si è prepararti anche all’impossibile [6].

Pertanto, comprendere che le direzioni verso cui ci hanno orientati, non sono le direzioni verso cui guardare, è il punto di partenza.

Ad esempio, tanti dicono che l’arrivo finale della trasformazione digitale è un chip sottocutaneo, che a giudicare da certi progressi raggiunti da certe startup è in realtà tecnologia obsoleta.

Il chip sottopelle potrebbe essere l’ennesimo depistaggio dato in pasto alle masse emotive, per proteggere il vero cambiamento in atto, per cui l’ibridazione uomo macchina, a cui si deve arrivare, non sarà abilitata da chip sotto pelle, ma potrebbe essere già avvenuta.

L’ipotesi che propongo è che i vaccini mRNA diffusi in larga scala, prodotti ad alto tasso di innovazione, contengano dispositivi nanotecnologici, in grado di permettere in un futuro il monitoraggio di svariati dati biometrici attraverso vere e proprie HMI, ovvero interfacce di configurazione tra individuo e macchina.

Come e quanto questo sia possibile, è tutto da scoprire.

Eppure, qualora nel siero inoculato, ci fossero particelle orientabili dall’esterno per mezzo di onde elettromagnetiche, configurare da remoto intere reti di “nano ricettori” all’interno di un intero corpo, a cui inviare messaggi binari 0-1, sarebbe una transazione di dati biometrici [7] molto più avanzata di quella attraverso cui si potrebbe arrivare con un semplice chip localizzato in un solo punto della mano, ad esempio.

L’interconnessione potrebbe avvenire tra trasmittente e ricettore allo stato as is, e dovremo solo aspettare che chi sa, ci racconti tutto [7], oppure che ricercatori indipendenti vadano a colmare il gap con i visionari teorici che consigliano gli ingegneri degli uffici R&D delle potenti multinazionali e i direttori di potenti organizzazioni mondiali.

In altri termini, ci spiegheranno fino a che punto il biohacking [7] è possibile, e quanto è stato raggiunto grazie all’inoculazione forzata dei sieri a mRNA [8].

Se l’ipotesi che facevo prima, (e di ipotesi si tratta, fino che non si hanno dati ufficiali), che vi siano nanobot intelligenti nei vaccini mRNA, tutti i vaccinati ora, non in un ipotetico arrivo a chip sottocutanei, che tanto piacciono ad un certo pensiero narrativo, ma poco hanno a che fare con la sequenzialità strategica di alcuni dati logici [9] – ora, dicevo – possono ricevere informazione binaria da remoto, e quindi in qualche modo possono essere, ora, “hackerabili” da chi, come e perché, lo sa solo Dio. O i “sionisti suprematisti”, teorici e consiglieri, all’ombra della rivoluzione digitale (direbbe qualche malizioso [10], ma non l’autore di questo articolo, si badi bene!)

Questa vaccinazione potrebbe essere stata un vero e proprio “Cavallo di Troia” per consentire il definitivo passaggio dall’IoT all’IoE (o all’IoB [11]).

Questo passaggio risolverebbe in definitiva il collo di bottiglia per la costruzione di vere Smart Cities, il cui fondamentale veicolo di cittadinanza sarà una probabile imminente CBDC europea [12] e il requisito principale alla partecipazione di questa nuova cittadinanza, sarà l’interconnettività.

Di macchine con macchine (IoT), macchine con persone (IoE), e persone con persone (IoB).

In tutto questo, suprematisti ed eugenisti esistono? che ruolo hanno? si chieda a certi intellettuali che opinione abbiano delle masse e che cosa prevedono di fare attraverso la trasformazione digitale alle masse? [13]

Occhio gente, che se voi guardate Netflix e partite di campionato, e non sapete che cazzo fare della vostra vita , “questa gente qua”, potrebbe avere bene in mente cosa fare con la vostra [13] e i loro intenti non garantiscono più il vostro libero arbitrio.

Sempre quel malizioso di prima, (non l’autore di questo articolo) direbbe che nulla avviene per caso e che qualcuno una agenda chiara ce l’ha [10], e che il vero scopo di connettere le masse con le macchine, potrebbe essere meno nobile delle narrative usate in fase di dissemination e meno benefica per l’individuo [13] di quanto si racconti diffusamente [14].

Voi nel frattempo connettete i puntini, e magari siamo ancora in tempo a salvarci la pelle.

Altrimenti, ci potremmo ritrovare tutti al cospetto di un mucchio di

“His majesty the baby” [4] che odiano le masse, si credono onnipotenti e ci considerano animali senza scopo da ammansuire e rendere innocui [13].

Ovvero, chiedetevi: “trasformazione digitale, tutto bello, per carità, ma perchè?

“What to do with all these useless people?” Yuval Noah Harari

[1] Guida Psicologica alla Rivoluzione Digitale con Luca Bernardelli https://www.youtube.com/watch?v=WBig-hf6wOk&t=5s

[2] Il Metaverso, l’Industria e la Multidisciplinarietà, ovvero le lucide ragioni del complotto https://theliteraryport.com/2021/10/25/il-metaverso-lindustria-e-la-multidisciplinarieta-ovvero-le-lucide-ragioni-del-complotto/

[3] Decrescita Felice https://www.decrescitafelice.it/la-decrescita-felice/

[4] His Majesty, the baby https://www.researchgate.net/publication/226079726_His_Majesty_the_Baby_S_Freud

[5] Transustanziazione https://it.wikipedia.org/wiki/Transustanziazione

[6] Eraclito – “Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti” https://www.lefrasi.com/frase/eraclito-non-troverai-mai-verita-non-disposto?bg=p12

[7] We Can Hack Humans | Dr. Yuval Noah Harari and Klaus Schwab https://www.youtube.com/watch?v=3vrkTl9Sv6Y

“People could look back in one hundred years and identify the coronavirus epidemic as the moment where a new regime of surveillance took over, especially surveillance under the skin, which I think is the most important development of the 21st century, is this ability to hack human beings to go under the skin, collect biometric data, analyze it and understand people better then they understand themselves. This I believe is the most important event of the 21st century”. “Le persone potrebbero guardare indietro tra cento anni e identificare l’epidemia di coronavirus come il momento in cui un nuovo regime di sorveglianza ha preso il sopravvento, in particolare la sorveglianza sotto la pelle, che penso sia lo sviluppo più importante del 21 ° secolo, è questa capacità di hackerare gli esseri umani per andare sotto la pelle, raccogliere dati biometrici, analizzarli e capire le persone meglio di quanto loro capiscano se stesse. Credo che questo sia l’evento più importante del 21° secolo”.

[8] Yuval Noah Harari “Covid is critical because that is why people accept total biometric surveillance” https://www.youtube.com/watch?v=e8CZuv4OO6Q

“Covid is critical because that is why people accept, to legitimize total biometric surveillance (…) we need not just to monitor people, we need to monitor what is happening under the skin” “Il Covid è fondamentale perché è per questo che le persone accettano, legittimano, una totale sorveglianza biometrica (…) non dobbiamo solo monitorare le persone, dobbiamo monitorare ciò che gli accade sotto la pelle””

[8] Il Pensiero Narrativo secondo Bruner https://www.igorvitale.org/i-2-piani-di-realta-nella-narrazione-psicologica-di-bruner/

“Per Bruner a parte due livelli di realtà, esistono due modi differenti di pensare. Uno procede per sequenzialità, contribuendo a creare concetti e categorie generali basati su nessi dati dal principio della causalità, ed è definito logico-paradigmatico ed è alla base della conoscenza scientifica. L’altro è il pensiero narrativo, o sintagmatico, che procede per intenzionalità e, a differenza di quello paradigmatico, non segue la logica causale bensì quella delle emozioni, credenze, affetti”.

[9] Europe: The last battle – Conspiracy Documentaries conspiracydocumentaries.com/banking_conspiracies/europa-the-last-battle/

Un esempio delle descrizioni fatte nel documentario “Europa: The last battle”

[10] Il “BEL PAESE” è stato VENDUTO al TRANSUMANESIMO. Con Maurizio Martucci https://100giornidaleoni.it/tv/il-bel-paese-e-stato-venduto-al-transumanesimo-con-maurizio-martucci/

IoT: Internet of Things

IoE: Internet of Everythings

IoB: Internet of Bodies

[11] L’opportunità è un’isola che si raggiunge varcando il mare dell’ignoranza – 2a edizione https://theliteraryport.com/2021/11/19/lopportunita-e-unisola-che-si-raggiunge-varcando-il-mare-dellignoranza-2a-edizione/

Delle CBDC: Central Bank Digital Currency parlo nel video incorporato nell’articolo e consultabile al seguente link diretto: https://www.youtube.com/watch?v=4aQFrJYDhX4

[12] Yuval Noah Harari | What to Do With All of These Useless People? https://www.youtube.com/watch?v=r9iCt8wcQ5E

“The biggest question in Economy and Politics in the coming decades will be what to do with all these useless people. The problem is more boredom and what to do with them and how they can find some substance of meaning in life when they are basically meaningless, worthless. My best guess at present is a combination of drugs and computer games as a solution. It’s already happening”. “La più grande domanda in Economia e Politica nei prossimi decenni sarà cosa fare con tutte queste persone inutili. Il problema è la noia e cosa fare con loro e come possono trovare una certa sostanza di significato nella vita quando sono fondamentalmente privi di significato, senza senso. La mia migliore ipotesi al momento è una combinazione di droghe e videogame come soluzione. Sta già accadendo”.

[13] Elon Musk: A future worth getting excited about | TED | Tesla Texas Gigafactory interview https://www.youtube.com/watch?v=YRvf00NooN8

” The first uses will be for neurological injuries of different kinds, but rolling the clockward forward and imagining when people are actually using these for their own enhancement, let’s say and for the enhancement of the world, how clear is in your mind is as to what it will feel like to have one of these inside your head?” “I primi usi saranno per lesioni neurologiche di diverso tipo, ma portando le lancette dell’orologio in avanti e immaginando quando le persone luseranno questi impianti effettivamente per il proprio miglioramento, diciamo,e per il miglioramento del mondo, quanto è chiaro nella tua mente come ci si sentirà ad avere uno di questi impianti nella propria testa?”

PROGRESSO, MA SIAMO PRONTI? – II EDIZIONE

Ricondivido questo pezzo scritto il 25 Maggio 2020, i cui argomenti e le cui riflesisoni si sono diffuse a macchia d’olio nell’ecosistema della controinformazione di professione, che ovviamente esercita però un certo snobbismo nel citare i poco conosciuti Literaryport e Kaan Reed. Lo condivido perché forse precorreva un pò i tempi allora e ulteriori spunti potrebbero essere colti ora in questo momento storico. (Scommetto che più procederemo negli anni e più queste riflessioni saranno comprese da una platea sempre maggiore). Inoltre, il pezzo così rieditato è più scorribile e presenta qualche piccola modifica che lo potenzia anche dal punto di vista teorico. Buona lettura.

The Guardian – yt1s.com – Beyond bionics how the future of prosthetics is redefining humanity

“I like your arm better than mine, I might get one of those” “When you start thinking if someone is voluntarily replacing their limbs… Ethics are going to be huge”“Mi piace il tuo braccio meglio del mio, potrei volerne uno” “Quando inizi a pensare che qualcuno possa pensare di sostituire volontariamente i propri arti (naturali)… L’etica sarà (una questione) enorme”.

Questo video [1] mi ispira un pezzo sul progresso tecnologico e il suo impatto sui costumi sociali. Lungi da me guardare queste evoluzioni con giudizio o addirittura con arretratezza intellettuale, tuttavia certi fenomeni mi sollecitano delle domande. Mi chiedo per esempio: stiamo progredendo indubbiamente dal punto di vista tecnologico, ma lo stiamo facendo anche dal punto di vista culturale e umano?

PROGRESSO, MA SIAMO PRONTI?

Gli adolescenti cresciuti con un immaginario cinematografico estremamente technology friendly, non saranno trasformati in facili clienti di un nuovo mercato fatto di gadget biotecnologici chirurgicamente impiantabili [2] più attraenti dei propri arti naturali, comunque funzionanti?

Con la giusta campagna marketing che si avvalga anche di prodotti cinematografici, o comunemente definiti film, ovvero finti prodotti destinati allo svago, ma spesso reali strumenti di programmazione cognitiva [3] a servizio di finanziatori e sponsor con interessi specifici, mi pare ragionevole pensare ad uno scenario in cui giovani familiarizzati a certi concetti, abituati a idoli “alla Iron Man”, chiederanno come regalo di compleanno, di rimpiazzare il proprio indice con un biodevice dotato di wifi wallet digitale per conservare facilmente le proprie criptovalute [4].

Del resto, con l’avvento del mercato della chirurgia estetica non si è forse assistito a fenomeni di abbassamento dell’età del target di questi servizi? Negli Stati Uniti, al raggiungimento dei 16 anni, non ci sono forse adolescenti che chiedono protesi al seno come regalo di compleanno? [5].

E’ dunque vaneggiamento delirante pensare che pochi anni ci allontanano dagli scenari in cui i nostri figli ci chiederanno avambracci robotici come i loro idoli Avengers [6]?

No, no, non nego che questo progresso tecnologico non sia meraviglioso dal punto di vista del miglioramento della qualità della vita di molti. Non fraintendete. Solo, sostengo che come cultura nazionale popolare, non siamo pronti ad approcciarci in un modo abbastanza maturo da evitare che l’impatto sociale del progresso tecnologico, oltre a migliorare la vita delle persone bisognose, non sfoci in derive sociali a consolidamento di un disagio e un disadattamento già presente e non accolto da professionisti del benessere; psicologico, non consumistico.

Derive, oltretutto, che potrebbero non essere affatto casuali.

Personalmente io le reputo, aperture di mercato, effetto di un processo lungo di “abituazione” e “sensibilizzazione” [7] delle masse, messo in agenda da stakeholders di determinati mercati. Stakeholders che diventano poi sponsor e fonti di capitali per produrre quegli stessi contenitori cinematografici (quei film di cui prima) che spesso hanno come principale obiettivo quello di familiarizzare le masse con i nuovi paradigmi sociali e abituarle a quei costumi che si vogliono abilitare nelle società del futuro.

E’ d’altronde attraverso azioni graduali che si preparano le masse ai cambiamenti epocali.

Quei costumi sociali per alcuni individui possono sembrare derive (come nel mio caso), ma per altri costituiscono nuovi segmenti di mercato e dunque fonte di profitto.

Ne sono un esempio i sex bots in Giappone che hanno già prodotto fenomeni di abbandoni familiari di padri di famiglia a favore di fonti di godimento facilmente accessibili come le bambole per il sesso dotate di contenuti AI (bot sta infatti per robot, e con una accezione più ampia per Intelligenza Artificiale – AI) [8].

Cosa fare dunque?

Dismettere le narrazioni facili, spesso mutuate inconsapevolmente da voci narranti esogene diventate presto integranti il nostro stesso pensiero narrativo [9]. Voci narranti interessate e ben costruite con tecniche di psicologia sociale [10], che hanno modificato negli anni i nostri “riflessi mentali”.

Abituarsi alla visione, coltivare il cosiddetto pensiero laterale [11], essere curiosi e scendere nella tana del bianconiglio. Studiare, non essere pigri e sempre DYOR [12]. Non aspettare che guru dalla solida reputazione “rigurgitino dal proprio becco le informazioni già masticate per noi”. Nessuno si potrà mai sostituire al proprio studio indipendente .

Poi, con una mente aperta riguardare quegli stessi fatti, che già avevamo accolti come conosciuti, ed essere pronti a riscoprirne i significati in maniera completamente diversa.

Il rischio sono i luoghi comuni, di cui sarebbe bene essere sempre auto consapevoli e che comunque, di questi tempi, sono anche poco praticabili!

In this screen grab from a live-feed video a baby eaglet is fed by its mother on Monday, April 15, 2019, in their nest in the Big Bear area. (Via YouTube)

[1] Beyond bionics: how the future of prosthetics is redefining humanity https://www.youtube.com/watch?v=GgTwa3CPrIE

[2] Career Development in Bioengineering and Biotechnology https://bit.ly/2AbjRb6

[3] L’apprendimento (Condizionamento operante e classico) http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/psicologia-pedagogia/Psicologia/La-psicologia-cognitiva/L-apprendimento.html

[4] What is a Cryptocurrency Wallet? https://cryptocurrencyfacts.com/what-is-a-cryptocurrency-wallet/

[5] Teen: Plastic Surgery Is Graduation Gift https://www.youtube.com/watch?v=6ysTXLHQhAI

[6] Iron Man, Iron Boy: New Arm Prosthetic From Robert Downey Jr. https://www.youtube.com/watch?v=WUwiu0YU3WM

[7] L’apprendimento (Abituazione e Sensibilizzazione) http://www.dnbm.univr.it/documenti/OccorrenzaIns/matdid/matdid453029.pdf

[8] Japanese Sex Dolls | Love & Sex in Japan Documentary https://www.youtube.com/watch?v=pdLsLfq5lLQ

[9] Bruner e il Pensiero Narrativo https://it.scribd.com/document/331644624/Bruner-e-Il-Pensiero-Narrativo

[10] Psicologia Sociale https://it.wikipedia.org/wiki/Psicologia_sociale

[11] Pensiero laterale https://it.wikipedia.org/wiki/Pensiero_laterale

[12] DYOR: Do your own research https://acronyms.thefreedictionary.com/DYOR

IO DICO ADDIO (ovvero “se prendete spunti citate”) – II Edizione

my name is giovanni giorgio but everybody calls me giorgio


Condivido questo pezzo re-editato, scritto e pubblicato sul literaryport originariamente il 23.09.2021. Si trattava di un pezzo partito come sfogo verso una realtà italiana specifica ma poi utilizzato per indicare un problema più ampio e generalizzabile nella nostra cultura moderna. Purtroppo, dalla sezione statistiche del blog, continuo a vedere visite a certi specifici pezzi e poi mi ritrovo delle “somiglianze” strane in alcune “esternazioni” di alcune persone professioniste della contro-comunicazione; questo è un fenomeno che continua e si allarga a macchia d’olio nell’entourage di quegli stessi comunicatori professionisti “del contro” cui si riferiva la radice o incipit dello sfogo che poi si è tramutato nel pezzo “Io dico Addio (se prendete spunti citate)” Qui sotto un paio di esempi.

Un esempio di somiglianze strane con un sito con cui avevo condiviso i miei pezzi

Qui invece una persona, a cui è legato un episodio interessante. Dopo avergli chiesto sotto forma di commento a questo suo post Facebook, conferma o smentita che avesse, se avesse, preso spunto da “Il Monologo dell’Insicurezza” per scrivere quelle righe, misteriosamente mi sono ritrovato bannato da Facebook. Righe straordinariamente simili a certi passaggi del mio “Monologo”, e altrettanto straordinaria la sequenza, commento-esclusione da Facebook che era legata a quel mio commento. L’esclusione è avvenuta perchè qualcuno mi ha segnalato. Se, unendo i puntini, è verosimile pensare allo scenario in cui questo “personaggio antisistema” avesse segnalato Kaan Reed a Facebook e avesse de facto, fatto eliminare il mio commento al suo post in questione, avendo ottenuto, de facto, come effetto a valle, l’eliminazione totale di un dubbio sull’originalità su un suo pezzo, (sollevato da “un anonimo nessuno che non si inginocchia” [i]), attenzione che qui vuol dire una sola cosa: sistema e antisistema coincidono [ii]

Un post su Facebook di un personaggio antisistema e spunti da Il Monologo Dell’Insicurezza e Mistero del Costruttivismo 1 e 2

Ripropongo qui di seguito il pezzo re-editato, più efficace e scorrevole – quindi rileggetelo pure – e vi auguro buona lettura!

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“Nell’anno ’99 di nostra vita… io… Francesco Guccini, eterno studente, perché la materia di studio sarebbe infinita e soprattutto so di non sapere niente. io chierico vagante, bandito di strada, io non artista, solo piccolo boccelliere, perché per colpa d’altri o vada come vada, a volte mi vergogno di fare il mio mestiere…. io dico addio” Guccini – Addio

In riferimento alla rassegna stampa di questa mattina [1], a minuto 4’29” ci si riferisce al video sul progetto di Neuralink di Musk, applicato ad un maiale. Avete spontaneamente datato quel video al 2015. 

Vi chiedo: come fa ad essere un video del 2015 se è un progetto divulgato nell’estate 2020? 

Questo errore, spontaneo e sovrappensiero, sembra piccolo piccolo, ma fa comprendere invece a mio parere, ma forse al parere solo di osservatori attenti, una cosa molto più significativa.

Ovvero, apre un varco a quella che è una prassi di lavoro tra i comunicatori di professione e i professionisti del marketing: le idee con cui si cimentano non sono farina del loro sacco, ma sono pescate di qua e di là sulla rete e sacrificate all’altare del “Content Making [2]. 

Più o meno siamo di fronte al fenomeno che un autore famoso aveva genuinamente testimoniato in una intervista dicendo che molti dei suoi libri per adolescenti, poi diventati film mainstream, li costruiva sulla base degli sfoghi e riflessioni di ragazzi che scrivevano sui loro blog personali disseminati nel web. 

Sono arrivato ad una conclusione: tutta la vostra categoria di controinformazione, comunicatori di professione, a quanto pare, ha come minimo comune multiplo questa postura dello “scopiazzamento-selvaggio-mai-referenziato-se-la-referenza-non-ha-pedigree“.  

Quel video che dite essere del 2015, ma che non può esserlo, e ho già spiegato perché, contiene più o meno le mie considerazioni scritte in Generazione Chip [3], Progresso, ma siamo pronti [4], Il Diritto alla piena umanità [5], che pure vi ho condiviso. 

La mia idea è che avete sposato gli spunti sollecitati da quegli articoli, perché ve li ho condivisi svariati mesi fa, volevate affrontarli, ma emanciparvi dalla fonte poco autorevole da cui li avete appresi per la prima volta: Theliteraryport.

Volevate referenziare in modo più inattaccabile, e allora, per referenziare quegli spunti in modo più forte e spendibile a livello pubblico, avete preso un video del TG1 [6]. Salvo non sapere assolutamente nulla di quegli argomenti. Neppure sapere che Neuralink ha avuto la sua fase di dissemination [7] nel 2020, e che quindi mai e poi mai possa essere retrodatato al 2015.

 Il servizio del TG1 è comunque approssimativo, a loro volta hanno preso un professionista della comunicazione, a cui la redazione – immagino – gli ha attribuito un argomento completamente a lui/lei estraneo e gli/le ha detto “facci un servizio per il notiziario della sera“. 

La mia ipotesi di base è che abbiate datato il video della RAI al 2015 per esigenza, come detto, perché funzionale ad obiettivi di comunicazione: cioè per passare l’idea che sono argomenti diffusi e su cui ci si sta già interrogando ad un livello divulgativo. 

Ma rinnovo la domanda che facevo in principio: come fa ad essere un video del 2015, se questi sviluppi di Neuralink sono stati disseminati in estate 2020?

Dettagli irrilevanti, immagino, alla luce delle esigenze comunicative.

Andando a vedere a quando è datato il video della RAI comunque si trova “inverno 2020” – abbastanza in ritardo tra l’altro rispetto all’originale disseminazione del progetto Neuralink il che indica come i palinsesti e le programmazioni televisive o web, siano comunque in ritardo rispetto alle “domande di ricerca”. Perché le prime seguono regole importanti per aumentare l’audience, le seconde argomenti strategicamente rilevanti che facciano aumentare la competizione alle industrie.

Queste considerazioni agli occhi dei più sfuggono, perché non si hanno i rudimenti base per inserirsi e orientarsi nella materia. I più come voi, fanno solo riferimento all’autorevolezza della fonte e non ai contenuti. Quindi ecco la ricerca sfrenata del testimonial sdoganato alle masse, con un faccione che rassicuri e susciti fiducia, a cui affidare idee pescate altrove.

Non importa se per essere efficaci si debba scarnificare la selvaggia tigre e ricoprire con la sua pelliccia il domestico gatto.

Il problema è che quegli stessi “faccioni” che hanno autorità e credibilità tra le masse, si muovono nel buio in determinati campi di innovazione, dato che a loro volta non hanno le basi né per approfondire né per comprendere. 

Eppure, i faccioni esclamano e le masse applaudono.

Quindi, in ultima istanza, si ha a che fare con ciechi che guidano ciechi nel buio

Questo implica che certi affondi verticali  o spunti non scontati, pescati da alcune discipline (come questo di Neuralink, dalle biotecnologie, o della “dissonanza cognitiva” e dell’acquiescenza al potere, dalla Psicologia Sociale) – non giustificati in bocca ad alcuni individui con un background lontanissimo da quelle discipline, e senza alcuna relazione con quelle materie – vengono affrontati in modo superficiale e senza coglierne la vera potenza e rilevanza; e si appiattiscono a slogan, e vacui rimandi esotici. 

Che mi risulti l’unico “luogo” in cui si è citato il diritto ad essere cento per cento organici e su cui si è fatto riferimento all’impatto del progresso tecnologico sul libero arbitrio è stato su – quello che io consideravo il primo “manifesto” (un “manifestino”) del diritto ad essere uomini 100% organici – sul Literaryport.  

E non mi risulta nessuno che l’abbia fatto in Italia prima del mio spunto di marzo 2020, in quei termini. Anche quel video RAI è postumo. 

Se vi inserite in alcuni argomenti e discipline di cui non padroneggiate le basi, e le cui deduzioni non possono essere farina del vostro sacco, perché prendete solo degli spunti in modo inorganico e li infilate in narrative fragili ma sacrificate al content making del vostro ufficio comunicazione, abbiate almeno la correttezza: 

1. Di citare la fonte da cui avete davvero preso quello spunto, se pur sconosciuta e non sdoganata alle folle; 

2. Di accertarvi di avere studiato meglio i dati portati all’attenzione, perché è necessario che arriviate a farvi le domande davvero rilevanti, se no è come “brandire l’ennesimo bastoncino col fuoco per affascinare le altre scimmie” (mi autocito [8]).

Personalmente, non mi piace questo fagocitare frenetico di tutto ciò che c’è sul web solo per creare contenuti dei vostri show, senza mai citare chi si sforza di produrre intuizioni grezze, ma non banali, sulla base delle sue conoscenze e ricerche, e li restituisce con fatica all’opinione pubblica. Se pur piccolina – diciamo: “opinionina”. 

Facile prendere un semilavorato e portarlo a finitura da chi ha lavorato sul grezzo con fatica: trovare il “blocco” grezzo non è banale, soprattutto quando tutta l’opinione pubblica è concentrata a confrontarsi in altre direzioni. Neppure lavorarlo per “sottrazione” [9], quel grezzo, è banale.

Occorre riconoscere il merito a chi si è mosso in quei campi inesplorati e ha portato la luce di quelle gemme, che , se pur grezze, hanno avuto il pregio di “farvi guardare dove non guardavate“.

Continuando la metafora: il processo produttivo della vostra azienda estrapola semilavorati da “aziendine anonime”, ma di qualità, ma la vostra funzione marketing vi ha detto di preferire di agganciare il prodotto finale che ne ricavate, a brand più conosciuti. Per ampliare il bacino potenziale di clienti.

Chi ha orecchie per intendere intenda.   

Indipendentemente dall’efficacia di queste regole della comunicazione e marketing, a quanto pare l’Italia non crescerà mai perché non è popolata da gente corretta. 

Aggiungerò questa vostra realtà alle altre della controinformazione con cui mi sono interfacciato, e con cui ho più o meno vissuto lo stesso spiacevole fenomeno. 

A quanto pare mi sto interfacciando con un’unica categoria apparentemente eterogenea, di chi vuole solo seguire un trend che tira: quello del “contro”

Detto questo, è l’ultima volta che vi scrivo o vi aggiorno sulla pubblicazione dei miei pezzi sul Literaryport, dato che non ho mai avuto un feedback neppure per cortesia.

Inoltre, sicuro che continuerete a prendere spunto e fagocitare le intuizioni degli anonimi nessuno ma competenti [10], e che spulcerete nel web alla ricerca frenetica dello spunto per il vostro content making, e che farete programmi dei vostri show con puntate dai grandi numeri, e che attribuirete i concetti copiati a “faccioni che tirano” reputate più vincenti secondo le regole della comunicazione, e che continuerete a non citare mai i veri autori di quelle idee, citando un originale pensatore – a differenza vostra – io dico “Addio” [11]. 

Ma vi ricordo che la posta in gioco è molto più alta del senso di autoefficacia personale di qualche personaggio in cerca d’autore (cit.), dell’approvvigionamento dell’ego di comunicatori di professione, che magari si sono visti ignorare dal mainstream e che ora si sono inseriti nel “contro” di minoranza come efficace ripiego, o per rinvigorire l’autostima che sentite crescere ogni volta che vi rendete conto che la vostra fama cresce.

C’è bisogno di Uomini nuovi, corretti, che non siano idolatri, che non abbiano timori reverenziali di fronte nessuno e che si battano con intelligenza critica proteggendo a tutti i costi il nuovo dilemma della nostra epoca:

il diritto di essere uomini 100% organici. 

Di questo si tratta. E forse, i vostri faccioni con pedigree, tra qualche anno capiranno cosa intendo e potrenno poclamarlo come nuovo slogan “che piace”: “cento-per-cento-organici-cento-per-cento-organici-cento-per-cento-organici…bla..bla..bla..son…fico…questa..è nuova…”.

Comunque colgo l’occasione per ringraziarvi, perché mi avete fatto comprendere perché Literaryport e Kaan Reed sono davvero di valore, originali e unici, pionieristici e out-of-the-box-thinker : ci scriverò un pezzo, un manifesto di stile nei prossimi giorni [iii].

Ad maiora,

Kaan Reed.  

“Nell’anno ’99 di nostra vita io, giullare da niente, ma indignato, anchio qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico, sperando però che tu non le prenda come un gioco…tu ipocrita uditore… mio simile…mio amico “

[1] Verso Matrix 2020 – 100giornidaleoni: https://100giornidaleoni.it/tv/verso-matrix-2022-un-solo-diktat-annullare-lessere-umano/

[2] Content Creation: https://en.wikipedia.org/wiki/Content_creation#:~:text=Content%20creation%20is%20the%20contribution,user%2Faudience%20in%20specific%20contexts.&text=A%20Pew%20survey%20described%20content,contribute%20to%20the%20online%20world.%22

[3] Generazione Chip – Kaan Reed: https://theliteraryport.com/2020/03/19/corona-virus-larrivo-chip-sottocutaneo/

[4] Progresso, ma siamo pronti? – Kaan Reed: https://theliteraryport.com/2020/05/25/progresso-ma-siamo-pronti/

[5] Il Diritto alla piena umanità – Kaan Reed: https://theliteraryport.com/2020/06/02/il-diritto-alla-piena-umanita/

[6] Servizio TG1 su Neuralink: https://www.youtube.com/watch?v=41M0tMcSU2Y 

[7] Dissemination and Exploitation in Horizon 2020 – Why does dissemination matter? (pg. 6) https://ec.europa.eu/research/participants/data/ref/h2020/other/events/2017-03-01/8_result-dissemination-exploitation.pdf

[8] Monologo dell’insicurezza – Kaan Reed: https://theliteraryport.com/2018/03/09/monologo-dellinsicurezza/

[9] Subtractive Manufacturing: https://marketbusinessnews.com/financial-glossary/subtractive-manufacturing/

[10] Anonimi nessuno non si inginocchiano: https://theliteraryport.com/2021/08/04/anonimi-nessuno-non-si-inginocchiano-ovvero-la-favola-di-esopo-2-0/

[11] Addio – Guccini: https://www.youtube.com/watch?v=Tb7yYKq_UnI 

L’OPPORTUNITA’ E’ UN’ISOLA CHE SI RAGGIUNGE VARCANDO IL MARE DELL’IGNORANZA (II edizione)

Questo pezzo l’ho pubblicato il e scrivevo come a differenza di quello che si sta diffondendo tra le credenze di certi ambienti della disinformazione le criptovalute, a patto di fare dei distinguo, fossero il bene per la democratizzazione, non il male. Oggi, una famosa persona impensabile arriva a darne conferma, guardatevi questo video e rileggetevi l’articolo.

Kaan Reed – L’opportunità è un’isola che si raggiunge varcando il mare dell’ignoranza (video)

Mi imbatto su F.B. in commenti tipo questo sulla pericolosità dell’adozione di criptovaluta, che considero basate su una fragile base culturale e una completa assenza di consapevolezza della questione principale connessa alla proposta portata dal Bitcoin nel 2009. Pubblico alcune considerazioni che mi hanno ispirato alcuni di questi commenti e qui sotto copio e incollo un esempio di queste posizioni, non solo confuse, ma molto pericolose. Perché se c’è un’attacco dirtto per dritto all’estabilishment, efficace e di grande portata è quello portato dal Bitcoin nel 2009, svistato completamente, per ignoranza e impreparazione degli influencer – persino politici – italiani.

Disinformazione sul web

Nel 2009, un vero colpo verso l’estabilishment è stato scagliato dal concetto di sistema di pagamento peer to peer (da utenza ad utenza) proposto per la prima volta con la blockchain permissionless (senza alcun permesso alla transazione) di Bitcoin.

Bitcoin ha spianato la strada ad una serie di altre criptovalute che sono nate negli anni successivi, e tra cui, alcune proposte hanno finito per confondere le persone, poco attente al dettaglio, che arrivano a scrivere messaggi come “attenzione alle criptomonete”, “è un inganno dei potenti” etc..

Alcune criptovalute non portano alcun contenuto di novità perché sono in realtà valuta centralizzata e controllata come le valute correnti nazionali (le cosiddette fiat currencies). Ma arrivare a confondere queste con il Bitcoin è un errore imperdonabile e un regalo a quel potere che si dice di voler scardinare. Anzi, dirò di più, certi concetti come “Non accettate moneta elettronica, sarà la fine di ogni libertà” sono miscredenze del tutto funzionali all’establishment che ha davvero rischiato di perdere ogni potere qualora cittadini informati avessero nel 2009 in massa e in modo tempestivo, abbracciato la rivoluzione portata dal Bitcoin che è moneta di libertà!

Dire che l’alternativa è il contante e spingere a rifiutare la moneta elettronica tout court è davvero da persone sprovvedute e completamente scollegate, volenti o nolenti, dalle possibilità portate da certe tecnologie che non sono Satana (finitela di impaurire le masse, o se lo fate, lo fate di proposito per mantenerle prive di libertà).

Alcuni addirittura paralizzano la psicologia degli umili dicendo che le criptovalute sono “la fine di ogni libertà”. Dire una fesseria del genere significa davvero non avere colto il cuore della questione che si solleva con le criptovalute e la blockchain permissionless.

C’è una grossa differenza tra i sistemi di pagamento permissionless (senza alcun permesso sulle transazioni), decentralizzati (ad esempio come il Bitcoin ed Ethereum) e i sistemi centralizzati (esempio Libra, la chimerica moneta, ancora in work in progress, di Facebook).

La differenza sta nei dettagli, ma è enorme.

La prima consente transazioni utente-utente (peer to peer), senza validazone di terze parti (come ad esempio avviene tra le banche per le monete correnti), le seconde, invece, portano il potere nelle mani di pochi.

La rivoluzione è in atto, ed è iniziata nel 2009. Se è stata disattesa, lo è stata per colpa proprio di queste persone, che ora propongono l’esigenza di opporsi all’estabilishment, per loro imperdonabile ignoranza o per ego: perché ognuno vuole sempre portare una sua soluzione originale con cui identificarsi, senza avere l’umiltà invece di entrare a supporto di spinte concrete già avviate e molto più efficaci delle loro proposte.

Studiare il Bitcoin e le blockchain permissionless significa aprire un mondo di opportunità. Abbracciare e promuovere, invece, narrative come quella del post f.b. qui sopra, significa fare disinformazione e spingere i nostri concittadini nell’ignoranza.

Evangelizzate l’attuale rivoluzione portata dalle criptovalute a favore della democratizzazione dell’economia e della finanza. Tutto il resto è sterile lamentela che può avere una valenza catartica, ma si conclude lì, perché non ha davvero la portata di cambiare le cose.

Per cambiare il sistema, si deve passare dalla costruzione di una nuova cultura e di una nuova economia-finanza.

La chiave per la trasformazione di entrambe è la decentralizzazione, che vuol dire democratizzazione.

Il futuro è la lotta tra centralizzazione vs. decentralizzazione, ovvero controllo vs. democrazia.

Chi pone la questione nei termini tecnologia contro non tecnologia è fuori strada, e oserei dire dissennato.

Attenzione che l’opportunità è un’isola che si raggiunge solo solcando il mare dell’ignoranza (copyright Kaan Reed – The Literary Port, 2021).

Hillary Clinton: Cryptocurrency threatens US Dollar

QUALCHE GOCCIA DI BUIO (E TANICHE DI LUCE)

E’ interessante pensare come il cittadino venga esortato a contribuire al benessere della collettività, là dove questo bene della collettività viene però delineato e definito da società private.

Qui di seguito alcune considerazioni e in fondo troverete un bel servizio di Blaze.TV che vi consiglio vivamente, perché chiarisce la genesi di questa pandopropaganda (copyright Theliteraryport.com 2021)

1.Il CEO Pfizer non si è “vaccinato”, perché?

2.come fa una persona non protetta a mettere in pericolo una persona protetta? E’ come se in guerra un samurai accusasse un monaco buddista di metterlo in pericolo perché va in battaglia senza armatura. La protezione non è una discriminante.

3. I governanti hanno fallito distribuendo una protezione inadeguata alla popolazione e adesso vogliono convincere chi si è affidato a metodi di potenziamento del sistema immunitario di farsela, qual’è la ratio? Si consideri che il bene più grande che possa fare un cittadino alla collettività, e la letteratura scientifica supporta questa deduzione, è l’immunità naturale, in quanto è la più efficace risorsa di arresto della diffusione del virus: supportare con le terapie il processo di guarigione naturale attraverso il potenziamento degli anticorpi porta a raggiungere lo sviluppo di anticorpi naturali che sono più potenti del vaccino.

4. Si faccia un vaccino di stato: come fate ad obbligare di dare soldi a società private che hanno come obiettivo il ROI e non la salute del cittadino, non sono filantropi, e non si può pretendere che il cittadino sia così naive da credere che queste aziende abbiano abbandonato il principio della massimizzazione del profitto a questo giro.

5. Anche il vaccinato diffonde il contagio, pertanto chi sta mettendo a rischio la popolazione sono sia vaccinati che non vaccinati, che tipo di vaccinati e di non vaccinati? quelli che si ostinano a fare festine e assembramenti, e ci sono tantissime testimonianze che confermano che Vips e politici non siano esenti da questa pericolosa abitudine.

Ma ovviamente loro sono loro, e noi non siamo un cazzo.

Girerà la ruota.

Blaze TV – Glenn Beck – Crimes or cover-up?

IL METAVERSO, L’INDUSTRIA, E LA MULTIDISCIPLINARIETA’ (ovvero, LE LUCIDE RAGIONI DEL “COMPLOTTO”)

Faccio seguito ad alcuni commenti che ho fatto su Youtube a questo video, avendomi portato l’ispirazione per un pezzo. Buona lettura.

Vorrei affrontare sul Literary Port la questione del Metaverso, termine molto “sexy”, che oggi utilizzano tanti comunicatori e divulgatori di professione. Il literary port è un porto libero in cui portare gli oggetti conosciuti e osservarli con occhi nuovi per oltrepassare la loro rigidità funzionale e intravederne un nuovo senso, se non addirittura, un nuovo utilizzo.

Vorrei usare perciò questo concetto per parlare dell’innovazione in genere, delle sue motivazioni e dei suoi obiettivi. Vorrei in altre parole, partire da un termine conosciuto e arrivare a fare delle considerazioni invece non scontate, che potranno sembrare un po’ di natura pindarica, ma se eserciterete il vostro pensiero laterale [1] assieme a me, probabilmente potrete volare su conclusioni controintuitive, ma coerenti.

In questo pezzo non voglio soffermarmi sulla descrizione di cosa sia il Metaverso, concetto che utilizzo solo come metafora di innovazione e progresso tecnologico in genere e come stratagemma letterario per dare il là alle mie speculazioni teoriche.

In questo video [2], d’altronde, trovate una descrizione abbastanza solida ed esaustiva della sua spiegazione, per cui vi invito eventualmente a guardarlo prima di proseguire nella lettura, qualora foste interessati ad approfondire l’argomento.

Vorrei partire da questo concetto invece estratto dal video [2] per cui “la maggior parte delle persone vivrà in un metaverso la maggior parte del suo tempo” e da questo, avviare le diramazioni della mia traiettoria intellettuale, di cui non considero di valore la distanza, bensì l’arrivo.

Questo – “la maggior parte delle persone vivrà in un metaverso la maggior parte del suo tempo” – è un’assioma, che l’opinione pubblica presenta come un de facto irrinunciabile e su cui la pressione degli interessi industriali è tale che tutte le attività umane in ogni ambito (sociale, economico, sportivo, artistico, etc.), sono spinte in una direzione ormai accettata, per cui convergono magicamente, senza però sapere se questa trasformazione (o evoluzione) sia salutare per l’individuo e, inoltre, come renderla salutare se non lo fosse.

A mio modo di vedere, nel caso del metaverso, assistiamo ancora una volta ad un altro caso in cui prima l’industria spinge e poi l’etica si adatterà per uscire dalla dissonanza cognitiva [3] in cui cadranno in molti (se non puoi cambiare la tua “posizione fisica”, cambi la tua “posizione ideologica” perciò se non ti piaceva una cosa te la farai piacere).

Eppure, occorerebbe che la società si interrogasse – in tempo utile e multidisciplinariamente [4] – in modo maturo e ampio, su che impatto abbia la digital transformation [5] in genere sull’individuo, su i rapporti sociali e più ampiamente, in relazione al senso della vita, sul senso del se, in un orizzonte temporale lungo.

Il Metaverso è infatti uno degli attributi della piu’ ampia trasformazione digitale della società alla quale stiamo assistendo in questa epoca storica. Si è trascinati da questa trasformazione o evoluzione in modo cieco, senza essersi mai veramente chiesti quale sia la motivazione e il fine.

Spesso, nei confronti del progresso tecnologico di cui la “digital transformation” è la moderna declinazione, si ha un atteggiamento polarizzato: o fideistico, o ansioso e angosciato.

Preme invece adottare una posizione lucida e razionale per capire qual’è l’arrivo e partecipare attivamente alla sua progettazione.

Tuttavia, mi chiedo se qualcuno lo sappia già, o non l’avesse già scelto (e a leggere certi contributi teorici degli anni ’70/80 il dubbio si fa certezza [6]), ad esempio, concetti teorici come transumanesimo e cyborgizzazione (altri termini pure molto sexy pronunciati molto bene dalla bocca di tutti, ma chiariti meno bene nelle rispettive teste – “mistero del content making“) sono stati investigati da un filone specifico di teorici e ben conosciuti da una certa categoria di decision makers, ma meno dalle masse su cui gli effetti si diramano.

Prendendo questo dubbio per ipotesi di partenza, mi chiedo se è etico che un elite di industriali abbia già scelto per noi la direzione e che a noi non rimanga che prendere per buono che “vivremo metà della nostra vita nel metaverso…”.

Quale invece deve essere l’arrivo in un’ottica antropocentrica (non transumanista) e partecipata da membri attivi di quella comunità che verrà trasformata?

E’ giusto concepire che ci saranno gruppi di persone che decideranno volontariamente e risolutamente di non “vivere gran parte della loro vita nel metaverso”? Anzi, che proprio in contrasto con il filone teorico del transumanesimo, si delineerà più chiaramente un filone ultraumanista? Ovvero, in altri termini, che il progresso tecnologico, lungi dall’essere lo strumento diretto dell’evoluzione dell’uomo, sia bensì l’attivatore collaterale della vera evoluzione di un’umanità che si ritroverà salda nel ribadire il suo diritto di nascita ad identificarsi con un essere umano biologico e biologicamente limitato?

Prima di procedere nella lettura, caro lettore, comprendi che qui non troverai molte risposte, ma intercetterai le domande, che l’opinione pubblica distratta non si è ancora fatta.

Comprendo che l’impostazione di una analisi su questo argomento possa differire a seconda della provenienza culturale e scolastica di chi la opera, e che percorsi culturali differenti possano portare ad osservazioni differenti, pertanto quello che mi importa è proporre una non scontata angolazione da cui analizzare il “campo osservabile”.

Chiaramente ben venga l’incontro “cross disciplinare” [4], che reputo fondamentale per il riconoscimento di una configurazione ottimale e benefica per l’umanità, di tale processo di trasformazione digitale “olistica”. Questi focus vogliono cogliere proprio le intersezioni crossdisciplinari tra sfera tecnica e sfera umanistica.

Saltando un approfondimento sulla riflessione su chi sia l’uomo e quale siano le sue peculiarità ontologiche, ripropongo il focus su quello che più mi sta a cuore, ovvero la forza propulsiva dell’industria rispetto al resto della società; che, partendo dall’ambito economico, sfocia persino a dettare la direzione morale, culturale e di costume in genere, dell’intera società.

La questione tecnica, a mio avviso, è che siamo in un momento storico in cui vecchi capitali (di capitan d’industria [7] del tabacco, petrolio, mettallurgico, per citarne alcuni) devono essere transitati verso nuovi settori, che abbiano la capienza di ricevere questi volumi finanziari, e il potenziale di svilupparli quanto hanno fatto i vecchi settori; con i volumi che hanno garantito a quei “vecchi” investitori” (si legga marchi e gruppi societari).

Si deve comprendere che la transazione di enormi capitali di interi gruppi societari che hanno operato in settori il cui ciclo di vita [8] è arrivato alla fase di declino, verso neonati mercati in fase di sviluppo (hitech [9] in genere) è un processo lungo e complesso, che prevede non solo coordinamento politico (lavoro di lobby per la realizzazione di un certo tipo di impianto legislativo favorevole piuttosto che allontanarne uno sfavorevole) e tecnico (creazione di joint ventures, fusioni etc.) tra quegli investitori, ma anche una preparazione culturale e dell’immaginario collettivo altrettanto lunghi e complessi, nei futuri cluster [10] di clienti.

Ecco spiegato in poche parole quanto un osservatore superficiale chiamerebbe complotto, ma che altro non è che un insieme di sforzi sinergici per la tutela di ingenti capitali su cui convergono svariati interessi. Chi è in possesso di ingente ricchezza pur di non vederla sfumare per scelte poco lungimiranti o conflitti tra concorrenti diretti [11], coopera, collabora e si coordina (uno sguardo ansioso e poco erudito percepisce e chiama questo fenomeno complotto) per salvaguardarla e garantirne la crescita.

Questi interessi comuni sono quelli che fanno andare avanti il tessuto economcio e finanziario della società, che l’hanno alimentato creando ricchezza e che hanno tutta l’intenzione di rimanere i protagonisti, sotto altra veste certamente, alimentando e partecipando allla prossima onda di crescita e innovazione, come direbbe Kondratieff [12].

Per cui, in sintesi, manteniamo il focus dell’analisi sul problema tecnico che oggi si sta verificando: prima si declina la scelta di un certo settore preponderante su la fisionomia della società ad esso più congeniale (e questo è un de facto, non è qualcosa che personalmente a me stia bene, ma è così per ora) e poi tutti gli sforzi degli altri settori seguono acriticamente e forzatamente, per contribuire a costruire quelle condizioni favorevoli a rendere la scelta fatta, di successo.

I grossi capitali hanno già scelto il o i settori prediletti su cui spingere, (ad esempio, l’hitech), e l’effetto a livello culturale e sociale è un cambio nel costume e dell’immaginario collettivo della maggioranza, sempre più ammiccante ed entusiastico delle promesse (a volte menzognere) del processo di trasformazione digitale della società.

Questo entusiasmo a volte è giustificato soltanto dall’assenza, dannosa, di un collante multidisciplinare tra i linguaggi per cui alcune conclusioni provenienti da alcune discipline invadono il campo degli effetti di altre discipline le quali non avendo le basi teoriche per partecipare ai processi causali di questo cambiamento, si ritrovano a dover semplicemente seguire acriticamente. E poi convicersi di quanto sia bello il progresso tecnologico a prescindere.

La questione morale è che manca ed è mancato un dibattito cross disciplinare avviato prima di aver irrigidito le direzione di cambiamento della società. In questo modo si è lasciato a pochi di definire le caratteristiche della fase di progettazione e di comprare il consenso con le promesse (queste non affatto menzognere) di grossi rientri per coloro che fossero saliti in tempi utili sula carovana dell’innovazione (i cosiddetti first movers [13]).

Si è lasciato ad un solo gruppo sociale e disciplinare (specialisti hitech o del bigpharma sostanzialmente), di decidere la direzione che doveva prendere il nostro futuro di progresso, non solo tecnologico, ma umano e sociale, concedendo ai rimanenti specialisti di altri ambiti, scelte obbligate con cui appacificare eventuali distonie ideologiche. Del resto piu’ passa il tempo piu’ l’abituazione [14] affievolisce ogni percezione di fastidio.

Del resto, è vero che secondo la legge di Pareto [15], una piccola percentuale degli input influenza una gran parte dell’output, tuttavia, quando si tratta di destino delle società e del concetto stesso di umanità (impiantare un chip in un bambino per garantirgli la sicurezza dai pedofili non è una questione di privacy o hackeraggio, ma di diritto a rimanere 100% biologici [16] in città smart [17] in cui i servizi saranno declinati sempre di piu’ per cittadini con device integrati e necessari alla loro erogazione).

Vale la pena disattendere la legge di Pareto e fare contribuire la maggior parte dei ruoli e professioni sociali al dibattito di quale società del futuro costruire per garantirci un output rispettoso della dignità umana e del senso della vita: non sempre l’industria ha dimostrato di avere tra le variabili della sua formula di ottimizzazione, il senso della vita (prendendo a prestito un linguaggio in uso dalla Ricerca Operativa [18]) .

In conclusione, a prescindere dalla forza relativa che una parte della società ha acquisito, di fatto, sulle altre, alcune scelte sono etiche e politiche, e se pure la legge di mercato escluderebbe le voci più deboli dal punto di vista economico, dal processo decisionale, una esigenza di bene comune deve portare a reinserirle e coinvolgerle perché specialisti come filosofi, psicologi, umanisti e sociologi, possono portare punti di vista, magari non strategici per il ROI [19], ma cruciali per la preservazione della dignità umana e il benessere sociale.

Una parte necessariamente svista tanti altri punti di vista ed esigenze che pur devono essere tenute in considerazione in un ottica etico politica.

Questo è il dilemma morale dell’incontro tra i driver dell’innovazione, il peso specifico dei settori della società che scelgono questi driver e dell’importanza di una base multidisciplinae nella delineazione di queste scelte.

Vi ho spiegato quindi:

IL METAVERSO, L’INDUSTRIA, E LA MULTIDISCIPLINARIETA’

ovvero,

LE LUCIDE RAGIONI DEL “COMPLOTTO”.

[1] “Con il termine pensiero laterale, coniato dallo psicologo maltese Edward De Bono, si intende una modalità di risoluzione di problemi logici (problem solving) che prevede un approccio particolare, ovvero l’osservazione del problema da diverse angolazioni, contrapposta alla tradizionale modalità che prevede concentrazione su una soluzione diretta al problema”. Edward de BonoSei cappelli per Pensare, 1999, Rizzoli

[2] Valerio Rosso, “Metaverso, che diavolo è?”, 2021, su Youtube.it,

[3] “La dissonanza cognitiva è una teoria della psicologia sociale introdotta da Leon Festinger nel 1957[1] per descrivere la situazione di complessa elaborazione cognitiva in cui credenze, nozioni, opinioni esplicitate contemporaneamente nel soggetto in relazione a un tema si trovano in contrasto funzionale tra loro; esempi ne sono la “dissonanza per incoerenza logica“, la dissonanza con le tendenze del comportamento passato, la dissonanza relativa all’ambiente con cui l’individuo si trova a interagire (dissonanza per costumi culturali)”.

[4] “Intradisciplinare: lavorare all’interno di una singola disciplina. Interdisciplinare: vedere una disciplina dal punto di vista di un’altra. Multidisciplinare: persone di discipline diverse lavorano insieme, ognuna attingendo alle proprie conoscenze disciplinari. Interdisciplinare: integrare conoscenze e metodi di diverse discipline, utilizzando una vera sintesi di approcci. Transdisciplinare: creare un’unità di quadri intellettuali al di là delle prospettive disciplinari”. Alexander Refsum Jensenius (traduzione), su https://www.arj.no/

[5] “La locuzione digital transformation (in italiano trasformazione digitale) indica un insieme di cambiamenti prevalentemente tecnologici, culturali, organizzativi, sociali, creativi e manageriali, associati con le applicazioni di tecnologia digitale, in tutti gli aspetti della società umana”.  Erik Stolterman e Anna Croon Fors, Information Technology and the Good Life, in Information Systems Research: Relevant Theory and Informed Practice, 2004, p. 689, ISBN 1-4020-8094-8.

[6] Lamola, Malesela John. 2021. “Covid-19, Philosophy and the Leap Towards the Posthuman”. Phronimon 21 (February):18 pages . https://doi.org/10.25159/2413-3086/8581.

[7] “Alla fine del XIX secolo, un capitano d’industria era un dirigente d’affari i cui mezzi per accumulare una fortuna personale contribuivano in qualche modo positivamente al paese. Ciò potrebbe essere dovuto a un aumento della produttività, all’espansione dei mercati, alla fornitura di più posti di lavoro o ad atti di filantropia”. (Traduzione) Scranton, Philip. “Fine Line Between Thief and Entrepreneur”. su www.teachinghistory.org.

[8] “Il ciclo di vita del prodotto (in inglese Product Life Cycle – PLC) possiede, in genere, quattro fasi principali che rappresentano la sua evoluzione nel tempo: introduzione; crescita; maturità; declino. In ciascuna di esse gli andamenti delle vendite e dei profitti riferiti a un certo orizzonte temporale (ad esempio la settimana o il mese) mostrano un certo andamento, tipico della fase stessa”. su logisticaefficiente.it

[9] “L’alta tecnologia o l’alta tecnologia è la tecnologia all’avanguardia: la tecnologia più avanzata disponibile”. Cortright, Joseph; Mayer, Heike,. High Tech Specialization: A Comparison of High Technology Centers (PDF), January 2001, Brookings Institution, Center on Urban & Metropolitan Policy.

[10] “In inglese, il termine cluster indica, generalmente, un gruppo che può essere composto da una serie di elementi, di solito, molto omogenei tra loro o, in generale, accomunati da un elemento”. su www.bucap.it

[11] Concorrenti diretti: soggetti che offrono la stessa tipologia di prodotto sul mercato; più è la differenziazione e quanto più sono simili i prezzi, allora tanto saranno più forti i concorrenti. Altri fattori da considerare sono: il livello di concentrazione all’interno del settore; le economie di volume; l’asimmetria informativa; le esternalità positive e negative; le barriere all’uscita”; Robert M. Grant, Analisi di settore (3º cap.), in L’analisi strategica per le decisioni aziendali, 4ª ed., Bologna, il Mulino, 2011, p. 583, ISBN 978-88-15-15080-6.

[12] “In economia, le onde di Kondratiev (chiamate anche onde di Kondrat’ev o, più semplicemente, onde K) sono cicli regolari sinusoidali nel moderno mondo economico capitalistico.[1] Lunghi da 50 a 70 anni, i cicli consistono alternativamente di una fase ascendente e di una discendente. Alla fase ascendente corrispondono periodi di crescita veloce e specializzata, mentre alla fase discendente periodi di depressione”. Kondratieff Waves in the World System Perspective. Kondratieff Waves. Dimensions and Perspectives at the Dawn of the 21st Century / Ed. by Leonid E. Grinin, Tessaleno C. Devezas, and Andrey V. Korotayev. Volgograd: Uchitel, 2012. P. 23–64.

[13] “Nei settori caratterizzati da rendimenti crescenti, la scelta del tempo d’ingresso (il timing) può essere decisiva. I FIRST MOVER (o pionieri) sono coloro che offrono per primi
una nuova categoria di prodotto o servizio”
Schilling, Izzo, Gestione dellinnovazione 3e, 2013, The McGraw-Hill Education s.r.l..

[14] “calo progressivo di intensità della risposta a uno stimolo ripetuto. Lo stimolo ambientale non ha più il carattere di novità e non è più percepito come significativo”. Dispense di Psicologia Generale dell’Apprendimento, Unisalento

[15] “Il principio di Pareto è un risultato di natura statistico-empirica che si riscontra in molti sistemi complessi dotati di una struttura di causa-effetto. Il principio afferma che circa il 20% delle cause provoca l’80% degli effetti. Questi valori vanno da intendersi come qualitativi e approssimativi. Esso prende il nome da Vilfredo Pareto (18481923), uno dei maggiori economisti e sociologi italiani e trova applicazione in una sorprendente moltitudine di ambiti e discipline”. ^ Diagramma di Pareto, su problemsetting.it

[16] “Rimanere Uomini, comprendere il significato profondo di umanità, fin’ora era scontato, d’ora in avanti, forse, occorrerà continuare a garantirlo con attivismo civico, all’interno di un partito, un movimento, il cui principio fondamentale sarà il diritto alla piena umanità.” Kaan Reed, Il diritto alla piena umanità, 2 giugno 2020, su theliteraryport.com

[17] “La smart city è una città che gestisce le risorse in modo intelligente, mira a diventare economicamente sostenibile ed energeticamente autosufficiente, ed è attenta alla qualità della vita e ai bisogni dei propri cittadini. È, insomma, uno spazio territoriale che sa stare al passo con le innovazioni e con la rivoluzione digitale, ma anche sostenibile e attrattiva”. (…) “Nelle smart city – almeno in quelle ideali teorizzate dalla letteratura sull’argomento – è presente un elevato livello di connettività, le strade sono percorse da auto a guida autonoma, gli incroci sono regolati da semafori intelligenti, gli oggetti si scambiano informazioni tra di loro grazie all’Internet of Things”. Luciano Marci, 14 settembre 2021, Digital360, su www.economyup.it

[18 La Ricerca Operativa “si occupa dello sviluppo e dell’applicazione
di metodi quantitativi per la soluzione di problemi di decisione che si presentano nella gestione di imprese e organizzazioni”.
Maurizio Boccia, Dispense di Ricerca Operativa, Laurea Magistrale in Ingegneria Informatica, Università del Sannio, a.a. 2016/2017.

[19] ROI, ovvero, return on investment (ROI) o ritorno sull’investimento o indice di redditività del capitale investito è un indice di bilancio che indica la redditività e l’efficienza economica della gestione caratteristica a prescindere dalle fonti utilizzate: esprime, cioè, quanto rende il capitale investito in quell’azienda Charles T. Horngren, Gary L. Sundem, William O. Stratton, Programmazione e controllo, Pearson Paravia Bruno Mondad, 2007, ISBN 88-7192-292-1, pg. 375

QUESTIONE DI FOCUS (ovvero “LA PIU’ GRANDE COSPIRAZIONE SVELATA” di A VOICE IN THE DESERT)

“A voice in The desert” [1] , è un canale Youtube amico di Literary Port, che vi consiglio di seguire, poiché porta una serie di spunti le cui chiavi narrative trovo molto efficaci e rilevanti.

Su The Literary Port pubblico questo video [2] tradotto e sottotitolato [3] – qui sotto trovate la trascrizione della traduzione – perché lo trovo estremamente potente e capace di descrivere in modo coerente e sintetico alcuni punti rilevanti riguardo la ricerca della verità e il problema della resistenza alla disinformazione.

Quest’ultima infatti, rischia di diventare contributo alla distrazione di massa, meccanismo che vedrete in questo video, è un problema più ampio rispetto alla disinformazione in se e che rischia di portarci a misurarci o confrontarci in una battaglia senza fine a chi ce l’ha più grosso (….lo scoop).

Questa corsa alla controinformazione di cui ho parlato negli ultimi miei pezzi [4][5][6] , se non inserita in una luce di conversione e divulgazione “contro-culturale” contribuisce ad alimentare la perpetuazione di uno stato di confusione e menzogna perenne, che finisce col fare il gioco di chi vuole mantenere le masse nella confusione e nella menzogna perenne.

Ho voluto tradurre questo video proprio perché tantissimi degli spunti qui spiegati li trovate, o li avete trovati, (se già li conoscete) inseriti nei miei scritti nel corso di questi anni [7]. In questo video quei concetti trovano in modo molto efficace un posizionamento molto coerente e un completamento molto chiaro ed efficace (ad esempio, la rivoluzione, quella individuale che passa dai cuori e dalla cultura, porta ad una vera liberazione che supera alla radice l’esigenza di una perenne rincorsa alla rivelazione dell’ennesima menzogna o complotto).

Vi auguro buona visione e il raggiungimento di un equilibrio nella vera verità,

Ad maiora.

Kaan Reed.

La più grande cospirazione di tutti I tempi…

Le profezie circa la fine del mondo sono in grado di attrarre una gran quantità di interessa da parte delle persone.

La maggior parte delle quali sono profondamente preoccupate nel provare a svelare chi stia controllando il mondoe come siano in procinto di farlo.

C’è un’infinita disponibilità di video riguardo a come siamo stati ingannati da i grandi governi, le grandi imprese e dai media corrotti…. l’elite che ci governa.

Presentano qualsiasi cosa, da insabbiamenti governativi su  i casi di UFO, teorie della terra piatta, il fatto se l’11 Settembre si trattasse di una macchinazione, fino a chi sia l’anticristo.

Ad ogni modo, le discussioni relative a queste tematiche quasi da parte di tutti falliscono nel proporre tutte le rilevanti soluzioni alla maggiorparte dei più rilevanti problemi con cui il mondo si sta confrontando oggigiorno.

Se lasciamo fuori dal quadro generale le soluzioni possiamo trovarci sviati e finire nient’altro che a supportare una più sottile e diffusa teoria del complotto senza neppure rendercene conto.

In questo video esporremo questa più grande cospirazione all’interno della quale quasi chiunque è coinvolto e riveleremo il modo come combatterla.

Ma prima, affronteremo cinque modi cruciali in cui le persone supportano e contribuiscono alla più profonda sottostante cospirazione.

CONTRIBUIRE ALLA COSPIRAZIONE ATTRAVERSO: LA DISTRAZIONE

Il primo modo in cui le persone supportano la cospirazione è attraverso la distrazione.

Il demonio adora portarci a cercare in fondo alla tana del bianconiglio in modo tale da farci perdere la vista dell’intera situazione (ovvero del quadro generale).

Il risultato è che investiamo tempo ed energia in un perseguimento mal riposto piuttosto che focalizzarci sulla reale fonte del problema.

Il sensazionalismo di ogni tipo, per sua natura, è molto attraente per cui le persone che hanno un talento nel creare mistero, intrigo e sospetto lo usano per vendere svariati prodotti o idee.

Ma siate attenti nel provare ad afferrare il fondo di una teoria perché allo stesso tempo potremmo permettere di farci avvolgere un velo attorno ai nostri occhi rispetto ad una molto più rilevante ed importante verità.

Esistono innumerevoli operazioni sotto falsa bandiera (“False flag”) [8].

Una prevalenza di propaganda e disinformazione che alla fine viene smascherata o esposta come una bufala dovrebbe portarci a dubitare della prossima cozzaglia di verità sensazionaliste che verranno fuori.

Considera la possibilità che mentre tu investi un sacco di tempo nello sviluppare nuove teorie forse la vera verità si è persa o è stata diluita oltre ogni possible riconoscimento.

Ad esempio:

molte persone si sono convinte che il mondo sarebbe finito il primo di gennaio del 2000

oppure che ci sarebbe stata una invasion aliena durante le Olimpiadi di Londra del 2012,

o ancora, che Obama non avrebbe mai lasciato la Casa Bianca.

O ancora, più recentemente, che un rapimento (alieno) si sarebbe verificato il 23 Settembre 2017.

Certamente, ad un certo momento, si verificheranno eventi di grande portata, ma se saltiamo sull’ultima moda ogni volta che viene fatto un annuncio finiamo solamente col perdere concentrazione e credibilità.

E’ comune sentire teorici delle cospirazioni parlare di come la verità venga nascosta in modo palese, ad ogni modo, la maggior parte di queste stesse persone fallisce nel riconoscere la vera verità nascosta alle masse.

Continua a guardare (questo video) per comprendere quale questa sia.

CONTRIBUIRE ALLA COSPIRAZIONE ATTRAVERSO: L’ORGOGLIO

Il secondo modo attraverso il quale le persone perpetuano la cospirazione è attraverso l’orgoglio.

Il profeta Daniele [9] disse che

“persino alla fine dei tempi molti continueranno a correre avanti e indietro e anche in quei tempi la conoscenza potrà essere ulteriormente accresciuta”.

La profezia di Daniele supporta una previsione che l’apostolo Paolo fece riguardo al fatto che le persone che vivranno alla fine dei tempi saranno in grado di continuare ad accrescere la conoscenza senza mai arrivare alla conoscenza della verità.

Spesso quando teorici delle cospirazioni discutono tra di loro le loro idee e può sembrare come una competizione nel superarsi l’un l’altro, con un nuovo pezzo di informazione di cui si è venuti da poco a conoscenza.

Non è raro essere interpellati riguardo qualcosa come

“Non hai sentito che il governo sta avvelenando la popolazione per mezzo delle scie chimiche?”

oppure “inserendo fluoruro all’interno dell’acqua potabile?”

In genere, le persone adorano dare l’impressiona di essere esparti riguardo ciò che realmente sta accadendo intorno a noi.

La conoscenza è di fatto aumentata in questi ultimi tempi in quanto molta più informazione, quanto molta più disinformazione, è diventata più accessibile grazie a internet.

Non c’è praticamente limite a quell oche le persone possono scoprire o convincere loro stessi di avere svelato attraverso cosiddette “ricerche”.

Ad ogni modo a men oche non siamo disposti ad essere cambiati dalla verità, spesso in innumerevoli e fondamentali modi, qualsiasi conoscenza che raggiungiamo è molto più probabile che sia un impedimento più che un aiuto nel risolvere I reali problemi de mondo e I reali problemi delle nostre vite.

Tutta quella conoscenza può portarci a gonfiarci di orgoglio e persino bloccare la nostra capacità di riconoscere cosa sottilmente stia succedendo dietro le quinte della nostra propria piuttosto limitata conoscenza.

In alcuni casi, può essere vero che siamo a conoscenza di quanto sta accadendo più di quanto ne sia il nostro prossimo.

E’ più facile accumulare conoscenza rispetto ai problemi del mondo di quanto lo sia realizzare le soluzioni ai quegli stessi problemi.

A meno di realizzare il secondo caso la nostra conoscenza rimane alquanto inutile. 

Ed è molto più probabile che finiremo con il perpetuare quei problemi mentre ci illudiamo di essere parte della soluzione.

CONTRIBUIRE ALLA COSPIRAZIONE ATTRAVERSO: LA PAURA

Il terzo modo attraverso cui le persone possono (inconsapevolmente) contrbuire alla cospirazione è attraverso la paura.

La conoscenza porta con se una grande responsabilità e se non siamo in grado di usarla responsabilmente ancora una volta diventiamo parte del problema più profondo.   

Nell’Apocalisse di Giovanni (Il libro della rivelazione) [10], a Giovanni viene dato un piccolo libro da mangiare, il quale comincia con un gusto dolce nella sua bocca solo che diventa più amaro nel suo stomaco.

Quel libro è la rivelazione in sè, ma può anche fare riferimento a qualsiasi nuova rivelazione (o conoscenza).

Può verificarsi un desiderio quasi insaziabile di conoscere più verità o di svelare più cose dell’agenda globale.

E’ entusiasmante ed eccitante, ma maggiore è quello che sappiamo, maggiore è il livello di azioni che dobbiamo portare in riferimento a quanto sappiamo. 

Meno agiamo in relazione a quanto abbiamo appreso, più diventeremo paurosi (ovvero, più svilupperemo paura).

Questa è la parte amara della verità.

Ogni verità porta con se una corrispondente responsabilità.

Mano a mano che la maschera della bestia cade, riceviamo sempre più grandi rivelazioni sul male che c’è dietro al sistema.

Poco a poco, il demonio in persona, si prodiga nel fare lui stesso questo in modo da portare le persone a raggiungere il suo obiettivo attraverso la paura.

Il profeta Isaia disse: “Non chiamate cospirazione ogni cosa queste persone chiamano cospirazione, non abbiate paura di ciò di cui loro hanno paura e non temetelo” (Isaia 8:12) [11].

Quando la gente si concentra su tutto il male e le cosprazioni che si stanno verificando nel mondo finiscono di fatto per glorificare il diavolo.

Svelare il male è inutile a meno che questo non comporti la conoscenza da parte nostra infine del bene.

Se dobbiamo avere paura di qualche cosa, dovremmo avere paura di Dio.

“La paura di Dio è il principio della sapienza” (Proverbi 9:10) [12]

Più abbiamo fede e seguiamo Dio meno avremo paura di qualsiasi altra cosa o persona.

CONTRIBUIRE ALLA COSPIRAZIONE ATTRAVERSO: L’ODIO

Il quarto modo attraverso cui le persone possono (inconsapevolmente) contrbuire alla cospirazione è l’odio.

Possiamo diventare così accesi nel puntare il dito contro il cartello bancario, oppure società segrete come quella degli Illuminati, o la massoneria.

E possiamo diventare così ossessi con le accuse e Il sogno di spazzare via questi tiranni da non prendere mai in considerazione I tiranni che abbiamo dentro noi stessi.

Il male si spinge molto più in là dei Rotchilds e I Rockfeller.

Loro sono soltanto uomini controllati da Satana.

La nostra lotta non è contro persone come loro, ma contro forze spirituali demoniache come l’orgoglio, la paura e l’odio. 

Questi veri governanti delle tenebre nel mondo hanno realmente infettato tutti noi.

Le persone al potere potrebbero essere più responsabili e più complici nella cospiraizone globale di quanto lo siamo noi.

Ma questo non ci sottrae dall’essere responsabili e complici a nostra volta.

Per tutto il corso della storia le persone che hanno provato a cacciare poteri e governi corrotti per mezzo della violenza e dell’odio hanno raramente finito con l’offrire qualcosa di meglio.

In molti casi sono diventati più corrotti o persino peggiori dei governi che avevano rovesciato.

La vera rivoluzione non è vinta attraverso le armi della guerra, bensì permettendo alla verità di cambiare I nostril cuori. 

Solo attraverso un cambiamento individuale possiamo dimostrare un modo più nobile da seguire per gli altri.

(“Occhio per occhio rende il mondo cieco” Mohandas Gandhi) [13]

Potremmo sì essere uccisi durante I nostril tentativi, ma almeno avremmo salvato le nostre anime nel mentre.

Quello che potrebbe sembrare fallimento su un livello terreno potrebbe essere trionfo nel regno spirituale.

CONTRIBUIRE ALLA COSPIRAZIONE ATTRAVERSO: L’AVIDITA’

 Il quinto e ultimo modo in cui potremmo permettere di supportare la cospirazione globale è attraverso la nostra avidità.

Questo problema universal è la fonte degli altri quattro modi in cui contribuiamo alla cospirazione reale.

E’ la nostra avidità individuale che realmente crea l’avidità delle aziende, la corruzione dei governi ela distorsione della verità da parte dei media.

La responsabilità si estende a tutti coloro che hanno riposte le loro speranze nel denaro, per trovare la felicità o per risolvere I problemi del mondo.

La corruzione ad un livello internazionale è soltanto il riflesso della corruzione che esiste nelle più mondane attività di coloro che lavorano per il denaro e perpetuano la menzogna che abbiamo bisogno del denaro per fare girare il mondo.

Nel sermone sulla montagna, Gesù disegnò l’immagine di un regno dei cieli in opposizione al sistema degli uomini:

Gli uccelli non hanno un lavoro, e I fiori non hanno vestiti, eppure Dio si prende cura di loro.

Se noi costruiremo il regno di Dio, Lui si prenderà cura di noi.

Ma dobbiamo farlo, a modo suo.

Questa è la verità che quasi nessuno vuole sentire.

La più grande cospirazione di ogni tempo è la cospirazione contro Gesù Cristo e contro quanto ha insegnato.

E la ragione per una così accanita e diffusa opposizione verso Gesù Cristo è perchè ha sfidato la radice di ogni male in modo frontale.

Lui disse: “non possiamo lavorare per Dio e per il denaro allo stesso tempo”

(“Non potete servire Dio e Mammona” Matteo 6:24) [14]

Ha chiesto ai suoi discepoli di vendere ogni cosa di cui erano in possesso e di donare il ricavato ai poveri.

E disse che il vero Tesoro può essere trovato soltanto nell’umile e fedele servizio a Dio e il prossimo.

(“La dove è il vostro cuore, lì è il vostro Tesoro” Matteo 6:21) [15]

Non sorprende il fatto che Gesù Cristo disse che chiunque si fosse esposto con l’insegnamento di tali verità sarebe stato odiato da chiunque altro.

Coloro al potere lo odieranno perché quello che insegnamo è genuinamente rivoluzionario. Destabilizza la loro base di potere e I loro egoistici interessi.

Gli atei ci odieranno solo perché parliamo di Gesù Cristo e di Dio.

La maggior parte delle persone che vanno in chiesa ci odieranno perché esponiamo l’ipocrisia della loro religione.

E la maggior parte dei teorici della cospirazione e altri tipi alternativi ci odieranno perché esponiamo la loro incapacità di confrontarsi con la radice di ogni male nelle loro stesse vite.

In sostanza, molti di loro sono proprio come qualsiasi altra persona, persino se funzionano soltanto al livello micro rispetto quanto sta succedendo ad un livello macro, nel mondo.

Riassumendo, abbiamo cinque modi in cui ognuno di noi puà supportre la reale cospirazione globale.

In primo luogo, lo facciamo permettendo di farci distrarre dalla verità e focalizzandoci sulle cose irrilevanti.

  1. Attraverso la Distrazione
  2. Attraverso l’Orgoglio
  3. Attraverso la Paura
  4. Attraverso l’Odio
  5. Attraverso l’Aviditià

In secondo luogo, contribuiamo alla reale cospirazione globale diventando orgogliosi della percezione della nostra conoscenza mentre ci rifiutamo di essere trasformati dalla più grande verità, mentre questa è stata in verità estromessa.

Terzo, contribuiamo alla reale cospirazione permettendo a noi stessi di essere governati dalla paura, focalizzandoci sul male piuttosto che sulla soluzione di Dio.

Quarto, contribuiamo alla reale cospirazione, diventando astiosi verso coloro che percepiamo come i fautori della cospirazione, così da distrarre la nostra attenzione dalle nostre responsabilità.

E infine, contribuiamo alla reale cospirazione, attraverso l’aviditià, che ci conduce a supportare il mito del denaro, che è la più grande cospirazione in se!

Fino a che non avremo riconosciuto la radice di ogni male e non l’avremo attaccata in noi stessi, non avremo alcuna vera risposta.

La cospirazione globale è in ultima istanza una cospirazione contro Gesù Cristo e I suoi insegnamenti.

Questa rivelazione non è l’ennesima teoria complottista.

Il nostro destino eterno dipende da noi che agiamo sulla base di quanto Gesù ci ha insegnato circa la necessità di creare un nuovo mondo

chiamato il Regno dei Cieli fino a che ci rimane tempo.

[1] https://www.youtube.com/c/AVoiceInTheDesert

[2] https://www.youtube.com/watch?v=tDdGXelg7NU

[3] https://www.youtube.com/watch?v=NLVsJMWx5Do

[4] IL MANIFESTO CONTRO L’IDOLATRIA https://theliteraryport.com/2021/09/28/il-manifesto-contro-lidolatria-ovvero-i-principi-di-kaan-reed-contro-una-societa-dellidolatria/

[5] L’OPPORTUNITA’ E’ UN’ISOLA CHE SI RAGGIUNGE VARCANDO IL MARE DELL’IGNORANZA https://theliteraryport.com/2021/10/07/lopportunita-e-unisola-che-si-raggiunge-varcando-il-mare-dellignoranza/

[6] IO DICO ADDIO https://theliteraryport.com/2021/09/23/io-dico-addio-ovvero-se-prendete-spunti-citate/

[7] https://theliteraryport.com/

[8] https://it.wikipedia.org/wiki/False_flag

[9] https://it.wikipedia.org/wiki/Libro_di_Daniele

[10] https://it.wikipedia.org/wiki/Apocalisse_di_Giovanni

[11] https://www.gliscritti.it/dchiesa/bibbia_cei08/at29-libro_del_profeta_isaia.htm

[12] https://www.teologiaverona.it/rivista/openaccess/ET_017/ET_17_04%20Signoretto.pdf

[13] https://www.ilgiornaledelloyoga.it/frasi-di-gandhi

[14] http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Matteo+6,+24;+Luca+16,+13

[15] https://www.aiutobiblico.org/sermoni/40-matteo/40html/40-06-19.10b.html