Sei mai stato

(a mio padre)

Sei mai stato

in quel posto della vita

in cui un brutto sguardo

ti puo’ spezzare?

Sei mai stato

convinto di stringere qualcosa in mano

e camminare sopra il vuoto?

Se nessuno ti segue

non ti stupire,

e se la maggior parte della gente ti grida di scendere

non li puoi biasimare.

In quel momento

si crea un eroe

o forse semplicemente un Uomo,

ma certamente,

amicizie eterne.

Muto d’amore

Questa è una poesia scritta nel 2008 [1]

Sono sempre io, sotto la cenere dei miei errori. Sale una compassionevole malinconia per la facilità di disconoscere il simile. 28.03.2023

L’orizzonte buio,

lascia spazio a un’ improvvisa luce.

Sei amore,

lo so nel cuore.

Leggo nei tuoi occhi la dolcezza,

e della felicità ricordo la promessa.

Ma confuso in dubbi e incertezze

rischio il vero del messaggio.

Amore vorrei tacere,

per non perderti.

“E’ nel mio cuore il calore che non ti fa soffrire”

ma non ho le parole, per fartelo capire .

[1] https://theliteraryport.com/2008/11/03/poesia/

Lì (04/09/2018, Milano)

Fate silenzio,

non gridate.

Le meraviglie della vita vogliono parlare

e non raccontate i vostri segni,

siate discreti.

Non svendete i racconti

delle meraviglie.

Ricevete,

guardate con gli occhi entusiasti

chi vi cerca conferme,

ma non gliele raccontate.

Non svendete i segni

dell’universo.

Il linguaggio è potente,

palpabile,

magico e presente.

Ma è unico.

Tuo.

Lì,

si parla

da soli.

In punta di piedi (poesia, 26.09.2014, Milano)

Certi giorni

mi mancano i prati sconfinati

dove smog non ce n’è

E quando mi manca correre libero,

senza paura degli specchi

là dove c’è sempre una canzone

Esco,

esco in punta di piedi

La porta, la socchiudo

e ritorno ai miei viaggi

Dove la gente è interessante,

rilassata

e ti porge sempre

il proprio lato migliore.

Il poeta digitale (ovvero “Su sonorità ritmo flamenco”)

Dopo molti, troppi pezzi di attivismo civico, si torna alla poesia.

Dato che il ‘verano’ mi ispira!

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Su sonorità ritmo flamenco,

un poeta

si annota sul cellulare una poesia.

Nel cuore la pace color mare,

in cammino, una modella e una nana.

Il ritmo della soluzione si scandisce nell’attesa,

ondulando come foglie prima che passi la tempesta.

Si balla,

poi si narrerà,

profondamente,

approfonditamente,

il sogno.

La melodia,

emergerà,

potando le sincope

su sonorità

ritmo flamenco.

Nel suono (ovvero, i bineurali)

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La promessa di un godimento immediato si infiltra insinuoso

negli unici ingranaggi di cui sono composte le mie scelte

Mi promette e pretende,

Ma io no.

Nel suono mi ritrovo

La differenza tra un uomo libero e un prodotto

è un suono.

Per avvicinarsi all’essenza della umanità, e smettere di essere prodotti, (e lo siamo di default se siamo nati e cresciuti in questa società), occorre solo riavvicinarsi al Suono. Tutto quello che ci serve, tutto quello che siamo. Il resto è sofisticazione che rende l’uomo schiavo di schemi indotti. L’Om è libera connessione.

Bineural sound – Activation Pineal Gland

I bineurali, unico “entertainment” da cercare in questa vita. Tutto il resto è tempo perso. (A parte l’amore).

Namasté

E chi l’ha detto che in certi luoghi non possa nascere una poesia. Il giusto stato d’animo, anche nei più bui uffici di lavoro, rende una risposta banale una poesia.

Là, dove finisce

la tua critica

inizia

la bellezza dell’armonia