LA RETE DEI PIGLIANC..O #3 – DETTAGLI, RIVOLUZIONE E MEMORIA

Occupy Gezi 2 - Taksim Meydani 02.06.2013 Ataturk Kultur Merkezi roof

La “Rete dei Piglianciulo” non è uno scritto pessimistico, anzi con un linguaggio letterario descrive l’unico realistico strumento di rivoluzione: La rivoluzione individuale.

La rivoluzione si fa con uomini realisti, che non si credono immuni alla pressione del potere, del conformismo, della persuasione di massa, ma assumono consapevolezza che quello in cui viviamo oggi, è un mondo sociale complesso. Uomini che comprendono che i confezionati santieroigenileader che risolveranno tutto, sono illusioni di massa per sollecitare un pensiero infantile fatto di nero e bianco. Diffondere una cultura di santi ed eroi serve solo a rendere uomini più docili e distoglierli dall’abitudine a lottare per i loro obiettivi, personali e realistici. Il che, fa male agli uomini e al sistema stesso: è controproducente. Combattere per i propri sogni, rispettare l’onestà e la verità come valori guida del vivere collettivo,  è la propria rivoluzione personale e si inserisce in una creazione di valore collettiva. Gli Uomini che hanno costruito i loro sogni, e che non hanno optato per un falso Sé cinico e disilluso, creano una rete sociale migliore.

La rivoluzione non passa da grosse azioni, ma dal rispetto fermo del proprio punto di vista, con colpi di coda nel quotidiano.

Ogni giorno ci sono occasioni per dire facili “Sì” oppure reggersi sui dati di fatto, e rispondere: “Capisco, ma il dato oggettivo è “questo” ed ho il dovere verso me stesso di mantenere la mia posizione”. Si può fare saltare il tavolo con fermezza ma con gentilezza. Se ci fossero tanti Uomini che valorizzano il loro lavoro facendolo con responsabilità, il fare saltare il tavolo sarebbe un’azione sempre più rara.

Tuttavia non esistono Uomini e Piglianculo tout court. Pensarlo ci fa cadere nella categoria illusoria degli eroi e santi e fa leva su un funzionamento di pensiero infantile e magico – tutto nero o tutto bianco – che ci solleva dalle nostre responsabilità e ci illude che i risultati si raggiungano senza fare fatica. Non ci sarà mai qualcuno che bombarderà e risolverà i nostri problemi di persone conformiste, senza sogni, senza fermezza nel mettersi in viaggio per raggiungerli. La “rete dei piglianculo” siamo tutti noi quando la società ci avvilisce e ci induce a soccombere al potere del conformismo, così come siamo tutti noi a creare una rete di Uomini, quando invece scegliamo la verità e il rispetto dei dati di fatto. E’ chiaro che dobbiamo “andare contro a volte l’insegnante” se siamo gli alunni, o “contro la nostra autorità”, se siamo noi gli insegnanti [2]; infatti, anche le persone in posizioni decisionali, fanno la loro rivoluzione, quanto quelli che non lo sono.

“Fa male, ma è la verità”. Disse una volta un capo di stato. Avere il coraggio di riconoscere il dato di fatto piuttosto che cedere alla tentazione di spiegare con “eroi e streghe” crea un riverbero enorme quando chi lo esercita è in una posizione di responsabilità. La rete degli Uomini che hanno fatto la propria rivoluzione personale crea più beneficio della rete dei piglianculo.

Siamo tutti connessi. Da banali, piccole, ma concrete rivoluzioni individuali.

Ognuno fa quello che può per combattere la Rete dei Piglianculo, ognuno a suo modo, suo stile e su diversi livelli. Siamo persone che agiscono nella realtà fisica e non culturale. Oltre l’ideologia, cerchiamo di non compromettere la nostra obbiettività nella quotidianità. Dobbiamo pagare l’affitto, le bollette di casa, fare la spesa, relazionarci con il potere, sentire le pressioni del conformismo, cercare di seguire i nostri sogni e nello stesso tempo fare i conti con vincoli e limiti.

Ognuno ha diritto di perseguire la propria felicità, costruire la propria monade di benessere personale, ma se queste venissero create su valori di giustizia e verità si creerebbe una società di persone serene, oneste, connesse dal rispetto dei dati di fatto. Mentre chi esperimenta il bastone punitivo dei Piglianculo, perderà il senso del vero e proverà frustrazione. Diventerà una persona arrabbiata, delusa, disillusa facilmente orientata ad accettare lo storico analgesico usato da una cultura del potere, del “Panem et circenses” [3].

Il riconoscimento dei dati di fatto è l’unico antidoto alle fantasie e le supercazzole dei Piglianculo, che alimentano un clima magico e surreale in cui funziona chi è acquiesciente con il potere e non chi sa e chi sa fare.

Si aggiunga, che quando ci si lega a livello pratico con la rete dei Piglianculo, poi viene da se un fenomeno che in Psicologia Sociale si chiama autogiustificazione. Una scoperta concettuale epocale fatta da un eminente psicologo americano, Leon Festinger [4].

Brevemente, questo fenomeno è basato e spiegato da un altro fenomeno chiamato dissonanza cognitiva, secondo la quale quando ci si trova in conflitto tra ciò che si fa e ciò che si crede, o si cambia ciò che si fa, o quello che in cui si crede (autogiustificazione).

In altre parole: o fai lo scatto di reni o cambi il sistema di pensiero. Perché le azioni hanno effetto sul sistema di valori.

E’ importante allora agire nella propria vita, facendo piccole azioni, piccole prese di posizione verso la dignità e la verità, che si traducono a livello sociale in onestà e rispetto dei dati di fatto. Ad esempio, se coloro che hanno messo una tavola di legno come rappezzamento del binario su cui è deragliato il treno di Trenord a Pioltello [5], lo scorso 25 gennaio, nella tratta Cremona-Milano – fossero stati Uomini educati alla verità e alla dignità – e non persone programmate all’acquiescienza e rispetto degli ordini  – sarebbe uscita una voce ferma che ribadiva l’esigenza reale e basata su un dato di fatto – che quel metodo di manutenzione fosse insensato, inefficace e pericolosissimo – si sarebbero salvato altre vite.

La salvaguardia del proprio benessere non deve essere raggiunta con chiusura alla realtà e a scapito degli altri. Il problema è vedere la connessione, educare a riconoscere questa connessione tra sé e gli altri, che a mio avviso è il massimo valore civico. Ma qui inizia un’altro argomento che forse ha più a che fare con la rivoluzione politica che culturale.

La situazione è complessa. Ma ognuno, nelle dinamiche della propria vita può fare piccole svolte.   Votare con memoria storica, ricordando ad esempio, chi ha votato per interessi di pochi e contro il popolo è un inizio.

Avere l’onestà di “dire pane al pane vino al vino” è qualcosa che possono fare tutti. Molti abbassano e hanno abbassato la testa non perché tengono famiglia, ma per fare carriera. Per ingordigia, per avere di più, per realizzare sogni, indotti. Questo è una motivazione diversa dei vincoli operativi.

Sono convinto che se la maggioranza ha scelto di non buttare all’aria il tavolo, non è successo per caso: i modelli di comportamento popolari sono stati indotti con precisione. I filmetti all’italiana, mentre molti ci ridevano su, hanno fatto cultura, comunicazione-persuasione di massa, programmazione dei comportamenti. Li hanno programmati gli italiani. Attraverso una propaganda culturale di massa orientata al marciume (cit. Monicelli [6]). Ma non è giovato a nessuno.

Gli Uomini che rappresentavano un altro modello civico, che non hanno chinato il capo, hanno fatto una brutta fine (es. Falcone, Borsellino…). Sono diventati Eroi per gli italiani che si sono messi l’anima in pace e hanno smesso di perseguire nella propria quotidianità, onestà, integrità, etica. “Sventurato quel popolo che ha bisogno di eroi” [7].

Il credo e l’anima te li possono toccare eccome: modificando il comportamento si induce a modificare anche il credo (le credenze). E’ un meccanismo comprovato da svariate ricerche in Psicologia Sociale.

Comunque, tanto rispetto per chi viene prima di me, sono miei fratelli italiani, so che è stato difficile essere italiano in questi ultimi decenni, tuttavia il ruolo dei giovani è proprio quello di riportare obiettività e dare una svegliata. “Primum vivere deinde filosofari”, è un suggerimento che mi diede un maestro italiano anni fa a freno della tendenza a pensare piuttosto che agire. Lo tengo con gratitudine sempre ben a mente. Ma se vivere è indebitarsi per fare la crociera perché è di moda, andare a vedere i cine panettoni comandati, indossare il pinocchietto, andare in discoteca etc. perchè sono tutti modelli indotti, attenzione che come si declina il “vivere” parte da come si è fatto il “filosofari”, sia che lo abbiamo fatto noi o che ce lo abbiano indotto nelle menti.

Bisogna che gli italiani si riscoprino eredi di quegli Uomini che una volta facevano l’Italia: Galileo, Manzoni, Boccaccio, Casanova, Golgi, Guareschi, Sciascia, i nostri padri, i nostri nonni… Almirante, Olivetti, Monicelli…

Abbiamo quel sangue lì fratelli, ricordiamecelo.

Ad maiora.

V per Vendetta – Il discorso di V

[1] La Rete dei Piglianculo https://literaryport.com/2017/09/20/la-rete-dei-piglianculo-2/

[2] Ossequi all’immaturità (L’esperimento Milgram) https://literaryport.com/2017/10/17/gani-e-catti/

[3] http://www.treccani.it/vocabolario/panem-et-circenses/

[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Leon_Festinger#Dissonanza_cognitiva

[5] http://milano.repubblica.it/cronaca/2018/01/25/news/pioltello_deraglia_convoglio_trenord_feriti-187229658/

[6] Monicelli su la speranza https://www.youtube.com/watch?v=85umR-higzk&t=141s

[7] cit. Bertolt Brecht https://it.wikipedia.org/wiki/Bertolt_Brecht