LE DONNE NELLA PINACOTECA (scritto nel 29.12.2009, inserito originariamente in raccolta di racconti “Due”)

Una donna imbocca il corridoio con alla sua sinistra i quadri appesi. Uno di fianco all’altro. Cammina, vede il primo, passa avanti. Vede il secondo, passa avanti. Il terzo, il quarto…fino ad arrivare al quinto….

Si ferma, le interessa, ne è attratta dai colori, dalle tonalità di rosso, dal soggetto rappresentato. Tira fuori il bloknotes che ha nella borsa, si appunta due o tre pensieri che le vengono di getto. Riflessioni che poi a casa, in tranquillità, approfondirà e svilupperà.

E con cui crescerà.

Con cui senz’altro crescerà.

Sta di fronte incantata a quel quadro minuto dopo minuto, il tempo passa e non se ne accorge. Sta di fronte a quel quadro quanto le serve. Poi sazia, passerà oltre, continuando la sua visita.

Vedrà il sesto quadro, e passerà oltre, vedrà il settimo, e passerà oltre, l’ottavo, il nono, fino al decimo. Questo l’attrarrà, di nuovo. E nuovamente ci sarà qualcosa che vedrà in quel quadro che la farà fermare, le farà togliere dalla borsa il suo blocknotes e di nuovo fisserà idee, riflessioni. Per poi riprenderle, approfondirle, e crescere. Starà di fronte a quel quadro, ancora una volta, minuto dopo minuto,..il tempo necessario. Fino a che non sarà di nuovo sazia. E passerà nuovamente oltre, di nuovo libera, di nuovo pronta ad affascinarsi, ad interessarsi ad un altro quadro.

Ecco, è così che vedo il rapporto tra le donne e gli uomini.

La donna è sostanzialmente libera di scegliere uno o l’altro uomo ai suoi occhi interessante. L’uomo se ne sta lì, fermo, come quei quadri appesi, con le loro tonalità di rosso, i suoi soggetti rappresentati,..ad aspettare che una donna arrivi e ne sia attratta.

Che una donna arrivi e si fermi di fronte a lui, perché in lui, da lui percepisce qualcosa, che lei sa leggere. Ecco, l’uomo è come quel quadro che porta in se una bellezza, un messaggio, ma che è incompiuto se non ha una donna che la sappia percepire, che lo sappia ricevere.

E d’altra parte, se la donna non legge, non percepisce che è lì quello che le interessa, se le sfugge,..passerà oltre.

E forse, soffriranno in due.

Lì (04/09/2018, Milano)

Fate silenzio,

non gridate.

Le meraviglie della vita vogliono parlare

e non raccontate i vostri segni,

siate discreti.

Non svendete i racconti

delle meraviglie.

Ricevete,

guardate con gli occhi entusiasti

chi vi cerca conferme,

ma non gliele raccontate.

Non svendete i segni

dell’universo.

Il linguaggio è potente,

palpabile,

magico e presente.

Ma è unico.

Tuo.

Lì,

si parla

da soli.

In punta di piedi (poesia, 26.09.2014, Milano)

Certi giorni

mi mancano i prati sconfinati

dove smog non ce n’è

E quando mi manca correre libero,

senza paura degli specchi

là dove c’è sempre una canzone

Esco,

esco in punta di piedi

La porta, la socchiudo

e ritorno ai miei viaggi

Dove la gente è interessante,

rilassata

e ti porge sempre

il proprio lato migliore.