IL METAVERSO, L’INDUSTRIA, E LA MULTIDISCIPLINARIETA’ (ovvero, LE LUCIDE RAGIONI DEL “COMPLOTTO”)

Faccio seguito ad alcuni commenti che ho fatto su Youtube a questo video, avendomi portato l’ispirazione per un pezzo. Buona lettura.

Vorrei affrontare sul Literary Port la questione del Metaverso, termine molto “sexy”, che oggi utilizzano tanti comunicatori e divulgatori di professione. Il literary port è un porto libero in cui portare gli oggetti conosciuti e osservarli con occhi nuovi per oltrepassare la loro rigidità funzionale e intravederne un nuovo senso, se non addirittura, un nuovo utilizzo.

Vorrei usare perciò questo concetto per parlare dell’innovazione in genere, delle sue motivazioni e dei suoi obiettivi. Vorrei in altre parole, partire da un termine conosciuto e arrivare a fare delle considerazioni invece non scontate, che potranno sembrare un po’ di natura pindarica, ma se eserciterete il vostro pensiero laterale [1] assieme a me, probabilmente potrete volare su conclusioni controintuitive, ma coerenti.

In questo pezzo non voglio soffermarmi sulla descrizione di cosa sia il Metaverso, concetto che utilizzo solo come metafora di innovazione e progresso tecnologico in genere e come stratagemma letterario per dare il là alle mie speculazioni teoriche.

In questo video [2], d’altronde, trovate una descrizione abbastanza solida ed esaustiva della sua spiegazione, per cui vi invito eventualmente a guardarlo prima di proseguire nella lettura, qualora foste interessati ad approfondire l’argomento.

Vorrei partire da questo concetto invece estratto dal video [2] per cui “la maggior parte delle persone vivrà in un metaverso la maggior parte del suo tempo” e da questo, avviare le diramazioni della mia traiettoria intellettuale, di cui non considero di valore la distanza, bensì l’arrivo.

Questo – “la maggior parte delle persone vivrà in un metaverso la maggior parte del suo tempo” – è un’assioma, che l’opinione pubblica presenta come un de facto irrinunciabile e su cui la pressione degli interessi industriali è tale che tutte le attività umane in ogni ambito (sociale, economico, sportivo, artistico, etc.), sono spinte in una direzione ormai accettata, per cui convergono magicamente, senza però sapere se questa trasformazione (o evoluzione) sia salutare per l’individuo e, inoltre, come renderla salutare se non lo fosse.

A mio modo di vedere, nel caso del metaverso, assistiamo ancora una volta ad un altro caso in cui prima l’industria spinge e poi l’etica si adatterà per uscire dalla dissonanza cognitiva [3] in cui cadranno in molti (se non puoi cambiare la tua “posizione fisica”, cambi la tua “posizione ideologica” perciò se non ti piaceva una cosa te la farai piacere).

Eppure, occorerebbe che la società si interrogasse – in tempo utile e multidisciplinariamente [4] – in modo maturo e ampio, su che impatto abbia la digital transformation [5] in genere sull’individuo, su i rapporti sociali e più ampiamente, in relazione al senso della vita, sul senso del se, in un orizzonte temporale lungo.

Il Metaverso è infatti uno degli attributi della piu’ ampia trasformazione digitale della società alla quale stiamo assistendo in questa epoca storica. Si è trascinati da questa trasformazione o evoluzione in modo cieco, senza essersi mai veramente chiesti quale sia la motivazione e il fine.

Spesso, nei confronti del progresso tecnologico di cui la “digital transformation” è la moderna declinazione, si ha un atteggiamento polarizzato: o fideistico, o ansioso e angosciato.

Preme invece adottare una posizione lucida e razionale per capire qual’è l’arrivo e partecipare attivamente alla sua progettazione.

Tuttavia, mi chiedo se qualcuno lo sappia già, o non l’avesse già scelto (e a leggere certi contributi teorici degli anni ’70/80 il dubbio si fa certezza [6]), ad esempio, concetti teorici come transumanesimo e cyborgizzazione (altri termini pure molto sexy pronunciati molto bene dalla bocca di tutti, ma chiariti meno bene nelle rispettive teste – “mistero del content making“) sono stati investigati da un filone specifico di teorici e ben conosciuti da una certa categoria di decision makers, ma meno dalle masse su cui gli effetti si diramano.

Prendendo questo dubbio per ipotesi di partenza, mi chiedo se è etico che un elite di industriali abbia già scelto per noi la direzione e che a noi non rimanga che prendere per buono che “vivremo metà della nostra vita nel metaverso…”.

Quale invece deve essere l’arrivo in un’ottica antropocentrica (non transumanista) e partecipata da membri attivi di quella comunità che verrà trasformata?

E’ giusto concepire che ci saranno gruppi di persone che decideranno volontariamente e risolutamente di non “vivere gran parte della loro vita nel metaverso”? Anzi, che proprio in contrasto con il filone teorico del transumanesimo, si delineerà più chiaramente un filone ultraumanista? Ovvero, in altri termini, che il progresso tecnologico, lungi dall’essere lo strumento diretto dell’evoluzione dell’uomo, sia bensì l’attivatore collaterale della vera evoluzione di un’umanità che si ritroverà salda nel ribadire il suo diritto di nascita ad identificarsi con un essere umano biologico e biologicamente limitato?

Prima di procedere nella lettura, caro lettore, comprendi che qui non troverai molte risposte, ma intercetterai le domande, che l’opinione pubblica distratta non si è ancora fatta.

Comprendo che l’impostazione di una analisi su questo argomento possa differire a seconda della provenienza culturale e scolastica di chi la opera, e che percorsi culturali differenti possano portare ad osservazioni differenti, pertanto quello che mi importa è proporre una non scontata angolazione da cui analizzare il “campo osservabile”.

Chiaramente ben venga l’incontro “cross disciplinare” [4], che reputo fondamentale per il riconoscimento di una configurazione ottimale e benefica per l’umanità, di tale processo di trasformazione digitale “olistica”. Questi focus vogliono cogliere proprio le intersezioni crossdisciplinari tra sfera tecnica e sfera umanistica.

Saltando un approfondimento sulla riflessione su chi sia l’uomo e quale siano le sue peculiarità ontologiche, ripropongo il focus su quello che più mi sta a cuore, ovvero la forza propulsiva dell’industria rispetto al resto della società; che, partendo dall’ambito economico, sfocia persino a dettare la direzione morale, culturale e di costume in genere, dell’intera società.

La questione tecnica, a mio avviso, è che siamo in un momento storico in cui vecchi capitali (di capitan d’industria [7] del tabacco, petrolio, mettallurgico, per citarne alcuni) devono essere transitati verso nuovi settori, che abbiano la capienza di ricevere questi volumi finanziari, e il potenziale di svilupparli quanto hanno fatto i vecchi settori; con i volumi che hanno garantito a quei “vecchi” investitori” (si legga marchi e gruppi societari).

Si deve comprendere che la transazione di enormi capitali di interi gruppi societari che hanno operato in settori il cui ciclo di vita [8] è arrivato alla fase di declino, verso neonati mercati in fase di sviluppo (hitech [9] in genere) è un processo lungo e complesso, che prevede non solo coordinamento politico (lavoro di lobby per la realizzazione di un certo tipo di impianto legislativo favorevole piuttosto che allontanarne uno sfavorevole) e tecnico (creazione di joint ventures, fusioni etc.) tra quegli investitori, ma anche una preparazione culturale e dell’immaginario collettivo altrettanto lunghi e complessi, nei futuri cluster [10] di clienti.

Ecco spiegato in poche parole quanto un osservatore superficiale chiamerebbe complotto, ma che altro non è che un insieme di sforzi sinergici per la tutela di ingenti capitali su cui convergono svariati interessi. Chi è in possesso di ingente ricchezza pur di non vederla sfumare per scelte poco lungimiranti o conflitti tra concorrenti diretti [11], coopera, collabora e si coordina (uno sguardo ansioso e poco erudito percepisce e chiama questo fenomeno complotto) per salvaguardarla e garantirne la crescita.

Questi interessi comuni sono quelli che fanno andare avanti il tessuto economcio e finanziario della società, che l’hanno alimentato creando ricchezza e che hanno tutta l’intenzione di rimanere i protagonisti, sotto altra veste certamente, alimentando e partecipando allla prossima onda di crescita e innovazione, come direbbe Kondratieff [12].

Per cui, in sintesi, manteniamo il focus dell’analisi sul problema tecnico che oggi si sta verificando: prima si declina la scelta di un certo settore preponderante su la fisionomia della società ad esso più congeniale (e questo è un de facto, non è qualcosa che personalmente a me stia bene, ma è così per ora) e poi tutti gli sforzi degli altri settori seguono acriticamente e forzatamente, per contribuire a costruire quelle condizioni favorevoli a rendere la scelta fatta, di successo.

I grossi capitali hanno già scelto il o i settori prediletti su cui spingere, (ad esempio, l’hitech), e l’effetto a livello culturale e sociale è un cambio nel costume e dell’immaginario collettivo della maggioranza, sempre più ammiccante ed entusiastico delle promesse (a volte menzognere) del processo di trasformazione digitale della società.

Questo entusiasmo a volte è giustificato soltanto dall’assenza, dannosa, di un collante multidisciplinare tra i linguaggi per cui alcune conclusioni provenienti da alcune discipline invadono il campo degli effetti di altre discipline le quali non avendo le basi teoriche per partecipare ai processi causali di questo cambiamento, si ritrovano a dover semplicemente seguire acriticamente. E poi convicersi di quanto sia bello il progresso tecnologico a prescindere.

La questione morale è che manca ed è mancato un dibattito cross disciplinare avviato prima di aver irrigidito le direzione di cambiamento della società. In questo modo si è lasciato a pochi di definire le caratteristiche della fase di progettazione e di comprare il consenso con le promesse (queste non affatto menzognere) di grossi rientri per coloro che fossero saliti in tempi utili sula carovana dell’innovazione (i cosiddetti first movers [13]).

Si è lasciato ad un solo gruppo sociale e disciplinare (specialisti hitech o del bigpharma sostanzialmente), di decidere la direzione che doveva prendere il nostro futuro di progresso, non solo tecnologico, ma umano e sociale, concedendo ai rimanenti specialisti di altri ambiti, scelte obbligate con cui appacificare eventuali distonie ideologiche. Del resto piu’ passa il tempo piu’ l’abituazione [14] affievolisce ogni percezione di fastidio.

Del resto, è vero che secondo la legge di Pareto [15], una piccola percentuale degli input influenza una gran parte dell’output, tuttavia, quando si tratta di destino delle società e del concetto stesso di umanità (impiantare un chip in un bambino per garantirgli la sicurezza dai pedofili non è una questione di privacy o hackeraggio, ma di diritto a rimanere 100% biologici [16] in città smart [17] in cui i servizi saranno declinati sempre di piu’ per cittadini con device integrati e necessari alla loro erogazione).

Vale la pena disattendere la legge di Pareto e fare contribuire la maggior parte dei ruoli e professioni sociali al dibattito di quale società del futuro costruire per garantirci un output rispettoso della dignità umana e del senso della vita: non sempre l’industria ha dimostrato di avere tra le variabili della sua formula di ottimizzazione, il senso della vita (prendendo a prestito un linguaggio in uso dalla Ricerca Operativa [18]) .

In conclusione, a prescindere dalla forza relativa che una parte della società ha acquisito, di fatto, sulle altre, alcune scelte sono etiche e politiche, e se pure la legge di mercato escluderebbe le voci più deboli dal punto di vista economico, dal processo decisionale, una esigenza di bene comune deve portare a reinserirle e coinvolgerle perché specialisti come filosofi, psicologi, umanisti e sociologi, possono portare punti di vista, magari non strategici per il ROI [19], ma cruciali per la preservazione della dignità umana e il benessere sociale.

Una parte necessariamente svista tanti altri punti di vista ed esigenze che pur devono essere tenute in considerazione in un ottica etico politica.

Questo è il dilemma morale dell’incontro tra i driver dell’innovazione, il peso specifico dei settori della società che scelgono questi driver e dell’importanza di una base multidisciplinae nella delineazione di queste scelte.

Vi ho spiegato quindi:

IL METAVERSO, L’INDUSTRIA, E LA MULTIDISCIPLINARIETA’

ovvero,

LE LUCIDE RAGIONI DEL “COMPLOTTO”.

[1] “Con il termine pensiero laterale, coniato dallo psicologo maltese Edward De Bono, si intende una modalità di risoluzione di problemi logici (problem solving) che prevede un approccio particolare, ovvero l’osservazione del problema da diverse angolazioni, contrapposta alla tradizionale modalità che prevede concentrazione su una soluzione diretta al problema”. Edward de BonoSei cappelli per Pensare, 1999, Rizzoli

[2] Valerio Rosso, “Metaverso, che diavolo è?”, 2021, su Youtube.it,

[3] “La dissonanza cognitiva è una teoria della psicologia sociale introdotta da Leon Festinger nel 1957[1] per descrivere la situazione di complessa elaborazione cognitiva in cui credenze, nozioni, opinioni esplicitate contemporaneamente nel soggetto in relazione a un tema si trovano in contrasto funzionale tra loro; esempi ne sono la “dissonanza per incoerenza logica“, la dissonanza con le tendenze del comportamento passato, la dissonanza relativa all’ambiente con cui l’individuo si trova a interagire (dissonanza per costumi culturali)”.

[4] “Intradisciplinare: lavorare all’interno di una singola disciplina. Interdisciplinare: vedere una disciplina dal punto di vista di un’altra. Multidisciplinare: persone di discipline diverse lavorano insieme, ognuna attingendo alle proprie conoscenze disciplinari. Interdisciplinare: integrare conoscenze e metodi di diverse discipline, utilizzando una vera sintesi di approcci. Transdisciplinare: creare un’unità di quadri intellettuali al di là delle prospettive disciplinari”. Alexander Refsum Jensenius (traduzione), su https://www.arj.no/

[5] “La locuzione digital transformation (in italiano trasformazione digitale) indica un insieme di cambiamenti prevalentemente tecnologici, culturali, organizzativi, sociali, creativi e manageriali, associati con le applicazioni di tecnologia digitale, in tutti gli aspetti della società umana”.  Erik Stolterman e Anna Croon Fors, Information Technology and the Good Life, in Information Systems Research: Relevant Theory and Informed Practice, 2004, p. 689, ISBN 1-4020-8094-8.

[6] Lamola, Malesela John. 2021. “Covid-19, Philosophy and the Leap Towards the Posthuman”. Phronimon 21 (February):18 pages . https://doi.org/10.25159/2413-3086/8581.

[7] “Alla fine del XIX secolo, un capitano d’industria era un dirigente d’affari i cui mezzi per accumulare una fortuna personale contribuivano in qualche modo positivamente al paese. Ciò potrebbe essere dovuto a un aumento della produttività, all’espansione dei mercati, alla fornitura di più posti di lavoro o ad atti di filantropia”. (Traduzione) Scranton, Philip. “Fine Line Between Thief and Entrepreneur”. su www.teachinghistory.org.

[8] “Il ciclo di vita del prodotto (in inglese Product Life Cycle – PLC) possiede, in genere, quattro fasi principali che rappresentano la sua evoluzione nel tempo: introduzione; crescita; maturità; declino. In ciascuna di esse gli andamenti delle vendite e dei profitti riferiti a un certo orizzonte temporale (ad esempio la settimana o il mese) mostrano un certo andamento, tipico della fase stessa”. su logisticaefficiente.it

[9] “L’alta tecnologia o l’alta tecnologia è la tecnologia all’avanguardia: la tecnologia più avanzata disponibile”. Cortright, Joseph; Mayer, Heike,. High Tech Specialization: A Comparison of High Technology Centers (PDF), January 2001, Brookings Institution, Center on Urban & Metropolitan Policy.

[10] “In inglese, il termine cluster indica, generalmente, un gruppo che può essere composto da una serie di elementi, di solito, molto omogenei tra loro o, in generale, accomunati da un elemento”. su www.bucap.it

[11] Concorrenti diretti: soggetti che offrono la stessa tipologia di prodotto sul mercato; più è la differenziazione e quanto più sono simili i prezzi, allora tanto saranno più forti i concorrenti. Altri fattori da considerare sono: il livello di concentrazione all’interno del settore; le economie di volume; l’asimmetria informativa; le esternalità positive e negative; le barriere all’uscita”; Robert M. Grant, Analisi di settore (3º cap.), in L’analisi strategica per le decisioni aziendali, 4ª ed., Bologna, il Mulino, 2011, p. 583, ISBN 978-88-15-15080-6.

[12] “In economia, le onde di Kondratiev (chiamate anche onde di Kondrat’ev o, più semplicemente, onde K) sono cicli regolari sinusoidali nel moderno mondo economico capitalistico.[1] Lunghi da 50 a 70 anni, i cicli consistono alternativamente di una fase ascendente e di una discendente. Alla fase ascendente corrispondono periodi di crescita veloce e specializzata, mentre alla fase discendente periodi di depressione”. Kondratieff Waves in the World System Perspective. Kondratieff Waves. Dimensions and Perspectives at the Dawn of the 21st Century / Ed. by Leonid E. Grinin, Tessaleno C. Devezas, and Andrey V. Korotayev. Volgograd: Uchitel, 2012. P. 23–64.

[13] “Nei settori caratterizzati da rendimenti crescenti, la scelta del tempo d’ingresso (il timing) può essere decisiva. I FIRST MOVER (o pionieri) sono coloro che offrono per primi
una nuova categoria di prodotto o servizio”
Schilling, Izzo, Gestione dellinnovazione 3e, 2013, The McGraw-Hill Education s.r.l..

[14] “calo progressivo di intensità della risposta a uno stimolo ripetuto. Lo stimolo ambientale non ha più il carattere di novità e non è più percepito come significativo”. Dispense di Psicologia Generale dell’Apprendimento, Unisalento

[15] “Il principio di Pareto è un risultato di natura statistico-empirica che si riscontra in molti sistemi complessi dotati di una struttura di causa-effetto. Il principio afferma che circa il 20% delle cause provoca l’80% degli effetti. Questi valori vanno da intendersi come qualitativi e approssimativi. Esso prende il nome da Vilfredo Pareto (18481923), uno dei maggiori economisti e sociologi italiani e trova applicazione in una sorprendente moltitudine di ambiti e discipline”. ^ Diagramma di Pareto, su problemsetting.it

[16] “Rimanere Uomini, comprendere il significato profondo di umanità, fin’ora era scontato, d’ora in avanti, forse, occorrerà continuare a garantirlo con attivismo civico, all’interno di un partito, un movimento, il cui principio fondamentale sarà il diritto alla piena umanità.” Kaan Reed, Il diritto alla piena umanità, 2 giugno 2020, su theliteraryport.com

[17] “La smart city è una città che gestisce le risorse in modo intelligente, mira a diventare economicamente sostenibile ed energeticamente autosufficiente, ed è attenta alla qualità della vita e ai bisogni dei propri cittadini. È, insomma, uno spazio territoriale che sa stare al passo con le innovazioni e con la rivoluzione digitale, ma anche sostenibile e attrattiva”. (…) “Nelle smart city – almeno in quelle ideali teorizzate dalla letteratura sull’argomento – è presente un elevato livello di connettività, le strade sono percorse da auto a guida autonoma, gli incroci sono regolati da semafori intelligenti, gli oggetti si scambiano informazioni tra di loro grazie all’Internet of Things”. Luciano Marci, 14 settembre 2021, Digital360, su www.economyup.it

[18 La Ricerca Operativa “si occupa dello sviluppo e dell’applicazione
di metodi quantitativi per la soluzione di problemi di decisione che si presentano nella gestione di imprese e organizzazioni”.
Maurizio Boccia, Dispense di Ricerca Operativa, Laurea Magistrale in Ingegneria Informatica, Università del Sannio, a.a. 2016/2017.

[19] ROI, ovvero, return on investment (ROI) o ritorno sull’investimento o indice di redditività del capitale investito è un indice di bilancio che indica la redditività e l’efficienza economica della gestione caratteristica a prescindere dalle fonti utilizzate: esprime, cioè, quanto rende il capitale investito in quell’azienda Charles T. Horngren, Gary L. Sundem, William O. Stratton, Programmazione e controllo, Pearson Paravia Bruno Mondad, 2007, ISBN 88-7192-292-1, pg. 375

QUESTIONE DI FOCUS (ovvero “LA PIU’ GRANDE COSPIRAZIONE SVELATA” di A VOICE IN THE DESERT)

“A voice in The desert” [1] , è un canale Youtube amico di Literary Port, che vi consiglio di seguire, poiché porta una serie di spunti le cui chiavi narrative trovo molto efficaci e rilevanti.

Su The Literary Port pubblico questo video [2] tradotto e sottotitolato [3] – qui sotto trovate la trascrizione della traduzione – perché lo trovo estremamente potente e capace di descrivere in modo coerente e sintetico alcuni punti rilevanti riguardo la ricerca della verità e il problema della resistenza alla disinformazione.

Quest’ultima infatti, rischia di diventare contributo alla distrazione di massa, meccanismo che vedrete in questo video, è un problema più ampio rispetto alla disinformazione in se e che rischia di portarci a misurarci o confrontarci in una battaglia senza fine a chi ce l’ha più grosso (….lo scoop).

Questa corsa alla controinformazione di cui ho parlato negli ultimi miei pezzi [4][5][6] , se non inserita in una luce di conversione e divulgazione “contro-culturale” contribuisce ad alimentare la perpetuazione di uno stato di confusione e menzogna perenne, che finisce col fare il gioco di chi vuole mantenere le masse nella confusione e nella menzogna perenne.

Ho voluto tradurre questo video proprio perché tantissimi degli spunti qui spiegati li trovate, o li avete trovati, (se già li conoscete) inseriti nei miei scritti nel corso di questi anni [7]. In questo video quei concetti trovano in modo molto efficace un posizionamento molto coerente e un completamento molto chiaro ed efficace (ad esempio, la rivoluzione, quella individuale che passa dai cuori e dalla cultura, porta ad una vera liberazione che supera alla radice l’esigenza di una perenne rincorsa alla rivelazione dell’ennesima menzogna o complotto).

Vi auguro buona visione e il raggiungimento di un equilibrio nella vera verità,

Ad maiora.

Kaan Reed.

La più grande cospirazione di tutti I tempi…

Le profezie circa la fine del mondo sono in grado di attrarre una gran quantità di interessa da parte delle persone.

La maggior parte delle quali sono profondamente preoccupate nel provare a svelare chi stia controllando il mondoe come siano in procinto di farlo.

C’è un’infinita disponibilità di video riguardo a come siamo stati ingannati da i grandi governi, le grandi imprese e dai media corrotti…. l’elite che ci governa.

Presentano qualsiasi cosa, da insabbiamenti governativi su  i casi di UFO, teorie della terra piatta, il fatto se l’11 Settembre si trattasse di una macchinazione, fino a chi sia l’anticristo.

Ad ogni modo, le discussioni relative a queste tematiche quasi da parte di tutti falliscono nel proporre tutte le rilevanti soluzioni alla maggiorparte dei più rilevanti problemi con cui il mondo si sta confrontando oggigiorno.

Se lasciamo fuori dal quadro generale le soluzioni possiamo trovarci sviati e finire nient’altro che a supportare una più sottile e diffusa teoria del complotto senza neppure rendercene conto.

In questo video esporremo questa più grande cospirazione all’interno della quale quasi chiunque è coinvolto e riveleremo il modo come combatterla.

Ma prima, affronteremo cinque modi cruciali in cui le persone supportano e contribuiscono alla più profonda sottostante cospirazione.

CONTRIBUIRE ALLA COSPIRAZIONE ATTRAVERSO: LA DISTRAZIONE

Il primo modo in cui le persone supportano la cospirazione è attraverso la distrazione.

Il demonio adora portarci a cercare in fondo alla tana del bianconiglio in modo tale da farci perdere la vista dell’intera situazione (ovvero del quadro generale).

Il risultato è che investiamo tempo ed energia in un perseguimento mal riposto piuttosto che focalizzarci sulla reale fonte del problema.

Il sensazionalismo di ogni tipo, per sua natura, è molto attraente per cui le persone che hanno un talento nel creare mistero, intrigo e sospetto lo usano per vendere svariati prodotti o idee.

Ma siate attenti nel provare ad afferrare il fondo di una teoria perché allo stesso tempo potremmo permettere di farci avvolgere un velo attorno ai nostri occhi rispetto ad una molto più rilevante ed importante verità.

Esistono innumerevoli operazioni sotto falsa bandiera (“False flag”) [8].

Una prevalenza di propaganda e disinformazione che alla fine viene smascherata o esposta come una bufala dovrebbe portarci a dubitare della prossima cozzaglia di verità sensazionaliste che verranno fuori.

Considera la possibilità che mentre tu investi un sacco di tempo nello sviluppare nuove teorie forse la vera verità si è persa o è stata diluita oltre ogni possible riconoscimento.

Ad esempio:

molte persone si sono convinte che il mondo sarebbe finito il primo di gennaio del 2000

oppure che ci sarebbe stata una invasion aliena durante le Olimpiadi di Londra del 2012,

o ancora, che Obama non avrebbe mai lasciato la Casa Bianca.

O ancora, più recentemente, che un rapimento (alieno) si sarebbe verificato il 23 Settembre 2017.

Certamente, ad un certo momento, si verificheranno eventi di grande portata, ma se saltiamo sull’ultima moda ogni volta che viene fatto un annuncio finiamo solamente col perdere concentrazione e credibilità.

E’ comune sentire teorici delle cospirazioni parlare di come la verità venga nascosta in modo palese, ad ogni modo, la maggior parte di queste stesse persone fallisce nel riconoscere la vera verità nascosta alle masse.

Continua a guardare (questo video) per comprendere quale questa sia.

CONTRIBUIRE ALLA COSPIRAZIONE ATTRAVERSO: L’ORGOGLIO

Il secondo modo attraverso il quale le persone perpetuano la cospirazione è attraverso l’orgoglio.

Il profeta Daniele [9] disse che

“persino alla fine dei tempi molti continueranno a correre avanti e indietro e anche in quei tempi la conoscenza potrà essere ulteriormente accresciuta”.

La profezia di Daniele supporta una previsione che l’apostolo Paolo fece riguardo al fatto che le persone che vivranno alla fine dei tempi saranno in grado di continuare ad accrescere la conoscenza senza mai arrivare alla conoscenza della verità.

Spesso quando teorici delle cospirazioni discutono tra di loro le loro idee e può sembrare come una competizione nel superarsi l’un l’altro, con un nuovo pezzo di informazione di cui si è venuti da poco a conoscenza.

Non è raro essere interpellati riguardo qualcosa come

“Non hai sentito che il governo sta avvelenando la popolazione per mezzo delle scie chimiche?”

oppure “inserendo fluoruro all’interno dell’acqua potabile?”

In genere, le persone adorano dare l’impressiona di essere esparti riguardo ciò che realmente sta accadendo intorno a noi.

La conoscenza è di fatto aumentata in questi ultimi tempi in quanto molta più informazione, quanto molta più disinformazione, è diventata più accessibile grazie a internet.

Non c’è praticamente limite a quell oche le persone possono scoprire o convincere loro stessi di avere svelato attraverso cosiddette “ricerche”.

Ad ogni modo a men oche non siamo disposti ad essere cambiati dalla verità, spesso in innumerevoli e fondamentali modi, qualsiasi conoscenza che raggiungiamo è molto più probabile che sia un impedimento più che un aiuto nel risolvere I reali problemi de mondo e I reali problemi delle nostre vite.

Tutta quella conoscenza può portarci a gonfiarci di orgoglio e persino bloccare la nostra capacità di riconoscere cosa sottilmente stia succedendo dietro le quinte della nostra propria piuttosto limitata conoscenza.

In alcuni casi, può essere vero che siamo a conoscenza di quanto sta accadendo più di quanto ne sia il nostro prossimo.

E’ più facile accumulare conoscenza rispetto ai problemi del mondo di quanto lo sia realizzare le soluzioni ai quegli stessi problemi.

A meno di realizzare il secondo caso la nostra conoscenza rimane alquanto inutile. 

Ed è molto più probabile che finiremo con il perpetuare quei problemi mentre ci illudiamo di essere parte della soluzione.

CONTRIBUIRE ALLA COSPIRAZIONE ATTRAVERSO: LA PAURA

Il terzo modo attraverso cui le persone possono (inconsapevolmente) contrbuire alla cospirazione è attraverso la paura.

La conoscenza porta con se una grande responsabilità e se non siamo in grado di usarla responsabilmente ancora una volta diventiamo parte del problema più profondo.   

Nell’Apocalisse di Giovanni (Il libro della rivelazione) [10], a Giovanni viene dato un piccolo libro da mangiare, il quale comincia con un gusto dolce nella sua bocca solo che diventa più amaro nel suo stomaco.

Quel libro è la rivelazione in sè, ma può anche fare riferimento a qualsiasi nuova rivelazione (o conoscenza).

Può verificarsi un desiderio quasi insaziabile di conoscere più verità o di svelare più cose dell’agenda globale.

E’ entusiasmante ed eccitante, ma maggiore è quello che sappiamo, maggiore è il livello di azioni che dobbiamo portare in riferimento a quanto sappiamo. 

Meno agiamo in relazione a quanto abbiamo appreso, più diventeremo paurosi (ovvero, più svilupperemo paura).

Questa è la parte amara della verità.

Ogni verità porta con se una corrispondente responsabilità.

Mano a mano che la maschera della bestia cade, riceviamo sempre più grandi rivelazioni sul male che c’è dietro al sistema.

Poco a poco, il demonio in persona, si prodiga nel fare lui stesso questo in modo da portare le persone a raggiungere il suo obiettivo attraverso la paura.

Il profeta Isaia disse: “Non chiamate cospirazione ogni cosa queste persone chiamano cospirazione, non abbiate paura di ciò di cui loro hanno paura e non temetelo” (Isaia 8:12) [11].

Quando la gente si concentra su tutto il male e le cosprazioni che si stanno verificando nel mondo finiscono di fatto per glorificare il diavolo.

Svelare il male è inutile a meno che questo non comporti la conoscenza da parte nostra infine del bene.

Se dobbiamo avere paura di qualche cosa, dovremmo avere paura di Dio.

“La paura di Dio è il principio della sapienza” (Proverbi 9:10) [12]

Più abbiamo fede e seguiamo Dio meno avremo paura di qualsiasi altra cosa o persona.

CONTRIBUIRE ALLA COSPIRAZIONE ATTRAVERSO: L’ODIO

Il quarto modo attraverso cui le persone possono (inconsapevolmente) contrbuire alla cospirazione è l’odio.

Possiamo diventare così accesi nel puntare il dito contro il cartello bancario, oppure società segrete come quella degli Illuminati, o la massoneria.

E possiamo diventare così ossessi con le accuse e Il sogno di spazzare via questi tiranni da non prendere mai in considerazione I tiranni che abbiamo dentro noi stessi.

Il male si spinge molto più in là dei Rotchilds e I Rockfeller.

Loro sono soltanto uomini controllati da Satana.

La nostra lotta non è contro persone come loro, ma contro forze spirituali demoniache come l’orgoglio, la paura e l’odio. 

Questi veri governanti delle tenebre nel mondo hanno realmente infettato tutti noi.

Le persone al potere potrebbero essere più responsabili e più complici nella cospiraizone globale di quanto lo siamo noi.

Ma questo non ci sottrae dall’essere responsabili e complici a nostra volta.

Per tutto il corso della storia le persone che hanno provato a cacciare poteri e governi corrotti per mezzo della violenza e dell’odio hanno raramente finito con l’offrire qualcosa di meglio.

In molti casi sono diventati più corrotti o persino peggiori dei governi che avevano rovesciato.

La vera rivoluzione non è vinta attraverso le armi della guerra, bensì permettendo alla verità di cambiare I nostril cuori. 

Solo attraverso un cambiamento individuale possiamo dimostrare un modo più nobile da seguire per gli altri.

(“Occhio per occhio rende il mondo cieco” Mohandas Gandhi) [13]

Potremmo sì essere uccisi durante I nostril tentativi, ma almeno avremmo salvato le nostre anime nel mentre.

Quello che potrebbe sembrare fallimento su un livello terreno potrebbe essere trionfo nel regno spirituale.

CONTRIBUIRE ALLA COSPIRAZIONE ATTRAVERSO: L’AVIDITA’

 Il quinto e ultimo modo in cui potremmo permettere di supportare la cospirazione globale è attraverso la nostra avidità.

Questo problema universal è la fonte degli altri quattro modi in cui contribuiamo alla cospirazione reale.

E’ la nostra avidità individuale che realmente crea l’avidità delle aziende, la corruzione dei governi ela distorsione della verità da parte dei media.

La responsabilità si estende a tutti coloro che hanno riposte le loro speranze nel denaro, per trovare la felicità o per risolvere I problemi del mondo.

La corruzione ad un livello internazionale è soltanto il riflesso della corruzione che esiste nelle più mondane attività di coloro che lavorano per il denaro e perpetuano la menzogna che abbiamo bisogno del denaro per fare girare il mondo.

Nel sermone sulla montagna, Gesù disegnò l’immagine di un regno dei cieli in opposizione al sistema degli uomini:

Gli uccelli non hanno un lavoro, e I fiori non hanno vestiti, eppure Dio si prende cura di loro.

Se noi costruiremo il regno di Dio, Lui si prenderà cura di noi.

Ma dobbiamo farlo, a modo suo.

Questa è la verità che quasi nessuno vuole sentire.

La più grande cospirazione di ogni tempo è la cospirazione contro Gesù Cristo e contro quanto ha insegnato.

E la ragione per una così accanita e diffusa opposizione verso Gesù Cristo è perchè ha sfidato la radice di ogni male in modo frontale.

Lui disse: “non possiamo lavorare per Dio e per il denaro allo stesso tempo”

(“Non potete servire Dio e Mammona” Matteo 6:24) [14]

Ha chiesto ai suoi discepoli di vendere ogni cosa di cui erano in possesso e di donare il ricavato ai poveri.

E disse che il vero Tesoro può essere trovato soltanto nell’umile e fedele servizio a Dio e il prossimo.

(“La dove è il vostro cuore, lì è il vostro Tesoro” Matteo 6:21) [15]

Non sorprende il fatto che Gesù Cristo disse che chiunque si fosse esposto con l’insegnamento di tali verità sarebe stato odiato da chiunque altro.

Coloro al potere lo odieranno perché quello che insegnamo è genuinamente rivoluzionario. Destabilizza la loro base di potere e I loro egoistici interessi.

Gli atei ci odieranno solo perché parliamo di Gesù Cristo e di Dio.

La maggior parte delle persone che vanno in chiesa ci odieranno perché esponiamo l’ipocrisia della loro religione.

E la maggior parte dei teorici della cospirazione e altri tipi alternativi ci odieranno perché esponiamo la loro incapacità di confrontarsi con la radice di ogni male nelle loro stesse vite.

In sostanza, molti di loro sono proprio come qualsiasi altra persona, persino se funzionano soltanto al livello micro rispetto quanto sta succedendo ad un livello macro, nel mondo.

Riassumendo, abbiamo cinque modi in cui ognuno di noi puà supportre la reale cospirazione globale.

In primo luogo, lo facciamo permettendo di farci distrarre dalla verità e focalizzandoci sulle cose irrilevanti.

  1. Attraverso la Distrazione
  2. Attraverso l’Orgoglio
  3. Attraverso la Paura
  4. Attraverso l’Odio
  5. Attraverso l’Aviditià

In secondo luogo, contribuiamo alla reale cospirazione globale diventando orgogliosi della percezione della nostra conoscenza mentre ci rifiutamo di essere trasformati dalla più grande verità, mentre questa è stata in verità estromessa.

Terzo, contribuiamo alla reale cospirazione permettendo a noi stessi di essere governati dalla paura, focalizzandoci sul male piuttosto che sulla soluzione di Dio.

Quarto, contribuiamo alla reale cospirazione, diventando astiosi verso coloro che percepiamo come i fautori della cospirazione, così da distrarre la nostra attenzione dalle nostre responsabilità.

E infine, contribuiamo alla reale cospirazione, attraverso l’aviditià, che ci conduce a supportare il mito del denaro, che è la più grande cospirazione in se!

Fino a che non avremo riconosciuto la radice di ogni male e non l’avremo attaccata in noi stessi, non avremo alcuna vera risposta.

La cospirazione globale è in ultima istanza una cospirazione contro Gesù Cristo e I suoi insegnamenti.

Questa rivelazione non è l’ennesima teoria complottista.

Il nostro destino eterno dipende da noi che agiamo sulla base di quanto Gesù ci ha insegnato circa la necessità di creare un nuovo mondo

chiamato il Regno dei Cieli fino a che ci rimane tempo.

[1] https://www.youtube.com/c/AVoiceInTheDesert

[2] https://www.youtube.com/watch?v=tDdGXelg7NU

[3] https://www.youtube.com/watch?v=NLVsJMWx5Do

[4] IL MANIFESTO CONTRO L’IDOLATRIA https://theliteraryport.com/2021/09/28/il-manifesto-contro-lidolatria-ovvero-i-principi-di-kaan-reed-contro-una-societa-dellidolatria/

[5] L’OPPORTUNITA’ E’ UN’ISOLA CHE SI RAGGIUNGE VARCANDO IL MARE DELL’IGNORANZA https://theliteraryport.com/2021/10/07/lopportunita-e-unisola-che-si-raggiunge-varcando-il-mare-dellignoranza/

[6] IO DICO ADDIO https://theliteraryport.com/2021/09/23/io-dico-addio-ovvero-se-prendete-spunti-citate/

[7] https://theliteraryport.com/

[8] https://it.wikipedia.org/wiki/False_flag

[9] https://it.wikipedia.org/wiki/Libro_di_Daniele

[10] https://it.wikipedia.org/wiki/Apocalisse_di_Giovanni

[11] https://www.gliscritti.it/dchiesa/bibbia_cei08/at29-libro_del_profeta_isaia.htm

[12] https://www.teologiaverona.it/rivista/openaccess/ET_017/ET_17_04%20Signoretto.pdf

[13] https://www.ilgiornaledelloyoga.it/frasi-di-gandhi

[14] http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Matteo+6,+24;+Luca+16,+13

[15] https://www.aiutobiblico.org/sermoni/40-matteo/40html/40-06-19.10b.html

L’OPPORTUNITA’ E’ UN’ISOLA CHE SI RAGGIUNGE VARCANDO IL MARE DELL’IGNORANZA

Mi imbatto su F.B. in commenti tipo questo sulla pericolosità dell’adozione di criptovaluta, che considero basate su una fragile base culturale e una completa assenza di consapevolezza della questione principale connessa alla proposta portata dal Bitcoin nel 2009. Pubblico alcune considerazioni che mi hanno ispirato alcuni di questi commenti e qui sotto copio e incollo un esempio di queste posizioni, non solo confuse, ma molto pericolose. Perché se c’è un’attacco dirtto per dritto all’estabilishment, efficace e di grande portata è quello portato dal Bitcoin nel 2009, svistato completamente, per ignoranza e impreparazione degli influencer – persino politici – italiani.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "leri, con un click, hanno spento FB. Domani, con un click, potranno spegnere il tuo conto e, non non essendoci più denaro cantante, non potrai neanche chiedere l'elemosina. NON ACCETTATE MONETA ELETTRONICA: SARÀ LA FINE DI OGNI LIBERTA'."

Nel 2009, un vero colpo verso l’estabilishment è stato scagliato dal concetto di sistema di pagamento peer to peer (da utenza ad utenza) proposto per la prima volta con la blockchain permissionless (senza alcun permesso alla transazione) di Bitcoin.

Bitcoin ha spianato la strada ad una serie di altre criptovalute che sono nate negli anni successivi, e tra cui, alcune proposte hanno finito per confondere le persone, poco attente al dettaglio, che arrivano a scrivere messaggi come “attenzione alle criptomonete”, “è un inganno dei potenti” etc..

Alcune criptovalute non portano alcun contenuto di novità perché sono in realtà valuta centralizzata e controllata come le valute correnti nazionali (le cosiddette fiat currencies). Ma arrivare a confondere queste con il Bitcoin è un errore imperdonabile e un regalo a quel potere che si dice di voler scardinare. Anzi, dirò di più, certi concetti come “Non accettate moneta elettronica, sarà la fine di ogni libertà” sono miscredenze del tutto funzionali all’establishment che ha davvero rischiato di perdere ogni potere qualora cittadini informati avessero nel 2009 in massa e in modo tempestivo, abbracciato la rivoluzione portata dal Bitcoin che è moneta di libertà!

Dire che l’alternativa è il contante e spingere a rifiutare la moneta elettronica tout court è davvero da persone sprovvedute e completamente scollegate, volenti o nolenti, dalle possibilità portate da certe tecnologie che non sono Satana (finitela di impaurire le masse, o se lo fate, lo fate di proposito per mantenerle prive di libertà).

Alcuni addirittura paralizzano la psicologia degli umili dicendo che le criptovalute sono “la fine di ogni libertà”. Dire una fesseria del genere significa davvero non avere colto il cuore della questione che si solleva con le criptovalute e la blockchain permissionless.

C’è una grossa differenza tra i sistemi di pagamento permissionless (senza alcun permesso sulle transazioni), decentralizzati (ad esempio come il Bitcoin ed Ethereum) e i sistemi centralizzati (esempio Libra, la chimerica moneta, ancora in work in progress, di Facebook).

La differenza sta nei dettagli, ma è enorme.

La prima consente transazioni utente-utente (peer to peer), senza validazone di terze parti (come ad esempio avviene tra le banche per le monete correnti), le seconde, invece, portano il potere nelle mani di pochi.

La rivoluzione è in atto, ed è iniziata nel 2009. Se è stata disattesa, lo è stata per colpa proprio di queste persone, che ora propongono l’esigenza di opporsi all’estabilishment, per loro imperdonabile ignoranza o per ego: perché ognuno vuole sempre portare una sua soluzione originale con cui identificarsi, senza avere l’umiltà invece di entrare a supporto di spinte concrete già avviate e molto più efficaci delle loro proposte.

Studiare il Bitcoin e le blockchain permissionless significa aprire un mondo di opportunità. Abbracciare e promuovere, invece, narrative come quella del post f.b. qui sopra, significa fare disinformazione e spingere i nostri concittadini nell’ignoranza.

Evangelizzate l’attuale rivoluzione portata dalle criptovalute a favore della democratizzazione dell’economia e della finanza. Tutto il resto è sterile lamentela che può avere una valenza catartica, ma si conclude lì, perché non ha davvero la portata di cambiare le cose.

Per cambiare il sistema, si deve passare dalla costruzione di una nuova cultura e di una nuova economia-finanza.

La chiave per la trasformazione di entrambe è la decentralizzazione, che vuol dire democratizzazione.

Il futuro è la lotta tra centralizzazione vs. decentralizzazione, ovvero controllo vs. democrazia.

Chi pone la questione nei termini tecnologia contro non tecnologia è fuori strada, e oserei dire dissennato.

Attenzione che l’opportunità è un’isola che si raggiunge solo solcando il mare dell’ignoranza (copyright Kaan Reed – The Literary Port, 2021).

Ad maiora.

LA LIBERTA’ DI DIO O LA SCHIAVITU’ DEL RE (OVVERO, RIFIUTARE IL RE AI GIORNI NOSTRI) – II EDIZIONE

Riposto questo pezzo del 18 Dicembre 2020, inserendo un video importante di Project Veritas. A volte infatti non sono solo i messaggi ad essere importanti, ma sopratutto l’angolo da cui li si osservano e le chiavi di lettura che si utilizzano per analizzarli. Provate a guardare questo video e poi rileggete questo pezzo se l’avevate già letto l’anno scorso. Avrà un significato sicuramente rinnovato.

Ad Maiora.

Project Veritas – Pfizer Exposed Part 4

Mi ha sempre colpito dell’antico testamento, la storia dei 7 fratelli che
assieme alla madre, uno alla volta, si lasciavano torturare, e sino uccidere,
per non riconoscere il re come proprio dio. Uno alla volta il re li faceva
prendere e torturare di fronte gli occhi dei restanti, per punirne uno e
addestrare gli altri. E invece uno dopo l’altro alla richiesta di accettare le
leggi del re e il re come loro dio essi rifiutavano.

Il re ne era moralmente, narcisisticamente, patologicamente, (si direbbe ai
giorni nostri), offeso. L’esercizio del potere su un inerme è un giochino
sempreverde, che a quanto pare non ci siamo mai lasciati alle spalle. La storia
descritta nel libro dei “Maccabei”, mi ha sempre colpito per la
crudeltà descritta del re e delle torture che un uomo è disposto a fare per
costringere un altro uomo ad accettarlo come superiore a se stesso (perché in
fin dei conti è quello di cui si tratta ai miei occhi).

In verità, ho sempre letto quella storia biblica più ampiamente, come un
esempio di integrità e del valore di alcune cose che nella vita valgono la vita
stessa.

Che senso avrebbe infatti continuare a vivere se ci costringessero a farlo,
rinunciando a qualcosa, per cui fino a quel momento abbiamo consacrato la
nostra vita?

Che senso avrebbe continuare a vivere, se pezzettino a pezzettino ci
costringessero ad abdicare ad un pò di umanità?

La storia dei sette fratelli lo comunica in modo molto chiaro: esiste
l’integrità, ed esiste uno spazio in cui un Uomo non scende a compromessi di
fronte le pressioni della società per preservarla.

Del resto, le forze centrifughe dell’apparato che ci ospita, le sue
richieste, gli obblighi esterni che nella storia chiamano gli uomini a
piegarsi, a barattare la propria integrità, il loro senso di dignità per
l’appartenenza, arrivano sempre in forme svariate e nuove. Epoca per epoca.
Rinuncia per rinuncia. Abiura dopo abiura.

Detto questo, capito questo, siamo a metà della faccenda.

L’altra metà, e non è affatto facile da comprendere, è riconoscere ogni
qualvolta, si ha a che fare con quella richiesta lì. Si ha di fronte quelle
richieste che indirizzano dritto per dritto, verso la nostra integrità, la
nostra dignità.

Che forma hanno oggi?

Vi do un aiutino cari lettori.

Hanno la forma di quelle richieste, che arriverete ad accettare per rimanere
a fare parte della società così come la pensate oggi: andare al ristorante,
viaggiare, andare in palestra, sinanco frequentare qualsiasi luogo pubblico.
Avrà la forma di una scelta tra l’esclusione e riprendere a vivere una vita
normale.

Che abbiate capito o meno, cari amici, la richiesta esplicita di prostrarsi
al re prima o poi arriva.

Arriva per tutti, l’importante è capire che è quella richiesta lì.

Non è un’esagerazione. Riprendete a vedere le cose come stanno. La richiesta
non è mai cambiata. La risposta neppure: c’è qualcuno che crede che la vita coincida
con le regole del re, altri che credono nella forza creativa dell’Uomo.

C’è qualcuno che non vede nulla di male ad accettare un compromesso, altri
che ne fanno un problema di dignità umana.

Attenzione cari perché il problema non è né di responsabilità, né di salute,

il problema è di libertà di culto

e di rifiuto ad avere un padrone.

In chi hai fede tu?

Chi rifiuti?

Come è sempre successo, e sempre succederà, rifiutare il re non è mai stato
facile, ma quando vi rendeterete conto che la questione è quella lì, abbiate
coraggio e resistete.

Non vi fate confondere dalla forma con cui vi faranno la domanda, perché la
domanda è sempre la stessa: credete in Dio o nel re?

Alla libertà o alla schiavitù?

Ad maiora,

Kaan Reed

Disclaimer: il contenuto seguente è molto crudo e potrebbe urtare
la sensibilità di qualche lettore
, proseguite
a leggere solo se ve lo sentite
.

2 Maccabei 7 CEI – Il martirio dei sette fratelli

Ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro
madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di
carni suine proibite. Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse:
“Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che
trasgredire le leggi dei padri”. Allora il re irritato comandò di mettere
al fuoco teglie e caldaie. Appena queste divennero roventi, il re comandò
di tagliare la lingua a quello che si era fatto loro portavoce, di scorticarlo
e tagliargli le estremità, sotto gli occhi degli altri fratelli e della
madre. Dopo averlo mutilato di tutte le membra, comandò di accostarlo al
fuoco e di arrostirlo quando ancora respirava. Mentre il vapore si spandeva
largamente tutto intorno alla teglia, gli altri si esortavano a vicenda con la
loro madre a morire da forti, dicendo: “Il Signore Dio ci vede dall’alto e
certamente avrà pietà di noi, come dichiarò Mosè nel canto che protesta
apertamente con queste parole: “E dei suoi servi avrà compassione””.

Venuto meno il primo, allo stesso modo esponevano allo scherno il secondo
e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: “Sei
disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo
membro?”.  Egli, rispondendo nella lingua dei padri,
protestava: “No”. Perciò anch’egli subì gli stessi tormenti del
primo. Giunto all’ultimo respiro, disse: “Tu, o scellerato, ci
elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per
le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna”.

 Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta
mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo
dignitosamente: “Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le
disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo”.  Lo
stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane,
che non teneva in nessun conto le torture.

Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi
tormenti. 14 Ridotto in fin di vita, egli diceva: “È
preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di
essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione
per la vita”.

Subito dopo condussero il quinto e lo torturarono. Ma egli, guardando
il re, diceva: “Tu hai potere sugli uomini e, sebbene mortale, fai quanto
ti piace; ma non credere che il nostro popolo sia stato abbandonato da
Dio. Quanto a te, aspetta e vedrai la grandezza della sua forza, come
strazierà te e la tua discendenza”.

Dopo di lui presero il sesto che, mentre stava per morire, disse: “Non
illuderti stoltamente. Noi soffriamo queste cose per causa nostra, perché
abbiamo peccato contro il nostro Dio; perciò ci succedono cose che muovono a
meraviglia.  Ma tu non credere di andare impunito, dopo
aver osato combattere contro Dio”.

 Soprattutto la madre era ammirevole e degna di gloriosa
memoria, perché, vedendo morire sette figli in un solo giorno, sopportava tutto
serenamente per le speranze poste nel Signore.  Esortava
ciascuno di loro nella lingua dei padri, piena di nobili sentimenti e,
temprando la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro: 22 “Non
so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato il respiro e la vita, né
io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. Senza dubbio il Creatore
dell’universo, che ha plasmato all’origine l’uomo e ha provveduto alla
generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo il respiro
e la vita, poiché voi ora per le sue leggi non vi preoccupate di voi
stessi”.

Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quel linguaggio fosse di
scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo; e non solo a parole, ma
con giuramenti prometteva che l’avrebbe fatto ricco e molto felice, se avesse
abbandonato le tradizioni dei padri, e che l’avrebbe fatto suo amico e gli
avrebbe affidato alti incarichi.  Ma poiché il giovane non
badava per nulla a queste parole, il re, chiamata la madre, la esortava a farsi
consigliera di salvezza per il ragazzo.  Esortata a lungo,
ella accettò di persuadere il figlio;  chinatasi su di
lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua dei padri:
“Figlio, abbi pietà di me, che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho
allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho
dato il nutrimento.  Ti scongiuro, figlio, contempla il
cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non
da cose preesistenti; tale è anche l’origine del genere umano. Non temere
questo carnefice, ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte,
perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della
misericordia”.

 Mentre lei ancora parlava, il giovane disse: “Che aspettate? Non
obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data
ai nostri padri per mezzo di Mosè. Tu però, che ti sei fatto autore di
ogni male contro gli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio. Noi, in
realtà, soffriamo per i nostri peccati.  Se ora per nostro
castigo e correzione il Signore vivente per breve tempo si è adirato con noi,
di nuovo si riconcilierà con i suoi servi.  Ma tu, o
sacrilego e il più scellerato di tutti gli uomini, non esaltarti invano,
alimentando segrete speranze, mentre alzi la mano contro i figli del
Cielo,  perché non sei ancora al sicuro dal giudizio del
Dio onnipotente che vede tutto.  Già ora i nostri
fratelli, che hanno sopportato un breve tormento, per una vita eterna sono
entrati in alleanza con Dio. Tu invece subirai nel giudizio di Dio il giusto
castigo della tua superbia. Anch’io, come già i miei fratelli, offro il
corpo e la vita per le leggi dei padri, supplicando Dio che presto si mostri
placato al suo popolo e che tu, fra dure prove e flagelli, debba confessare che
egli solo è Dio; con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi
l’ira dell’Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe”.

Il re, divenuto furibondo, si sfogò su di lui più crudelmente che sugli
altri, sentendosi invelenito dallo scherno.  Così anche
costui passò all’altra vita puro, confidando pienamente nel
Signore. Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte.

 Ma sia sufficiente quanto abbiamo esposto circa i pasti
sacrificali e le eccessive crudeltà”.