L’HARDWARE, IL SOFTWARE, IL MONDO, L’UOMO. E LA PAZZIA.

Questo pezzo scritto nel 2007 lo dedico a tutte le persone affette da ludopatia. Con grande affetto.

Ho il pensiero che sia tutto un teatrino. Quello dell’uomo e i suoi affanni. I problemi della gente, dei più sono convenzioni, assunzioni. Sono speculazioni superficiali di niente.

E’ come se vivessimo in una sovrastruttura finta.
E’ come se ogni uomo fosse un dato e non un manipolatore di dati.

Vive una finzione, è calato in una realtà di software e ignora l’hardware che ne è la base fondante. La gente che odia, grida per strada, che uccide, non si rende conto che in realtà agisce in funzione di spinte più profonde, che la loro vita è mossa da motivazioni inconsce, invisibili, e che se solo percepissero la sottostruttura dei loro sentimenti, delle loro azioni, delle loro vendette, queste cose perderebbero valore.

D’altra parte la loro vita non potrebbe essere diversa da quello che è perché loro hanno un programma che li fissa in una sovrastruttura globale, finta.

Mi accorgo di questo. E’ così chiaro ai miei occhi. Gli ultimi saranno i primi, vuol dire: chi sarà contrario a queste convenzioni della società, chi si ribellerà a queste finte realtà, sarà emarginato in vita, ma lui andrà dritto nel cuore delle cose, negli ingranaggi del tutto, lui coglierà la verità. Scavalcherà il software e si calerà nell’hardware. E’ rischioso, si può fallire.

Ma il fallimento non significa morte fisica. Significa pazzia. Rottura del software personale.

Mettiamola così, ognuno di noi ha un software personale che gli permette di interfacciare con le altre persone e inserirsi nella società, il grande software globale, svolgendo un suo ruolo, riempiendo una sua posizione.
Poche persone, rifiutano il software e si spingono fino alle strutture hardware della realtà. L’hardware della realtà è il perché. Il software è il come. E così è anche per l’uomo. Non so se tutti riescono ad avvertire la sottostruttura hardware di tutte le cose, ma questa esiste. E se l’hardware si rovinasse, Il software come si modificherebbe? La pazzia centra qualcosa con questo? Cos’è la razionalità? Come funziona il cervello? E’ un sistema fisico, con una sua struttura specifica. Se la struttura viene modificata cosa succede a livello razionale. Io da fuori cosa vedo?

E un pazzo è un dannato? Non si può più recuperare? E’ arrivato nell’inferno? Oppure è pazzo dal punto di vista razionale, ma c’è ancora qualcosa di integro, che gli conferisce dignità, nonostante sia inutile alla società, e anzi alle volte sia una grave minaccia alle regole sociali?

Mi pare di avere sentito che il cervello funziona per una serie di tanti impulsi elettrici che ci fanno sentire e fare. Ci sono addirittura delle attività elettriche legate al sentimento dell’ euforia, dell’ansia, e la schizofrenia pure può essere legata a problematiche di tipo fisico del cervello.

E’ come un puzzle l’interfaccia software personale. Quella che ci lega agli altri e che ci inserisce nella società. Quando questa interfaccia si rovina, noi facciamo cose pazze, siamo difettosi:
“Molti pensano di voler ammazzare il capoufficio, il figlio indisponente, il padre ossessivo, la ragazza gelosa, il compagno di classe perfettino, ma è pazzo solo chi lo fa”. La società ammette che vi siano difetti dell’hardware, tanto non si vedono. L’importante è che non vi siano grane di interfaccia.

E se c’è un solo pezzo di puzzle mancante su milioni che compongono l’interfaccia? Un solo pezzo difettoso? Tu funzioni normalmente tutte le volte che non ti toccano quel tastino lì. E la probabilità è bassa, cazzo un tastino difettoso su milioni. Uno solo. Ma anche se fossero cinque, dieci, venti, sarebbe sempre una probabilità bassa. Ma se ti tocco quel tasto tu diventi un animale. Esce bestialità pura.
Così si chiama in natura questo livello hardware.
Io ti tocco quel tastino e tu mi ammazzi. Basta una cosa che non so per farti abbattere l’interfaccia razionale e farti emergere l’hardware.
Cazzo ma allora chi ha l’interfaccia difettata è pericoloso.

Ed esistono diverse tipologie di interfaccia in natura? Certo.
E per natura ce ne sono alcune più fragili delle altre? Dicono di sì.

C’è chi è più portato di altri ad impazzire? Per esempio chi ha una sensibilità particolare e un’abitudine alla riflessione e all’introspezione, rischia di accusare colpi più forti, e di intaccare il suo software più facilmente? Questo mi sorprende. Mi angoscia anche.
E i pazzi? I pazzi? Dico, noi non li capiamo e loro non riescono a farsi capire, ma dentro di loro c’è quella persona che erano? Intendo dire, c’è, dentro di loro, che sono pazzi, un loro sano intrappolato? O quelle persone sono irrimediabilmente compromesse? Del tutto e irreversibilmente perse, distrutte?