L’ABBONDANZA

Inevitabilmente sboccia nel tuo animo una certa malinconia quando ti rendi conto di essere il custode di sentimenti antichi e che non potrai fare a meno di aspettarLa per sempre. Del resto, hai scoperto davvero chi sei.

Prima La cercavi, poi L’hai trovata e poi L’hai persa.

Eri lì,ad usarLa come metro di misura di tutto e non l’avevi capito.

La società ti dice che sei quello sbagliato, che senti troppo intensamente. E intanto questo tuo terzo occhio non cessa di pulsare.

Donne giovani, ti sembrano vecchie, perché per te Giovinezza, era Lei. Donne belle ti sembrano orride, perché per te bellezza, era la sua. Le simpatiche, antipatiche. E così via.

‘La verita’ rende liberi, l’imperfezione rende veri’. Ti sovviene questo adagio, e ti culla per un po’. E dal problema dell’amore a passare a quello dell’identità ci vuole un attimo. Un respiro. Di fatica , di stanchezza. Hai preso un’altra botta, hai ricevuto un’altra incomprensione. Ti scrolli di dosso la sabbia, ne sputi anche un po’. E a quel punto ti dici, io mi fermo qui. Smetto oggi. Smetto di accettare che tutto debba andare così male.

Forse fermare il moto su piano inclinato, per gli esseri umani si tratta di un atto di volontà.

Come per smettere di fumare: ci possono essere innumerevoli strategie ma quello che conta è prendere l’ultimo pacchetto, porlo sul tavolo e lasciarlo lì. Immacolato. Lui guarda noi, noi guardiamo lui. Ogni giorno. E ogni giorno ci ricordiamo che abbiamo smesso.

Forse è così che funziona l’ingresso nell’abbondanza.

Io ci provo, amici.

Ci si vede di là.

LE DONNE NELLA PINACOTECA (scritto nel 29.12.2009, inserito originariamente in raccolta di racconti “Due”)

Una donna imbocca il corridoio con alla sua sinistra i quadri appesi. Uno di fianco all’altro. Cammina, vede il primo, passa avanti. Vede il secondo, passa avanti. Il terzo, il quarto…fino ad arrivare al quinto….

Si ferma, le interessa, ne è attratta dai colori, dalle tonalità di rosso, dal soggetto rappresentato. Tira fuori il bloknotes che ha nella borsa, si appunta due o tre pensieri che le vengono di getto. Riflessioni che poi a casa, in tranquillità, approfondirà e svilupperà.

E con cui crescerà.

Con cui senz’altro crescerà.

Sta di fronte incantata a quel quadro minuto dopo minuto, il tempo passa e non se ne accorge. Sta di fronte a quel quadro quanto le serve. Poi sazia, passerà oltre, continuando la sua visita.

Vedrà il sesto quadro, e passerà oltre, vedrà il settimo, e passerà oltre, l’ottavo, il nono, fino al decimo. Questo l’attrarrà, di nuovo. E nuovamente ci sarà qualcosa che vedrà in quel quadro che la farà fermare, le farà togliere dalla borsa il suo blocknotes e di nuovo fisserà idee, riflessioni. Per poi riprenderle, approfondirle, e crescere. Starà di fronte a quel quadro, ancora una volta, minuto dopo minuto,..il tempo necessario. Fino a che non sarà di nuovo sazia. E passerà nuovamente oltre, di nuovo libera, di nuovo pronta ad affascinarsi, ad interessarsi ad un altro quadro.

Ecco, è così che vedo il rapporto tra le donne e gli uomini.

La donna è sostanzialmente libera di scegliere uno o l’altro uomo ai suoi occhi interessante. L’uomo se ne sta lì, fermo, come quei quadri appesi, con le loro tonalità di rosso, i suoi soggetti rappresentati,..ad aspettare che una donna arrivi e ne sia attratta.

Che una donna arrivi e si fermi di fronte a lui, perché in lui, da lui percepisce qualcosa, che lei sa leggere. Ecco, l’uomo è come quel quadro che porta in se una bellezza, un messaggio, ma che è incompiuto se non ha una donna che la sappia percepire, che lo sappia ricevere.

E d’altra parte, se la donna non legge, non percepisce che è lì quello che le interessa, se le sfugge,..passerà oltre.

E forse, soffriranno in due.