“LIBERA”

Calciatori, cantanti, presentatori, comici, mogli ,cugini, fratelli, genitori, figli, di calciatori, di cantanti, di presentatori, di comici etc.

Se facessimo un esperimento e chiedessimo a ognuno di noi di dare una dozzina di nomi di queste persone sono sicuro che non avremmo alcuna difficoltà. Ci siamo esposti quotidianamente.

Se invece cambiassimo esperimento e se la lista di nomi a cui rispondere fosse di ingegneri, social media manager, guru della comunicazione persuasiva e del marketing neurale, architetti, dottori, ricercatori, psichiatri, inventori, sono sicuro che gran parte di noi sarebbe meno preparata.

Il nostro immaginario di riferimenti e modelli di vita è pieno zeppo di facce e corpi a noi familiari, appartenenti alla prima categoria, ma i propulsori del progresso pratico le cui menti invisibili influenzano o hanno influenzato la nostra vita appartengono alla seconda categoria [1].

Chi ci sorride ed entra nelle nostre grazie, lungo il corso della nostra vita, atttraverso film, canzoni, programmi televisivi, sono indubbiamente talenti di simpatia e fascino, e da questi presto ci abituiamo a farci persuadere a comprare questo o quel prodotto,( e spesso anche) a farci consigliare questa o quella azione, questo o quel partito.

Le efficaci e suadenti facce di cui prima tuttavia, non possono anche essere il nostro riferimento per capire e ricevere strumenti per comprendere cosa sia meglio in certe situazioni.

Sono d’accordo con chi pensa che la vita abbia bisogno di svago, e quelle persone sono importanti in una società civile, tuttavia questi momenti di difficoltà nazionale che stiamo vivendo oggigiorno ci insegnano che le competenze strategiche per una nazione sono quelle delle persone di cui non conosciamo i nomi, progetti, scoperte. Persone che i nostri figli stimano poco e che le TV citano poco nel dibattito pubblico [1].

Ecco un altro aspetto: chi ci insegna a ragionare e ci nutre con informazioni che possano renderci capaci di comprendere il cambiamento e fare scelte consapevoli, qual’ora chiamati a farle, sono persone che dobbiamo prepararci a comprendere.

Per uno strano meccanismo di comunicazione persuasiva, invece, è molto più facile ricevere e avvicinarci alla simpatia e l’energia di persone che ci orientano inconsapevolmente nelle scelte. Spesso scegliamo infatti sulla base di adesione emotiva ad appelli fatti alla nostra pancia, dai nostri idoli, non su stimoli intellettivi adeguati.

Spesso, chi gestisce le aziende della comunicazione pensa che le “masse” siano, irrazionali, impulsive e per questo pericolose. Una certa classe dirigente che non nutre la nostra preparazione culturale, perché non crede profondamente in una educazione partecipata e consapevole della maggioranza.

D’altra parte, spesso, anche gli scienziati, gli esperti, i professionisti che riescono ad approdare alle TV e giornali etc, non sono persone che nutrono fiducia nei valori di creatività e del pensiero critico. Bensì la loro cultura, consapevolmente o inconsapevolmente, simpatizza con quella pedagogia nera [2], che tanti danni ha fatto in passato e tanti danni continua a fare nel presente, e che si basa sull’utilizzo di ordini e punizioni per addomesticare e “raddrizzare”.

Per questo, dirigenti di TV scelgono persone per loro adeguate, e scegliendo con i loro bias, ci ritroviamo alla fine un plotone di persone con valori simili che narrano più o meno all’unisono le stesse cose.

Persone sdoganabili dai giornali e TV finanziate con le pubblicità. Mesosistemi in cui credo sia umano che i dipendenti non se la sentano, magari inconsciamente, di aprire le porte proprio a tutti. Perché là fuori è un brutto mondo, come diceva un personaggio di un noto film [3]. E qualcuno è oggettivamente veramente scomodo: va evitato.

Tuttavia un paese che vuole diventare grande deve sforzarsi di mantenere plurale le fonti di informazione, rifuggire il group think [4] e lasciare libera la dimensione intellettuale.

Sperimentare, ricercare, fare tentativi. Piccoli saltelli, magari sterili, ma che fanno comunque bene alle “anche” del pensiero.

Muoversi in campi innovativi, poco conosciuti, poco illuminati è fondamentale per intercettare il possibile, l’imprevedibile, perché è lì che giacciono creatività e innovazione, valori tanto cruciali per le sorti di qualsiasi paese.

Pertanto condivido questo messaggio divulgato dal giornalista Massimo Mazzucco affinché si evangelizzi una libera informazione, si facciano circolare dati e informazioni rilevanti la “res pubblica” e si susciti il confronto franco e onesto, si stimoli il pensiero critico, e si strutturi una “condizione zero” di un macrosistema paese che costituisca una base per esercitare attivismo civico.

Il Ministero della Verità – Massimo Mazzucco

[1] Leonardo Fibonacci, Camillo Golgi, Luigi Aurigemma, Mario Palazzetti, Peppe Dell’Acqua, Massimo Banzi, John Whitmore, Elliot Aroonson, Edward Bernays, Stanley Milgram, Clotaire Rapaille, Frank Luntz, Warran Buffet, Michael Porter, Solomon Asch, Abraham Maslow, Alan Turing

[2]La “pedagogia nera”: Alice Miller e il dramma del bambino dotato https://www.paolopietrini.it/il-mio-personale-posizionamento-un-approccio-culturale-e-fenomenologico-al-significato/

[3] Radiofreccia – Te sta dentro che qua fuori è un brutto mondo! https://www.youtube.com/watch?v=BWgHdhLgsHY

[4] Groupthink https://www.psychologytoday.com/intl/basics/groupthink

GENERAZIONE “CHIP”

La narrazione di questa pandemia procede in una compatta unanimità le cui voci narranti tanto non stonano, quanto non portano mai i dati rilevanti alla narrazione stessa.

A tratti, è persino angosciante osservare quanto i narratori d’oltre oceano, siano all’unisono [1].

Altrettanto ansiogena è la velocità di degenerazione con cui stanno sussuegendosi eventi sempre più pericolosi per la libertà umana e lo stato di diritto.

Frasi come – parafrasando – “vi tracciamo dai telefonini”[2], o “se continuate a trasgredire vi togliamo pure i parchi” [3], non solo non destano scalpore, ma quasi innescano un certo piacere masochistico o di sindrome di stoccolma, che una certa cultura ortopedica [4] ci induce ad arginare in cuor nostro con la convinzione “che ce lo siamo meritati”.

Quanto temevo [5] si è ormai avviato: l’esperimento di obbedienza totale, declinato a livello nazionale – ma forse anche mondiale – in virtù di una indiscutibile emergenza.

Tuttavia i sostenitori di tale “progetto” hanno già iniziato la loro cantilena disarmante, alla stregua del “è necessario proseguire, l’esperimento non può essere interrotto, non abbiamo altra scelta” recitata dall’attore impersonificante lo scienziato nell’Esperimento Milgram [5]

Svegliamoci, svegliatevi.

Perché abbiamo altra scelta. Si chiama cultura, informazione, dati di fatto, razionalità.

Con questi strumenti possiamo arrivare ad una narrazione condivisa fatta da cittadini informati e partecipativi.

Iniziate a parlare dei dati di fatto, con lucidità. Iniziate a cercarli, i dati di fatto.

Siate consapevoli delle interferenze che hanno i media sul vostro processo decisionale, sui vostri schemi cognitivi, sul vostro senso del sé. E soprattutto, siate coscienti del vostro analfabetismo funzionale che vi fa allontanare ogni qual volta vi trovate di fronte ad un indizio di un nuovo problema; che ricusate velocemente, per tornare alla vostra normalità.

Smettete di dirvi bugie confortanti, che rimangono comunque bugie. Il 04 Aprile non finirà nulla, era difficile da comprendere? Prime indiscrezioni indicano questa pandemia avrà una durata di almeno 18 mesi [6]. Almeno.

Cosa succederà in questi 18 mesi? Quali climax autocratici vedremo attuare dai governi?

Misure più drastiche sono già state paventate e non ho dubbi che il punto di arrivo sarà il chip sottocutaneo, quanto meno lo proporranno, dapprima come opzionale e per solo alcune categorie di cittadini. Non sto dicendo che ci arriveremo nell’anno.

Caro lettore ti ho perso? Smettila di gridare che sono un complottista e inizia a vedere le cose come stanno: quello che stiamo vivendo, è solo un tassello, voluto o meno, di un grande cambiamento epocale che già si era avviato.

Si chiama trasformazione digitale e si tratta di una rivoluzione di ogni attività umana, per cui l’identità digitale sarà una naturale conseguenza. Un asset, quanto la banda larga.

Attenzione, non intendo dire con “naturale conseguenza” che il chip sottocutaneo sia un bene per l’umanità, anzi, personalmente penso sia una minaccia al vero senso della vita e uno strumento che renderebbe l’uomo controllabile e privo di libero arbitrio.

Tuttavia penso sia un destino inevitabile, ma quello che mi auspico è che sia un cammino partecipato e informato. Consapevole. Così che chi vorrà, accetterà, chi non vorrà, rimarrà alla vecchia maniera, analogico.

Purtroppo credo che il chip sottocutaneo sarà prima proposto come obbligatorio per alcune categorie civili, come ad esempio i detenuti… “che scappano dalle carceri nella confusione generale” [7] e che quindi si potrebbero rintracciare facilmente in situazioni di caos.

Forse, anche agli anziani potrebbero essere coinvolti. Lo slogan è semplice, farà leva sulla facilità di monitoraggio e predizione di degenerazioni delle loro malattie croniche.

Per quest’ultima categoria inoltre, l’identità digitale si sovrapporrà molto probabilmente al concetto di digital pill [8], ovvero medicinali digitali dotati di sensori embedded, il cui destino sarà quello di diventare device residenti, perenni nello stomaco di certi pazienti target. Alla stregua di un pace maker o una protesi.

Tutto questo accadrà, anche con eccitazione generale, come se fosse una rinascita. In un enorme groupthink [9] eccitato e onnipotente, si annienterà il pensiero di minoranza che manterrà le proprie titubanze e non si conformerà. Distrattori di masse, chiamati conduttori, showman, comici, giornalisti, ballerine, opinionisti e politici, incensiranno queste straordinarie novità, all’unisono, come giuste ed entusiasmanti [1].

Se mi avete letto fino a questo punto e vi siete convinti che sono un visionario, sappiate che mentre voi date del visionario a me, per ritornare veloci alla vostra immutata normalità, nel frattempo il manifesto per diffondere la causa di una identità digitale ID2020 [10] – è già pronto ad operare nel mondo.

Quelli non sono visionari scrittori, ma gente che ha il potere di indirizzare le nazioni nella direzione che hanno scelto. Guarda caso, tra i membri di questa alleanza, figura una istituzione legata all’industria dei vaccini – Gavi, the vaccine Alliance.

Abbastanza inquietante è che tra i firmatari del manifesto, ci sia Microsoft, quella stessa azienda il cui ex proprietario, assieme alla moglie, a ottobre organizzava Event201 [11] per simulare la gestione dell’imminente (non probabile!) pandemia di Corona Virus.

Cari lettori, scusate la franchezza, ma ormai avete preso a conoscermi e mi tollerate… ma se non foste rincoglioniti da serie e filmetti propagandistici americani, barabba vari… vi allarmereste di quanto vi sto dicendo.

Ma come la rana [12] che cuoce lenta potrebbe essere facile abdicare alla vostra umanità gradualmente, fino ad arrivare ad accogliere come un gadget che vi renderà come “iron man” il chip sottocutaneo. Infatti la vedrete così.

Farete funzionare schemi cognitivi compromessi da narrazioni cinematografiche che negli anni vi hanno programmato inconsciamente.

Ma di “fico” non ci sarà nulla. E la verità, non romanzata, è che vi farete mettere un chip che vi connetterà alla rete e vi renderà non più totalmente in intimità con voi stessi, diciamocelo.

Il chip sottocutaneo garantirà allo stato nazionale di rendere tutto più controllabile, nel caso di un altra pandemia si intende.

D’altronde sarà del tutto necessario, perché l’esperimento, ops, la sicurezza lo richiede, e non avremo alcun’altra scelta….direbbe Milgram [5].

Noi invece la scelta ce l’abbiamo e si chiama informazione consapevole. Spegnete le TV e ricercate i dati di fatto.

Ad Maiora.

The Milgram Experiment

[1] WOW!!! MAINSTREAM MEDIA EXPOSED!!! IS THIS THE END FOR BITCOIN!!? https://www.youtube.com/watch?v=MNV3Qxqw8rk

[2] Attenzione, se uscite di casa vi controllano con le celle telefoniche https://www.iltempo.it/home/2020/03/17/news/coronavirus-controlli-se-esci-di-casa-cellulare-smartphone-come-in-corea-gallera-sala-lombardia-1296962/

[3] Coronavirus, parchi pieni e ciclabili affollate. In una settimana 43mila denunce. Spadafora: “Valutiamo divieto assoluto di attività all’aperto” https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/18/coronavirus-metro-piene-e-ciclabili-affollate-in-una-settimana-43mila-denunce-spadafora-valutiamo-divieto-assoluto-di-attivita-allaperto/5740800/

[4] La “pedagogia nera”: Alice Miller e il dramma del bambino dotato https://www.paolopietrini.it/il-mio-personale-posizionamento-un-approccio-culturale-e-fenomenologico-al-significato/

[5] Corona Virus e Esperimento Milgram https://theliteraryport.com/2020/03/09/corona-virus-e-esperimento-milgram/

[6] U.S. Virus Plan Anticipates 18-Month Pandemic and Widespread Shortages htps://www.nytimes.com/2020/03/17/us/politics/trump-coronavirus-plan.html

[7] Coronavirus, evasione di massa dal carcere di Foggia: 23 ancora in fuga. C’è anche un omicida https://bari.repubblica.it/cronaca/2020/03/10/news/coronavirus_evasione_di_massa_dal_carcere_di_foggia_23_ancora_ricercati_11_arrestati_nella_notte-250821891/

[8] Digital Pill https://en.wikipedia.org/wiki/Digital_pill

[9] Groupthink https://en.wikipedia.org/wiki/Groupthink

[10] ID2020 https://id2020.org/

[11] Corona Virus, Cui Prodest? https://theliteraryport.com/2020/02/23/corona-virus-cui-prodest/

[12] IL PRINCIPIO DELLA RANA BOLLITA (DI NOAM CHOMSKY) https://www.tragicomico.it/il-principio-della-rana-bollita-noam-chomsky/

VERITA’ ARCAICHE

Mi chiedo se in tutto questo cambiamento che stiamo vivendo non sia arrivato forse il momento di farci alcune domande.

Il prete che sul tetto di un duomo prega in dialetto la madonna, credo che anzichè fare leva sul pensiero emotivo e infantile dei miei compagni di viaggio, dicendogli su nessuna base logica che “ce la faremo”, dovrebbe iniziare invece a parlare di valori eterni, che nella nostra epoca sembrano essere però tabù.

Vorrei io parlarne in questo spazio letterario ed uno di questi temi eterni, è certamente la morte.

Fatichiamo a comprendere che non necessariamente una vita umana ha garantito il diritto alle amenità che oggi chiamiamo vita moderna. Di fatti, oltre all’immane perdita della saltata partita di calcetto del giovedì, questa potrebbe essere un’epoca in cui i bisogni potrebbero ritornare ad essere più primari.

Potremmo dirci addirittura che potremmo morire?

Per svariate motivazioni. E tutti i vitelli d’oro che le società moderne hanno prodotto, in sessant’anni e più di assenza di guerre mondiali, non hanno però raccontato a questa gente che la morte, comunque, continua a coesistere con la nostra beneamata civiltà.

Se poi, già nel lontano 2015, alcuni miliardari influenti, andavano dicendo che si sarebbero aspettati la fine del mondo, non a causa di una guerra atomica, ma per un evento pandemico [1]; o se si sente un premier di un’intera nazione, dire che occorra prepararsi a vedere i propri cari morire [2], io smetterei di pregare la madonnina e spingerei l’opinione pubblica a non distogliere l’attenzione da questi fatti. Al di là dello sdegno, la esorterei a fare chiedere ai propri politici perché quel premier ha detto quella frase, perché quella fondazione ha tenuto una simulazione a ottobre, riguardante la gestione dell’imminente (non probabile) pandemia di Corona Virus [3], perché alcuni libri sul Corona Virus sono usciti in un così perfetto timing (ad esempio, tre settimane dopo che si è diffusa l’epidemia in Italia? [4] )

E se questa pandemia che stiamo vivendo porterà a scomparire decine di milioni di persone, io mi chiedo, com’è possibile che ancora non abbiamo cambiato marcia?

Nella comunicazione, negli argomenti scelti per la discussione pubblica.

Occorre ripensare l’industria dell’informazione.

Si sappia o meno, l’impatto che ha il ruolo di un giornalista, di un conduttore di una trasmissione, di un comico o di un uomo di spettacolo sulle scelte e sui comportamenti del popolo sono enormi. Questi idoli anziché mantenere l’umiltà e indirizzare la popolazione verso riferimenti universali, hanno come categoria, e nel tempo, accresciuto narcisisticamente il loro ego e hanno contribuito ad una società rarefatta dal culto dell’artefatto. Ci troviamo ad avere una società dei consensi e di direzioni collettive decise sulla base di influenze provenienti da vuoti oratori e formose vaiasse.

Nessuno vuole indirizzare l’opinione pubblica su quanto detto dagli anzidetti premier? Nessuno vuole fare delle trasmissioni per investigare perché lo dice?

Nessuno lo vuole investigare in tempi utili?

Questa persona non ha fatto una boutade, questa persona è un premier di un governo e ha accesso a informazioni riservate, verosimilmente provenienti anche dagli uffici dei servizi segreti. Non è un opinionista che dice: “secondo me Bugo aveva ragione”.

Inoltre, affiancando quell’affermazione a quella di altre persone di potere, ai 30.000 soldati americani inviati in Europa, il j’accuse del portavoce del ministero dell’estero cinese contro gli USA [5], il tono allarmato dei tanti bulli mediatici nostrani, confrontato però con i dati che noi opinione pubblica abbiamo in mano, (ad esempio, l’Istituto Superiore della Sanità ha confermato che i morti per Corona Virus in Italia sono stati due! [6]), mi viene da pensare, a differenza di molti che etichettano queste voci come manipolazione e menzogna, a me viene da pensare dicevo, che forse invece questa gente sa qualcosa che noi non sappiamo.

Forse esistono dei piani lungo termine che hanno a che fare con un’epoca (digitale) da avviare in toto. Per cui o per il Corona Virus o per altro, effettivamente, qualcuno sa che ci siamo avviati in un epoca di pericolo e precarietà, per cui avremo a che fare con verità arcaiche come la presenza costante della morte.

La gente comune invece, nel frattempo, continua a pensare a cose frivole. Impreparata, si protegge con il proprio analfabetismo funzionale che ormai è diventato veramente pericoloso, qual’ora non volutamente distratta, perché ritenuta inadatta a confrontarsi con la verità.

Tutti questi giullari di corte, bulli e comportamentisti operanti, dovranno tenere conto della campagna di distrazione di massa che hanno portato avanti l’uno dopo l’altro con filmetti e palinsesti indegni evitando una preparazione strategica della nazione ad un governo autonomo della propria democrazia.

Chiedo se veramente vogliamo lasciare il dibattito civile esposto alla continua interferenza di influenze che provengono da persone di cui non sappiamo livello cognitivo, obiettività, parentele economiche, intenti propagandistici e che irrorano la società dei consensi sul sentimento onnipotente che questo mondo è comunque quello perfetto e in eterno benessere consumistico.

I comici che vengono utilizzati dalla rete ammiraglia per intervenire su tematiche difficili già per i professionisti, indirizzano comunque il sentimento collettivo di un’intera nazione che dovrebbe avere invece ben altri riferimenti.  

Mi chiedo  se davvero non vogliamo prendere l’opportunità di un cambiamento globale imminente per ripensare anche alla struttura sociale del consenso così come è trascinata oggi giorno. Una società che sia anziché spinta dalle virtù estetiche o oratorie, sappia riconoscere e diffondere competenza e onestà.

Nel frattempo, pensateci bene cari lettori… alla morte, intendo. Senza tabù.

Chiedetevi se siete a posto con voi stessi.

Visualizzate il momento in cui dovrete lasciare questa vita e provate a sentire cosa provate. Sale l’angoscia? Siete sereni? Siete dove avreste voluto essere? Succede quello che pensavate sarebbe successo? Ha senso la vostra vita?

Se sale l’angoscia, provate a capire cosa vi renderebbe più sereno e che cosa vi allontana da questa cosa, situazione, scelta?

Se siete sereni, chiedetevi cosa rende indispensabile questa serenità raggiunta.

Potete davvero bastare a voi stessi? Possono i vostri idoli rassicurarvi in quell’angoscia? Su cosa avete scommesso? Siete stati corretti? Coraggiosi? Generosi con i vostri compagni di viaggio? A chi avete parlato, ai vostri tempi o alla storia?

Cari lettori, so che non ve lo sareste aspettati, né ve lo sareste voluto sentir dire qui, in questo porto franco, letterario, lontano da elementi di fredda realtà, ma la morte, inteso come identità stessa della vita, è una di quelle verità arcaiche che, a dispetto della rarefazione umana che viviamo, è sempre, e sarà sempre, presente.

A chi non avete detto ti amo? Avete pensato alla vostra più bella vacanza? A chi non avete detto no? A chi non avete detto ancora scusa? Cosa vi appassiona? Cosa non state rispettando di voi stessi?

Iniziate a trovarvi del tempo per rispondere a queste domande.

Perché non importa quanto continueremo a costruire sublimazioni nevrotiche con tecnologie e salotti sociali per dimenticarcene l’esistenza, perché per quelle verità arcaiche, non basteranno questa volta 14 giorni per esorcizzarne la presenza.

Ad maiora.

Giorgio Gaber – C’è un’aria

[1] What Bill Gates is afraid of (al 44”) https://www.youtube.com/watch?v=9AEMKudv5p0

[2] Will it be enough? Boris Johnson says ‘MANY loved ones’ will die and tells people to stay home if they have a COUGH as he brands coronavirus ‘worst health crisis in a generation’… but still refuses to ban mass gatherings or shut schools https://www.dailymail.co.uk/news/article-8105763/Boris-Johnson-steps-coronavirus-response-Cobra-crisis-meeting.html

[3] CORONA VIRUS, CUI PRODEST? 

[4] Virus, la grande sfida. Dal coronavirus alla peste: come la scienza può salvare l’umanità https://www.ibs.it/virus-grande-sfida-dal-coronavirus-libro-roberto-burioni/e/9788817148856

[5] China Spins Tale That the U.S. Army Started the Coronavirus Epidemic https://www.nytimes.com/reuters/2020/03/12/world/asia/12reuters-health-coronavirus-china-usa.html

[6] Coronavirus: Iss, in Italia i decessi accertati finora per causa del Covid-19 sono solo due https://www.agenzianova.com/a/5e6bcf1da7fbe3.23491954/2851060/2020-03-13/coronavirus-iss-in-italia-i-decessi-accertati-finora-per-causa-del-covid-19-sono-solo-due?fbclid=IwAR3SIft_xXHvfSExcIveKP8sJAitGM99symNEmEs0u4lrYIdlTXTxBn6MTo

OSSEQUI ALL’IMMATURITA’ (L’ESPERIMENTO MILGRAM) – II EDIZIONE

Rispolvero questo mio articolo scritto a metà Ottobre del 2017, OSSEQUI ALL’IMMATURITA’ (L’ESPERIMENTO MILGRAM) in quanto credo sia ancora di attualità.

Mi pulisco le lenti. Questo per me è meditare: tornare a vedere chiaro. Riafferrare la propria visione sulle cose, riconoscere il suono della propria voce. Qualcosa che mi rende sereno.

La polvere che sollevo dalla mia anima durante la recitazione del mantra diventa un racconto di idee ben distinte che riesco a visualizzare sul foglio. Grano per grano riconosco concetti in una prospettiva personale che con un pò più di sforzo traggo in un senso di dimensione generale. Girovago, senza patria, mi rendo conto che le caratteristiche dell’ambiente storico e temporale continuano a dialogare con la volontà del singolo affinché specifiche possibilità e tipici limiti forgino individui irripetibili. Eppure, dubito che gli uomini e le donne di quest’epoca ci tengano a sancire l’affrancamento dalle narrative ereditate dal passato verso nuovi orizzonti di progresso.

Ho sempre avuto la forte consapevolezza di avere una voce mia sul mondo. Tuttavia, nel mondo, ho fin da subito percepito il pericolo di perderla, e quanto più apprezzavo la solitudine più era facile ritrovare la mia voce. Eppure, non ho mai rinunciato a vivere attivamente cercando nell’integrazione degli opposti la chiave di lettura per vivere in un equilibrata alternanza di partecipazione e analisi. Convinto che nella partecipazione giacesse il calore che mi fa sentire umano, mentre nell’analisi la libertà che mi fa sentire individuo.

Cani o Gatti, con la lettera maiuscola ad indicare categorie, ben distinte. Profili di personalità chiari e distinguibili, posizionati in posizioni agli antipodi, con caratteristiche personali specifiche: gregari o indipendenti, di branco o solitari. Eppure, a un certo punto ho realizzato che mai nessuna persona fosse veramente e totalmente come un “Cane”, né mai nessuno fosse totalmente come un “Gatto”, indipendentemente dal suo tratto naturale.

La lettura realistica dell’integrazione degli opposti porta a rendersi conto che individui tendenzialmente portati all’affiliazione e naturalmente capaci di soddisfare questa tendenza, pur sempre conservano dentro di sé una profonda esigenza di unicità, identità originale e creativa espressione di sé che, non naturalmente sono in grado di soddisfare. Il diventare adulti e non fermarsi a falsi sé, richiede uno sforzo, un lavoro attivo di completamento di una natura che è incompleta, ma desiderosa.

All’opposto, una persona con una tendenza naturale all’indipendenza e, naturalmente dotata di sufficienti mezzi per assolverla, d’altra parte possiede un senso profondo di appartenenza che tuttavia non è naturalmente in grado di soddisfare. Affinché non vagabondi consumatore sequenziale di nevrotico godimento dovrà lasciare spazio alla realizzazione del suo opposto.

Sia l’uno che l’altro, il Cane o il Gatto, infatti riconoscono la bellezza della dote dell’altro, ma spesso “si guardano in cagnesco”, o “soffiano l’un l’altro”.

Chi ha realizzato il senso di appartenenza ha spesso costruito, attraverso il suo vissuto, la convinzione che questa dovesse essere raggiunta abdicando al proprio desiderio di indipendenza, e spesso riconosce l’indipendenza nell’altro che avversa duramente se “gliela mostra” con tutta la forza della testimonianza di un’altra vita.

Chi ha la libertà spesso la raggiunge da un percorso opposto: una volta nella propria vita ha riconosciuto che dovesse sacrificare il calore di una relazione per mantenersi nella verità di se stesso. Ha fatto questo rinunciando al senso di appartenenza, una delle componenti, equamente caratterizzanti la natura umana, ma nella sua tipologia di “Gatto” tendenzialmente meno vigorosa. 

Entrambi i percorsi portano ad una frustrazione e alienamento sofferenti. Come due elettroni che nel loro verso di rotazione avendo spin orari o antiorari, “vedono le stesse cose del mondo ma in una sequenza di immagini opposte”.

Forse, diventare grandi, crescere, diventare fedelmente se stessi, seguire la propria tendenza naturale per comprendere ciò di cui più manchiamo per essere veramente noi stessi – ciò che siamo in potenziale destinati ad essere – è proprio questo riconoscere di essere anche la minoranza dentro di noi.

Girare in senso orario, poi in senso antiorario e viceversa, fino a vincere lo spin e creare un senso che che vada oltre esso. Rispondere a questa esigenza di essere minoranza, coltivando al meglio ciò che non ci viene naturalmente al meglio e con un desiderio vivo, tenace di diventare pienamente ciò che siamo nel percorso della nostra vita, potrebbe essere la strada verso la vera realizzazione.

Qualcuno ha esagerato tuttavia con il panem et circenses ed oggi non si sentono più discorsi sulla ricerca della verità e della propria vocazione.  La seduzione del potere fuorvia tutti, sia quelli che non lo raggiungono sia quelli che lo raggiungono. 

Eppure c’era un tempo in cui i giovani facevano a botte quando si sentivano dare del moccioso dai pantaloni corti e non vedevano l’ora di contribuire a risolvere i problemi della loro storia. Sognavano di diventare medici, scienziati, ingegneri per entrare a servizio del loro tempo. In quelle epoche il sapere non era parcellizzato e i campi del sapere erano trasversalmente visitabili così che non è raro leggere filosofi che fossero anche matematici, medici competenti antropologi viaggianti per il mondo e che ambivano a conoscere da vicino le diverse civiltà, oltre che imparare una mnemonica tassonomia. Ovvero non per ostentare souvenir, ma per crescere.

Il fatto di essere nati in occidente in quest’epoca storica vorrà dire sicuramente avere dei limiti, dei vincoli, un perimetro esistenziale, tipici e irripetibili. L’Occidente è una porzione di reale in cui femminile e maschile, trauma e memoria, sogno e dovere, solitudine e appartenenza, progetto e spontaneità, bene e male, potere e debolezza, vita e morte sono coppie di nemici violenti che frammentano le interpretazioni dell’individuo e trasformano le collettività in masse.

L’uomo e la donna sono indirizzati in scissioni insalubri, e insaziabili. Si accontentano di scegliere cocktail consolatori che il ventunesimo secolo prepara loro in svariati gusti, confezioni e colori.

La nostra sensazione infantile di onnipotenza è coccolata, ricercata e mai contraddetta, in continui ossequi alla nostra immaturità.

Gli effetti del capitalismo si protraggono in una cultura che educa uomini e donne non a conoscere loro stessi e diventare la propria massima espressione, equilibrata e piena, bensì dalla esigenza di essere efficienti elementi dell’ingranaggio economico, sociale, educativo, politico e scientifico.

Presto e chiaramente, scegliamo la tuta blu, il camice bianco, la camicia bianca, le stellette.

Gli attestati e  i titoli universitari sono totem a cui affidare la nostra identità. Un arrivo e porto sicuro, quasi mai rimesso in discussione. E ancora una volta lo spin originario non è mai stravolto.

Durante lo sviluppo, un individuo di questo occidente e di questo tempo sente chiara la tensione tra il suo dentro e il fuori, tirato tra desideri e richieste, individualità e aspettative.

Sballottato in lotte continue tra Amore e Utile, Socialità e Individualità, Conformismo e Autenticità. Diventa presto seguace dell’uno o dell’altro polo.

Così si sceglie la casacca di musulmano, cristiano, buddista, ateo, ingegnere, psicologo, poeta o guerriero. Perdendo quasi subito l’infanzia e sottovalutando l’adolescenza.

In virtù di ruoli adulti da ricoprire, estendiamo così il nostro vuoto  fatto di indiscutibili certezze, fino alla cosiddetta età della maturità. Diventiamo anche noi famelici divoratori di personalità, divorati a nostra volta dalla rinuncia alla nostra vera personalità.

Diventati parziali, specializzati, ci mettiamo in fila vibranti e insaziabili per consumare quei prodotti che la cultura di questo tempo ci offre. E la macchina del tempo che doveva portarci lontano, ci ha inchiodato al punto di partenza. 

La produzione dei pezzi che servono per costruirla è diventata più importante di dove dovevamo andare. Ogni scelta è dominio del libero arbitrio in quanto uomini, ma nei nostri ruoli di costruttori di pezzi, in realtà la nostra effettiva libertà è costretta in una fitta organizzazione onnipresente fatta di persuasione e sudditanza, al sapere e al potere.

Se solo avessimo il coraggio di aver paura, di rinunciare al tutto e smettere di correre sempre per fuggire quella sensazione che una volta avevamo sentito e che ci ha testimoniato che volevamo andare nella parte opposta.

Se solo avessimo il coraggio, di smettere di spostarci per inerzia. Fermandoci, accettando la natura della dualità.

Da li riusciremmo a ripartire con una nuova prospettiva.

Il Panem et Circenses ha affollato la nostra cultura popolare così che non abbiamo più spazio per dialogare di questi argomenti. Non abbiamo più piacere di dialogare con gli uomini e le donne che hanno fatto la storia del progresso umano, per capire dove andavano loro e dove andiamo noi.

In seguito alla seconda guerra mondiale uno psicologo statunitense volle esperimentare l’influenza dell’autorità e scoprì come indipendentemente dall’istruzione e dal mestiere, indistintamente, le persone tendessero a seguire totalmente i comandamenti dell’autorità.

Anche se questi vanno contro la volontà e la vita di un altro individuo. La cieca richiesta dell’autorità pressa e spinge all’esecuzione, comunque. In virtù della necessità di una buona riuscita di qualcosa di più grande del singolo, ormai avviato e molto importante, imponente.

In quell’esperimento, chi faceva le veci del professore, dell’autorità riconosciuta, sottolineava l’impossibilità di sottrarsi all’esperimento una volta iniziato e questo richiamo era sufficiente al partecipante per far passare in secondo piano il dolore e la volontà esplicita di un altro essere umano.

Milgram, lo psicologo autore di questo esperimento, era di origine ebraiche ed era stato fortemente colpito dagli eventi dell’olocausto tanto che si era prefissato di cercare di capire con questo esperimento come uomini comuni, con una propria dignità e sistema valoriale, potessero seguire ordini contro la dignità di altri uomini.

Nell’esperimento il sessantatré percento finì l’esperimento obbediendo totalmente all’autorità, il trentasette percento invece non lo fece. Condizioni sperimentali identiche, cosa cambiava?

Ancora ad oggi non si è riuscito a capire.

A mio parere, sta nell’impostazione macrosistemica: una volta accettato il gioco dei ruoli è difficile ricordarsi di essere altro, oltre alle limitate possibilità del gioco stesso; e che soprattutto, siamo essere umani oltre le “persone” che indossiamo.

In quanto essere umani abbiamo il diritto di scegliere, fare esperienza, lasciare e riprendere un nuovo cammino.

Le delusioni e i fallimenti hanno da sempre costituito la fonte di uno scatto di reni che fin dai tempi della ruota han portato l’umanità a scoprire e progredire. Il consesso umano si è mosso così in un alternarsi di discese e risalite verso grandi gradi di consapevolezza e ancora, grandi fallimenti.

Non è verità nuova che nuove conoscenze dell’animo umano diventino strumento di pochi che le usano per indottrinare, disciplinare e punire i molti.

Qualcuno sfrutta da sempre la scia di chi crea strade nuove.

Dalla notte dei tempi, nel grande gioco dell’umanità, ci sono sempre stati i ricercatori, che quasi sempre si definivano ricercatori delle cose inutili, e i pragmatici che ne hanno invece sempre colto il valore e ne hanno sfruttano tutti gli effetti.

Oggi questo modello storico è destinato a non funzionare più perché tutti siamo chiamati a trarre il meglio delle nostre diversità e genuinamente riconoscerci come fratelli responsabili l’uno dell’altro.

Così la prossima volta che qualcuno ci imporrà un ruolo e ci dirà “attenzione alunno, il tuo insegnante sta per iniziare il test” gli risponderemo:

“Zio, rilassati,

è un gioco”

RIFERIMENTI

“Mantra” https://en.wikipedia.org/wiki/Mantra

Blue/White Collar https://en.wikipedia.org/wiki/Designation_of_workers_by_collar_color

“Panem et circenses” https://it.wikipedia.org/wiki/Panem_et_circenses

“Spin” https://it.wikipedia.org/wiki/Spin

Persona dall’etrusco phersu=maschera https://it.wikipedia.org/wiki/Persona_(filosofia)  

5 Onde di Kondratiev https://it.wikipedia.org/wiki/Onde_di_Kondratiev 

Behavioral Study of Obedience, Stanley Milgram, 1963

The Milgram Experiment 1962 – Full Documentary

CONVERGENZE SOCRATICHE

Mi fa piacere incorrere in video come questo [1] in cui liberi pensatori dotati di intelligenza critica, non prezzolati e quindi autonomi, narrano come sia legittimo porsi dei dubbi, e praticamente ripercorrono esattamente il ragionamento che facevo nel mio CONFORMISMO INFORMATIVO, YES MAN E CORONA VIRUS[2] e ancora prima in CORONA VIRUS, CUI PRODEST? [3].

Queste convergenze socratiche, di persone che non riempiono i buchi di narrazione mainstream ma ci guardano dentro, non può vuol dire che una sola cosa: ovvero, che chi ragiona e pone l’attenzione su dati di fatto arriva a farsi pensieri convergenti. Ognuno con la sua dialettica narrativa e la sua posizione culturale ovviamente. Una nazione che si reputi tale, deve partire da queste differenze e costruire informazione e conoscenza.

In questo articolo vorrei riportare i contributi in cui fin’ora mi sono imbattuto e che reputo interessanti nell’ottica di raccogliere dati oggettivi per costruire un antidoto contro l’inerzia di un pensiero di maggioranza, che si è formato prematuramente, superficialmente e a tratti si manifesta aggressivo [4] [5].

Tanti dati convergono e un senso civico vero mi porta nel mio piccolo a fare del servizio pubblico e agevolare i lettori nella raccolta di versioni alternative, ma solide e lucide. Del resto questo è sempre stato questo spazio: uno strumento per fare cambiamento culturale dal 2008 a questa parte.

Diffidate pertanto di chi risponde con rigidità intellettuale a chi cerca genuinamente la verità dei fatti ponendosi dei dubbi: i dati sono tanti, e fa specie che non si lavori, collettivamente, in quanto sistema paese, per mantenere l’attenzione su questi dati.

Oltre all’investigazione oggettiva di chi ha proposto di investigare l’ipotesi di attacco batteriologico [6], si aggiunga questo dato: pare che nel 2017 la Banca Mondiale sia uscita con dei Pandemic Bonds [7] per cui qualcuno (e stiamo parlando di smart money [8]) avrebbe guadagnato nello scenario di una pandemia di Corona Virus e se questa fosse durata almeno 12 settimane [9].

Si aggiunga che, chi investe nelle criptovalute [10], conosce bene e indica da anni una situazione di crisi economica e globale già avviata e che sarebbe scoppiata massimo nel 2020, e che avrebbe contestualmente abilitate la transizione dal sistema tradizionale finanziario al Fintech [11].

Sempre nella community di investitori ‘cripto’ (retail, non lo smart money citato prima), si era già diffusa ancor prima del caso Corona Virus (nello specifico, in corrispondenza delle tensioni tra USA e Iran di inizio anno [12]), l’idea che qualcosa sarebbe successo per giustificare il collasso ormai avviato dell’economia tradizionale (gli indicatori economici erano chiari già a fine 2019 [13]) e al contempo avviare la trasformazione (digitale) che inevitabilmente si sarebbe avviata contestualmente ad una crisi globale.

Si tratta di una trasformazione epocale, che cambia paradigmi, sociali, economici, industriali, educativi.

Le smart cities [14] si faranno, le digital pills [15] verranno date ai nostri anziani, le criptovalute sostituiranno il cartaceo (più avvezzo a costituire veicolo di trasmissione germi), e questo avverrà che si voglia o meno.

Purtroppo o per fortuna, è un trend inarrestabile e va da sè che qualche crisi strutturale per abilitare e confermare questo trend fosse fisiologica.

Questi sono i dati di fatto, si voglia o meno parlare in questi termini alle masse, o decidere di trattarli come bambini e spiegare loro come ci si lava le mani.

Passo e chiudo.

Ad maiora.

DIEGO FUSARO: Possibili agghiaccianti ipotesi su quel che sta capitando in queste ore!

[1] DIEGO FUSARO: Possibili agghiaccianti ipotesi su quel che sta capitando in queste ore! https://www.youtube.com/watch?v=C5ncHA_iaoA

[2] Conformismo Informativo, Yes Man e Corona Virus https://theliteraryport.com/2020/02/24/conformismo-informativo-yes-man-e-corona-virus/

[3] Corona Virus, Cui Prodest? https://theliteraryport.com/2020/02/23/corona-virus-cui-prodest/

4] Coronavirus, scontro tra virologi: Burioni attacca la collega del Sacco.https://www.repubblica.it/cronaca/2020/02/23/news/coronavirus_scienziati_burioni_gismondo_capua-249384299/

[5] Coronavirus, Gallera contro la professoressa Gismondo del Sacco: “Posizione singolare” https://www.liberoquotidiano.it/news/scienze—tech/13567573/coronavirus-gismondo-sacco-posizione-singolare-gallera-burioni-influenza-epidemia.html

[6] USA CINA: GUERRA BATTERIOLOGICA O COMPLOTTISMO? Diego Fusaro, Gabriele Vietti, https://www.byoblu.com/2020/02/20/usa-cina-guerra-batteriologica-o-complottismo-diego-fusaro-gabriele-vietti/

[7] Banca Mondiale e BIRS hanno emesso pandemic bonds nel 2017 per pandemie da coronavirus https://scenarieconomici.it/banca-mondiale-e-birs-hanno-emesso-pandemic-bonds-nel-2017-per-pandemie-da-coronavirus/

[8] Smart Money https://dizionari.repubblica.it/Inglese-Italiano/S/smartmoney.html

[9] Corona Virus e Bandemic Bonds, Dott.ssa Antonietta Gatti https://www.facebook.com/100001954987048/posts/3585709591504172/

[10] Critpocurrency, wikipedia, https://en.wikipedia.org/wiki/Cryptocurrency

[11] Tecnofinanza, wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Tecnofinanza

[12] Trump Warns Iran as Risk of Wider Armed Conflict Grows, https://www.nytimes.com/2019/12/31/us/politics/trump-iran-baghdad-embassy.html

[13] Alessio Rastani, Here’s PROOF a Recession is Coming, https://www.youtube.com/watch?v=trnXzPpxRbY

[14] Smart city, wikipedia, https://en.wikipedia.org/wiki/Smart_city

[15] Digital Pill, wikipedia, https://en.wikipedia.org/wiki/Digital_pill

LA VERSIONE NOSTRANA

Vorrei avvicinarmi con delicatezza a questa interpretazione dei fatti alternativa e sicuramente poco conciliante. Tuttavia, occorre coltivare il dubbio e non ricevere le narrazioni della maggioranza acriticamente e quando tutto il gregge corre all’impazzata imparare quanto meno a girarsi nella direzione opposta.

Qualora si guardasse bene in quella direzione si riuscirebbe spesso ad individuare un puntino lontano.

Chi conoscesse la sagoma di un lupo poi, giurerebbe di identificarlo facilmente. A quel punto conoscendo i comportamenti di quella specie uno andrebbe a pensare che un lupo dietro al gregge di pecore impazzito – e che corre in una direzione – significa che il gregge corre verso un branco [1].

Girarsi e guardare nella direzione opposta in cui spinge la psicosi di massa innescata per la diffusione del Corona Virus significa continuare a guardare a Codogno; e ancora di più ampiamente alla Lombardia tutta.

Significa comprendere il tessuto economico di quella terra, pensare ai suoi allevamenti ipertensivi. Capire gli atteggiamenti degli allevatori. Chiedersi se non esistano problematiche legate a virus animali in quel settore, e se non esistano traffici illeciti di vaccini spediti clandestinamente durante l’anno [1].

Occorrerebbe farsi domande. Ma la maggioranza italiana spaventa chi si fa domande, aggredendolo e tacciandolo di complottismo. Attenzione, nel macrosistema italiano, i cinici e i conformisti chiamano il dubbio e l’atteggiamento scientifico complottismo. Mentre di fronte a dei dati di fatto che confutano le tesi di maggioranza (ad esempio il presunto paziente zero che era stato in Cina era negativo, per cui non c’è paziente zero e pertanto non si ha una causa per la diffusione italiana…) non si avviano delle ricerche, dei dibattiti, dei confronti. Si sceglie bensì facilmente di aggredire chi invece se le fa. Forse vale il detto “punirne uno per educarne cento?”. Mortificarne uno che porta dubbi alla narrazione scelta per placarne cento, mille, milioni? Non mi interessa rispondere.

Purtroppo però quello in cui viviamo è un sistema paese abituato a parlare di farfalline inguinali e e dell’ingratitudine di certi amici che vanno ai festival importanti ma poi mettono i piedi in testa (cit.). Quella stessa gente che ha dato spazio a quelle tematiche puerili ora fa vedere come ci si lava le mani trattando gli interlocutori come dei bambini.

Vi esorto cari lettori a fermarvi, girarvi e guardare bene. Sono sicuro che il puntino lo vedrete anche voi.

Non fidatevi del gregge italiano che non si sa lavare le mani, e soprattutto, smettete di fare il gregge italiano caratterizzato da poca creatività e bassa trascendenza. Smettete di avere lo sguardo basso ed adattarvi automaticamente alla direzione che repentinamente cambia. Smettete di seguire consenso e preservazione della reputazione perché sono valori a breve termine.

Ecco, fatto questo pippotto, che vi assicuro poteva essere peggiore – giuro, sbraito ultimamente guardando sulla rete certe scene indegne (mascherine indossate a cazzo, bullismo scientifico, tutorial improbabili etc.)… Fatto questo pippotto dicevo, in sostanza l’articolo sarebbe finito.

Sì, perché vi vorrei rimandare ad un sito nazional-popolare, Dagospia, su cui mi han detto essere stato pubblicato un intervento di una persona autorevole, che ha avuto il coraggio di abbracciare una delle tesi di minoranza, ma molto sensate e verosimili. Se si riuscisse a informare la popolazione di questa narrazione interessante e sinceramente molto verosimile si farebbe sì servizio pubblico, non trattando gli italiani come cuccioli o barboncini.

Questa narrazione, tra l’altro, è identica ad un commento fatto in risposta al mio articolo Cui Prodest (lo trovate nei commenti) [1].

Mentre qui di seguito trovate quanto pubblicato su Dagospia [2]:

ALT! SENTITE COSA DICE A DAGOSPIA VINCENZO D’ANNA, PRESIDENTE DELL’ORDINE DEI BIOLOGI ITALIANI: “SEMBRA CHE IL NUOVO CEPPO DEL VIRUS ISOLATO A MILANO SIA DOMESTICO E NON ABBIA CIOÈ ALCUNCHÉ DA SPARTIRE CON QUELLO CINESE PROVENIENTE DAI PIPISTRELLI. UN VIRUS PADANO ESISTENTE NEGLI ANIMALI ALLEVATI NELLE TERRE ULTRA CONCIMATE CON FANGHI INDUSTRIALI” – “I CONTAGI SAREBBERO DUE: UNO PANDEMICO E L’ALTRO LOCALE. CI TROVIAMO INNANZI A UNA DELLE PIÙ GRANDI CANTONATE CHE LA POLITICA ITALIANA HA PRESO”

Dichiarazione di Vincenzo D’Anna, presidente ordine dei biologi italiani, raccolta da Dagospia

VINCENZO D’ANNA

Ecco allora un nuovo colpo di scena destinato a rendere ridicoli sia il panico che il caos sociale ed economico provocato dal nuovo Coronavirus: l’equipe del laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano ha isolato un nuovo ceppo del Covid-19 detto “italiano Ebbene,  sembra che tale virus sia domestico e non abbia cioè alcunché da spartire con quello cinese proveniente dai pipistrelli. Un virus padano, per dirla tutta, esistente negli animali allevati nelle terre ultra concimate con fanghi industriali del  Nord!!

Ecco spiegato perché nelle altre regioni il virus latita, come  già noto in letteratura (vedi Wu  et al. Cell Host & Microbe doi:10.2016 j.chom.2020.02.001,2020). Insomma i contagi  sarebbero due: uno pandemico a diffusione lenta attraverso i viaggi degli infettati, e l’altro locale. Quest’ultimo poco più che un virus para-influenzale, di nessuna nocività mortale se non per la solita parte “a rischio” della popolazione.

La stessa OMS ridimensiona il tiro e declassa il virus a poco più che un influenza, batte in ritirata anche Burioni che si scusa. In altri stati europei il virus non lo si trovava perché, semplicemente, si riteneva inutile cercarlo. Ma non è’ finita: si aggiunge la specificità territoriale del Coronavirus italiano che rende ancora più specifica la beffa nordista. Ci troviamo innanzi ad una delle più grandi cantonate che la politica italiana ha preso, nel solco di quella approssimazione che la caratterizza tutti i giorni. Ne escono male  le istituzioni sanitarie statali troppi asservite al conformismo, il silenzio di migliaia di scienziati, ricercatori ed accademici [2].

Diffondete!

p.s. Due più due fa sempre quattro, anche in Italia. E chi ragiona con la sua testa arriva alle stesse osservazioni.

[1] Corona Virus, Cui Prodest? https://theliteraryport.com/2020/02/23/corona-virus-cui-prodest/Questi virus girano semiclandestinamente soprattutto per il business dei vaccini per la zootecnia. Allevamenti iperintensivi. centinaia di migliaia di capi. Per questo vengono ingegnerizzati i virus. C’e’ un traffico poco controllato di materiale letale, vengono ingegnerizzati vaccini senza troppi test e misure di sicurezza e dati in pasto ad allevatori disperati pur di salvare l’allevamento. Un business enorme. ENORME”. pingo il 27 Febbraio, 2020 alle 6:08 pm

[2] Vincenzo D’anna su Dagospia https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ceppo-qualunque-ndash-alt-sentite-cosa-dice-dagospia-vincenzo-228397.htm

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ceppo-qualunque-ndash-alt-sentite-cosa-dice-dagospia-vincenzo-228397.htm

CONFORMISMO INFORMATIVO, YES MAN E CORONA VIRUS

L’immobilizzazione totale del paese che stiamo vivendo in questi giorni è il prezzo di una cultura di base che promuove la carriera di yes man [1].

Una certa forma mentis porta sempre a mettere la polvere sotto i tappeti anziché sollevare in tempo i dati di fatto impopolari che avrebbero però portato a fare dibattiti preventivi in tempi utili.

Queste persone si orientano inerzialmente e per conformismo alle idee, argomenti e temi più popolari del momento, svistando invece quelli strategici e non illuminando i colli di bottiglia della società.

Di fronte all’imprevisto la loro reazione è di intima paura e pubblica sicurezza. Persone sbagliate ai posti sbagliati. Avvocati che gestiscono la diffusione di virus senza avere le basi culturali opportune per comprendere in tempo la gravità e informare correttamente la popolazione ad avvenuta diffusione.

A New York, a Ottobre si facevano le “prove generali” di gestione della “pandemia” di corona virus [2]. Da noi si parlava del cazzaro verde.

Quando succede qualcosa che nessuno si aspetta (a torto) è normale che scoppi il panico: il sistema paese è completamente impreparato. La cultura nazionale è completamente inappropriata. Nei salotti televisivi non mandavano ricercatori, sociologi, pediatri, medici, a parlare alla popolazione di dati di fatto riguardanti temi che avrebbero interessato il benessere del paese (ad esempio come il Professor Di Bella [3]), ma cantanti melodici napoletani, narcisisti cronici, istrioni o iracondi aggressivi. Ignoranti che fanno audience ma non cultura.

La causa della diffusione di questo virus in Italia è ancora incerta e sconosciuta, e sicuramente a livello di preparazione, il che ne dicano giornalisti o assessori vari, l’Italia è senza risorse materiali e senza piani di emergenza adeguati.

Mi auspico che la popolazione faccia di necessità virtù e che in questa esperienza, comprenda come le istituzioni abbiano bisogno di gente con un profilo caratteriale basato su doti di coraggio e onestà intellettuale, capaci di portare alla luce, in tempo, dati scomodi anziché evitarli e conformarsi al pensiero di maggioranza. Persone che non abbiano paura del politicamente scorretto e che preferiscano i dati di fatto a falsi equilibri o campagne di comunicazioni populiste.

La classe dirigente che abbiamo oggi fa parte di una cultura vecchia, orientata al volemose bene e inadatta a confrontarsi con gli scenari del futuro. Composta da figli, cugini e lecca piedi di persone che conoscevano bene l’etichetta e le regole della casa da rispettare nella società italiana dagli anni ’60 ad oggi, e che hanno catechizzato serialmente generazione dopo generazione persone tutte uguali. Individui deboli ed accondiscendenti che sanno bene come comportarsi nelle riunioni che contano, governo dopo governo si riciclano e si ritrovano sempre nella pubblica amministrazione. Abili a non pestare mai i piedi degli uomini di potere, e garantirsi per loro una carriera assicurata. Questi fortunati incompetenti popolano un sistema di potere ormai da cambiare in toto.

Bertrand Russel diceva: “Il problema del mondo è che le persone intelligenti sono piene di dubbi, ma quelle stupide sono piene di certezze”.

Mi auguro che d’ora in poi smetteremo di mandare “stupidi” pieni di certezze alle istituzioni e inizieremo a promuovere invece una cultura popolare che stimi e supporti gente che coltiva il dubbio e non ostenta falsa sicurezza.

[1] Lezione giapponese: così gli Yes Men affossano le aziende https://st.ilsole24ore.com/art/management/2016-05-17/lezione-giapponese-cosi-yes-men-affossano-aziende-160542.shtml?uuid=ADGFxqJ

[2] About the Event 201 exercise http://www.centerforhealthsecurity.org/event201/videos.html

CORONA VIRUS, CUI PRODEST?

“Create the problem and offer the solution”[1] cioè creare il problema per poi offrire la soluzione, è una teoria che si sente usare in giro spesso per spiegare il verificarsi di alcune azioni non facilmente accettabili se non come, appunto, soluzione di un determinato problema, improvviso ed impellente.

Non voglio tuttavia soffermarmi su questo aspetto, né voglio usare questa prospettiva per analizzare quanto sta succedendo con il Corona Virus nel mondo in questi giorni. Vorrei però, ricordare dei dati di fatto che la narrazione inerziale e condivisa mainstream, difficilmente rotta né arricchita da altri punti di vista, sta volutamente evitando per garantire consistenza ad una narrazione dei fatti verosimile, ma non necessariamente veritiera.

Tralasciando il fatto che Whuan fosse una città che ospitava un grosso centro di virologia [2] in cui si conducevano studi immunologici riguardanti HIV, HCV etc.[3], tralasciando anche il fatto che qualche mese prima dell’esplosione del contagio di corona virus, in un’altra città – New York – si fosse condotto l’Event 201, una simulazione di gestione di ipotetica pandemia proprio di Corona Virus [4] …. Tralasciando questi dati di fatto dicevo – che comunque rimangono dati di fatto e che quindi, quanto meno, dovrebbero essere portati al centro di una narrazione oggettiva nazionale che voglia mantenere la cultura popolare il più vicina al vero delle cose e non farcita – per l’ennesima volta – da “bugie di stato” – vorrei in questo articolo invece soffermarmi solo su due dati di fatto in particolare.

Nel 2014 Beatrice Lorenzin, in virtù di ministro della salute, prende accordi con gli USA per fare diventare l’Italia capofila di una sperimentazione su i vaccini che sarebbe dovuta durare 5 anni [5]. Inoltre, se uno considera che l’Italia nella diffusione del Corona Virus in pochi giorni è diventato primo paese in Europa come numero di contagiati e se contemporaneamente si ricordasse della vocazione ai vaccini che questo paese ha avuto in passato, potrebbe avere la tentazione di provare a mettere insieme una qualche narrazione che unisca logicamente i due dati.

Io non lo faccio, e non mi interessa abbozzare fiochi scenari ipotetici sulla base di dati poco divulgati e poco discussi, tuttavia mi fa specie che tali dati di fatto vengano completamente ignorati e non riportati all’attenzione della popolazione o, se laddove portate al dibattito pubblico, congedate superficialmente come una delle tante inezie da complottisti [6].

Che un privato cittadino non sapesse dell’Event 201 [4], finanziato dalla Bill Gates Foundation, passi, ma che fonti giornalistiche nemmeno lo citino all’interno della narrazione condivisa non fa bene alla ricerca di una verità storica.

Considerato l’effetto devastante sull’economia, di una difficilmente arrestabile ipotetica epidemia, e che indicatori economici già da svariati mesi indicavano una crisi economica globale avviata – principalmente a partire proprio da Cina e Usa – si potrebbe ipotizzare che una pandemia accompagnerebbe con una giustificazione estrinseca un evento inevitabile (la crisi economica globale) ed intrinsecamente causato – dalla struttura stessa economica ormai al capolinea e da riprogettare.

Nuove tecnologie digitali, nuovo sistema finanziario, nuovi vaccini infatti… saranno messi in uso in uno scenario di gestione della crisi globale, e una riprogettazione del sistema sociale globale, che dia totale spazio alla trasformazione digitale sarà effettivamente resa possibile. Che questo sia uno scenario per cui qualcuno si stava preparando e altri no è un dato.

Lungi da me suggerire che i first movers in determinati mercati emergenti debbano essere quelli che fanno in tutti i modi di favorirne la diffusione, tuttavia quando uno pensa che l’istituto di virologia di Wuhan, città da cui parte la pandemia di Corona Virus, aveva da tempo legami con la fondazione Melinda e Bill Gates [7], e che questa è la stessa fondazione che ad ottobre organizzava un evento ad invito coinvolgendo gli stakeholders più potenti e preparati sul tema epidemia e vaccini, per individuare delle azioni di risposta ad una pandemia di corona virus – che reputavano non ipotetico, ma imminente – qualche domanda la dovrebbe sollevare.

Lasciamo perdere la voglia di unire questi puntini complottisti, lasciamo perdere i dati di fatto anzidetti, tuttavia, chiediamoci soltanto: tutto questo “cui prodest?” [8]

[1] The Coronavirus – David Icke https://www.youtube.com/watch?v=71bMLC7fUNw

[2] China ‘appoints its top military bio-warfare expert to take over secretive virus lab in Wuhan’, sparking conspiracy theories that coronavirus outbreak is linked to Beijing’s army https://www.dailymail.co.uk/news/article-8003713/China-appoints-military-bio-weapon-expert-secretive-virus-lab-Wuhan.html

[3] WUHAN INSTITUTE OF VIROLOGY, CAS – Brief Introduction http://english.whiov.cas.cn/Research2016/Brief_Introduction2017/

[4] About the Event 201 exercise http://www.centerforhealthsecurity.org/event201/about

[5] L’Italia capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale https://www.aifa.gov.it/-/l-italia-capofila-per-le-strategie-vaccinali-a-livello-mondiale

[6] USA CINA: GUERRA BATTERIOLOGICA O COMPLOTTISMO? Diego Fusaro, Gabriele Vietti https://www.byoblu.com/2020/02/20/usa-cina-guerra-batteriologica-o-complottismo-diego-fusaro-gabriele-vietti/

[7] Experts of public health from 10 African countries visited WIV, CAS http://english.whiov.cas.cn/Exchange2016/Foreign_Visits/201811/t20181121_201447.html

[8] CORONAVIRUS: LA VERITA’… Marcello Pamio – www.disinformazione.it https://www.youtube.com/watch?v=Zqi7Bzy-E20

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (LA PAURA MANGIA L’ANIMA)

OGGI UN PEZZO DARK, DA PAURA, PERCHE’ DA PAURA E’ L’OGGETTO DI QUESTO PEZZO: LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE!

(PEZZO IN LINEA CON LE ATMOSFERE NERE DI HALLOWEEN!)

Ti sei esposto alla luce mantenendo la tua eleganza.

Certi momenti sono quelli migliori del viaggio.

Quando hai fatto tutto e rientri.

Quando il pensiero corre più del filo logico che possa restuitrgli una continuità.

Gli spiragli sono chiari e le intuizioni giungono alla mente come raggi di sole sul volto.

In quei momenti ti rendi conto che rincorriamo un’identità disperatamente. Ne abbiamo bisogno.

L’identità è ciò che ci connette al senso della vita e in un certo senso è il senso della nostra vita pur se essenzialmente una diffusa assenza di identità si traduce quasi sempre nell’ostentazione dell’identità. La maggior parte delle volte la si scambia con il lavoro, ma si tratta di identità piccole (per dirla col Buddismo, di piccoli sè) che limitano la nostra illimitata creatività.

Il mio piccolo sè ad esempio, lavora in PA e non è senz’altro contento della tendenza all’atteggiamento di cinismo verso il proprio lavoro che è diffuso tra i dipendenti.

Consegue una debole cooperazione per l’implementazione di nuove proposte che hanno comunque vita breve e vengono quasi subito rispedite al mittente rinforzando in chi propone e in chi “osserva all’uscio”, un atteggiamento prudente e conservatore.

Si rientra ben presto nella sicura ma inutile routine. 

Tutti si lamentano, tutti vorrebbero un cambiamento, ma quando questo arriva fanno un passo in dietro, per schiavarlo. 

Del resto la cultura della critica e del conflitto incombe e non lascia spazio alla ricerca di cooperazione, necessaria per dare vita a intuizioni che pur non mancano.

Lo sguardo è basso e le carezze o il calcio in culo, vengon sempre dall’alto.

“La paura mangia l’anima” citava un film tedesco degli anni ’70. Questo è l’anima nera di questa macchina pubblica fatti di uffici intrisi di paura, in cui il rischio di rompere procedure inutili attenaglia la creatività

e il pensiero critico.

Rifuggi il cinismo,

la mancanza di dialogo,

l’assenza,

le attività inutili.

la paura,

il controllo

e il calcio in culo,

perché ricorda:

la paura mangia l’anima.

Namasté

E chi l’ha detto che in certi luoghi non possa nascere una poesia. Il giusto stato d’animo, anche nei più bui uffici di lavoro, rende una risposta banale una poesia.

Là, dove finisce

la tua critica

inizia

la bellezza dell’armonia