CONFORMISMO INFORMATIVO, YES MAN E CORONA VIRUS

L’immobilizzazione totale del paese che stiamo vivendo in questi giorni è il prezzo di una cultura di base che promuove la carriera di yes man [1].

Una certa forma mentis porta sempre a mettere la polvere sotto i tappeti anziché sollevare in tempo i dati di fatto impopolari che avrebbero però portato a fare dibattiti preventivi in tempi utili.

Queste persone si orientano inerzialmente e per conformismo alle idee, argomenti e temi più popolari del momento, svistando invece quelli strategici e non illuminando i colli di bottiglia della società.

Di fronte all’imprevisto la loro reazione è di intima paura e pubblica sicurezza. Persone sbagliate ai posti sbagliati. Avvocati che gestiscono la diffusione di virus senza avere le basi culturali opportune per comprendere in tempo la gravità e informare correttamente la popolazione ad avvenuta diffusione.

A New York, a Ottobre si facevano le “prove generali” di gestione della “pandemia” di corona virus [2]. Da noi si parlava del cazzaro verde.

Quando succede qualcosa che nessuno si aspetta (a torto) è normale che scoppi il panico: il sistema paese è completamente impreparato. La cultura nazionale è completamente inappropriata. Nei salotti televisivi non mandavano ricercatori, sociologi, pediatri, medici, a parlare alla popolazione di dati di fatto riguardanti temi che avrebbero interessato il benessere del paese (ad esempio come il Professor Di Bella [3]), ma cantanti melodici napoletani, narcisisti cronici, istrioni o iracondi aggressivi. Ignoranti che fanno audience ma non cultura.

La causa della diffusione di questo virus in Italia è ancora incerta e sconosciuta, e sicuramente a livello di preparazione, il che ne dicano giornalisti o assessori vari, l’Italia è senza risorse materiali e senza piani di emergenza adeguati.

Mi auspico che la popolazione faccia di necessità virtù e che in questa esperienza, comprenda come le istituzioni abbiano bisogno di gente con un profilo caratteriale basato su doti di coraggio e onestà intellettuale, capaci di portare alla luce, in tempo, dati scomodi anziché evitarli e conformarsi al pensiero di maggioranza. Persone che non abbiano paura del politicamente scorretto e che preferiscano i dati di fatto a falsi equilibri o campagne di comunicazioni populiste.

La classe dirigente che abbiamo oggi fa parte di una cultura vecchia, orientata al volemose bene e inadatta a confrontarsi con gli scenari del futuro. Composta da figli, cugini e lecca piedi di persone che conoscevano bene l’etichetta e le regole della casa da rispettare nella società italiana dagli anni ’60 ad oggi, e che hanno catechizzato serialmente generazione dopo generazione persone tutte uguali. Individui deboli ed accondiscendenti che sanno bene come comportarsi nelle riunioni che contano, governo dopo governo si riciclano e si ritrovano sempre nella pubblica amministrazione. Abili a non pestare mai i piedi degli uomini di potere, e garantirsi per loro una carriera assicurata. Questi fortunati incompetenti popolano un sistema di potere ormai da cambiare in toto.

Bertrand Russel diceva: “Il problema del mondo è che le persone intelligenti sono piene di dubbi, ma quelle stupide sono piene di certezze”.

Mi auguro che d’ora in poi smetteremo di mandare “stupidi” pieni di certezze alle istituzioni e inizieremo a promuovere invece una cultura popolare che stimi e supporti gente che coltiva il dubbio e non ostenta falsa sicurezza.

[1] Lezione giapponese: così gli Yes Men affossano le aziende https://st.ilsole24ore.com/art/management/2016-05-17/lezione-giapponese-cosi-yes-men-affossano-aziende-160542.shtml?uuid=ADGFxqJ

[2] About the Event 201 exercise http://www.centerforhealthsecurity.org/event201/videos.html