“Mangiamo come si deve”, “Parliamo come si deve” “Parliamo di arte e letteratura come si parla di arte e letteratura”. La dittatura del “si”, cioè dell’uniformità di tutti noi, forse non è successa per caso, perché un popolo uniforme, poi lo uniformi”. Cit.
Parole critiche, dirette contro il cuore della società stessa. Scagliate da un’anima nobile che contribuisce a distruggere il sistema, gli apparati, il conformismo….
… è davvero così?
Mi viene in mente una riflessione controintuitiva.
IL SISTEMA, L’ANTISISTEMA, IL PERSONAGGIO E L’INDIVIDUO
Io non credo che azioni fatte all’interno del sistema, contro il sistema, siano tanto contrarie e nocive al sistema stesso, anzi.
Le disarmanti e indiscutibili verità narrate da certi filosofi sono parole rivoluzionarie nei confronti del sistema, ma limitate in una sua nicchia dal suo apparato comunicativo (che invece rende virali altri personaggi improbabili) e pertanto, rimangono una catartica parentesi disconnessa dalla vita quotidiana.
Il filosofo che le produce diventa un personaggio, egli stesso diventa alla fine un prodotto che alimenta la prosperità del sistema.
Lo scagliarsi contro il sistema, l’essere anti, costituiranno il perché della sua popolarità. Egli diventerà un personaggio stimato e autorevole nella stessa società verso la quale si scagliava con i suoi fendenti. E lo diventerà proprio per essersi proposto anti sistema. Dunque il criticato, il conforme, il sistema, alimenta la critica, l’anticonforme, l’antisistema, e viceversa. La società continua a non ricevere gli spunti di critica bensì li sfrutta per alimentare il suo cuore pulsante: il profitto.
Certe verità caustiche e critiche della società moderna trovano spazio e tempo nel discorso della società moderna, come hanno posto e tempo un fine settimana al mare dopo 5 giorni lavorativi o il carnevale di Rio a Rio.
Presentazioni, conferenze, seminari contro il sistema, diventano prodotti del sistema stesso, organizzati né più né meno come si organizzano tutte le altre attività.
Per di più c’è da fare un ulteriore passaggio che ci porta ad affermare che non solo l’anti-sistema alimenta il sistema, contro cui si scaglia, ma ne è a servizio.
Le persone che sono socialmente accettate oggi, e che costituiscono quindi il tessuto sociale sono espressione di dinamiche innestate nella società così com’è strutturata oggi. In altre parole, lo status sociale lo si acquisisce sin dall’età scolastica, e lo si acquisisce da chi ci precede, dal modo di pensare di chi ci precede.
Ne consegue che anche gli “ambasciatori” delle correnti alternative e critiche del sistema, paradossalmente sono comunque frutto del sistema stesso.
Pur ammettendo che vi possa essere in un dato momento una forza veramente antisistema, alla lunga, un levigatore invisibile, modella i leader di domani identici a quelli di ieri e non c’è scampo: anche correnti in origine veramente nuove, verranno popolate da ricciolini bellocci, dal sorrisone disarmante; che erano già capi di movimento ancor prima di essere capi di movimento.
Così simili all’archetipo sociale di uomo di successo, della società in cui vivono, certe persone, sono scelte non da persone e professionisti, ma dall’ “inconscio collettivo”. Troveranno spazio perché per loro c’è spazio. Un pò come in quel gioco che facevamo da bambini di trovare la giusta collocazione di un parallelepipedo nella fessura corrispondente in una matrice di legno preparata con le diverse forme geometriche.
Allo stesso modo la cultura in cui viviamo è preparata da libri, film, comunicazione, media prodotti, distribuiti, finanziati, da chi il dettame tecnologico del profitto lo conosce bene. Non è certo un afflato artistico, critico e antisistema che produce quel libro antisistema, ma una rete di leader e capi capaci di sfruttare e fare funzionare i processi distributivi, produttivi, finanziari, che altro non sono che il sistema stesso.
Se mi hai seguito fino a questo punto, facciamo un altro passaggio.
La tua collocazione nel sistema, il tuo stile e come ti percepiscono gli altri, nella società delle relazioni è stato definito ancor prima che tu potessi esprimere totalmente le tue risorse. Questo è stato scelto da chi ti ha cresciuto, genitori, maestri, allenatori etc. Dall’opinione che loro si erano fatti di te.
Lo status raggiunto in classe elementare, ad esempio, è molto più importante di quanto sia il suo effetto sulla fase della vita in cui si colloca. Pur se limitata al periodo in cui siamo studenti, quella esperienza diventa una posizione precisa della tua espressione relazionale, nel tessuto sociale di cui la classe è solo un simbolo.
Lo stile con cui abbiamo partecipato ai giochi, l’interazione che abbiamo avuto con l’insegnante e gli altri bambini durante le lezioni, il modo in cui abbiamo creato relazioni ed il ruolo che abbiamo ricoperto in quella relazione, prendono forma in dinamiche psicologiche individuali e relazionali dell’adulto che saremo.
Pensare a queste cose crea ansia lo so, ma io vi incito comunque a riflettere che In quella fase della nostra vita si formano posture sociali che ci accompagneranno per tutta la nostra vita di relazione come quella della schiena, delle nostre gambe o delle nostre spalle.
La qualità di queste relazioni è molto importante, e influenza le nostre abilità relazionali sia che esse siano primarie (all’interno della nostra famiglia), secondarie (negli ambienti extra familiari), con persone gerarchicamente superiori a noi, o con i pari.
Ecco che l’apparato, fatto da ingegneri, avvocati, educatori, economisti, influenza in un effetto a cascata (dal livello macro a quello micro) ogni ecosistema sociale costruito. Persino la relazione tra i pari, a partire dalle scuole elementari è influenzato dal contesto, e presto l’individuo si identifica con uno status sociale che si porterà molto probabilmente per tutta la vita: bambino accettato, rifiutato, trascurato o controverso (in questo modo li categorizza una certa Psicologia dello Sviluppo).
Di fronte una tale predestinazione subentra un certo sconforto ed è inevitabile.
Eppure, la soluzione c’è, ed è semplice: smettere di pensare che tu sia la tua maschera sociale. La tua storia. Le tue convinzioni interiorizzate. Smettere di credere che un nome, un leader, un nuovo personaggio prodotto dal sistema sistemerà le cose. Lasciare che gli uomini di sistema giochino con le formine e cambiare gioco. Il tuo.
C’è qualcosa di più grande delle relazioni sociali e del sistema, degli apparati che lo costituiscono. Sono le dimensioni intime, invisibili, che non si manifestano negli apparati.
Dovremmo coltivare (e proteggere), quelle lì. Con lo studio, la lettura, la scrittura, il canto, la meditazione, alimentare la relazione con noi stessi, e con l’amore e l’empatia alimentare quella con gli amici, genitori, fratelli, con la nostra o il nostro compagno.
Quanto più saremo ancorati ai dubbi delle nostre dimensioni intime meno saremo persuadibili dalle certezze del sistema sociale.
…. ah, e per voi personaggi, leader, fari delle masse, c’è soluzione? Sì.
Ammesso che queste cose non le abbiate già davvero capite e che non alimentiate questa contraddizione di fondo della società moderna per vostro profitto personale, anche voi avete una via di uscita: smettete di essere personaggi. Smettete di identificarvi con la vostra forma sociale di leader, capi etc.
Rifiutate di farvi affibbiare il compito di fari delle masse. Fate la vostra impresa, scrivete il vostro libro, ispirate le masse e tornate al vostro orticello. Riconoscete che eravate ispirati, non diventate mestieranti. E continuate a dire alla gente che si ostina a guardare il vostro dito, di rivolgere lo sguardo alla luna.
(p.s. se accettate la casellina che predecessori simili a ciò su cui vi siete sintonizzati hanno preparato per voi, se accettate di inserivi nella fessura del nuovo personaggio, e invece non vi rivendicate individui, siete collusi col sistema stesso che criticate. Amen).
“Fai parte di un gregge che vive ignorando il domani, e corri da un lato e dall’altro ad un cenno dei cani. Il mito di un lupo mai visto ti ha fritto il cervello, e corri persino se il branco ti porta al macello”Pierangelo bertoli – Il centro del Fiume
Pierangelo Bertoli – Il centro del fiume
Mentre filosofi si scagliano contro genuine scelte di campo, ruspanti ma fattive [1], constato una volta in più l’incapacità dei miei concittadini di focalizzarsi su le cose salienti, e all’unisono, imbastire una narrazione veritiera dei fatti, con qualunque provenienza culturale o lavorativa a disposizione.
La mancanza di civismo diffusa è stata meticolosamente creata con azioni lungo termine da chi ha preso e continua a prendere vitalizi [2], mettendosi di fatto su un gradino superiore al resto della popolazione. Per questo il popolo italiano in ritardo, ma comunque si è mosso in salvaguardia dei diritti e della libertà personale [3].
L’irrigidimento degli slanci popolari nelle maglie dell’intelletto, si è affiancata alla vecchissima prassi, sempre esistita del panem et circenses, con cui si distraggono gli slanci delle masse dalla partecipazione alla vita politica, assopendole con amenità prive di valore [4].
Dobbiamo unirci in verità nell’attivazione pacifica del senso civico italiano. In quanto c’è un pericolo all’orizzonte molto più grande dell’ingiustizia sociale.
Cittadini impreparati potrebbero non solo accettare supini ogni comando e ordine ricevuto, ma col tempo indirizzarsi in un processo di trasformazione del concetto stesso di umanità alla partecipazione del cui dibattito etico e collettivo sono completamente inadeguati [5] [6].
Abituati, addomesticati, all’acquiescenza all’autorità, sia essa politica o scientifca, basterà un professore di una università prestigiosa per accettare l’ibridazione del corpo con la tecnologia come una cosa inarrestabile e buona e giusta [7].
Ai riduzionisti mainstream pronti a gridare al “complotto”, suggerisco un altro termine, per arricchire il loro vocabolario: “strategic intelligence”. La chiama così infatti il Word Economic Forum sul sito dedicato all’impatto del Covid19 sull’umanità [8].
Tutto pianificato: impatto su i governi, su la salute, su la cittadinanza, persino sull’ibridazione umana, altrimenti chiamata human enhancement [9].
Ricollegandomi al mio articolo “Progresso,ma siamo pronti?” [10] in cui sostenevo che i cambiamenti epocali si fanno con passi graduali di abituazione e familiarizzazione delle masse con i nuovi paradigmi sociali, porto a sostegno il report dell’esercito USA sul progetto Cyborg Soldier 2050 [11][12]. In questo si afferma infatti che “fiction can be a powerful tool for engaging the public in discussion of biothics[…]” e che pertanto, “efforts should be undertaken to reverse the negative cultural narratives of enhancement technologies and leverage media as a means of engaging the public”.
Questo nuovo paradigma sociale si basa sullo human enhancment [13] o augmented cognition [14], la strada è tracciata e l’arrivo è l’ibridazione del corpo umano con dispositivi tecnologici integrati, per abilitare l’immortalità (o così viene comunicata dai suoi massimi esponenti [15]). L’epoca dei cyborg è quello verso cui siamo indirizzati. La popolazione deve essere preparata, non a livello informativo, ma culturale, per capire fino in fondo la posta in gioco.
Per quanto mi riguarda, auspico un atteggiamento razionale e privo di ansia. Si sia consapevoli che non è vero che la realtà ha superato la fantasia dei film e dei videogiochi, ma che viceversa, prima viene la realta’ e poi i videogiochi e i film. E’ da decenni infatti che in laboratori di ricerca, tanto distanti dal popolo ma ben conosciuti e spesso finanziata da l’elite con interessi di exploiting industriale e commerciale di brevetti, si conducono ricerche d’avanguardia sul tema del potenziamento cognitivo e fisico tramite device tecnologici.
Da queste ricerche seguono le pubblicazioni su le riviste scientifiche (divulgazione scientifica) e poi da qui la cultura pop attinge (facendo familiarizzare gradualmente le masse).
Ora,dalla cultura pop, approssimativa, confusa e fonte d’ansia, bisogna andare a ritroso e cercare le fonti scientifiche, per distaccarsi da un approccio emotivo alla materia.
Rimanere Uomini, comprendere il significato profondo di umanità, fin’ora era scontato, d’ora in avanti, forse, occorrerà continuare a garantirlo con attivismo civico, all’interno di un partito, un movimento, il cui principio fondamentale sarà il diritto alla piena umanità.
The Guardian – yt1s.com – Beyond bionics how the future of prosthetics is redefining humanity
“I like your arm better than mine, I might get one of those” “When you start thinking if someone is voluntarily replacing their limbs… Ethics are going to be huge”. “Mi piace il tuo braccio meglio del mio, potrei volerne uno” “Quando inizi a pensare che qualcuno possa pensare di sostituire volontariamente i propri arti (naturali)… L’etica sarà (una questione) enorme”.
Questo video [1] mi ispira un pezzo sul progresso tecnologico e il suo impatto sui costumi sociali. Lungi da me guardare queste evoluzioni con giudizio o addirittura con arretratezza intellettuale, tuttavia certi fenomeni mi sollecitano delle domande. Mi chiedo: stiamo progredendo indubbiamente dal punto di vista tecnologico, ma lo stiamo facendo anche dal punto di vista culturale e umano?
PROGRESSO, MA SIAMO PRONTI?
Gli adolescenti cresciuti con un immaginario cinematografico estremamente technology friendly, non saranno trasformati in facili clienti di un nuovo mercato fatto di gadget biotecnologici chirurgicamente impiantabili [2] più attraenti dei propri arti naturali, comunque funzionanti?
Con la giusta campagna marketing che si avvalga anche di prodotti cinematografici, (finti prodotti di svago, ma spesso reali strumenti di programmazione cognitiva [3] a servizio di finanziatori e sponsor con interessi specifici), mi pare ragionevole pensare ad uno scenario in cui giovani familiarizzati a certi concetti, abituati a idoli “alla Iron Man”, chiederanno come regalo di compleanno, di rimpiazzare il proprio indice con un biodevice dotato di wifi e wallet digitale per contenere le proprie criptovalute [4].
Del resto, con l’avvento del mercato della chirurgia estetica non si è assistito a fenomeni di abbassamento dell’età del target di questi servizi? In USA, al raggiungimento dei 16 anni, non ci sono forse adolescenti che chiedono protesi al seno per questo importante regalo di compleanno o di maturità? [5].
E’ vaneggiamento delirante pensare che pochi anni ci allontanano dagli scenari in cui i nostri figli ci chiederanno avambracci robotici come i loro idoli Avengers [6]?
No, no, non nego che questo progresso tecnologico non sia meraviglioso dal punto di vista del miglioramento della qualità della vita di molti. Non fraintendete. Solo sostengo che come cultura nazionale popolare, non siamo pronti ad approcciarci in un modo abbastanza maturo da evitare che l’impatto sociale del progresso tecnologico, oltre a migliorare la vita giustamente delle persone bisognose, non sfoci in derive a consolidamento di disagio e disadattamento sociale.
Derive, oltretutto, che potrebbero non essere affatto casuali.
Personalmente io le reputo, aperture di mercato, effetto di un processo lungo di “abituazione” e “sensibilizzazione” [7] delle masse, messo in agenda da stakeholders di determinati mercati. Stakeholders che diventano poi sponsor e fonti di capitali per produrre quegli stessi contenitori cinematografici (altrimenti detti semplicemente film) che spesso hanno come principale obiettivo quello di familiarizzare le masse con i nuovi paradigmi sociali e abituarle a quei costumi che si vogliono abilitare nelle società del futuro.
E’ attraverso azioni graduali che si preparano le masse ai cambiamenti epocali.
Quei costumi sociali per alcuni individui possono sembrare derive (come nel mio caso), ma per altri costituiscono nuovi segmenti di mercato e dunque fonte di profitto.
Ne sono un esempio i sex bots in Giappone che hanno già prodotto fenomeni di abbandoni familiari di padri di famiglia a favore di fonti di godimento facilmente accessibili come le bambole per il sesso dotate di contenuti AI (bot sta infatti per robot, e con una accezione più ampia per Intelligenza Artificiale – AI) [8].
Cosa fare dunque?
Dismettere le narrazioni facili, spesso mutuate inconsapevolmente da voci narranti esogene diventate presto integranti il nostro stesso pensiero. Voci narranti interessate e ben costruite con tecniche di psicologia sociale [09], che hanno modificato negli anni i nostri “riflessi mentali”.
Abituarsi alla visione, coltivare il cosiddetto pensiero laterale [10], essere curiosi e scendere nella tana del bianconiglio. Studiare, non essere pigri e sempre DYOR [11]. Non aspettare che i guru dalla solida reputazione “rigurgitino dal proprio becco le informazioni già masticate per noi”. Nessuno si potrà mai sostituire al proprio studio indipendente .
Poi, con una mente aperta riguardare quegli stessi fatti, che già avevamo accolti come conosciuti, ed essere pronti a riscoprirne i significati in maniera completamente diversa.
Il rischio sono i luoghi comuni, di cui sarebbe bene essere sempre auto consapevoli e che comunque, di questi tempi, sono anche poco praticabili!
In this screen grab from a live-feed video a baby eaglet is fed by its mother on Monday, April 15, 2019, in their nest in the Big Bear area. (Via YouTube)
Dopo tanti scritti, che reputo scritti civili, ripropongo uno dei miei pezzi a cui sono più affezionato, del 2013 [1], un pò volgarotto e per questo della categoria “senza filtri”. Lo trovo efficace e lo reputo sempre una chiave di lettura di tante dinamiche sociali di macrosistema sempre di attualità. Buona lettura.
“Per saper cos’è l’amore devi aver cantato e pianto Nelle lacrime e nel canto c’è la storia di ogni cuore…”.
Ascoltando Carlo Buti [2]… ho una idea, una percezione: c’erano tempi in cui l’individualità produceva cultura… quei tempi mi insegnano che il genio non è di uno solo ma può essere coltivato da tutti.
Esistono istanti in cui Dio si manifesta e ci rende grandi e forti , inamovibili dalle leve del potere.
Ci sono istanti in cui capisci che un conto è lo spirito, un altro è la razionalità. Un conto è l’individualità un altro è il riconoscimento sociale. un conto è la forza un altro è il potere. Un conto è il talento, un altro è la carriera. Un conto è il genio, un altro è la fama. Un conto è l’Uomo, un altro è il piglianculo.
La rete dei piglianculo
Quando lo prendi in culo, io so solo che è una brutta sensazione. Che non voglio provare.
Ma colui che me lo mette nel culo oggi dice di averla presa nel culo a sua volta quando aveva la mia età. E chi la mette nel culo a me oggi, è chi l’ha presa nel culo alla mia età da chi probabilmente alla mia età l’ha presa nel culo. … Perché, si dice, che se la prendi nel culo alla mia età la potrai mettere nel culo quando avrai l’età di chi te la mette nel culo ora.
Si forma la rete e così le cose vanno avanti.
C’è una massima popolare che mi ha insegnato mio Zio: “se sei martello batti, se sei incudine statti”.
Funziona perciò così. Solo che succede tutto in modo più dinamico e protratto nel tempo, nella storia. E’ uno spirito della società che scivola di generazione in generazione. C’è un periodo in cui sei incudine, se ti fai battere con pazienza poi nel tempo potrai avere la possibilità di diventare martello e allora sarai tu a battere. Ma di diventare martello nel tempo, per carriera, per anzianità, nessuno te lo assicura. Potrebbe restarti il dolore di essere stato battuto senza però mai raggiungere il tempo in cui sarai tu a battere.
Qui un’altra massima popolare mi aiuta ad esprimere il concetto: “Col culo rotto e senza cerasa”.
Ma allora, qui la mia conclusione: perch’è dovrei battere gli altri? E soprattutto, perché dovrei rischiare la beffa per me inaccettabile, dell’avere il culo rotto e senza cerasa? Dico subito che se anche tu, caro lettore, ti stai facendo questa domanda sarai tra quelli che non sarà mai un leader di questa rete.
Questo sistema dell’incudine e del martello è il paradigma sociale su cui si costruisce tutta la rete dei piglianculo. E chi è nella rete, leader della rete dei piglianculo, fa scouting naturale; per colpo di fulmine inconscio, quasi magico. Quando incontra il suo simile se ne accorge, lo bastona, quasi con affetto , esercita il suo potere contro logica e giustizia e ne prova la fedeltà assoluta. Fedeltà alla posizione di superiorità, mai alla logica o alla dignità. Non è scritto, non è detto, ma è quasi immediato capire chi è adatto ad entrare nella rete, per chi c’è dentro. Chi ha la stoffa del piglianculo, lo capiscono inequivocabilmente. Procedono a metterla in culo in serie, con una doppia funzione, addomesticare ed eleggere.
Addomesticare chi non è per natura portato a comprendere la logica che chi è superiore fa e indirizza a suo piacimento, ed eleggere, come dicevo, chi invece per natura è portato a prenderla in culo senza fare tante tragedie. Si fa scouting dei prossimi leader di questa speciale rete. E dipende tutto dalla prima sfiorata. Primo sfoggio di potere, prima reazione.
C’è chi accetta ed è in prima linea, il piglianculo leader , chi accetta e va in fila, il piglianculo di massa, e chi sbrocca, da di matto e si scaglia contro il potente, l’Uomo.
Ecco, quest’ultimo è uno come me, che si troverà sempre a scrivere pressappoco pensieri di questo tipo, Il primo invece farà carriera e rispetterà sempre e soltanto il potere. Riderà probabilmente di scritti di questo tipo.
Ed anche tu, che credi di capirmi, probabilmente o prima o poi ti renderai conto di essere un piglianculo. Una parte della rete.
Solo se sei giovane capirai veramente questi scritti, se sei adolescente.. ..finché sarai tale, perché poi crescerai e sarai con molta probabilità un piglianculo di massa.
Pochi saranno leader, e pochissimi, Uomini.
I piglianculo di massa, saranno da sempre combattuti tra il dolore e lo spirito.
Tra il calcio in culo e l’ispirazione.
Potrebbe darsi che ci sia un tempo dei piglianculo e uno degli Uomini. Non vorrei scomodare Cristo e Pilato, (se non ti risuona nulla, caro lettore, ti dico Socrate e Meleto), ma è da sempre così: l’Uomo esalta, ispira, il piglianculo, affossa, equilibra. Uno sobilla, l’altro calma.
Gli Uomini cercano sempre di creare reti di Uomini, e i piglianculo le reti di piaglianculo.
Chi vince da sempre lo decide il caro e puro piglianculo di massa. La democrazia o la folla.
Questo, è solo uno scritto, un anfratto della realtà, in cui l’Uomo che è in me si ferma a prendere le sue sembianze su un foglio bianco.
Ma ora, torno fuori..
E nell’eterna lotta per non essere inghiottito nella rete dei piglianculo, là fuori cioè, ogni scatto di reni contro il sicuro, lo scontato,
sarà la volta in più in cui potrò riconoscermi Uomo.
Questa intervista, tradotta da Radio Radio in italiano è vero servizio pubblico e va divulgata, spiegata, analizzata, letta e riletta, perché raccoglie tutte le chiavi di lettura più salienti per comprendere la big picture della situazione che stiamo vivendo. Qui sotto trovate l’estratto dell’intervista tradotta da Radio Radio. Più sotto riporto una sbobinatura dell’intervista con integrazioni e riferimenti per aiutare la comprensione dei concetti espressi dal Dott. Shiva. Cliccando su ciascun numero tra le parentesi quadre si accede al link corrispondente riportato nelle referenze in fondo all’articolo. Alcuni concetti espressi in questa intervista li trovo cruciali e li riprenderò in un pezzo nei prossimi giorni. Buon ascolto e/o buona lettura.
TUTTO QUELLO CHE STANNO NASCONDENDO
Dr. Shiva Ayyadurai, MIT Ph.D., inventore di Email
Intervistatore: “Adesso abbiamo una intervista esclusiva a un grande dottore che ci spiega tutto ciò che il Deep State [3] sta cercando di nascondere sul coronavirus. Lui è l’uomo che nel 1978 ha inventato l’email. Inventore, detentore del copyright dell’email.
Diamo il benvenuto al dottor Shiva”
Intervistatore: “Hai twittato qualcosa la scorsa settimana, lo riportiamo qui: ‘la diffusione del panico da coronavirus fatta dal Deep State, passerà alla storia come una delle più grandi frodii per manipolare l’economia, sopprimere il dissenso e spingere per rendere i farmaci obbligatori’.
Dr. Shiva: “Sono uno studioso di politica da quando ero un bambino, perché sono cresciuto in India che aveva un sistema castale. Ero considerato intoccabile che è il più basso livello nel sistema delle Caste indiane.
Il sistema sanitario verso cui ci stiamo muovendo è un sistema totalmente verticale, totalmente controllato:
dalle grandi industrie farmaceutiche,
agricole
e dalle grandi industrie di produzione di vaccini.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile sottoscritti dalle nazioni unite e da tutti i loro paesi sono chiamate SDG3 [4], firmati nel 2015.
(L’SDG3) è il disegno di un’utopia, un’utopia delle elite.
Successivamente, nel documento Immunization Agenda 2030 [5], è stato aggiunto un altro documento che dice che il modo per arrivare all’utopia (lo sviluppo globale sostenibile) è immunizzarsi tutti nel pianeta, ovvero vaccinare tutti.
Ho creato una società chiamata Cytosolve [6], che usa il computer per capire le reazioni chimiche nel nostro corpo e nelle nostre cellule, sostanzialmente si usa il computer per modellare le malattie in modo da poter eliminare la necessità di test sugli animali. Quindi, Cytosolve è questa invenzione che permette di fare in modo diverso ciò che faceva intuitivamente mia nonna, ovvero capire le combinazioni e le miscele di sostanze chimiche per ottenere i medicinali da alimenti naturali in modo più veloce, più economico e più sicuro. Quando ho terminato ho detto: “wow chi lavora in ambito farmaceutico vorrà utilizzarlo, perchè ci vogliono circa 15 anni per costruire un farmaco, 5 miliardi di dollari”, e (non so se lo sai, ma) l’Industria Farmaceutica è in pericolo in questo momento. Non stanno facendo molti soldi con la vendita dei farmaci a causa di tanti investimenti in Ricerca e Sviluppo, ma ottengono sempre meno approvazioni dalla FDA [7] per i nuovi farmaci a causa della loro tossicità. Quindi ciò su cui si sono spostate le industrie farmaceutiche sono i vaccini.
Nel 1986 è stato creato il tribunale dei vaccini [8].John Kennedy ha implementato la legge Nazionale sulla vaccinazione nel 1962, sulla base di una scienza falsa e obsoleta della comprensione del sistema immunitario. Questo ha portato molti incidenti che hanno avuto luogo tra il 62 e l’86. In risposta a questi danni, un altro Kennedy, Ted, ha guidato la creazione del programma nazionale di infortuni da vaccino [8] che ha poi portato alla creazione dei Tribunali dei vaccini che sostanzialmente permette l’immunità alle aziende produttrici di vaccini da chi potrebbe citare in giudizio; e la responsabilità massima per la morte era di 250.000 dollari.
Quindi, siamo in una situazione ora in cui per le aziende farmaceutiche i vaccini sono puro profitto: nessuna responsabilità, nessun rischio; non possono essere denunciati [8].
Quando ho iniziato a guardare il programma di vaccinazione rivolto a tutti i cittadini, c’erano altri attivisti in questo campo e francamente molti di loro appartenevano all’opposizione “controllata”. Persone come Bobby Kennedy che da una parte dice di essere contro i vaccini, ma nel frattempo sostiene Hillary Clinton, che è la regina dei vaccini. Quindi, la posizione che ho preso è stata: dobbiamo educare veramente le persone sul sistema immunitario.
Il Deep State di alcune poche persone, dalla fondazione Bill Gates, a Mark Zuckerberg, a Hillary Clinton si è fuso con le Nazioni Unite e l’elite del Deep State, e promuoveranno la paura del coronavirus, a causa dell’ignoranza del campo medico.
La maggior parte dei dottori in medicina infatti non conoscono il sistema immunitario e non studiano nemmeno l’alimentazione. Sulla base di questia ignoranza stanno spaventando le persone con il corona virus essenzialmente per dire: ‘dobbiamo fare questo per il bene comune’ è questo che stiamo vedendo accadere”.
Intervistatore:“C’è una speculazione significativa sul fatto che il virus sia in realtà un’arma batteriologica. Ora il dipartimento di Stato, tra gli altri, sta respingendo questa narrativa, semplicemente chiamandola “disinformazione cinese russa””.
Dr. Shiva: “Allora, ecco quello che succede con questo tipo di virus. Pensa ad una grande sfera, che rappresenta una tua cellula; queste piccole particelle atterrano su quella cellula e il loro obiettivo è quello di entrare in questa cellula e usare il tuo meccanismo cellulare per replicarsi. Noi abbiamo circa 380 trilioni di virus nel nostro corpo e si chiamano virioni. Abbiamo circa 63 milioni (63.000.000) di batteri e circa 6 trilioni (6.000.000.000.000) di cellule. Ecco di cosa siamo fatti.
Il Corona Virus è un gruppo di virus che generano l’influenza, gli stessi che creano la sindrome respiratoria. Il Corona Virus di Whuan era un ceppo diverso rispetto a quello che c’era in Iran o a quello che è in Italia, e ci sono documenti che ho letto e che ho iniziato a verificare, che dicono che tutti questi diversi virus vanno verso un ramo comune, che in realtà porta a Fort Detrick [9] , negli Stati Uniti, in North Carolina.
Il Deep State americano ha inviato uomini a Whuan ed è così che è arrivato in Cina [10].
Questa è una teoria, giusta o sbagliata che sia, la mia opinione è che se credi nel concetto di un insieme di persone alle quali non importano gli interessi nazionali statunitensi o gli interessi nazionali cinesi, o gli interessi nazionali indiani o italiani, ma sono più attenti al loro personale interesse globale, allora riusciresti a visualizzare uno scenario creato dal Deep State e mandato la fuori.
Cosa stava succedendo stavolta? Honk Hong [11]era in fermento ricordi? e ciò che la gente non sa è che sei mesi prima del Coronavirus ci sono state numerose proteste contro l’inquinamento da parte dei cinesi a Whuan. (Non si protesta in Cina senza rischiare la vita, non è come se avessero il primo emendamento [12]lì, quindi) Un grande numero di persone scende in strada e protesta a decine di migliaia, perché il governo cinese stava per costruire uno dei più grandi impianti di incenerimento che creerà inquinamento. La gente comune in Cina ci tiene davvero alla propria salute e la loro protesta contro l’inquinamento dal 2007 è cresciuta estremamente, eppure non si sente notizie a riguardo.
Vedi Honk Hong, è completamente scomparsa, e questo serve ai globalisti. Quando sei uno studioso di politica e di medicina inizi a vedere queste connessioni.
Dei 30 vaccini raccomandati dal CDC (Centers for Disease Control and Prevention) [13] per i bambini, nessuno di loro è stato testato con il Placebo Control Test. Infatti quello che hanno detto di aver fatto con il testo sul vaccino HPV (virus del Papilloma umano), guarda è stato un test fraudoleto”.
Intervistatore: “Tutto questo non mi sorprende. Quindi cosa accadrà con il vaccino? pensi che lo lanceranno e lo renderanno obbligatorio con una legge come hanno fatto in Danimarca?”
Dr. Shiva: “Stanno dicendo che c’è questo uomo nero chiamato virus e che tu hai bisogno del vaccino per aiutarti a fermarlo. Ok? Uomo nero, salvatore. E i salvatori sono Bill Gates, Clinton,, i big pharm (le multinazionali farmaceutiche), eccetera.
Se davvero hai capito il sistema immunitario tutto ciò è ridicolo. La realtà è che il sistema immunitario si è evoluto in miliardi di anni, siamo cresciuti in batteri e virus e dovremmo giocare lì fuori nella terra: ecco come si attiva il sistema immunitario.
Quindi ciò che accade oggi è che le persone hanno un sistema immunitario compromesso, il che significa che i loro sistemi non lavorano a piena potenza.
Immagina che hai tre cilindri e solo due in funzione, sai cosa succede? Nel terzo cilindro si concentra tutto lo sforzo. In immunologia si chiamano citochine e questo va così forte che la reazione fuori controllo inizia non solo ad attaccare la superficie del virus, ma anche il tuo stesso tessuto. Quindi, è il corpo che attacca se stesso a causa di un indebolimento e di una disfunzione del sistema immunitario.
Come si ottiene allora un sistema immunitario debole? Mangia zucchero tutto il giorno, segui una dieta che non contiene alcuna vitamina D ed è per questo che ho scritto una lettera al presidente degli Stati Uniti perché si tratti davvero di salute immunitaria.
Il fatto è che nessuno assume abbastanza vitamina D, non assume abbastanza vitamina C, e ci sono anche altre cose ma possiamo concentrarci su queste.
In Africa, nel Gibuti, nel Ciad c’è stato un solo caso di Coronavirus, nessun morto e perché questo? perché la gente vive vite che probabilmente dovremmo vivere anche noi: vivono fuori al sole estraendo radici. Potremmo considerare a imitare queste persone del terzo mondo.
La soluzione è abbastanza semplice: almeno stai fuori al sole, se non puoi farlo prendi un supplemento di vitamina D.
(ATTENZIONE ai) I pesticidi (che) colpiscono il microbiomaintestinale che ripristina il nostro intestino. (ATTENZIONE alle) mangiamo alte quantità di zuccheri, questa è una ricetta per la morte e non la stiamo affrontando. Stiamo come pompando questo virus, e sai qual è il risultato? le persone si nascondono in casa, si preparano ad accettare il fascismo senza affrontare il problema fondamentale: il sistema immunitario”.
Intervistatore: “Sto immaginando un momento in cui vedremo la stessa cosa: il vaccino per il coronavirus è gratis per tutti oggi”.
Dr. Shiva: “Sarà ancora più tragica di questo, sai? Diranno: ‘sai Gary che la tua patente sta per essere rinnovata? hai fatto tutti i vaccini? non puoi viaggiare, non puoi prendere il treno, l’autobus, non puoi andare in palestra, non puoi andare lì’.
Questa è la direzione.
La tua palestra dirà: ‘non possiamo permetterti di entrare Gary, non vogliamo fare male a tutte le altre persone giusto?’
Ricordi quando Michael Jordan ha giocato con l’influenza e le persone erano tipo: ‘Wow Guarda Michael sai che sta giocando con l’influenza? è forte’.
Questa storia è un enorme montatura, è una partita a scacchie mossa dopo mossa l’artefice è Anthony Fauci.
Intervistatore: “Ora stiamo imparando dalle soffiate di Wikileaks [14], che lui (Anthony Fauci) è un grande sostenitore della Clinton. Uno che tu hai definito distruttivo. Perché dovremmo preoccuparci dei consigli che il presidente sta ricevendo da Fauci?”
Dr. Shiva: “Anthony Fauci secondo me dovrebbe essere incriminato. Se le persone sapessero cosa davvero ha fatto quest’uomo in realtà.
E’ nel governo dai tempi di Reagan, 40-50 anni fa, poi Bush e Obama, e tutti i presidenti fino ad oggi. Come ha fatto a costruire la sua carriera? ha costruito la sua carriera su una falsa narrativa, che l’HIV causa l’AIDS.
Peter Duesberg con cui ho parlato, lui era veramente un grande scienziato. Il più giovane ad ottenere un incarico di ruolo alla Berkley. Peter disse: “aspetta un minuto, non c’è relazione causale fra questo virus HIV, che considerava molto innocuo, e l’AIDS”. Bene, è stato diffamato sai? Tutte le sue sovvenzioni sparirono è colui che ha promosso questa bugia era il predecessore di Fauci di nome Robert Gallo.
Robert Gallo è stato citato per accuse di cattiva condotta scientifica (perché) ha letteralmente rubato il virus HIV dalla Francia. Non poteva produrre abbastanza virus perché non riusciva a trovarlo. Ha creato un falso test per l’HIV. Fauci arrivò in suo soccorso e prese il comando mentre Gallo venne nascosto nelle retrovie. Questo è stato l’inizio della carriera di quest’uomo (di Fauci).
Si scrive nel suo rapporto con Bono. Tu ti ricordi della faccenda dell’AIDS con tutte le stupide celebrità coinvolte in questa storia non sense? Questo è quanto, e Fauci è un veterano in questo. Non è il suo primo rodeo, ha imparato come creare scienza fasulla.
Come promuovere la scienza fasulla, per creare la paura che l’HIV causa l’AIDS. Miliardi di dollari sono stati spesi su questo, molte persone sono morte perché usano farmaci come l’AZT. Avevo un caro amico che è morto per questo e sai, la gente non ha imparato che l’HIV è francamente un virus innocuo.
Le persone morte per questo, torniamo al punto, sono gli immunocompromessi . I gay in quel periodo avevano molti partner, usavano metanfetamine, ogni genere di droga, stavano distruggendo il loro sistema immunitario. Ci sono tossicodipendenti che distruggono il loro sistema immunitario per via endovenosa e ci sono persone che ricevono trasfusioni di sangue non a causa del virus che è nel sangue ma perché avrebbero ricevutofarmaci immunosoppressori.
Il problema. da un punto di vista scientifico, è quando abbassi e distruggi il sistema immunitario. Fauci non vuole parlare di tutto questo, tutto riguarda l’uomo nero dei virus. Fauci sa quello che sta facendo ed è il volto dei Pharm (delle multinazionali farmaceutiche), e dei vaccini, e vede la sua opportunità di diventare l’eroe di tutto questo”.
Intervistatore: “L’unica grande narrativa che ho visto che è stata presentata è: molte più persone muoiono di influenza ma c’è questa enorme terrificante visione delle persone intubate, delle persone che mangiano pipistrelli. Tutta questa orribile propaganda visiva e ora gli stati sono in modalità lockdown. La Guardia Nazionale è stata schierata, le guardie dello Stato sono state dislocate, ci sono tendoni installati in città nei parcheggi degli ospedali, e c’è questo spirito di paura che cala su questo paese e sul mondo in generale. Ma perché non facciamo la stessa cosa per l’influenza?
Dr. Shiva: “Devi capire che Pharma (le multinazionali farmaceutiche) e i media lavorano a stretto contatto insieme. Tanti anni fa Email, una delle aziende che ho costruito, stava vivendo la sua seconda vita. All’origine l’ho fatta per un’azienda che aveva indetto un concorso per leggere e processare automaticamente le email e io all’epoca ero uno studente laureato al MIT (massachussets Institute of Technology). Ho finito per vincere quel concorso Gary, e fondai un’azienda chiamata Eco-mail. Quando ho creato questa tecnologia, molte persone hanno iniziato a volerla utilizzare per analizzare le email e una delle aziende che era molto interessata era una delle principali società di Pubbliche Relazioni (Burson-Marsteller). Ricordo che stavo uscendo ero un giovane imprenditore che gestiva la propria azienda. Uscivo per incontrare uno dei dirigenti esecutivi, (questo successe a cena). Il tizio si vantava come la società aiuta le aziende nella gestione della crisi e raccontava che EliLilly, in quel momento stava avendo un grosso problema, le vendite di Prozac stavano andando giù e io ho chiesto: “Che cosa avete fatto?” Mi risponde: “Bè, per prima cosa ho detto Eli Lilly ‘devi cambiare il tuo branding, non sei più una compagnia farmaceutica. Tu aiuti il mondo’ Seconda cosa ho fatto aprire loro delle aziende no profit. Una di queste organizzazioni no-profit, disse, era un’azienda con il compito di proteggere le donne maltrattate e questa organizzazione ha fatto uscire pubblicità con annunci a tutta pagina che dicevano ‘tuo marito ti picchia? conosci qualcuno, qualche tua amica il cui marito la sta picchiando? assicuratevi che stiano prendendo Prozac’. Quindi creano una narrazione in cui cercano di alleviare lo stress: ‘noi siamo una compagnia farmaceutica, vogliamo aiutare tutte queste persone in Africa in India eccetera e sai, abbiamo bisogno di O.N.G.”
Gates è un salvatore.
Queste persone sono molto scaltre, sono molto abili nel creare – spendendo milioni di dollari – la narrativa in cui aiutano gli oppressi e poi iniettano loro i propri farmaci.
Questi indigeni in realtà, sapevano davvero come prendersi cura della propria salute ma non vogliono che crediamo nelle cure dei nostri nonni. Loro vogliono che crediamo a questo idiota ok (Fauci)?
Bill Gates, che comunque non ha mai creato un sistema operativo, non ha mai scritto 50000 righe di codice come me sai? sua madre e suo padre lo hanno presentato le persone giuste e ha preso un sistema operativo di qualcun’altro e lo ha lanciato. E’ andato via da Harvard ed è stato abile a brevettare le sue cose. Così è riuscito a diventare un plurimiliardario.
O ancora, Zuckerberg, la stessa cosa. Questi personaggi hanno costruito false storie sulla loro eminenza nel campo tecnologico, e lo hanno sfruttato per dire che saranno i salvatori.
E la soluzione del salvatore non è il cibo, non sono esercizi di allenamento, ma riguarda iniezioni nel flusso sanguigno delle persone e il controllo di esse.
Ecco di cosa stanno parlando.
Gli americani devono svegliarsi.
Sto lottando contro tre avvocati lobbisti e sono l’unico scienziato che lavora per sconfiggerli. Questi avvocati lobbisti sono le persone che attuano i desideri del Deep State, questo è quello che sta succedendo. Quindi quello a cui stiamo assistendo proprio davanti a noi dovrebbe essere un segnale d’allarme per chiunque, non importa se sei democratico, repubblicano, indipendentista, il problema della salute va oltre i partiti e realizzerai che tutti questi partiti istituzionali vogliono farti del male. E vogliono controllarti, vogliono renderti una piccola unità atomica in cui diventi un generatore di entrate per persone come il clan di Fauci e altri come lui.
Non sanno che gli accademici al MIT o Harvard non diranno niente, perché devono il loro denaro a persone come Fauci, perché è una setta: se dici qualcosa sei fuori. Questo è ciò che è successo a Peter Duesberg.
Quindi, questo è quello che stiamo affrontando e purtroppo il Presidente può avere un buon intuito ma non è in grado di denunciare queste persone.
Ho ricevuto chiamate da esperti, economisti di tutto il paese, dicendo Shiva ho visto i tuoi video, devi continuare a farli, il Presidente è stato disorientato da questa cerchia di persone attorno a lui. Ecco perché ho scritto quella lettera Gary. La lettera spiega in tre, quattro pagine, qual è il problema, cioè che esiste una falsa scienza e una vera scienza, il sistema immunitario.
Ho proposto al presidente un protocollo. Fondamentalmente si tratta di:
vitamina A,
vitamina D,
e un po’ di iodio,
E ho detto dividiamo le persone in quattro gruppi: le persone con covid mettiamole in un gruppo, le persone immunocompromesse in un altro gruppo e chi è in condizioni critiche diamo altre dosi di vitamina C. Nel quarto gruppo mettiamo gli individui sani e diamo loro una dose di mantenimento e mandiamoli di nuovo a lavorare.
Questo è quello che dovremmo fare, non un trattamento a misura unica.
Invece quello che sta accadendo è trattare tutti come se fossimo parte del Deep State e siamo solo schiavi. Infatti nel 2003 quando sono tornato al MIT per ottenere il mio dottorato di ricerca, il MIT ha creato un nuovo dipartimento chiamato ingegneria biologica di cui sono stato uno dei primi laureati e uno dei punti chiave a quel tempo era la medicina personalizzata: il farmaco giusto per la persona giusta al momento giusto. Quindi le persone come Fauci non stanno nemmeno praticando la medicina moderna, stanno utilizzando una scienza falsa e obsoleta.
Calciatori, cantanti, presentatori, comici, mogli ,cugini, fratelli, genitori, figli, di calciatori, di cantanti, di presentatori, di comici etc.
Se facessimo un esperimento e chiedessimo a ognuno di noi di dare una dozzina di nomi di queste persone sono sicuro che non avremmo alcuna difficoltà. Ci siamo esposti quotidianamente.
Se invece cambiassimo esperimento e se la lista di nomi a cui rispondere fosse di ingegneri, social media manager, guru della comunicazione persuasiva e del marketing neurale, architetti, dottori, ricercatori, psichiatri, inventori, sono sicuro che gran parte di noi sarebbe meno preparata.
Il nostro immaginario di riferimenti e modelli di vita è pieno zeppo di facce e corpi a noi familiari, appartenenti alla prima categoria, ma i propulsori del progresso pratico le cui menti invisibili influenzano o hanno influenzato la nostra vita appartengono alla seconda categoria [1].
Chi ci sorride ed entra nelle nostre grazie, lungo il corso della nostra vita, atttraverso film, canzoni, programmi televisivi, sono indubbiamente talenti di simpatia e fascino, e da questi presto ci abituiamo a farci persuadere a comprare questo o quel prodotto,( e spesso anche) a farci consigliare questa o quella azione, questo o quel partito.
Le efficaci e suadenti facce di cui prima tuttavia, non possono anche essere il nostro riferimento per capire e ricevere strumenti per comprendere cosa sia meglio in certe situazioni.
Sono d’accordo con chi pensa che la vita abbia bisogno di svago, e quelle persone sono importanti in una società civile, tuttavia questi momenti di difficoltà nazionale che stiamo vivendo oggigiorno ci insegnano che le competenze strategiche per una nazione sono quelle delle persone di cui non conosciamo i nomi, progetti, scoperte. Persone che i nostri figli stimano poco e che le TV citano poco nel dibattito pubblico [1].
Ecco un altro aspetto: chi ci insegna a ragionare e ci nutre con informazioni che possano renderci capaci di comprendere il cambiamento e fare scelte consapevoli, qual’ora chiamati a farle, sono persone che dobbiamo prepararci a comprendere.
Per uno strano meccanismo di comunicazione persuasiva, invece, è molto più facile ricevere e avvicinarci alla simpatia e l’energia di persone che ci orientano inconsapevolmente nelle scelte. Spesso scegliamo infatti sulla base di adesione emotiva ad appelli fatti alla nostra pancia, dai nostri idoli, non su stimoli intellettivi adeguati.
Spesso, chi gestisce le aziende della comunicazione pensa che le “masse” siano, irrazionali, impulsive e per questo pericolose. Una certa classe dirigente che non nutre la nostra preparazione culturale, perché non crede profondamente in una educazione partecipata e consapevole della maggioranza.
D’altra parte, spesso, anche gli scienziati, gli esperti, i professionisti che riescono ad approdare alle TV e giornali etc, non sono persone che nutrono fiducia nei valori di creatività e del pensiero critico. Bensì la loro cultura, consapevolmente o inconsapevolmente, simpatizza con quella pedagogia nera [2], che tanti danni ha fatto in passato e tanti danni continua a fare nel presente, e che si basa sull’utilizzo di ordini e punizioni per addomesticare e “raddrizzare”.
Per questo, dirigenti di TV scelgono persone per loro adeguate, e scegliendo con i loro bias, ci ritroviamo alla fine un plotone di persone con valori simili che narrano più o meno all’unisono le stesse cose.
Persone sdoganabili dai giornali e TV finanziate con le pubblicità. Mesosistemi in cui credo sia umano che i dipendenti non se la sentano, magari inconsciamente, di aprire le porte proprio a tutti. Perché là fuori è un brutto mondo, come diceva un personaggio di un noto film [3]. E qualcuno è oggettivamente veramente scomodo: va evitato.
Tuttavia un paese che vuole diventare grande deve sforzarsi di mantenere plurale le fonti di informazione, rifuggire il group think [4] e lasciare libera la dimensione intellettuale.
Sperimentare, ricercare, fare tentativi. Piccoli saltelli, magari sterili, ma che fanno comunque bene alle “anche” del pensiero.
Muoversi in campi innovativi, poco conosciuti, poco illuminati è fondamentale per intercettare il possibile, l’imprevedibile, perché è lì che giacciono creatività e innovazione, valori tanto cruciali per le sorti di qualsiasi paese.
Pertanto condivido questo messaggio divulgato dal giornalista Massimo Mazzucco affinché si evangelizzi una libera informazione, si facciano circolare dati e informazioni rilevanti la “res pubblica” e si susciti il confronto franco e onesto, si stimoli il pensiero critico, e si strutturi una “condizione zero” di un macrosistema paese che costituisca una base per esercitare attivismo civico.
Il Ministero della Verità – Massimo Mazzucco
[1] Leonardo Fibonacci, Camillo Golgi, Luigi Aurigemma, Mario Palazzetti, Peppe Dell’Acqua, Massimo Banzi, John Whitmore, Elliot Aroonson, Edward Bernays, Stanley Milgram, Clotaire Rapaille, Frank Luntz, Warran Buffet, Michael Porter, Solomon Asch, Abraham Maslow, Alan Turing
La narrazione di questa pandemia procede in una compatta unanimità le cui voci narranti tanto non stonano, quanto non portano mai i dati rilevanti alla narrazione stessa.
A tratti, è persino angosciante osservare quanto i narratori d’oltre oceano, siano all’unisono [1].
Altrettanto ansiogena è la velocità di degenerazione con cui stanno sussuegendosi eventi sempre più pericolosi per la libertà umana e lo stato di diritto.
Frasi come – parafrasando – “vi tracciamo dai telefonini”[2], o “se continuate a trasgredire vi togliamo pure i parchi” [3], non solo non destano scalpore, ma quasi innescano un certo piacere masochistico o di sindrome di stoccolma, che una certa cultura ortopedica [4] ci induce ad arginare in cuor nostro con la convinzione “che ce lo siamo meritati”.
Quanto temevo [5] si è ormai avviato: l’esperimento di obbedienza totale, declinato a livello nazionale – ma forse anche mondiale – in virtù di una indiscutibile emergenza.
Tuttavia i sostenitori di tale “progetto” hanno già iniziato la loro cantilena disarmante, alla stregua del “è necessario proseguire, l’esperimento non può essere interrotto, non abbiamo altra scelta” recitata dall’attore impersonificante lo scienziato nell’Esperimento Milgram [5]
Svegliamoci, svegliatevi.
Perché abbiamo altra scelta. Si chiama cultura, informazione, dati di fatto, razionalità.
Con questi strumenti possiamo arrivare ad una narrazione condivisa fatta da cittadini informati e partecipativi.
Iniziate a parlare dei dati di fatto, con lucidità. Iniziate a cercarli, i dati di fatto.
Siate consapevoli delle interferenze che hanno i media sul vostro processo decisionale, sui vostri schemi cognitivi, sul vostro senso del sé. E soprattutto, siate coscienti del vostro analfabetismo funzionale che vi fa allontanare ogni qual volta vi trovate di fronte ad un indizio di un nuovo problema; che ricusate velocemente, per tornare alla vostra normalità.
Smettete di dirvi bugie confortanti, che rimangono comunque bugie. Il 04 Aprile non finirà nulla, era difficile da comprendere? Prime indiscrezioni indicano questa pandemia avrà una durata di almeno 18 mesi [6]. Almeno.
Cosa succederà in questi 18 mesi? Quali climax autocratici vedremo attuare dai governi?
Misure più drastiche sono già state paventate e non ho dubbi che il punto di arrivo sarà il chip sottocutaneo, quanto meno lo proporranno, dapprima come opzionale e per solo alcune categorie di cittadini. Non sto dicendo che ci arriveremo nell’anno.
Caro lettore ti ho perso? Smettila di gridare che sono un complottista e inizia a vedere le cose come stanno: quello che stiamo vivendo, è solo un tassello, voluto o meno, di un grande cambiamento epocale che già si era avviato.
Si chiama trasformazione digitale e si tratta di una rivoluzione di ogni attività umana, per cui l’identità digitale sarà una naturale conseguenza. Un asset, quanto la banda larga.
Attenzione, non intendo dire con “naturale conseguenza” che il chip sottocutaneo sia un bene per l’umanità, anzi, personalmente penso sia una minaccia al vero senso della vita e uno strumento che renderebbe l’uomo controllabile e privo di libero arbitrio.
Tuttavia penso sia un destino inevitabile, ma quello che mi auspico è che sia un cammino partecipato e informato. Consapevole. Così che chi vorrà, accetterà, chi non vorrà, rimarrà alla vecchia maniera, analogico.
Purtroppo credo che il chip sottocutaneo sarà prima proposto come obbligatorio per alcune categorie civili, come ad esempio i detenuti… “che scappano dalle carceri nella confusione generale” [7] e che quindi si potrebbero rintracciare facilmente in situazioni di caos.
Forse, anche agli anziani potrebbero essere coinvolti. Lo slogan è semplice, farà leva sulla facilità di monitoraggio e predizione di degenerazioni delle loro malattie croniche.
Per quest’ultima categoria inoltre, l’identità digitale si sovrapporrà molto probabilmente al concetto di digital pill [8], ovvero medicinalidigitali dotati di sensori embedded, il cui destino sarà quello di diventare device residenti, perenni nello stomaco di certi pazienti target. Alla stregua di un pace maker o una protesi.
Tutto questo accadrà, anche con eccitazione generale, come se fosse una rinascita. In un enorme groupthink [9] eccitato e onnipotente, si annienterà il pensiero di minoranza che manterrà le proprie titubanze e non si conformerà. Distrattori di masse, chiamati conduttori, showman, comici, giornalisti, ballerine, opinionisti e politici, incensiranno queste straordinarie novità, all’unisono, come giuste ed entusiasmanti [1].
Se mi avete letto fino a questo punto e vi siete convinti che sono un visionario, sappiate che mentre voi date del visionario a me, per ritornare veloci alla vostra immutata normalità, nel frattempo il manifesto per diffondere la causa di una identità digitale – ID2020 [10] – è già pronto ad operare nel mondo.
Quelli non sono visionari scrittori, ma gente che ha il potere di indirizzare le nazioni nella direzione che hanno scelto. Guarda caso, tra i membri di questa alleanza, figura una istituzione legata all’industria dei vaccini – Gavi, the vaccine Alliance.
Abbastanza inquietante è che tra i firmatari del manifesto, ci sia Microsoft, quella stessa azienda il cui ex proprietario, assieme alla moglie, a ottobre organizzava Event201 [11] per simulare la gestione dell’imminente (non probabile!) pandemia di Corona Virus.
Cari lettori, scusate la franchezza, ma ormai avete preso a conoscermi e mi tollerate… ma se non foste rincoglioniti da serie e filmetti propagandistici americani, barabba vari… vi allarmereste di quanto vi sto dicendo.
Ma come la rana [12] che cuoce lenta potrebbe essere facile abdicare alla vostra umanità gradualmente, fino ad arrivare ad accogliere come un gadget che vi renderà come “iron man” il chip sottocutaneo. Infatti la vedrete così.
Farete funzionare schemi cognitivi compromessi da narrazioni cinematografiche che negli anni vi hanno programmato inconsciamente.
Ma di “fico” non ci sarà nulla. E la verità, non romanzata, è che vi farete mettere un chip che vi connetterà alla rete e vi renderà non più totalmente in intimità con voi stessi, diciamocelo.
Il chip sottocutaneo garantirà allo stato nazionale di rendere tutto più controllabile, nel caso di un altra pandemia si intende.
D’altronde sarà del tutto necessario, perché l’esperimento, ops, la sicurezza lo richiede, e non avremo alcun’altra scelta….direbbe Milgram [5].
Noi invece la scelta ce l’abbiamo e si chiama informazione consapevole. Spegnete le TV e ricercate i dati di fatto.
Mi chiedo se in tutto questo cambiamento che stiamo vivendo non sia arrivato forse il momento di farci alcune domande.
Il prete che sul tetto di un duomo prega in dialetto la madonna, credo che anzichè fare leva sul pensiero emotivo e infantile dei miei compagni di viaggio, dicendogli su nessuna base logica che “ce la faremo”, dovrebbe iniziare invece a parlare di valori eterni, che nella nostra epoca sembrano essere però tabù.
Vorrei io parlarne in questo spazio letterario ed uno di questi temi eterni, è certamente la morte.
Fatichiamo a comprendere che non necessariamente una vita umana ha garantito il diritto alle amenità che oggi chiamiamo vita moderna. Di fatti, oltre all’immane perdita della saltata partita di calcetto del giovedì, questa potrebbe essere un’epoca in cui i bisogni potrebbero ritornare ad essere più primari.
Potremmo dirci addirittura che potremmo morire?
Per svariate motivazioni. E tutti i vitelli d’oro che le società moderne hanno prodotto, in sessant’anni e più di assenza di guerre mondiali, non hanno però raccontato a questa gente che la morte, comunque, continua a coesistere con la nostra beneamata civiltà.
Se poi, già nel lontano 2015, alcuni miliardari influenti, andavano dicendo che si sarebbero aspettati la fine del mondo, non a causa di una guerra atomica, ma per un evento pandemico [1]; o se si sente un premier di un’intera nazione, dire che occorra prepararsi a vedere i propri cari morire [2], io smetterei di pregare la madonnina e spingerei l’opinione pubblica a non distogliere l’attenzione da questi fatti. Al di là dello sdegno, la esorterei a fare chiedere ai propri politici perché quel premier ha detto quella frase, perché quella fondazione ha tenuto una simulazione a ottobre, riguardante la gestione dell’imminente (non probabile) pandemia di Corona Virus [3], perché alcuni libri sul Corona Virus sono usciti in un così perfetto timing (ad esempio, tre settimane dopo che si è diffusa l’epidemia in Italia? [4] )
E se questa pandemia che stiamo vivendo porterà a scomparire decine di milioni di persone, io mi chiedo, com’è possibile che ancora non abbiamo cambiato marcia?
Nella comunicazione, negli argomenti scelti per la discussione pubblica.
Occorre ripensare l’industria dell’informazione.
Si sappia o meno, l’impatto che ha il ruolo di un giornalista, di un conduttore di una trasmissione, di un comico o di un uomo di spettacolo sulle scelte e sui comportamenti del popolo sono enormi. Questi idoli anziché mantenere l’umiltà e indirizzare la popolazione verso riferimenti universali, hanno come categoria, e nel tempo, accresciuto narcisisticamente il loro ego e hanno contribuito ad una società rarefatta dal culto dell’artefatto. Ci troviamo ad avere una società dei consensi e di direzioni collettive decise sulla base di influenze provenienti da vuoti oratori e formose vaiasse.
Nessuno vuole indirizzare l’opinione pubblica su quanto detto dagli anzidetti premier? Nessuno vuole fare delle trasmissioni per investigare perché lo dice?
Nessuno lo vuole investigare in tempi utili?
Questa persona non ha fatto una boutade, questa persona è un premier di un governo e ha accesso a informazioni riservate, verosimilmente provenienti anche dagli uffici dei servizi segreti. Non è un opinionista che dice: “secondo me Bugo aveva ragione”.
Inoltre, affiancando quell’affermazione a quella di altre persone di potere, ai 30.000 soldati americani inviati in Europa, il j’accuse del portavoce del ministero dell’estero cinese contro gli USA [5], il tono allarmato dei tanti bulli mediatici nostrani, confrontato però con i dati che noi opinione pubblica abbiamo in mano, (ad esempio, l’Istituto Superiore della Sanità ha confermato che i morti per Corona Virus in Italia sono stati due! [6]), mi viene da pensare, a differenza di molti che etichettano queste voci come manipolazione e menzogna, a me viene da pensare dicevo, che forse invece questa gente sa qualcosa che noi non sappiamo.
Forse esistono dei piani lungo termine che hanno a che fare con un’epoca (digitale) da avviare in toto. Per cui o per il Corona Virus o per altro, effettivamente, qualcuno sa che ci siamo avviati in un epoca di pericolo e precarietà, per cui avremo a che fare con verità arcaiche come la presenza costante della morte.
La gente comune invece, nel frattempo, continua a pensare a cose frivole. Impreparata, si protegge con il proprio analfabetismo funzionale che ormai è diventato veramente pericoloso, qual’ora non volutamente distratta, perché ritenuta inadatta a confrontarsi con la verità.
Tutti questi giullari di corte, bulli e comportamentisti operanti, dovranno tenere conto della campagna di distrazione di massa che hanno portato avanti l’uno dopo l’altro con filmetti e palinsesti indegni evitando una preparazione strategica della nazione ad un governo autonomo della propria democrazia.
Chiedo se veramente vogliamo lasciare il dibattito civile esposto alla continua interferenza di influenze che provengono da persone di cui non sappiamo livello cognitivo, obiettività, parentele economiche, intenti propagandistici e che irrorano la società dei consensi sul sentimento onnipotente che questo mondo è comunque quello perfetto e in eterno benessere consumistico.
I comici che vengono utilizzati dalla rete ammiraglia per intervenire su tematiche difficili già per i professionisti, indirizzano comunque il sentimento collettivo di un’intera nazione che dovrebbe avere invece ben altri riferimenti.
Mi chiedo se davvero non vogliamo prendere l’opportunità di un cambiamento globale imminente per ripensare anche alla struttura sociale del consenso così come è trascinata oggi giorno. Una società che sia anziché spinta dalle virtù estetiche o oratorie, sappia riconoscere e diffondere competenza e onestà.
Nel frattempo, pensateci bene cari lettori… alla morte, intendo. Senza tabù.
Chiedetevi se siete a posto con voi stessi.
Visualizzate il momento in cui dovrete lasciare questa vita e provate a sentire cosa provate. Sale l’angoscia? Siete sereni? Siete dove avreste voluto essere? Succede quello che pensavate sarebbe successo? Ha senso la vostra vita?
Se sale l’angoscia, provate a capire cosa vi renderebbe più sereno e che cosa vi allontana da questa cosa, situazione, scelta?
Se siete sereni, chiedetevi cosa rende indispensabile questa serenità raggiunta.
Potete davvero bastare a voi stessi? Possono i vostri idoli rassicurarvi in quell’angoscia? Su cosa avete scommesso? Siete stati corretti? Coraggiosi? Generosi con i vostri compagni di viaggio? A chi avete parlato, ai vostri tempi o alla storia?
Cari lettori, so che non ve lo sareste aspettati, né ve lo sareste voluto sentir dire qui, in questo porto franco, letterario, lontano da elementi di fredda realtà, ma la morte, inteso come identità stessa della vita, è una di quelle verità arcaiche che, a dispetto della rarefazione umana che viviamo, è sempre, e sarà sempre, presente.
A chi non avete detto ti amo? Avete pensato alla vostra più bella vacanza? A chi non avete detto no? A chi non avete detto ancora scusa? Cosa vi appassiona? Cosa non state rispettando di voi stessi?
Iniziate a trovarvi del tempo per rispondere a queste domande.
Perché non importa quanto continueremo a costruire sublimazioni nevrotiche con tecnologie e salotti sociali per dimenticarcene l’esistenza, perché per quelle verità arcaiche, non basteranno questa volta 14 giorni per esorcizzarne la presenza.
Mi pulisco le lenti. Questo per me è meditare: tornare a vedere chiaro. Riafferrare la propria visione sulle cose, riconoscere il suono della propria voce. Qualcosa che mi rende sereno.
La polvere che sollevo dalla mia anima durante la recitazione del mantra diventa un racconto di idee ben distinte che riesco a visualizzare sul foglio. Grano per grano riconosco concetti in una prospettiva personale che con un pò più di sforzo traggo in un senso di dimensione generale. Girovago, senza patria, mi rendo conto che le caratteristiche dell’ambiente storico e temporale continuano a dialogare con la volontà del singolo affinché specifiche possibilità e tipici limiti forgino individui irripetibili. Eppure, dubito che gli uomini e le donne di quest’epoca ci tengano a sancire l’affrancamento dalle narrative ereditate dal passato verso nuovi orizzonti di progresso.
Ho sempre avuto la forte consapevolezza di avere una voce mia sul mondo. Tuttavia, nel mondo, ho fin da subito percepito il pericolo di perderla, e quanto più apprezzavo la solitudine più era facile ritrovare la mia voce. Eppure, non ho mai rinunciato a vivere attivamente cercando nell’integrazione degli opposti la chiave di lettura per vivere in un equilibrata alternanza di partecipazione e analisi. Convinto che nella partecipazione giacesse il calore che mi fa sentire umano, mentre nell’analisi la libertà che mi fa sentire individuo.
Cani o Gatti, con la lettera maiuscola ad indicare categorie, ben distinte. Profili di personalità chiari e distinguibili, posizionati in posizioni agli antipodi, con caratteristiche personali specifiche: gregari o indipendenti, di branco o solitari. Eppure, a un certo punto ho realizzato che mai nessuna persona fosse veramente e totalmente come un “Cane”, né mai nessuno fosse totalmente come un “Gatto”, indipendentemente dal suo tratto naturale.
La lettura realistica dell’integrazione degli opposti porta a rendersi conto che individui tendenzialmente portati all’affiliazione e naturalmente capaci di soddisfare questa tendenza, pur sempre conservano dentro di sé una profonda esigenza di unicità, identità originale e creativa espressione di sé che, non naturalmente sono in grado di soddisfare. Il diventare adulti e non fermarsi a falsi sé, richiede uno sforzo, un lavoro attivo di completamento di una natura che è incompleta, ma desiderosa.
All’opposto, una persona con una tendenza naturale all’indipendenza e, naturalmente dotata di sufficienti mezzi per assolverla, d’altra parte possiede un senso profondo di appartenenza che tuttavia non è naturalmente in grado di soddisfare. Affinché non vagabondi consumatore sequenziale di nevrotico godimento dovrà lasciare spazio alla realizzazione del suo opposto.
Sia l’uno che l’altro, il Cane o il Gatto, infatti riconoscono la bellezza della dote dell’altro, ma spesso “si guardano in cagnesco”, o “soffiano l’un l’altro”.
Chi ha realizzato il senso di appartenenza ha spesso costruito, attraverso il suo vissuto, la convinzione che questa dovesse essere raggiunta abdicando al proprio desiderio di indipendenza, e spesso riconosce l’indipendenza nell’altro che avversa duramente se “gliela mostra” con tutta la forza della testimonianza di un’altra vita.
Chi ha la libertà spesso la raggiunge da un percorso opposto: una volta nella propria vita ha riconosciuto che dovesse sacrificare il calore di una relazione per mantenersi nella verità di se stesso. Ha fatto questo rinunciando al senso di appartenenza, una delle componenti, equamente caratterizzanti la natura umana, ma nella sua tipologia di “Gatto” tendenzialmente meno vigorosa.
Entrambi i percorsi portano ad una frustrazione e alienamento sofferenti. Come due elettroni che nel loro verso di rotazione avendo spin orari o antiorari, “vedono le stesse cose del mondo ma in una sequenza di immagini opposte”.
Forse, diventare grandi, crescere, diventare fedelmente se stessi, seguire la propria tendenza naturale per comprendere ciò di cui più manchiamo per essere veramente noi stessi – ciò che siamo in potenziale destinati ad essere – è proprio questo riconoscere di essere anche la minoranza dentro di noi.
Girare in senso orario, poi in senso antiorario e viceversa, fino a vincere lo spin e creare un senso che che vada oltre esso. Rispondere a questa esigenza di essere minoranza, coltivando al meglio ciò che non ci viene naturalmente al meglio e con un desiderio vivo, tenace di diventare pienamente ciò che siamo nel percorso della nostra vita, potrebbe essere la strada verso la vera realizzazione.
Qualcuno ha esagerato tuttavia con il panem et circenses ed oggi non si sentono più discorsi sulla ricerca della verità e della propria vocazione. La seduzione del potere fuorvia tutti, sia quelli che non lo raggiungono sia quelli che lo raggiungono.
Eppure c’era un tempo in cui i giovani facevano a botte quando si sentivano dare del moccioso dai pantaloni corti e non vedevano l’ora di contribuire a risolvere i problemi della loro storia. Sognavano di diventare medici, scienziati, ingegneri per entrare a servizio del loro tempo. In quelle epoche il sapere non era parcellizzato e i campi del sapere erano trasversalmente visitabili così che non è raro leggere filosofi che fossero anche matematici, medici competenti antropologi viaggianti per il mondo e che ambivano a conoscere da vicino le diverse civiltà, oltre che imparare una mnemonica tassonomia. Ovvero non per ostentare souvenir, ma per crescere.
Il fatto di essere nati in occidente in quest’epoca storica vorrà dire sicuramente avere dei limiti, dei vincoli, un perimetro esistenziale, tipici e irripetibili. L’Occidente è una porzione di reale in cui femminile e maschile, trauma e memoria, sogno e dovere, solitudine e appartenenza, progetto e spontaneità, bene e male, potere e debolezza, vita e morte sono coppie di nemici violenti che frammentano le interpretazioni dell’individuo e trasformano le collettività in masse.
L’uomo e la donna sono indirizzati in scissioni insalubri, e insaziabili. Si accontentano di scegliere cocktail consolatori che il ventunesimo secolo prepara loro in svariati gusti, confezioni e colori.
La nostra sensazione infantile di onnipotenza è coccolata, ricercata e mai contraddetta, in continui ossequi alla nostra immaturità.
Gli effetti del capitalismo si protraggono in una cultura che educa uomini e donne non a conoscere loro stessi e diventare la propria massima espressione, equilibrata e piena, bensì dalla esigenza di essere efficienti elementi dell’ingranaggio economico, sociale, educativo, politico e scientifico.
Presto e chiaramente, scegliamo la tuta blu, il camice bianco, la camicia bianca, le stellette.
Gli attestati e i titoli universitari sono totem a cui affidare la nostra identità. Un arrivo e porto sicuro, quasi mai rimesso in discussione. E ancora una volta lo spin originario non è mai stravolto.
Durante lo sviluppo, un individuo di questo occidente e di questo tempo sente chiara la tensione tra il suo dentro e il fuori, tirato tra desideri e richieste, individualità e aspettative.
Sballottato in lotte continue tra Amore e Utile, Socialità e Individualità, Conformismo e Autenticità. Diventa presto seguace dell’uno o dell’altro polo.
Così si sceglie la casacca di musulmano, cristiano, buddista, ateo, ingegnere, psicologo, poeta o guerriero. Perdendo quasi subito l’infanzia e sottovalutando l’adolescenza.
In virtù di ruoli adulti da ricoprire, estendiamo così il nostro vuoto fatto di indiscutibili certezze, fino alla cosiddetta età della maturità. Diventiamo anche noi famelici divoratori di personalità, divorati a nostra volta dalla rinuncia alla nostra vera personalità.
Diventati parziali, specializzati, ci mettiamo in fila vibranti e insaziabili per consumare quei prodotti che la cultura di questo tempo ci offre. E la macchina del tempo che doveva portarci lontano, ci ha inchiodato al punto di partenza.
La produzione dei pezzi che servono per costruirla è diventata più importante di dove dovevamo andare. Ogni scelta è dominio del libero arbitrio in quanto uomini, ma nei nostri ruoli di costruttori di pezzi, in realtà la nostra effettiva libertà è costretta in una fitta organizzazione onnipresente fatta di persuasione e sudditanza, al sapere e al potere.
Se solo avessimo il coraggio di aver paura, di rinunciare al tutto e smettere di correre sempre per fuggire quella sensazione che una volta avevamo sentito e che ci ha testimoniato che volevamo andare nella parte opposta.
Se solo avessimo il coraggio, di smettere di spostarci per inerzia. Fermandoci, accettando la natura della dualità.
Da li riusciremmo a ripartire con una nuova prospettiva.
Il Panem et Circenses ha affollato la nostra cultura popolare così che non abbiamo più spazio per dialogare di questi argomenti. Non abbiamo più piacere di dialogare con gli uomini e le donne che hanno fatto la storia del progresso umano, per capire dove andavano loro e dove andiamo noi.
In seguito alla seconda guerra mondiale uno psicologo statunitense volle esperimentare l’influenza dell’autorità e scoprì come indipendentemente dall’istruzione e dal mestiere, indistintamente, le persone tendessero a seguire totalmente i comandamenti dell’autorità.
Anche se questi vanno contro la volontà e la vita di un altro individuo. La cieca richiesta dell’autorità pressa e spinge all’esecuzione, comunque. In virtù della necessità di una buona riuscita di qualcosa di più grande del singolo, ormai avviato e molto importante, imponente.
In quell’esperimento, chi faceva le veci del professore, dell’autorità riconosciuta, sottolineava l’impossibilità di sottrarsi all’esperimento una volta iniziato e questo richiamo era sufficiente al partecipante per far passare in secondo piano il dolore e la volontà esplicita di un altro essere umano.
Milgram, lo psicologo autore di questo esperimento, era di origine ebraiche ed era stato fortemente colpito dagli eventi dell’olocausto tanto che si era prefissato di cercare di capire con questo esperimento come uomini comuni, con una propria dignità e sistema valoriale, potessero seguire ordini contro la dignità di altri uomini.
Nell’esperimento il sessantatré percento finì l’esperimento obbediendo totalmente all’autorità, il trentasette percento invece non lo fece. Condizioni sperimentali identiche, cosa cambiava?
Ancora ad oggi non si è riuscito a capire.
A mio parere, sta nell’impostazione macrosistemica: una volta accettato il gioco dei ruoli è difficile ricordarsi di essere altro, oltre alle limitate possibilità del gioco stesso; e che soprattutto, siamo essere umani oltre le “persone” che indossiamo.
In quanto essere umani abbiamo il diritto di scegliere, fare esperienza, lasciare e riprendere un nuovo cammino.
Le delusioni e i fallimenti hanno da sempre costituito la fonte di uno scatto di reni che fin dai tempi della ruota han portato l’umanità a scoprire e progredire. Il consesso umano si è mosso così in un alternarsi di discese e risalite verso grandi gradi di consapevolezza e ancora, grandi fallimenti.
Non è verità nuova che nuove conoscenze dell’animo umano diventino strumento di pochi che le usano per indottrinare, disciplinare e punire i molti.
Qualcuno sfrutta da sempre la scia di chi crea strade nuove.
Dalla notte dei tempi, nel grande gioco dell’umanità, ci sono sempre stati i ricercatori, che quasi sempre si definivano ricercatori delle cose inutili, e i pragmatici che ne hanno invece sempre colto il valore e ne hanno sfruttano tutti gli effetti.
Oggi questo modello storico è destinato a non funzionare più perché tutti siamo chiamati a trarre il meglio delle nostre diversità e genuinamente riconoscerci come fratelli responsabili l’uno dell’altro.
Così la prossima volta che qualcuno ci imporrà un ruolo e ci dirà “attenzione alunno, il tuo insegnante sta per iniziare il test” gli risponderemo:
Mi fa piacere incorrere in video come questo [1] in cui liberi pensatori dotati di intelligenza critica, non prezzolati e quindi autonomi, narrano come sia legittimo porsi dei dubbi, e praticamente ripercorrono esattamente il ragionamento che facevo nel mio CONFORMISMO INFORMATIVO, YES MAN E CORONA VIRUS[2] e ancora prima in CORONA VIRUS, CUI PRODEST? [3].
Queste convergenze socratiche, di persone che non riempiono i buchi di narrazione mainstream ma ci guardano dentro, non può vuol dire che una sola cosa: ovvero, che chi ragiona e pone l’attenzione su dati di fatto arriva a farsi pensieri convergenti. Ognuno con la sua dialettica narrativa e la sua posizione culturale ovviamente. Una nazione che si reputi tale, deve partire da queste differenze e costruire informazione e conoscenza.
In questo articolo vorrei riportare i contributi in cui fin’ora mi sono imbattuto e che reputo interessanti nell’ottica di raccogliere dati oggettivi per costruire un antidoto contro l’inerzia di un pensiero di maggioranza, che si è formato prematuramente, superficialmente e a tratti si manifesta aggressivo [4] [5].
Tanti dati convergono e un senso civico vero mi porta nel mio piccolo a fare del servizio pubblico e agevolare i lettori nella raccolta di versioni alternative, ma solide e lucide. Del resto questo è sempre stato questo spazio: uno strumento per fare cambiamento culturale dal 2008 a questa parte.
Diffidate pertanto di chi risponde con rigidità intellettuale a chi cerca genuinamente la verità dei fatti ponendosi dei dubbi: i dati sono tanti, e fa specie che non si lavori, collettivamente, in quanto sistema paese, per mantenere l’attenzione su questi dati.
Oltre all’investigazione oggettiva di chi ha proposto di investigare l’ipotesi di attacco batteriologico [6], si aggiunga questo dato: pare che nel 2017 la Banca Mondiale sia uscita con dei Pandemic Bonds [7] per cui qualcuno (e stiamo parlando di smart money [8]) avrebbe guadagnato nello scenario di una pandemia di Corona Virus e se questa fosse durata almeno 12 settimane [9].
Si aggiunga che, chi investe nelle criptovalute [10], conosce bene e indica da anni una situazione di crisi economica e globale già avviata e che sarebbe scoppiata massimo nel 2020, e che avrebbe contestualmente abilitate la transizione dal sistema tradizionale finanziario al Fintech [11].
Sempre nella community di investitori ‘cripto’ (retail, non lo smart money citato prima), si era già diffusa ancor prima del caso Corona Virus (nello specifico, in corrispondenza delle tensioni tra USA e Iran di inizio anno [12]), l’idea che qualcosa sarebbe successo per giustificare il collasso ormai avviato dell’economia tradizionale (gli indicatori economici erano chiari già a fine 2019 [13]) e al contempo avviare la trasformazione (digitale) che inevitabilmente si sarebbe avviata contestualmente ad una crisi globale.
Si tratta di una trasformazione epocale, che cambia paradigmi, sociali, economici, industriali, educativi.
Le smart cities [14] si faranno, le digital pills [15] verranno date ai nostri anziani, le criptovalute sostituiranno il cartaceo (più avvezzo a costituire veicolo di trasmissione germi), e questo avverrà che si voglia o meno.
Purtroppo o per fortuna, è un trend inarrestabile e va da sè che qualche crisi strutturale per abilitare e confermare questo trend fosse fisiologica.
Questi sono i dati di fatto, si voglia o meno parlare in questi termini alle masse, o decidere di trattarli come bambini e spiegare loro come ci si lava le mani.
Passo e chiudo.
Ad maiora.
DIEGO FUSARO: Possibili agghiaccianti ipotesi su quel che sta capitando in queste ore!