IO DICO ADDIO (ovvero “se prendete spunti citate”)

Condivido questo pezzo, tratto da una mail inviata ad un certo sito italiano, utilizzandolo come spunto per una sorta di lettera aperta a tutta una certa realtà italiana e come spunto per trattare di un problema tipico della nostra cultura moderna. Buona lettura.

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“Nell’anno ’99 di nostra vita… io… Francesco Guccini, eterno studente, perché la materia di studio sarebbe infinita e soprattutto so di non sapere niente. io chierico vagante, bandito di strada, io non artista, solo piccolo boccelliere, perché per colpa d’altri o vada come vada, a volte mi vergogno di fare il mio mestiere…. io dico addio” Guccini – Addio

In riferimento alla rassegna stampa di questa mattina [1], a minuto 4’29” ci si riferisce al video sul progetto di Neuralink di Musk, applicato ad un maiale. Avete spontaneamente datato quel video al 2015. 

Vi chiedo: come fa ad essere un video del 2015 se è un progetto divulgato nell’estate 2020? 

Questo errore, spontaneo e sovrappensiero, sembra piccolo piccolo, ma fa comprendere invece a mio parere, ma forse al parere solo di osservatori attenti, una cosa molto più significativa.

Ovvero, apre un varco a quella che è una prassi di lavoro tra i comunicatori di professione e i professionisti del marketing: le idee con cui si cimentano non sono farina del loro sacco, ma sono pescate di qua e di là sulla rete e sacrificate all’altare del “Content Making” [2]. 

Più o meno siamo di fronte al fenomeno che un autore famoso aveva genuinamente testimoniato in una intervista dicendo che molti dei suoi libri per adolescenti, poi diventati film mainstream, li costruiva sulla base degli sfoghi e riflessioni di ragazzi che scrivevano sui loro blog personali disseminati nel web. 

Sono arrivato ad una conclusione: tutta la vostra categoria di controinformazione, comunicatori di professione, a quanto pare, ha come minimo comune multiplo questa postura dello “scopiazzamento-selvaggio-mai-referenziato-se-la-referenza-non-ha-pedigree“.  

Quel video che dite essere del 2015, ma che non può esserlo, e ho già spiegato perché, contiene più o meno le mie considerazioni scritte in Generazione Chip [3], Progresso, ma siamo pronti [4], Il Diritto alla piena umanità [5], che pure vi ho condiviso. 

La mia idea è che avete sposato gli spunti sollecitati da quegli articoli, perché ve li ho condivisi svariati mesi fa, volevate affrontarli, ma emanciparvi dalla fonte poco autorevole da cui li avete appresi per la prima volta: Theliteraryport.

Volevate referenziare in modo più inattaccabile, e allora, per referenziare quegli spunti in modo più forte e spendibile a livello pubblico, avete preso un video del TG1 [6]. Salvo non sapere assolutamente nulla di quegli argomenti. Neppure sapere che Neuralink ha avuto la sua fase di dissemination [7] nel 2020, e che quindi mai e poi mai possa essere retrodatato al 2015.

 Il servizio del TG1 è comunque approssimativo, a loro volta hanno preso un professionista della comunicazione, a cui la redazione – immagino – gli ha attribuito un argomento completamente a lui/lei estraneo e gli/le ha detto “facci un servizio per il notiziario della sera“. 

La mia ipotesi di base è che abbiate datato il video della RAI al 2015 per esigenza, come detto, perché funzionale ad obiettivi di comunicazione: cioè per passare l’idea che sono argomenti diffusi e su cui ci si sta già interrogando ad un livello divulgativo. 

Ma rinnovo la domanda che facevo in principio: come fa ad essere un video del 2015, se questi sviluppi di Neuralink sono stati disseminati in estate 2020?

Dettagli irrilevanti, immagino, alla luce delle esigenze comunicative.

Andando a vedere a quando è datato il video della RAI comunque si trova “inverno 2020” – abbastanza in ritardo tra l’altro rispetto all’originale disseminazione del progetto Neuralink il che indica come i palinsesti e le programmazioni televisive o web, siano comunque in ritardo rispetto alle “domande di ricerca”. Perché le prime seguono regole importanti per aumentare l’audience, le seconde argomenti strategicamente rilevanti che facciano aumentare la competizione alle industrie.

Queste considerazioni agli occhi dei più sfuggono, perché non si hanno i rudimenti base per inserirsi e orientarsi nella materia. I più come voi, fanno solo riferimento all’autorevolezza della fonte e non ai contenuti. Quindi ecco la ricerca sfrenata del testimonial sdoganato alle masse, con un faccione che rassicuri e susciti fiducia, a cui affidare idee pescate altrove.

Non importa se per essere efficaci si debba scarnificare la selvaggia tigre e ricoprire con la sua pelliccia il domestico gatto.

Il problema è che quegli stessi “faccioni” che hanno autorità e credibilità tra le masse, si muovono nel buio in determinati campi di innovazione, dato che a loro volta non hanno le basi né per approfondire né per comprendere. 

Eppure, i faccioni esclamano e le masse applaudono.

Quindi, in ultima istanza, si ha a che fare con ciechi che guidano ciechi nel buio

Questo implica che certi affondi verticali  o spunti non scontati, pescati da alcune discipline (come questo di Neuralink, dalle biotecnologie, o della “dissonanza cognitiva” e dell’acquiescenza al potere, dalla Psicologia Sociale) – non giustificati in bocca ad alcuni individui con un background lontanissimo da quelle discipline, e senza alcuna relazione con quelle materie – vengono affrontati in modo superficiale e senza coglierne la vera potenza e rilevanza; e si appiattiscono a slogan, e vacui rimandi esotici. 

Che mi risulti l’unico “luogo” in cui si è citato il diritto ad essere cento per cento organici e su cui si è fatto riferimento all’impatto del progresso tecnologico sul libero arbitrio è stato su – quello che io consideravo il primo “manifesto” (un “manifestino”) del diritto ad essere uomini 100% organici – sul Literaryport.  

E non mi risulta nessuno che l’abbia fatto in Italia prima del mio spunto di marzo 2020, in quei termini. Anche quel video RAI è postumo. 

Se vi inserite in alcuni argomenti e discipline di cui non padroneggiate le basi, e le cui deduzioni non possono essere farina del vostro sacco, perché prendete solo degli spunti in modo inorganico e li infilate in narrative fragili ma sacrificate al content making del vostro ufficio comunicazione, abbiate almeno la correttezza: 

1. Di citare la fonte da cui avete davvero preso quello spunto, se pur sconosciuta e non sdoganata alle folle; 

2. Di accertarvi di avere studiato meglio i dati portati all’attenzione, perché è necessario che arriviate a farvi le domande davvero rilevanti, se no “è come brandire l’ennesimo bastoncino col fuoco per affascinare le altre scimmie” (mi autocito [8]).

Personalmente, non mi piace questo fagocitare frenetico di tutto ciò che c’è sul web solo per creare contenuti dei vostri show, senza mai citare chi si sforza di produrre intuizioni grezze, ma non banali, sulla base delle sue conoscenze e ricerche, e li restituisce con fatica all’opinione pubblica. Se pur piccolina – diciamo: “opinionina”. 

Facile prendere un semilavorato e portarlo a finitura da chi ha lavorato sul grezzo con fatica: trovare il “blocco” grezzo non è banale, soprattutto quando tutta l’opinione pubblica è concentrata a confrontarsi in altre direzioni. Neppure lavorarlo per “sottrazione” [9], quel grezzo, è banale.

Occorre riconoscere il merito a chi si è mosso in quei campi inesplorati e ha portato la luce di quelle gemme, se pur grezze, che hanno avuto il pregio di “farvi guardare dove non guardavate“.

Continuando la metafora: il processo produttivo della vostra azienda estrapola semilavorati da “aziendine anonime”, ma di qualità, ma la vostra funzione marketing vi ha detto di preferire di agganciare il prodotto finale che ne ricavate, a brand più conosciuti. Per ampliare il bacino potenziale di clienti.

Chi ha orecchie per intendere intenda.   

Indipendentemente dall’efficacia di queste regole della comunicazione e marketing, a quanto pare l’Italia non crescerà mai perché non è popolata da gente corretta. 

Aggiungerò questa vostra realtà alle altre della controinformazione con cui mi sono interfacciato, e con cui ho più o meno vissuto lo stesso spiacevole fenomeno. 

A quanto pare mi sto interfacciando con un’unica categoria apparentemente eterogenea, di chi vuole solo seguire un trend che tira: quello del “contro”. 

Detto questo, è l’ultima volta che vi scrivo o vi aggiorno sulla pubblicazione dei miei pezzi sul Literaryport, dato che non ho mai avuto un feedback neppure per cortesia.

Inoltre, sicuro che continuerete a prendere spunto e fagocitare le intuizioni degli anonimi nessuno ma competenti [10], e che spulcerete nel web alla ricerca frenetica dello spunto per il vostro content making, e che farete programmi dei vostri show con puntate dai grandi numeri, e che attribuirete i concetti copiati a “faccioni che tirano” reputate più vincenti secondo le regole della comunicazione, e che continuerete a non citare mai i veri autori di quelle idee, citando un originale pensatore – a differenza vostra – io dico “Addio” [11]. 

Ma vi ricordo che la posta in gioco è molto di più del senso di autoefficacia personale di qualche personaggio in cerca d’autore (cit.), dell’approvvigionamento dell’ego di comunicatori di professione, che magari si sono visti ignorare dal mainstream e che ora si sono inseriti nel “contro” di minoranza come efficace ripiego, o per rinvigorire l’autostima che sentite crescere ogni volta che vi rendete conto che la vostra fama cresce.

C’è bisogno di Uomini nuovi, corretti, che non siano idolatri, che non abbiano timori reverenziali di fronte nessuno e che si battano con intelligenza critica proteggendo a tutti i costi il nuovo dilemma della nostra epoca:

il diritto di essere uomini 100% organici. 

Di questo si tratta. E forse, i vostri faccioni con pedigree, tra qualche anno capiranno cosa intendo e potrenno poclamarlo come nuovo slogan “che piace”: “cento-per-cento-organici-cento-per-cento-organici-cento-per-cento-organici…bla..bla..bla..son…fico…questa..è nuova…”.

Comunque colgo l’occasione per ringraziarvi, perché mi avete fatto comprendere perché Literaryport e Kaan Reed sono davvero di valore, originali e unici, pionieristici e out-of-the-box-thinker: ci scriverò un pezzo, un manifesto di stile nei prossimi giorni.

Ad maiora,

Kaan Reed.  

“Nell’anno ’99 di nostra vita io, giullare da niente, ma indignato, anchio qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico, sperando però che tu non le prenda come un gioco…tu ipocrita uditore… mio simile…mio amico “

[1] Verso Matrix 2020 – 100giornidaleoni: https://100giornidaleoni.it/tv/verso-matrix-2022-un-solo-diktat-annullare-lessere-umano/

[2] Content Creation: https://en.wikipedia.org/wiki/Content_creation#:~:text=Content%20creation%20is%20the%20contribution,user%2Faudience%20in%20specific%20contexts.&text=A%20Pew%20survey%20described%20content,contribute%20to%20the%20online%20world.%22

[3] Generazione Chip – Kaan Reed: https://theliteraryport.com/2020/03/19/corona-virus-larrivo-chip-sottocutaneo/

[4] Progresso, ma siamo pronti? – Kaan Reed: https://theliteraryport.com/2020/05/25/progresso-ma-siamo-pronti/

[5] Il Diritto alla piena umanità – Kaan Reed: https://theliteraryport.com/2020/06/02/il-diritto-alla-piena-umanita/

[6] Servizio TG1 su Neuralink: https://www.youtube.com/watch?v=41M0tMcSU2Y 

[7] Dissemination and Exploitation in Horizon 2020 – Why does dissemination matter? (pg. 6) https://ec.europa.eu/research/participants/data/ref/h2020/other/events/2017-03-01/8_result-dissemination-exploitation.pdf

[8] Monologo dell’insicurezza – Kaan Reed: https://theliteraryport.com/2018/03/09/monologo-dellinsicurezza/

[9] Subtractive Manufacturing: https://marketbusinessnews.com/financial-glossary/subtractive-manufacturing/

[10] Anonimi nessuno non si inginocchiano: https://theliteraryport.com/2021/08/04/anonimi-nessuno-non-si-inginocchiano-ovvero-la-favola-di-esopo-2-0/

[11] Addio – Guccini: https://www.youtube.com/watch?v=Tb7yYKq_UnI 

LA FORMULA ERRATA CHE STA CAMBIANDO LE SORTI DEL MONDO (ovvero “La falsa narrativa dell’impatto ambientale”, alias “message to B.G.”)

La formula è sbagliata [1].

Caro B.G. che ne dici di diversificare la variabile P, persone, sulla base della loro impronta ecologica?

Poi ti suggerirei di applicare la legge di Pareto [2] secondo la quale il 20% delle variabili influenza l’80% del risultato, e l’80% delle variabili influenza il 20% del risultato.

Pertanto arriveresti ad affermare che, il 20% della popolazione ha l’80% dell’impatto sull’ecosistema.

Mi chiedo quale categoria della popolazione sia quel 20%?

Diciamo che è la categoria imprenditore, CEO di industrie e altri decisori delle società globali, come te.

Caro, B.G., nella tua vita la tua impronta, attraverso le tue attività è paragonabile a quella di centinaia di migliaia di persone “normali”.

La tua impronta non può essere paragonata all’impronta di un giornalista o un artigiano, per esempio.

Dovresti inserire nella formula un fattore di peso da accoppiare con categorie diverse [3], da avere nella variabile di P un valore composto, attraverso il quale arriverai alla conclusione che non devi ridurre il numero di tutte le persone, ma quello con l’impronta più alta, come te e gli altri tuoi colleghi CEO e compagni d’élite, che probabimente considerano il resto degli umani come bestiame da cancellare dalla faccia della terra.

A causa di questo pregiudizio sei arrivato a una conclusione errata.

Non sarebbe un problema, se ora non spostassi miliardi di persone (con miliardi di capitali corrispondenti) nella direzione che hai previsto tu: il depopolamento di persone normali, non dell’élite energivora ovviamente.

Ascolta, sei un filantropo, vuoi davvero fare bene a Gaia [4]?

Nasconditi, non cercare di proporre le tue “soluzioni” all’umanità.

Ad maiora.

KR

[1] Bill Gates : Reduce World Population With New Vaccines https://theliteraryport.com/wp-content/uploads/2022/09/Bill-Gates-_-Reduce-World-Population-With-New-Vaccines.mp4 (1’52”)

[2] Principio di Pareto https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_Pareto

[3] La falsa narrativa dell’impatto ambientale https://www.youtube.com/watch?v=w_yPzd0YZxo

[4] Gaia https://it.wikipedia.org/wiki/Gea

ANONIMI NESSUNO NON SI INGINOCCHIANO (OVVERO “IL LUPO E L’AGNELLO” 2.0)

Il lupo e l'agnello_
Il lupo e l’agnello, favola di Esopo

E’ un momento storico in cui occorre unire le forze per rafforzare l’ultimo argine alla libertà.

Si tratta di un discorso di valori. Di ultime trincee valoriali che non si possono valicare. Nel mondo in cui vivo e vivrò, i valori più importanti sociali sono il rispetto, la verità, la libertà, la sensibilità, la fantasia, la curiosità e il dubbio. Non sono gli strumenti per diventare qualcuno, ma per esorcizzare l’adulazione e l’acquiescienza.

Eppure i mass media spingono e inducono ragionamenti diffusi e confusi associando persone credibili a validazioni di linee narrative verosimili ma non avvalorate dai dati. Siamo in piena epoca di costruttivismo, dove la realtà non esiste, ma esiste solo la verosimiglianza.

Siamo in un momento di ragionamenti verosimili ma confusi per cui il siero è sì sperimentale ma obbligatorio, la democrazia è fiducia e affidamento acritico alle istituzioni, la scienza è certa, indiscutibile e rivelata da alcuni eletti. [1]

E invece, la democrazia è partecipazione, è confronto, è incontro di argomentazioni, è ascolto di argomentazioni, è mescolanza di punti di vista e contaminazione di più componenti discordanti basata sul rispetto delle minoranze.

La scienza è dibattito, e non chiede di essere seguita per cieca fiducia ma di essere sfidata, migliorata graduamente, pezzo per pezzo. La scienza chiede di ricevere domande per rispondere e fortificarsi, non ubbidienza e fede. E l’atteggiamento critico non è prerogativa delle comunità scientifiche ma deve essere ritrovato nel tessuto sociale in cittadini preparati, curiosi, attenti e tolleranti.

Se pur ci attacchino, con narative approssimative, non dobbiamo rinunciare alla dialettica e al confronto.

L’incontro rimane un’opportunità, e per intercettare questa opportunità dobbiamo abbassare il baricentro, e aderire strettamente ai dati di fatto. Individuare e interiorizzare una narrativa di resistenza per rendere coerente il nostro agire, ma anche per poter confrontarci con chi la pensa diversamente.

Portiamo all’attenzione domande rilevanti.

Ad esempio, l’obiettivo del sistema paese in uno stato di crisi dev’essere salvare il più possibile vite, e se l’obiettivo era questo, si sarebbe dovuto supportare chi stava avendo successi nel farlo e portava dati empirici di vite salvate o no? Le cure domiciliari hanno guarito migliaia di infetti e i dati empirici sono inconfutabili. Chi ci spiega il perché dell’arresto di questa direzione di sperimentazione? Di chi sono le responsabilità di questa scelta paese?

In una fase storica in cui le risposte certe sono poche, occorre concentrarsi su le domande, evitando la bagarre su direzioni di confronto sterili e distraenti.

1.E’ vero che i vacc****i protraggono gli agenti virali?” E se sì, perché impedire la circolazione dei “non vacc****i” e fare invece circolare dei “vacc****i” che comunque possono contagiarsi e contagiare?

2.Perchè a New York a Ottobre 2019 in Event 201 si parlava di imminente (non possibile, ma imminente) pandemia di SarsCov2, e né un nostro ambasciatore italiano in USA, né il ministro degli esteri, né un qualsiasi giornalista inviato RAI, nessuno, ha portato l’informazione in Italia, al governo italiano, attivando un allarme verso un piano di gestione della crisi in tempi utili?

3. Perché a Bergamo non si sono fatte le autopsie? Autopsie in tempi che avrebbero dato tante informazioni e salvato tanti ammalati ed evitato errori che hanno saturato le terapie intensive.

4. Perché si accettano delle terapie geniche innovative sperimentali, ma non le terapie domiciliari altrettanto sperimentali? Perché sperimentare con le terapie geniche va bene, ma con le cure domiciliari no?

5. Perché in Italia è stata fatta sparire la frase “chi si rifiuta” nel paragrafo sulle discriminazioni nel documento del regolamento (UE) 2021/953? Chi l’ha tolto? Perché?

6. Perché per le vittorie agli europei, il giro d’italia, il giro di francia, eurovision, si può fare assembramenti per manifestari per diritti civili no?

7. Perché i medici che somministrano il vaccino ricevono lo scudo civile e penale?

8. Perché persone vacc****e (con due dosi) per entrare in conferenza devono fare i tamponi?

9. Perché, la comunità scientifica è ancora divisa su alcune tematiche non condivise, mentre i politici senza dubbi scelgono di seguire esperti che propongono un filone piuttosto che l’altro, qual’è la ratio?

10. Qual’è la giustificazione con cui si estende lo stato di emergenza fino a dicembre?

11. Perché mentre si fa una legge contro le discriminazioni e i pregiudizi di genere, si spacca il popolo tra chi ha ubbidito fedelmente e chi si è permesso di esercitare il dubbio? Perché discriminare un transessuale è reato, e discriminare un individuo che non vuole fare da cavia invece è accettabile?

Queste domande ce le dobbiamo avere chiare tutti. E non c’è bisogno che vi sia un referente autorevole che suoni un campanellino per ricordarci che esistono queste cricche nella narrativa di maggioranza. Siamo noi, preparati e attivi a portare questi elementi alla narrativa di resistenza.

Vi consiglio di rifuggire e non creare nuovi personaggi, eroi e idoli e diventare noi individui autentici, di spessore, anonimi, ma preparati.

La fabbrica degli idoli e del culto della personalità è la causa della perdita della nostra identità e della capacità di vigilare su i nostri diritti (cit. Calamandrei).

Il potere ha l’interesse a produrre idoli che distraggano affinché non venga speso il tempo a prepararsi e aggiornarsi sul dibattito pubblico.Il potere ha paura degli anonimi preparati e preferisce i qualcuno, specie se impreparati e magari a libro paga.

Ai compagni di viaggio ricordo che “la costituzione non è una macchina che una volta messa in moto, va avanti da se. (..) perché si muova bisogna ogni giorno metterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro lo spirito, l’impegno, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità”. SULLA LIBERTA’ BISOGNA VIGILARE (cit. Calamandrei)

A gli apparenti antagonisti dico invece: “Salvaguardate oggi i nostri diritti, affinché possiate garantire un domani i vostri!”

Unitevi a noi, non è più una faccenda di polarità opposte. La dicotomia è solo apparente, la questione è di dignità umana. Aiutateci ad allestire le trincee in salvaguardia di questa dignità perché serviranno anche a voi in futuro.

Lo so, la verità fa male, ma è sempre verità: sperimentare comporta rischi ed è un fatto. Si sta sperimentando sulle masse e si stanno esponendo persone a rischi. Intanto potete inventarvi termini per screditare le posizioni discordanti e proteggere le vostre sicurezze, oppure ascoltare chi non è pagato da nessuno, ha conservato una posizione di obiettività ed esercita (semplicemente) prudenza.

Abbiate dubbi.

Lo stile comunicativo di chi ci governa induce la gente, ad una postura di acquiescienza verso chi gli pone pressione per scegliere di fare qualcosa su cui è dubbioso, e paura verso chi è falsamente dipinto come l’untore.

Nella comunicazione dei governanti ci sono tecniche becere di propaganda e persuasione, nei comportamenti assurde contraddizioni. Un medico che salva i concittadini, sul campo di battaglia, con terapie domiciliari è trattato come un criminale e rischia di essere radiato. I potenti si abbracciano e fanno convivialità, mentre i ristoratori li hanno messi in ginocchio per più di un anno perché fare convivialità narravano fosse uno dei più pericolosi veicoli di contagio. Per loro no a quanto pare. Il mondo è alla rovescia. E lo è perché la maggioranza è distratta e non si posiziona.

Un’intera classe politica, dirigente, tutti i media e giornalisti, scientifica ha fatto leva sull’emotività delle masse e ha portato le persone sotto la spinta della paura a partecipare in massa ad una sperimentazione, che per definizione, porta rischi.

In tutto questo caos, pensare di essere dalla posizione giusta e sentirsi superiori moralmente, non solo potrebbe essere sintomo di ignoranza, o un indizio di non avere fatto sufficienti ricerche, ma è un rischio da cui rifuggire in quanto il Groupthink, sentirsi dalla parte dela ragione escludendo la critica e la dialettica, qualsiasi sia il gruppo a cui si appartenga, porta a gravi derive.

Tra chi prende le decisioni per noi c’è una enormità di gente incapace di esercitare obiettività. O per conflitti di interesse o per caratteristiche personali [3].

12. Chi sono gli esperti incaricati di influenzare le nostre vite con le loro previsioni?

13. Qualcuno ha fatto un’investigazione per capire se sono privi di conflitti di interessi?

14. Chi sono i politici che stanno con acquiescienza seguendo i sedicenti esperti scientifici?

15. Sono in condizioni di obiettività? Anche per loro, qualcuno ha fatto un’investigazione per comprendere se c’è assenza di conflitti di interesse?

Con tutta franchezza questa situazione che stiamo vivendo, in riferimento all’attacco che stanno subendo i non vacc****i, mi ricorda la favola di Esopo, del lupo e dell’agnello.

Un lupo che beveva l’acqua ad un ruscello diceva all’agnello “mi stai sporcando l’acqua ti devo divorare”, al ché l’agnello rispondeva che si trovava a valle rispetto al lupo, per cui il lupo rispondeva “allora i tuoi genitori mi hanno sporcato l’acqua”, e lo divorava.

Anche nel nostro caso la logica, dobbiamo essere consapevoli che è saltata: c’è qualcuno che vuole andare a tutti i costi in una determnata direzione. E che “nulla si possa contro la prepotenza” sembra essere l’amaro insegnamento della favola di Esopo, tuttavia io credo invece che si possa fare qualcosa.

La soluzione è non lasciare nessun “agnello da solo”.

Occorre diventare tanti nessuno preparati che fanno queste domande quotidianamente e instillano il dubbio nel pensiero delle persone della propria rete. Questo è il nostro compito. Imparare bene le contraddizioni della narrazione di chi ci attacca e porre le giuste domande a chi ci avvicina, ai lupi e alle altre pecore, affinché si schierino con noi e capiscano che oggi siamo noi, domani toccherà a loro e quindi occorrerà agire risoluti contro la prepotenza.

Attivare ed evangelizzare, orde di agnelli, per non rimanere soli di fronte al ruscello.

E per fare questo occorre evitare certi termini che ci mettono nella condizione di perdere qualsiasi apertura e disponibilità al dialogo di persone che potrebbero avere comunque una posizione di indecisione e che quindi potremmo coinvolgere (ad esempio weather engineering, satanismo, ordine mondiale).

Portare l’attenzione su i dati di fatto.

Evitiamo di subire questa inerzia che si sta palesando verso una polarizzazione della società. Non rinunciamo a mischiarci con le posizioni discordanti perché la diversità rimane ricchezza. Se falliamo nel mantenere la mescolanza falliamo nel manentenere la democrazia.

Il lupo e l’agnello

Un agnello si dissetava nell’acqua purissima di un ruscello. Sopraggiunse un lupo in caccia: era digiuno e la fame lo aveva attirato in quei luoghi.

Nel vedere la bestiola indifesa gli venne l’acquolina in bocca e decise di trovare un pretesto per attaccare lite, in modo da poterlo mangiare senza che nessuno potesse dire di averlo mangiato senza motivo.

– Hei tu, perché intorpidisci l’acqua che bevo? – disse il lupo.

– Come posso intorpidirla, se l’acqua scorre da te verso me?! – rispose l’agnello.

– La sporchi – insisté il lupo crudele – E poi so che l’anno scorso hai detto male di me!

– Io?! Ma se non ero ancora nato – rispose l’agnello.

– Se non sei stato tu, è stato tuo fratello!

– Non ho fratelli!

Il lupo spazientito ed affamato non lo fece neanche terminare, si avvento su di lui dicendo:

– Allora qualcuno dei tuoi; perché voi, i vostri pastori e i vostri cani ce l’avete con me. Devo vendicarmi!

E qui, mi permetterete di ritoccare lievemente la favola di Esopo….

Finale 2.0

Detto questo il lupo provò ad agguantare l’anonimo e solitario agnello,

ma una orda di anonimi piccoli agnellini comparsero dalla foresta

e cacciarono il lupo.

Il lupo e l’agnello 2.0 (Ovvero, anonimi nessuno non si inginocchiano)

[1] I no vax che non ti aspetti, impossibili da persuadere al vaccino per il Covid https://www.corriere.it/cronache/21_luglio_16/no-vax-covid-vaccino-scienza-a3223a92-e59a-11eb-b02e-abf05f14a13d.shtml

[2] Sentite cosa dice Ricciardi della variante Delta! min 2’40”’

[3] “Macron è pericoloso”, lo dice uno psichiatra

LA LIBERTA’ VALE PIU’ DELLA MORTE (cit.)

la libertà vale più della morte

Ognuno ha le sue priorità nella vita certo, ognuno tenga la sua certezza, io non ne ho. Il problema è che la gente che la pensa come me generalmente è pacifica e si fa i ca**i suoi, non vuole convincere gli altri delle proprie posizioni e non crede nelle crociate.

Mentre chi la pensa diversamente spesso le muove in virtù di certezze date solo da orientamenti di personalità iperegotici ma non giustificate da nient’altro.

Questo tipo di persone chiama molto facilmente irresponsabili gli altri e li giudica. (A proposito di responsabilità, in futuro si chiariranno gli effetti della popolazione dei vaccinati sulle comunità e sull’evoluzione del virus).

Si sentenzia che la salute sia meglio della libertà, per cui bisogna fare questo o quell’altro a forza, perché ce lo impone la scienza, ma mi si deve spiegare su quali condivisioni raggiunte della comunità scientifica. Dato che ancora questa comprende voci discordanti e posizioni completamente opposte, perchè andare in una o nell’altra direzione?

I governi procedono a tentoni, quanto la comunità scientifica, tuttavia, perennemente sicuri dettano la direzione, e scopriremo in futuro per salvaguardare gli interessi di chi.

In tutto questo caos, pensare di essere dalla posizione giusta e sentirsi superiori moralmente, non solo potrebbe essere sintomo di ignoranza, o un indizio di non avere fatto sufficienti ricerche, ma è un rischio da cui rifuggire: attenzione al Groupthink, perché qualsiasi sia il gruppo a cui si appartenga, nessuno è unto dal signore, nemmeno Bill Gates (o soprattuto Bill Gates).

Ad maiora.

Nel suono (ovvero, i bineurali)

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La promessa di un godimento immediato si infiltra insinuoso

negli unici ingranaggi di cui sono composte le mie scelte

Mi promette e pretende,

Ma io no.

Nel suono mi ritrovo

La differenza tra un uomo libero e un prodotto

è un suono.

Per avvicinarsi all’essenza della umanità, e smettere di essere prodotti, (e lo siamo di default se siamo nati e cresciuti in questa società), occorre solo riavvicinarsi al Suono. Tutto quello che ci serve, tutto quello che siamo. Il resto è sofisticazione che rende l’uomo schiavo di schemi indotti. L’Om è libera connessione.

Bineural sound – Activation Pineal Gland

I bineurali, unico “entertainment” da cercare in questa vita. Tutto il resto è tempo perso. (A parte l’amore).

I VECCHI SAGGI AL BAR CHE TI DANNO CONSIGLI SULLA VITA NON ESISTONO

Il grande Lebowski (1998). Fratelli Coen.

In treno, alla vista di campi imbiancati, ascoltando nelle cuffie l’ultima canzone di Halil Sezai, raggiunge la mia mente qualche riflessione sui modelli e le persone di valore.

I vecchi saggi al bar, che ti danno consigli sulla vita non esistono.

Esiste sempre, per ognuno di noi, quella persona che nel più profondo del cuore, siamo indotti ad aspettare.

Quel saggio che non conosciamo, che ci dirà in una sola volta un paio di segreti sulla vita. Le chiavi per capire ogni situazione, funzionare in tutto.

Quella figura è un mito, un simbolo. Quell’esempio autorevole di successo esiste fin tanto che esiste la sua rappresentazione nella nostra testa.

Il navigato che quasi sempre ha più o meno il volto del tizio che incontra il Drugo al bancone del bar, tra una partita di Boowling e l’altra.

Un’aspetto un po’ country, più o meno identico a quello di Kenny Rogers.

Uno che ci ricordi, con l’autorevolezza di chi la vita l’ha vissuta, che a volte “tu mangi il toro”, ma che altre volte è “il toro che mangia te”.

Uno, che insomma ti ricordi che “devi sapere lasciare il tavolo da gioco quando non hai il punto”, e che il problema è riconoscere di non avere più alcun punto in quella specifica mano.

Tutte cose belle e sagge.

Ma quei personaggi lì non esistono.

La verità è che sono idee romantiche e che siamo noi che dobbiamo mettere mano ai nostri schemi di pensiero per comprendere la natura della realtà. Siamo noi che dobbiamo sforzarci di riconoscere, oltre quei veli di credenze acquisite, il nostro volto.

Riconoscere in noi stessi quel saggio lì.

Dobbiamo diventare uno che impari dalla realtà, e dalle sue diverse esperienze dirette. Dobbiamo diventare capaci di raccogliere significati dai vissuti e poi fare sintesi.

Capire questa cosa, ci fa smettere di aspettare ad oltranza e, auspicabilmente, restituisce attenzione al presente. Smettiamo di vivere perennemente in una scena di un film e saremo più liberi.

Siamo più belli noi dei personaggi dei film.

Facciamo un esercizio. Prendiamo un nostro mito e visualizziamolo. Pensiamo a quella volta che ha fatto quel bell’intervento durante la celebrazione del 30° anno di attività di quel certo regista.

Pensiamo a come era accorato e convinto nel tesserne le lodi.

Più ci soffermiamo sulla sua sicurezza, più ci troveremo fisiologicamente in modo riflessivo orientati a lui, abdicando a qualche livello di noi stessi, a qualsiasi pretesa di essere noi quelli competenti. E di conoscere noi le persone più competenti.

Quanto raccontava quel nostro begnamino, era tutto chiaro e accessibile. Quell’attore era una persona brillante perché aveva in bocca parole brillanti e parlava di una persona descritta come una persona brillante. La più brillante.

Hai capito? Il mito è semplificazione. E’ uno strumento retorico. Non esiste. Nella vita non esiste. Esiste creatività, dedizione, competenza, coraggio. Il mito lo fanno le relazioni e la narrazione attorno ad esse.

No? Allora, ti do un aiutino, “perché esistono i miti?”

Perché la gente ha una fottuta fame di identità. Una fottuta necessità di avere la sicurezza di valere qualcosa.

Da sempre, il modo migliore per essere sicuri di valere qualcosa è conoscere qualcuno che vale veramente qualcosa. E raccontarlo.

Che sia una persona davvero importante non ci dev’essere dubbio, perché è veramente uno che, e lo dicono in tanti, ha un intuito eccezionale, un fascino ineguagliabile, un estro e una mente inarrivabili. La reputation è fondamentale. Sia per chi ce l’ha, che per chi la costruisce, per proprietà transitiva: “se quello ha lavorato con quello là che ha un gran valore, dev’essere di valore anche lui”.

Ognuno si costruisca il suo mito, e lo posizioni ai vertici di una piramide. Si ricavi un suo spazietto tra le caselline della piramide: di spazio c’è n’è per chiunque. Del resto chi si prodiga per creare il nuovo mito e chi ci si infila prima degli altri, quando il mito sarà costruito, sarà più in alto degli altri nella piramide che dà valore a quel riferimento, e a sua volta ne godrà del prestigio di riflesso.

Il necessario è trovarsi un mito al vertice della piramide e gonfiarlo, gonfiarlo con tutto il fiato.

A volte quel mito è una persona, a volte è una attività, a volte è una canzone, a volte è un film. Quando diventa mito anche per noi che siamo all’ultimo livello della piramide, tutto ciò che porta con se quando lo incontriamo rimane fuori, e noi ci orientiamo ad esso.

Presto ci scordiamo di quello che avevamo noi, e quasi subito all’inizio di questa vita di uomini moderni, iniziamo a ricercare costantemente e gonfiare a volte questo a volte quello.

In un irrefrenabile rincorsa al riferimento, in un ineffabile intramontabile ma sofisticato grooming sociale,ci mostriamo intimamente le solite scimmie che spulciano il maschio alfa per ottenere protezione.

Ma quel mito, quel saggio, quell’uomo irreprensibile, non arriverà mai. Siamo noi che dobbiamo diventare quell’uomo lì. Dobbiamo rimodificare la postura mentale che ci hanno ortopedicamente disegnato i nostri accuditori e smettere di ricercare i vitelli d’oro, i santini, gli eroi, i miti.

Quell’uomo lì lo diventiamo rinunciando a questi modelli indotti. Agli idola tribus, direbbe qualcuno.

Guardando in noi e vicino a noi. Sbirciando e imparando a sbirciare tra gli episodi della nostra vita, cambiamo narrazione. Ribaltiamo il concetto di successo e iniziamo a riconoscere i veri uomini di successo. Per noi, non per i canoni di pensiero di chi ci ha preceduto. Questi ultimi, infatti, hanno compiuto la scalata sociale e hanno modificato i modelli e i costumi di riferimento a propria immagine e somiglianza.

Del resto, diceva Confucio: “si abbia in gloria l’uomo di successo in una società di valori, e si disperi il reietto. Si disperi invece l’uomo di successo in una società corrotta e si abbia in gloria l’uomo ai margini di quella società”.

Se cambiate il concetto di successo, un uomo di successo c’è sempre a fianco a noi.

Abbandoniamo la narrazione di tutti, tutti quelli che abbiamo conosciuto a servizio di quella piramide di referenze. Perché la differenza tra i loro talenti e i tuoi è solo che loro sono istituzionalizzati in quella rete di referenze. Tu no. Il genio c’è e rimarrà sempre anche fuori.

Occorre ribaltare gli schemi mentali e riuscire a vedere come grandi ed esemplari i talentuosi che in questa società di compromessi, piglianculo e puttane funzionali, non si sono piegati a quel sistema e che hanno mantenuto la loro integrità e a un certo punto della loro vita hanno fatto saltare il tavolo.

Quella piramide ha scelto componenti funzionali al proprio sostentamento. Non di certo inflessibili individui, pronti a fare saltare tutto e tutti per un puntiglio di dignità o integrità personale. Chi sta dentro l’apparato, ha in sola gloria l’apparato.

Niente deve entrare negli ingranaggi di questa grossa macchina di consensi e minacciarne il funzionamento.

Considero gran parte dei miti degli ultimi decenni personaggi compromessi, nella loro integrità e dignità.

I veri miti ho imparato a riconoscerli nelle persone non istituzionalizzate come mio padre, tuo padre, e magari piano piano ci metteremo dentro anche me e te, caro lettore.

Di idoli indotti dalla propaganda dei potenti vi invito a non averli. Io non ne ho.

Scelgo i miei di esempi.

Riconosco, tra i sassolini che ho raccolto per la mia via, le persone integre che valgono cento volte di più di certi mestieranti che gridano per farsi notare.

Persone che a un certo punto della loro vita hanno mandato a fanculo i loro impresari e si sono (spesso) rovinati la carriera.

Ma si sono salvati l’anima.

Kennet Rogers – The Gambler (1978)

Ad maiora,

Kaan Reed

LA LIBERTA’ DI DIO O LA SCHIAVITU’ DEL RE (OVVERO, RIFIUTARE IL RE AI GIORNI NOSTRI)

Il re, divenuto furibondo, si sfogò su di lui più crudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno. 2 Maccabei 7 CEI – Il martirio dei sette fratelli

Mi ha sempre colpito dell’antico testamento, la storia dei 7 fratelli che assieme alla madre, uno alla volta, si lasciavano torturare, e sino uccidere, per non riconoscere il re come proprio dio. Uno alla volta il re li faceva prendere e torturare di fronte gli occhi dei restanti, per punirne uno e addestrare gli altri. E invece uno dopo l’altro alla richiesta di accettare le leggi del re e il re come loro dio essi rifiutavano.

Il re ne era moralmente, narcisisticamente, patologicamente, (si direbbe ai giorni nostri), offeso. L’esercizio del potere su un inerme è un giochino sempreverde, che a quanto pare non ci siamo mai lasciati alle spalle. La storia descritta nel libro dei “Maccabei”, mi ha sempre colpito per la crudeltà descritta del re e delle torture che un uomo è disposto a fare per costringere un altro uomo ad accettarlo come superiore a se stesso (perché in fin dei conti è quello di cui si tratta ai miei occhi).

In verità, ho sempre letto quella storia biblica più ampiamente, come un esempio di integrità e del valore di alcune cose che nella vita valgono la vita stessa.

Che senso avrebbe infatti continuare a vivere se ci costringessero a farlo, rinunciando a qualcosa, per cui fino a quel momento abbiamo consacrato la nostra vita?

Che senso avrebbe continuare a vivere, se pezzettino a pezzettino ci costringessero ad abdicare ad un pò di umanità?

La storia dei sette fratelli lo comunica in modo molto chiaro: esiste l’integrità, ed esiste uno spazio in cui un Uomo non scende a compromessi di fronte le pressioni della società per preservarla.

Del resto, le forze centrifughe dell’apparato che ci ospita, le sue richieste, gli obblighi esterni che nella storia chiamano gli uomini a piegarsi, a barattare la propria integrità, il loro senso di dignità per l’appartenenza, arrivano sempre in forme svariate e nuove. Epoca per epoca. Rinuncia per rinuncia. Abiura dopo abiura.

Detto questo, capito questo, siamo a metà della faccenda.

L’altra metà, e non è affatto facile da comprendere, è riconoscere ogni qualvolta, si ha a che fare con quella richiesta lì. Si ha di fronte quelle richieste che indirizzano dritto per dritto, verso la nostra integrità, la nostra dignità.

Che forma hanno oggi?

Vi do un aiutino cari lettori.

Hanno la forma di quelle richieste, che arriverete ad accettare per rimanere a fare parte della società così come la pensate oggi: andare al ristorante, viaggiare, andare in palestra, sinanco frequentare qualsiasi luogo pubblico. Avrà la forma di una scelta tra l’esclusione e riprendere a vivere una vita normale.

Che abbiate capito o meno, cari amici, la richiesta esplicita di prostrarsi al re prima o poi arriva.

Arriva per tutti, l’importante è capire che è quella richiesta lì.

Non è un’esagerazione. Riprendete a vedere le cose come stanno. La richiesta non è mai cambiata. La risposta neppure: c’è qualcuno che crede che la vita coincida con le regole del re, altri che credono nella forza creativa dell’Uomo.

C’è qualcuno che non vede nulla di male ad accettare un compromesso, altri che ne fanno un problema di dignità umana.

Attenzione cari perché il problema non è né di responsabilità, né di salute,

il problema è di libertà di culto

e di rifiuto ad avere un padrone.

In chi hai fede tu?

Chi rifiuti?

Come è sempre successo, e sempre succederà, rifiutare il re non è mai stato facile, ma quando vi rendeterete conto che la questione è quella lì, abbiate coraggio e resistete.

Non vi fate confondere dalla forma con cui vi faranno la domanda, perché la domanda è sempre la stessa: credete in Dio o nel re?

Alla libertà o alla schiavitù?

Ad maiora,

Kaan Reed

Disclaimer: il contenuto seguente è molto crudo e potrebbe urtare la sensibilità di qualche lettore, proseguite a leggere solo se ve lo sentite.

2 Maccabei 7 CEI – Il martirio dei sette fratelli

Ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite. Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: “Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri”. Allora il re irritato comandò di mettere al fuoco teglie e caldaie. Appena queste divennero roventi, il re comandò di tagliare la lingua a quello che si era fatto loro portavoce, di scorticarlo e tagliargli le estremità, sotto gli occhi degli altri fratelli e della madre. Dopo averlo mutilato di tutte le membra, comandò di accostarlo al fuoco e di arrostirlo quando ancora respirava. Mentre il vapore si spandeva largamente tutto intorno alla teglia, gli altri si esortavano a vicenda con la loro madre a morire da forti, dicendo: “Il Signore Dio ci vede dall’alto e certamente avrà pietà di noi, come dichiarò Mosè nel canto che protesta apertamente con queste parole: “E dei suoi servi avrà compassione””.
Venuto meno il primo, allo stesso modo esponevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: “Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro?”.  Egli, rispondendo nella lingua dei padri, protestava: “No”. Perciò anch’egli subì gli stessi tormenti del primo. Giunto all’ultimo respiro, disse: “Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna”.
 Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: “Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo”.  Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.

Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. 14 Ridotto in fin di vita, egli diceva: “È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita”.
Subito dopo condussero il quinto e lo torturarono. Ma egli, guardando il re, diceva: “Tu hai potere sugli uomini e, sebbene mortale, fai quanto ti piace; ma non credere che il nostro popolo sia stato abbandonato da Dio. Quanto a te, aspetta e vedrai la grandezza della sua forza, come strazierà te e la tua discendenza”.
Dopo di lui presero il sesto che, mentre stava per morire, disse: “Non illuderti stoltamente. Noi soffriamo queste cose per causa nostra, perché abbiamo peccato contro il nostro Dio; perciò ci succedono cose che muovono a meraviglia.  Ma tu non credere di andare impunito, dopo aver osato combattere contro Dio”.

 Soprattutto la madre era ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché, vedendo morire sette figli in un solo giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore.  Esortava ciascuno di loro nella lingua dei padri, piena di nobili sentimenti e, temprando la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro: 22 “Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato il respiro e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. Senza dubbio il Creatore dell’universo, che ha plasmato all’origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo il respiro e la vita, poiché voi ora per le sue leggi non vi preoccupate di voi stessi”.
Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quel linguaggio fosse di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo; e non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l’avrebbe fatto ricco e molto felice, se avesse abbandonato le tradizioni dei padri, e che l’avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato alti incarichi.  Ma poiché il giovane non badava per nulla a queste parole, il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo.  Esortata a lungo, ella accettò di persuadere il figlio;  chinatasi su di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua dei padri: “Figlio, abbi pietà di me, che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento.  Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l’origine del genere umano. Non temere questo carnefice, ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia”.
 Mentre lei ancora parlava, il giovane disse: “Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè. Tu però, che ti sei fatto autore di ogni male contro gli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio. Noi, in realtà, soffriamo per i nostri peccati.  Se ora per nostro castigo e correzione il Signore vivente per breve tempo si è adirato con noi, di nuovo si riconcilierà con i suoi servi.  Ma tu, o sacrilego e il più scellerato di tutti gli uomini, non esaltarti invano, alimentando segrete speranze, mentre alzi la mano contro i figli del Cielo,  perché non sei ancora al sicuro dal giudizio del Dio onnipotente che vede tutto.  Già ora i nostri fratelli, che hanno sopportato un breve tormento, per una vita eterna sono entrati in alleanza con Dio. Tu invece subirai nel giudizio di Dio il giusto castigo della tua superbia. Anch’io, come già i miei fratelli, offro il corpo e la vita per le leggi dei padri, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu, fra dure prove e flagelli, debba confessare che egli solo è Dio; con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi l’ira dell’Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe”.
Il re, divenuto furibondo, si sfogò su di lui più crudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno.  Così anche costui passò all’altra vita puro, confidando pienamente nel Signore. Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte.
 Ma sia sufficiente quanto abbiamo esposto circa i pasti sacrificali e le eccessive crudeltà”.

MISTERO DEL COSTRUTTIVISMO #2 (“SI SCODINZOLI AI PADRONI”)

Si possono dire tante cose sul perché si metta o non si metta la mascherina.

Si può dire che ci possono essere delle motivazioni antisociali per il rifiuto della mascherina [1], così come potrebbero esserci delle correlazioni col conformismo normativo [2], l’acquisecienza al potere [3], ma queste ipotesi di ricerca però non le si seguono, non vengono investigate.

Oltre ai disturbi di personalità antisociali anche quelli dipendenti, o passivi-aggressivi [4] etc. potrebbero entrare in gioco e correlare positivamente con l’utilizzo della mascherina.

La correlazione tra l’ipocondria e il disturbo ossessivo compulsivo sopra tutti dovrebbe essere investigata e poi magari fare una correlazione con l’incidenza dell’ipocondria nelle varie popolazioni nazionali, settoriali e ancora, vedere la correlazione con la presenza o meno del lockdown nelle strategie di gestione della pandemia nella specifica nazione, e le posizioni pubbliche prese da certi influencer (holliwodiani [5] e non [6]) .

Interessante invece notare come queste ricerche, velocemente fabbricate e deliverate all’opinione pubblica, siano fatte sul disturbo di personalità antisociale, ma non per quelle altre variabili che sicuramente pure pesano sull’esito finale di chi mette o non mette la mascherina.

Chi finanzia queste simil scientifiche ricerche, così velocemente confezionate, e chi li porta a all’attenzione delle masse? Siamo sicuri che non abbiano grossi bias ideologici? [7]

Sicuri che non siano prezzolati e con conflitti di interessi? se non gratuitamente supini al potere, che compiacciono, per avere poi qualche osso in più quando la quiete torna nel paese?

Questi sono i momenti in cui si scodinzola ai padroni.

RIFERIMENTI

[1] “Chi non indossa la mascherina può presentare tratti antisociali di personalità”: lo studio pubblicato dall’Independent https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/27/chi-non-indossa-la-mascherina-puo-presentare-tratti-antisociali-di-personalita-lo-studio-pubblicato-dallindependent/5981538/

[2] “Asch conformity experiments” https://en.wikipedia.org/wiki/Asch_conformity_experiments

[3] Ossequi all’immaturità (Esperimento Milgram) https://theliteraryport.com/2017/10/17/gani-e-catti/

[4] Disturbi di personalità https://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_di_personalit%C3%A0#Classificazione_dei_disturbi_di_personalit%C3%A0_secondo_il_DSM-5

[5] 9 Celebrities & Famous People With OCD (Obsessive-Compulsive Disorder) https://www.inspiremalibu.com/blog/mental-health/famous-people-with-obsessive-compulsive-disorder-ocd/

[6] Is There a Connection Between Entrepreneurship and Mental Health Conditions? https://hbr.org/2016/02/222-entrepreneurship-ic-do-narcissists-make-great-entrepreneurs

[7] Media Bias/Fact check https://mediabiasfactcheck.com/the-independent/

MISTERO DEL COSTRUTTIVISMO (OVVERO QUANDO I DATI NON ESISTONO, ESISTE SOLO LA NARRAZIONE)

US Presidential Election 2020: First debate between Donald ...
fonte: https://www.dnaindia.com/

“Il costruttivismo è una posizione filosofica ed epistemologica che considera la rappresentazione della realtà, e quindi il mondo in cui viviamo, come il risultato dell’attività costruttrice delle nostre strutture cognitive, assumendo una prospettiva spesso relativistica e soggettivista” [1]

In questa sintesi italiana del dibattito presidenziale, ultimo atto della campagna elettorale USA [2], hanno tolto tutto ciò che riguarda lo scandalo del computer del figlio di Biden [3], il cui materiale, se confermato rende la credibilità di Joe Biden pari a zero [4].

Mina la sua credibilità inoltre, anche il fatto che in passato, è cosa risaputa dall’opinione pubblica americana, sia stato colto in flagrante nel plagiare discorsi di altri politici, copiando pari pari passaggi retorici personali delle persone da cui li “rubava”; salvo però attribuirli a sé [5].

Sono diversi nel corso di questa campagna elettorale i momenti in cui il candidato democratico si è dimostrato inadeguato, o un bugiardo patologico o una persona con decadimento cognitivo. Ad esempio, riguardo la sua posizione sul mercato petrolifero, durante la campagna elettorale si è contraddetto, mentendo, e rimangiandosi parole, registrate, sull’abolizione delle raffinerie. Ha giurato e spergiurare di non avere mai detto quelle parole – registrate! [6]

Questo montaggio [2], toglie diversi elementi importanti fortemente compromettenti l’intera credibilità di Biden. In USA si sta discutendo infatti sulla sua totale credibilità, morale e mentale, più che su i suoi argomenti, che comunque sono mera retorica, dato che al potere per farle le cose che dice, c’è stato decine di anni [7].

Ai suoi comizi non è andato nessuno [8], ha problemi grossi di corruzione in corso [9], ed è un candidato alla presidenza inverosimile, considerato il più improbabile della storia dei democratici USA, ma in Italia la stampa italiana è riuscita a narrare la sua candidatura quasi come credibile [2].

Mistero del costruttivismo all’italiana.

Amen.

J.B.: “Can I have one with Jesse alone?”

RIFERIMENTI

[1] Costruttivismo (filosofia) https://it.wikipedia.org/wiki/Costruttivismo_(filosofia)

[2] Trump-Biden, l’ultimo dibattito in 200 secondi https://www.youtube.com/watch?v=mZAEyPXnZkk

[3] Hunter Biden’s Email Scandal Just Got A LOT Bigger | The Glenn Beck Program https://www.youtube.com/watch?v=Qdt58NNQri8&feature=emb_title

[4] Giuliani Says He Has Proof Joe Biden Was Business Partners with Chinese Communists | Glenn TV https://www.youtube.com/watch?v=b9JMGbwLxaA&feature=emb_title

[5] Joe Biden’s lies are legendary. He’s still the same dishonest plagiarist he was 33 years ago. https://www.youtube.com/watch?v=mCJMF7mflGE

[6] Biden Lied About Fracking https://www.youtube.com/watch?v=VkF8S9HmZKk

[7] Joe Biden was in government for 47 years and didn’t do anything https://www.youtube.com/watch?v=-Ji-hFoW93k

[8] Democrats embarrassed by Biden’s ‘anaemic’ campaign events https://www.youtube.com/watch?v=SvJtXd_3cI8

[9] ‘Biden family corruption’ story censored by tech giants shows they are ‘not neutral’ https://www.youtube.com/watch?v=I6Q6WCErKkQ

PREFERISCO GLI ALBERI

Mi fa specie pensare che tutte quelle persone che fanno grandi discorsi motivazionali, considerati di successo, siano tutti, attori, sportivi, bodybuilder, cantanti…

Gente avvezza ai riflettori, che crea il mondo a sua immagine e somiglianza, autoproclamandosi suo idolo.

Mai medici, ingegneri, poeti, infermieri sotto le luci della ribalta…eppure sono la linfa della società. E’ interessante vedere questa contraddizione di fondo della società moderna: quanto individui irrilevanti al funzionamento della società siano adulati e seguiti dalle masse e quanto invece il vero cuore pulsante delle attività moderne è pressoché sconosciuto (salvo poi ricordarsi in momenti di crisi nazionali quanto possano contribuire gli uni e quanto gli altri).

Esiste gente più avvezza alle frasi sussurrate. Questa tipologia di Uomini e Donne crea.

Poi, quelli bravi a stare sotto i riflettori divulgano.

Le masse identificheranno chi narra lo spirito con lo spirito stesso, non riuscendo però, mai, a riconoscerlo direttamente.

Sono sempre più convinto che il più grande dono che un grande Uomo possa fare all’umanità è non portare ulteriore rumore.

Smettere di cercare i riflettori.

Credete davvero che non esista persona, di cui non conosciamo il nome, che non faccia grossi party per i suoi 60 anni, o che non faccia i video dei propri allenamenti in palestra, che non abbia comunque portato grossi cambiamenti in migliaia di vite? Credete non esista eccezionale coraggio, bellezza, spirito, simpatia fuori dai riflettori? Credete che non possa esistere un grande talento che abbia tenuto un profilo basso?

Personalmente, sto iniziando ad amare gli alberi: sembra che tutti li ignorino, orientandosi all’adulazione di altre forme di vita: mammiferi, rettili, volatili; ma alla fine, in parole povere, sono i vegetali l’essenza stessa della vita.

Credetemi ci sarebbe da rivoluzionare i nostri schemi mentali, zittire tutti i pagliacci di questo circo, uscire dagli assordanti tendoni e cercare la quiete: è lì la vita vera. Lì siete voi, i vostri talenti e il vostro futuro.

Tenete un profilo basso, contagiate tutti con la vostra umiltà, diventate più silenziosi, fermi, anonimi, ma vitali.