LA FORMULA ERRATA CHE STA CAMBIANDO LE SORTI DEL MONDO (ovvero “La falsa narrativa dell’impatto ambientale”, alias “message to B.G.”)

La formula è sbagliata [1].

Caro B.G. che ne dici di diversificare la variabile P, persone, sulla base della loro impronta ecologica?

Poi ti suggerirei di applicare la legge di Pareto [2] secondo la quale il 20% delle variabili influenza l’80% del risultato, e l’80% delle variabili influenza il 20% del risultato.

Pertanto arriveresti ad affermare che, il 20% della popolazione ha l’80% dell’impatto sull’ecosistema.

Mi chiedo quale categoria della popolazione sia quel 20%?

Diciamo che è la categoria imprenditore, CEO di industrie e altri decisori delle società globali, come te.

Caro, B.G., nella tua vita la tua impronta, attraverso le tue attività è paragonabile a quella di centinaia di migliaia di persone “normali”.

La tua impronta non può essere paragonata all’impronta di un giornalista o un artigiano, per esempio.

Dovresti inserire nella formula un fattore di peso da accoppiare con categorie diverse [3], da avere nella variabile di P un valore composto, attraverso il quale arriverai alla conclusione che non devi ridurre il numero di tutte le persone, ma quello con l’impronta più alta, come te e gli altri tuoi colleghi CEO e compagni d’élite, che probabimente considerano il resto degli umani come bestiame da cancellare dalla faccia della terra.

A causa di questo pregiudizio sei arrivato a una conclusione errata.

Non sarebbe un problema, se ora non spostassi miliardi di persone (con miliardi di capitali corrispondenti) nella direzione che hai previsto tu: il depopolamento di persone normali, non dell’élite energivora ovviamente.

Ascolta, sei un filantropo, vuoi davvero fare bene a Gaia [4]?

Nasconditi, non cercare di proporre le tue “soluzioni” all’umanità.

Ad maiora.

KR

[1] Bill Gates : Reduce World Population With New Vaccines https://theliteraryport.com/wp-content/uploads/2022/09/Bill-Gates-_-Reduce-World-Population-With-New-Vaccines.mp4 (1’52”)

[2] Principio di Pareto https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_Pareto

[3] La falsa narrativa dell’impatto ambientale https://www.youtube.com/watch?v=w_yPzd0YZxo

[4] Gaia https://it.wikipedia.org/wiki/Gea

ANONIMI NESSUNO NON SI INGINOCCHIANO (OVVERO “IL LUPO E L’AGNELLO” 2.0)

Il lupo e l'agnello_
Il lupo e l’agnello, favola di Esopo

E’ un momento storico in cui occorre unire le forze per rafforzare l’ultimo argine alla libertà.

Si tratta di un discorso di valori. Di ultime trincee valoriali che non si possono valicare. Nel mondo in cui vivo e vivrò, i valori più importanti sociali sono il rispetto, la verità, la libertà, la sensibilità, la fantasia, la curiosità e il dubbio. Non sono gli strumenti per diventare qualcuno, ma per esorcizzare l’adulazione e l’acquiescienza.

Eppure i mass media spingono e inducono ragionamenti diffusi e confusi associando persone credibili a validazioni di linee narrative verosimili ma non avvalorate dai dati. Siamo in piena epoca di costruttivismo, dove la realtà non esiste, ma esiste solo la verosimiglianza.

Siamo in un momento di ragionamenti verosimili ma confusi per cui il siero è sì sperimentale ma obbligatorio, la democrazia è fiducia e affidamento acritico alle istituzioni, la scienza è certa, indiscutibile e rivelata da alcuni eletti. [1]

E invece, la democrazia è partecipazione, è confronto, è incontro di argomentazioni, è ascolto di argomentazioni, è mescolanza di punti di vista e contaminazione di più componenti discordanti basata sul rispetto delle minoranze.

La scienza è dibattito, e non chiede di essere seguita per cieca fiducia ma di essere sfidata, migliorata graduamente, pezzo per pezzo. La scienza chiede di ricevere domande per rispondere e fortificarsi, non ubbidienza e fede. E l’atteggiamento critico non è prerogativa delle comunità scientifiche ma deve essere ritrovato nel tessuto sociale in cittadini preparati, curiosi, attenti e tolleranti.

Se pur ci attacchino, con narative approssimative, non dobbiamo rinunciare alla dialettica e al confronto.

L’incontro rimane un’opportunità, e per intercettare questa opportunità dobbiamo abbassare il baricentro, e aderire strettamente ai dati di fatto. Individuare e interiorizzare una narrativa di resistenza per rendere coerente il nostro agire, ma anche per poter confrontarci con chi la pensa diversamente.

Portiamo all’attenzione domande rilevanti.

Ad esempio, l’obiettivo del sistema paese in uno stato di crisi dev’essere salvare il più possibile vite, e se l’obiettivo era questo, si sarebbe dovuto supportare chi stava avendo successi nel farlo e portava dati empirici di vite salvate o no? Le cure domiciliari hanno guarito migliaia di infetti e i dati empirici sono inconfutabili. Chi ci spiega il perché dell’arresto di questa direzione di sperimentazione? Di chi sono le responsabilità di questa scelta paese?

In una fase storica in cui le risposte certe sono poche, occorre concentrarsi su le domande, evitando la bagarre su direzioni di confronto sterili e distraenti.

1.E’ vero che i vacc****i protraggono gli agenti virali?” E se sì, perché impedire la circolazione dei “non vacc****i” e fare invece circolare dei “vacc****i” che comunque possono contagiarsi e contagiare?

2.Perchè a New York a Ottobre 2019 in Event 201 si parlava di imminente (non possibile, ma imminente) pandemia di SarsCov2, e né un nostro ambasciatore italiano in USA, né il ministro degli esteri, né un qualsiasi giornalista inviato RAI, nessuno, ha portato l’informazione in Italia, al governo italiano, attivando un allarme verso un piano di gestione della crisi in tempi utili?

3. Perché a Bergamo non si sono fatte le autopsie? Autopsie in tempi che avrebbero dato tante informazioni e salvato tanti ammalati ed evitato errori che hanno saturato le terapie intensive.

4. Perché si accettano delle terapie geniche innovative sperimentali, ma non le terapie domiciliari altrettanto sperimentali? Perché sperimentare con le terapie geniche va bene, ma con le cure domiciliari no?

5. Perché in Italia è stata fatta sparire la frase “chi si rifiuta” nel paragrafo sulle discriminazioni nel documento del regolamento (UE) 2021/953? Chi l’ha tolto? Perché?

6. Perché per le vittorie agli europei, il giro d’italia, il giro di francia, eurovision, si può fare assembramenti per manifestari per diritti civili no?

7. Perché i medici che somministrano il vaccino ricevono lo scudo civile e penale?

8. Perché persone vacc****e (con due dosi) per entrare in conferenza devono fare i tamponi?

9. Perché, la comunità scientifica è ancora divisa su alcune tematiche non condivise, mentre i politici senza dubbi scelgono di seguire esperti che propongono un filone piuttosto che l’altro, qual’è la ratio?

10. Qual’è la giustificazione con cui si estende lo stato di emergenza fino a dicembre?

11. Perché mentre si fa una legge contro le discriminazioni e i pregiudizi di genere, si spacca il popolo tra chi ha ubbidito fedelmente e chi si è permesso di esercitare il dubbio? Perché discriminare un transessuale è reato, e discriminare un individuo che non vuole fare da cavia invece è accettabile?

Queste domande ce le dobbiamo avere chiare tutti. E non c’è bisogno che vi sia un referente autorevole che suoni un campanellino per ricordarci che esistono queste cricche nella narrativa di maggioranza. Siamo noi, preparati e attivi a portare questi elementi alla narrativa di resistenza.

Vi consiglio di rifuggire e non creare nuovi personaggi, eroi e idoli e diventare noi individui autentici, di spessore, anonimi, ma preparati.

La fabbrica degli idoli e del culto della personalità è la causa della perdita della nostra identità e della capacità di vigilare su i nostri diritti (cit. Calamandrei).

Il potere ha l’interesse a produrre idoli che distraggano affinché non venga speso il tempo a prepararsi e aggiornarsi sul dibattito pubblico.Il potere ha paura degli anonimi preparati e preferisce i qualcuno, specie se impreparati e magari a libro paga.

Ai compagni di viaggio ricordo che “la costituzione non è una macchina che una volta messa in moto, va avanti da se. (..) perché si muova bisogna ogni giorno metterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro lo spirito, l’impegno, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità”. SULLA LIBERTA’ BISOGNA VIGILARE (cit. Calamandrei)

A gli apparenti antagonisti dico invece: “Salvaguardate oggi i nostri diritti, affinché possiate garantire un domani i vostri!”

Unitevi a noi, non è più una faccenda di polarità opposte. La dicotomia è solo apparente, la questione è di dignità umana. Aiutateci ad allestire le trincee in salvaguardia di questa dignità perché serviranno anche a voi in futuro.

Lo so, la verità fa male, ma è sempre verità: sperimentare comporta rischi ed è un fatto. Si sta sperimentando sulle masse e si stanno esponendo persone a rischi. Intanto potete inventarvi termini per screditare le posizioni discordanti e proteggere le vostre sicurezze, oppure ascoltare chi non è pagato da nessuno, ha conservato una posizione di obiettività ed esercita (semplicemente) prudenza.

Abbiate dubbi.

Lo stile comunicativo di chi ci governa induce la gente, ad una postura di acquiescienza verso chi gli pone pressione per scegliere di fare qualcosa su cui è dubbioso, e paura verso chi è falsamente dipinto come l’untore.

Nella comunicazione dei governanti ci sono tecniche becere di propaganda e persuasione, nei comportamenti assurde contraddizioni. Un medico che salva i concittadini, sul campo di battaglia, con terapie domiciliari è trattato come un criminale e rischia di essere radiato. I potenti si abbracciano e fanno convivialità, mentre i ristoratori li hanno messi in ginocchio per più di un anno perché fare convivialità narravano fosse uno dei più pericolosi veicoli di contagio. Per loro no a quanto pare. Il mondo è alla rovescia. E lo è perché la maggioranza è distratta e non si posiziona.

Un’intera classe politica, dirigente, tutti i media e giornalisti, scientifica ha fatto leva sull’emotività delle masse e ha portato le persone sotto la spinta della paura a partecipare in massa ad una sperimentazione, che per definizione, porta rischi.

In tutto questo caos, pensare di essere dalla posizione giusta e sentirsi superiori moralmente, non solo potrebbe essere sintomo di ignoranza, o un indizio di non avere fatto sufficienti ricerche, ma è un rischio da cui rifuggire in quanto il Groupthink, sentirsi dalla parte dela ragione escludendo la critica e la dialettica, qualsiasi sia il gruppo a cui si appartenga, porta a gravi derive.

Tra chi prende le decisioni per noi c’è una enormità di gente incapace di esercitare obiettività. O per conflitti di interesse o per caratteristiche personali [3].

12. Chi sono gli esperti incaricati di influenzare le nostre vite con le loro previsioni?

13. Qualcuno ha fatto un’investigazione per capire se sono privi di conflitti di interessi?

14. Chi sono i politici che stanno con acquiescienza seguendo i sedicenti esperti scientifici?

15. Sono in condizioni di obiettività? Anche per loro, qualcuno ha fatto un’investigazione per comprendere se c’è assenza di conflitti di interesse?

Con tutta franchezza questa situazione che stiamo vivendo, in riferimento all’attacco che stanno subendo i non vacc****i, mi ricorda la favola di Esopo, del lupo e dell’agnello.

Un lupo che beveva l’acqua ad un ruscello diceva all’agnello “mi stai sporcando l’acqua ti devo divorare”, al ché l’agnello rispondeva che si trovava a valle rispetto al lupo, per cui il lupo rispondeva “allora i tuoi genitori mi hanno sporcato l’acqua”, e lo divorava.

Anche nel nostro caso la logica, dobbiamo essere consapevoli che è saltata: c’è qualcuno che vuole andare a tutti i costi in una determnata direzione. E che “nulla si possa contro la prepotenza” sembra essere l’amaro insegnamento della favola di Esopo, tuttavia io credo invece che si possa fare qualcosa.

La soluzione è non lasciare nessun “agnello da solo”.

Occorre diventare tanti nessuno preparati che fanno queste domande quotidianamente e instillano il dubbio nel pensiero delle persone della propria rete. Questo è il nostro compito. Imparare bene le contraddizioni della narrazione di chi ci attacca e porre le giuste domande a chi ci avvicina, ai lupi e alle altre pecore, affinché si schierino con noi e capiscano che oggi siamo noi, domani toccherà a loro e quindi occorrerà agire risoluti contro la prepotenza.

Attivare ed evangelizzare, orde di agnelli, per non rimanere soli di fronte al ruscello.

E per fare questo occorre evitare certi termini che ci mettono nella condizione di perdere qualsiasi apertura e disponibilità al dialogo di persone che potrebbero avere comunque una posizione di indecisione e che quindi potremmo coinvolgere (ad esempio weather engineering, satanismo, ordine mondiale).

Portare l’attenzione su i dati di fatto.

Evitiamo di subire questa inerzia che si sta palesando verso una polarizzazione della società. Non rinunciamo a mischiarci con le posizioni discordanti perché la diversità rimane ricchezza. Se falliamo nel mantenere la mescolanza falliamo nel manentenere la democrazia.

Il lupo e l’agnello

Un agnello si dissetava nell’acqua purissima di un ruscello. Sopraggiunse un lupo in caccia: era digiuno e la fame lo aveva attirato in quei luoghi.

Nel vedere la bestiola indifesa gli venne l’acquolina in bocca e decise di trovare un pretesto per attaccare lite, in modo da poterlo mangiare senza che nessuno potesse dire di averlo mangiato senza motivo.

– Hei tu, perché intorpidisci l’acqua che bevo? – disse il lupo.

– Come posso intorpidirla, se l’acqua scorre da te verso me?! – rispose l’agnello.

– La sporchi – insisté il lupo crudele – E poi so che l’anno scorso hai detto male di me!

– Io?! Ma se non ero ancora nato – rispose l’agnello.

– Se non sei stato tu, è stato tuo fratello!

– Non ho fratelli!

Il lupo spazientito ed affamato non lo fece neanche terminare, si avvento su di lui dicendo:

– Allora qualcuno dei tuoi; perché voi, i vostri pastori e i vostri cani ce l’avete con me. Devo vendicarmi!

E qui, mi permetterete di ritoccare lievemente la favola di Esopo….

Finale 2.0

Detto questo il lupo provò ad agguantare l’anonimo e solitario agnello,

ma una orda di anonimi piccoli agnellini comparsero dalla foresta

e cacciarono il lupo.

Il lupo e l’agnello 2.0 (Ovvero, anonimi nessuno non si inginocchiano)

[1] I no vax che non ti aspetti, impossibili da persuadere al vaccino per il Covid https://www.corriere.it/cronache/21_luglio_16/no-vax-covid-vaccino-scienza-a3223a92-e59a-11eb-b02e-abf05f14a13d.shtml

[2] Sentite cosa dice Ricciardi della variante Delta! min 2’40”’

[3] “Macron è pericoloso”, lo dice uno psichiatra

LA LIBERTA’ VALE PIU’ DELLA MORTE (cit.)

la libertà vale più della morte

Ognuno ha le sue priorità nella vita certo, ognuno tenga la sua certezza, io non ne ho. Il problema è che la gente che la pensa come me generalmente è pacifica e si fa i ca**i suoi, non vuole convincere gli altri delle proprie posizioni e non crede nelle crociate.

Mentre chi la pensa diversamente spesso le muove in virtù di certezze date solo da orientamenti di personalità iperegotici ma non giustificate da nient’altro.

Questo tipo di persone chiama molto facilmente irresponsabili gli altri e li giudica. (A proposito di responsabilità, in futuro si chiariranno gli effetti della popolazione dei vaccinati sulle comunità e sull’evoluzione del virus).

Si sentenzia che la salute sia meglio della libertà, per cui bisogna fare questo o quell’altro a forza, perché ce lo impone la scienza, ma mi si deve spiegare su quali condivisioni raggiunte della comunità scientifica. Dato che ancora questa comprende voci discordanti e posizioni completamente opposte, perchè andare in una o nell’altra direzione?

I governi procedono a tentoni, quanto la comunità scientifica, tuttavia, perennemente sicuri dettano la direzione, e scopriremo in futuro per salvaguardare gli interessi di chi.

In tutto questo caos, pensare di essere dalla posizione giusta e sentirsi superiori moralmente, non solo potrebbe essere sintomo di ignoranza, o un indizio di non avere fatto sufficienti ricerche, ma è un rischio da cui rifuggire: attenzione al Groupthink, perché qualsiasi sia il gruppo a cui si appartenga, nessuno è unto dal signore, nemmeno Bill Gates (o soprattuto Bill Gates).

Ad maiora.

I VECCHI SAGGI AL BAR CHE TI DANNO CONSIGLI SULLA VITA NON ESISTONO

Il grande Lebowski (1998). Fratelli Coen.

In treno, alla vista di campi imbiancati, ascoltando nelle cuffie l’ultima canzone di Halil Sezai, raggiunge la mia mente qualche riflessione sui modelli e le persone di valore.

I vecchi saggi al bar, che ti danno consigli sulla vita non esistono.

Esiste sempre, per ognuno di noi, quella persona che nel più profondo del cuore, siamo indotti ad aspettare.

Quel saggio che non conosciamo, che ci dirà in una sola volta un paio di segreti sulla vita. Le chiavi per capire ogni situazione, funzionare in tutto.

Quella figura è un mito, un simbolo. Quell’esempio autorevole di successo esiste fin tanto che esiste la sua rappresentazione nella nostra testa.

Il navigato che quasi sempre ha più o meno il volto del tizio che incontra il Drugo al bancone del bar, tra una partita di Boowling e l’altra.

Un’aspetto un po’ country, più o meno identico a quello di Kenny Rogers.

Uno che ci ricordi, con l’autorevolezza di chi la vita l’ha vissuta, che a volte “tu mangi il toro”, ma che altre volte è “il toro che mangia te”.

Uno, che insomma ti ricordi che “devi sapere lasciare il tavolo da gioco quando non hai il punto”, e che il problema è riconoscere di non avere più alcun punto in quella specifica mano.

Tutte cose belle e sagge.

Ma quei personaggi lì non esistono.

La verità è che sono idee romantiche e che siamo noi che dobbiamo mettere mano ai nostri schemi di pensiero per comprendere la natura della realtà. Siamo noi che dobbiamo sforzarci di riconoscere, oltre quei veli di credenze acquisite, il nostro volto.

Riconoscere in noi stessi quel saggio lì.

Dobbiamo diventare uno che impari dalla realtà, e dalle sue diverse esperienze dirette. Dobbiamo diventare capaci di raccogliere significati dai vissuti e poi fare sintesi.

Capire questa cosa, ci fa smettere di aspettare ad oltranza e, auspicabilmente, restituisce attenzione al presente. Smettiamo di vivere perennemente in una scena di un film e saremo più liberi.

Siamo più belli noi dei personaggi dei film.

Facciamo un esercizio. Prendiamo un nostro mito e visualizziamolo. Pensiamo a quella volta che ha fatto quel bell’intervento durante la celebrazione del 30° anno di attività di quel certo regista.

Pensiamo a come era accorato e convinto nel tesserne le lodi.

Più ci soffermiamo sulla sua sicurezza, più ci troveremo fisiologicamente in modo riflessivo orientati a lui, abdicando a qualche livello di noi stessi, a qualsiasi pretesa di essere noi quelli competenti. E di conoscere noi le persone più competenti.

Quanto raccontava quel nostro begnamino, era tutto chiaro e accessibile. Quell’attore era una persona brillante perché aveva in bocca parole brillanti e parlava di una persona descritta come una persona brillante. La più brillante.

Hai capito? Il mito è semplificazione. E’ uno strumento retorico. Non esiste. Nella vita non esiste. Esiste creatività, dedizione, competenza, coraggio. Il mito lo fanno le relazioni e la narrazione attorno ad esse.

No? Allora, ti do un aiutino, “perché esistono i miti?”

Perché la gente ha una fottuta fame di identità. Una fottuta necessità di avere la sicurezza di valere qualcosa.

Da sempre, il modo migliore per essere sicuri di valere qualcosa è conoscere qualcuno che vale veramente qualcosa. E raccontarlo.

Che sia una persona davvero importante non ci dev’essere dubbio, perché è veramente uno che, e lo dicono in tanti, ha un intuito eccezionale, un fascino ineguagliabile, un estro e una mente inarrivabili. La reputation è fondamentale. Sia per chi ce l’ha, che per chi la costruisce, per proprietà transitiva: “se quello ha lavorato con quello là che ha un gran valore, dev’essere di valore anche lui”.

Ognuno si costruisca il suo mito, e lo posizioni ai vertici di una piramide. Si ricavi un suo spazietto tra le caselline della piramide: di spazio c’è n’è per chiunque. Del resto chi si prodiga per creare il nuovo mito e chi ci si infila prima degli altri, quando il mito sarà costruito, sarà più in alto degli altri nella piramide che dà valore a quel riferimento, e a sua volta ne godrà del prestigio di riflesso.

Il necessario è trovarsi un mito al vertice della piramide e gonfiarlo, gonfiarlo con tutto il fiato.

A volte quel mito è una persona, a volte è una attività, a volte è una canzone, a volte è un film. Quando diventa mito anche per noi che siamo all’ultimo livello della piramide, tutto ciò che porta con se quando lo incontriamo rimane fuori, e noi ci orientiamo ad esso.

Presto ci scordiamo di quello che avevamo noi, e quasi subito all’inizio di questa vita di uomini moderni, iniziamo a ricercare costantemente e gonfiare a volte questo a volte quello.

In un irrefrenabile rincorsa al riferimento, in un ineffabile intramontabile ma sofisticato grooming sociale,ci mostriamo intimamente le solite scimmie che spulciano il maschio alfa per ottenere protezione.

Ma quel mito, quel saggio, quell’uomo irreprensibile, non arriverà mai. Siamo noi che dobbiamo diventare quell’uomo lì. Dobbiamo rimodificare la postura mentale che ci hanno ortopedicamente disegnato i nostri accuditori e smettere di ricercare i vitelli d’oro, i santini, gli eroi, i miti.

Quell’uomo lì lo diventiamo rinunciando a questi modelli indotti. Agli idola tribus, direbbe qualcuno.

Guardando in noi e vicino a noi. Sbirciando e imparando a sbirciare tra gli episodi della nostra vita, cambiamo narrazione. Ribaltiamo il concetto di successo e iniziamo a riconoscere i veri uomini di successo. Per noi, non per i canoni di pensiero di chi ci ha preceduto. Questi ultimi, infatti, hanno compiuto la scalata sociale e hanno modificato i modelli e i costumi di riferimento a propria immagine e somiglianza.

Del resto, diceva Confucio: “si abbia in gloria l’uomo di successo in una società di valori, e si disperi il reietto. Si disperi invece l’uomo di successo in una società corrotta e si abbia in gloria l’uomo ai margini di quella società”.

Se cambiate il concetto di successo, un uomo di successo c’è sempre a fianco a noi.

Abbandoniamo la narrazione di tutti, tutti quelli che abbiamo conosciuto a servizio di quella piramide di referenze. Perché la differenza tra i loro talenti e i tuoi è solo che loro sono istituzionalizzati in quella rete di referenze. Tu no. Il genio c’è e rimarrà sempre anche fuori.

Occorre ribaltare gli schemi mentali e riuscire a vedere come grandi ed esemplari i talentuosi che in questa società di compromessi, piglianculo e puttane funzionali, non si sono piegati a quel sistema e che hanno mantenuto la loro integrità e a un certo punto della loro vita hanno fatto saltare il tavolo.

Quella piramide ha scelto componenti funzionali al proprio sostentamento. Non di certo inflessibili individui, pronti a fare saltare tutto e tutti per un puntiglio di dignità o integrità personale. Chi sta dentro l’apparato, ha in sola gloria l’apparato.

Niente deve entrare negli ingranaggi di questa grossa macchina di consensi e minacciarne il funzionamento.

Considero gran parte dei miti degli ultimi decenni personaggi compromessi, nella loro integrità e dignità.

I veri miti ho imparato a riconoscerli nelle persone non istituzionalizzate come mio padre, tuo padre, e magari piano piano ci metteremo dentro anche me e te, caro lettore.

Di idoli indotti dalla propaganda dei potenti vi invito a non averli. Io non ne ho.

Scelgo i miei di esempi.

Riconosco, tra i sassolini che ho raccolto per la mia via, le persone integre che valgono cento volte di più di certi mestieranti che gridano per farsi notare.

Persone che a un certo punto della loro vita hanno mandato a fanculo i loro impresari e si sono (spesso) rovinati la carriera.

Ma si sono salvati l’anima.

Kennet Rogers – The Gambler (1978)

Ad maiora,

Kaan Reed

LA LIBERTA’ DI DIO O LA SCHIAVITU’ DEL RE (OVVERO, RIFIUTARE IL RE AI GIORNI NOSTRI)

Il re, divenuto furibondo, si sfogò su di lui più crudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno. 2 Maccabei 7 CEI – Il martirio dei sette fratelli

Mi ha sempre colpito dell’antico testamento, la storia dei 7 fratelli che assieme alla madre, uno alla volta, si lasciavano torturare, e sino uccidere, per non riconoscere il re come proprio dio. Uno alla volta il re li faceva prendere e torturare di fronte gli occhi dei restanti, per punirne uno e addestrare gli altri. E invece uno dopo l’altro alla richiesta di accettare le leggi del re e il re come loro dio essi rifiutavano.

Il re ne era moralmente, narcisisticamente, patologicamente, (si direbbe ai giorni nostri), offeso. L’esercizio del potere su un inerme è un giochino sempreverde, che a quanto pare non ci siamo mai lasciati alle spalle. La storia descritta nel libro dei “Maccabei”, mi ha sempre colpito per la crudeltà descritta del re e delle torture che un uomo è disposto a fare per costringere un altro uomo ad accettarlo come superiore a se stesso (perché in fin dei conti è quello di cui si tratta ai miei occhi).

In verità, ho sempre letto quella storia biblica più ampiamente, come un esempio di integrità e del valore di alcune cose che nella vita valgono la vita stessa.

Che senso avrebbe infatti continuare a vivere se ci costringessero a farlo, rinunciando a qualcosa, per cui fino a quel momento abbiamo consacrato la nostra vita?

Che senso avrebbe continuare a vivere, se pezzettino a pezzettino ci costringessero ad abdicare ad un pò di umanità?

La storia dei sette fratelli lo comunica in modo molto chiaro: esiste l’integrità, ed esiste uno spazio in cui un Uomo non scende a compromessi di fronte le pressioni della società per preservarla.

Del resto, le forze centrifughe dell’apparato che ci ospita, le sue richieste, gli obblighi esterni che nella storia chiamano gli uomini a piegarsi, a barattare la propria integrità, il loro senso di dignità per l’appartenenza, arrivano sempre in forme svariate e nuove. Epoca per epoca. Rinuncia per rinuncia. Abiura dopo abiura.

Detto questo, capito questo, siamo a metà della faccenda.

L’altra metà, e non è affatto facile da comprendere, è riconoscere ogni qualvolta, si ha a che fare con quella richiesta lì. Si ha di fronte quelle richieste che indirizzano dritto per dritto, verso la nostra integrità, la nostra dignità.

Che forma hanno oggi?

Vi do un aiutino cari lettori.

Hanno la forma di quelle richieste, che arriverete ad accettare per rimanere a fare parte della società così come la pensate oggi: andare al ristorante, viaggiare, andare in palestra, sinanco frequentare qualsiasi luogo pubblico. Avrà la forma di una scelta tra l’esclusione e riprendere a vivere una vita normale.

Che abbiate capito o meno, cari amici, la richiesta esplicita di prostrarsi al re prima o poi arriva.

Arriva per tutti, l’importante è capire che è quella richiesta lì.

Non è un’esagerazione. Riprendete a vedere le cose come stanno. La richiesta non è mai cambiata. La risposta neppure: c’è qualcuno che crede che la vita coincida con le regole del re, altri che credono nella forza creativa dell’Uomo.

C’è qualcuno che non vede nulla di male ad accettare un compromesso, altri che ne fanno un problema di dignità umana.

Attenzione cari perché il problema non è né di responsabilità, né di salute,

il problema è di libertà di culto

e di rifiuto ad avere un padrone.

In chi hai fede tu?

Chi rifiuti?

Come è sempre successo, e sempre succederà, rifiutare il re non è mai stato facile, ma quando vi rendeterete conto che la questione è quella lì, abbiate coraggio e resistete.

Non vi fate confondere dalla forma con cui vi faranno la domanda, perché la domanda è sempre la stessa: credete in Dio o nel re?

Alla libertà o alla schiavitù?

Ad maiora,

Kaan Reed

Disclaimer: il contenuto seguente è molto crudo e potrebbe urtare la sensibilità di qualche lettore, proseguite a leggere solo se ve lo sentite.

2 Maccabei 7 CEI – Il martirio dei sette fratelli

Ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite. Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: “Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri”. Allora il re irritato comandò di mettere al fuoco teglie e caldaie. Appena queste divennero roventi, il re comandò di tagliare la lingua a quello che si era fatto loro portavoce, di scorticarlo e tagliargli le estremità, sotto gli occhi degli altri fratelli e della madre. Dopo averlo mutilato di tutte le membra, comandò di accostarlo al fuoco e di arrostirlo quando ancora respirava. Mentre il vapore si spandeva largamente tutto intorno alla teglia, gli altri si esortavano a vicenda con la loro madre a morire da forti, dicendo: “Il Signore Dio ci vede dall’alto e certamente avrà pietà di noi, come dichiarò Mosè nel canto che protesta apertamente con queste parole: “E dei suoi servi avrà compassione””.
Venuto meno il primo, allo stesso modo esponevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: “Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro?”.  Egli, rispondendo nella lingua dei padri, protestava: “No”. Perciò anch’egli subì gli stessi tormenti del primo. Giunto all’ultimo respiro, disse: “Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna”.
 Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: “Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo”.  Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.

Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. 14 Ridotto in fin di vita, egli diceva: “È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita”.
Subito dopo condussero il quinto e lo torturarono. Ma egli, guardando il re, diceva: “Tu hai potere sugli uomini e, sebbene mortale, fai quanto ti piace; ma non credere che il nostro popolo sia stato abbandonato da Dio. Quanto a te, aspetta e vedrai la grandezza della sua forza, come strazierà te e la tua discendenza”.
Dopo di lui presero il sesto che, mentre stava per morire, disse: “Non illuderti stoltamente. Noi soffriamo queste cose per causa nostra, perché abbiamo peccato contro il nostro Dio; perciò ci succedono cose che muovono a meraviglia.  Ma tu non credere di andare impunito, dopo aver osato combattere contro Dio”.

 Soprattutto la madre era ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché, vedendo morire sette figli in un solo giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore.  Esortava ciascuno di loro nella lingua dei padri, piena di nobili sentimenti e, temprando la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro: 22 “Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato il respiro e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. Senza dubbio il Creatore dell’universo, che ha plasmato all’origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo il respiro e la vita, poiché voi ora per le sue leggi non vi preoccupate di voi stessi”.
Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quel linguaggio fosse di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo; e non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l’avrebbe fatto ricco e molto felice, se avesse abbandonato le tradizioni dei padri, e che l’avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato alti incarichi.  Ma poiché il giovane non badava per nulla a queste parole, il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo.  Esortata a lungo, ella accettò di persuadere il figlio;  chinatasi su di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua dei padri: “Figlio, abbi pietà di me, che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento.  Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l’origine del genere umano. Non temere questo carnefice, ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia”.
 Mentre lei ancora parlava, il giovane disse: “Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè. Tu però, che ti sei fatto autore di ogni male contro gli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio. Noi, in realtà, soffriamo per i nostri peccati.  Se ora per nostro castigo e correzione il Signore vivente per breve tempo si è adirato con noi, di nuovo si riconcilierà con i suoi servi.  Ma tu, o sacrilego e il più scellerato di tutti gli uomini, non esaltarti invano, alimentando segrete speranze, mentre alzi la mano contro i figli del Cielo,  perché non sei ancora al sicuro dal giudizio del Dio onnipotente che vede tutto.  Già ora i nostri fratelli, che hanno sopportato un breve tormento, per una vita eterna sono entrati in alleanza con Dio. Tu invece subirai nel giudizio di Dio il giusto castigo della tua superbia. Anch’io, come già i miei fratelli, offro il corpo e la vita per le leggi dei padri, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu, fra dure prove e flagelli, debba confessare che egli solo è Dio; con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi l’ira dell’Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe”.
Il re, divenuto furibondo, si sfogò su di lui più crudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno.  Così anche costui passò all’altra vita puro, confidando pienamente nel Signore. Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte.
 Ma sia sufficiente quanto abbiamo esposto circa i pasti sacrificali e le eccessive crudeltà”.

MISTERO DEL COSTRUTTIVISMO #2 (“SI SCODINZOLI AI PADRONI”)

Si possono dire tante cose sul perché si metta o non si metta la mascherina.

Si può dire che ci possono essere delle motivazioni antisociali per il rifiuto della mascherina [1], così come potrebbero esserci delle correlazioni col conformismo normativo [2], l’acquisecienza al potere [3], ma queste ipotesi di ricerca però non le si seguono, non vengono investigate.

Oltre ai disturbi di personalità antisociali anche quelli dipendenti, o passivi-aggressivi [4] etc. potrebbero entrare in gioco e correlare positivamente con l’utilizzo della mascherina.

La correlazione tra l’ipocondria e il disturbo ossessivo compulsivo sopra tutti dovrebbe essere investigata e poi magari fare una correlazione con l’incidenza dell’ipocondria nelle varie popolazioni nazionali, settoriali e ancora, vedere la correlazione con la presenza o meno del lockdown nelle strategie di gestione della pandemia nella specifica nazione, e le posizioni pubbliche prese da certi influencer (holliwodiani [5] e non [6]) .

Interessante invece notare come queste ricerche, velocemente fabbricate e deliverate all’opinione pubblica, siano fatte sul disturbo di personalità antisociale, ma non per quelle altre variabili che sicuramente pure pesano sull’esito finale di chi mette o non mette la mascherina.

Chi finanzia queste simil scientifiche ricerche, così velocemente confezionate, e chi li porta a all’attenzione delle masse? Siamo sicuri che non abbiano grossi bias ideologici? [7]

Sicuri che non siano prezzolati e con conflitti di interessi? se non gratuitamente supini al potere, che compiacciono, per avere poi qualche osso in più quando la quiete torna nel paese?

Questi sono i momenti in cui si scodinzola ai padroni.

RIFERIMENTI

[1] “Chi non indossa la mascherina può presentare tratti antisociali di personalità”: lo studio pubblicato dall’Independent https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/27/chi-non-indossa-la-mascherina-puo-presentare-tratti-antisociali-di-personalita-lo-studio-pubblicato-dallindependent/5981538/

[2] “Asch conformity experiments” https://en.wikipedia.org/wiki/Asch_conformity_experiments

[3] Ossequi all’immaturità (Esperimento Milgram) https://theliteraryport.com/2017/10/17/gani-e-catti/

[4] Disturbi di personalità https://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_di_personalit%C3%A0#Classificazione_dei_disturbi_di_personalit%C3%A0_secondo_il_DSM-5

[5] 9 Celebrities & Famous People With OCD (Obsessive-Compulsive Disorder) https://www.inspiremalibu.com/blog/mental-health/famous-people-with-obsessive-compulsive-disorder-ocd/

[6] Is There a Connection Between Entrepreneurship and Mental Health Conditions? https://hbr.org/2016/02/222-entrepreneurship-ic-do-narcissists-make-great-entrepreneurs

[7] Media Bias/Fact check https://mediabiasfactcheck.com/the-independent/

MISTERO DEL COSTRUTTIVISMO (OVVERO QUANDO I DATI NON ESISTONO, ESISTE SOLO LA NARRAZIONE)

US Presidential Election 2020: First debate between Donald ...
fonte: https://www.dnaindia.com/

“Il costruttivismo è una posizione filosofica ed epistemologica che considera la rappresentazione della realtà, e quindi il mondo in cui viviamo, come il risultato dell’attività costruttrice delle nostre strutture cognitive, assumendo una prospettiva spesso relativistica e soggettivista” [1]

In questa sintesi italiana del dibattito presidenziale, ultimo atto della campagna elettorale USA [2], hanno tolto tutto ciò che riguarda lo scandalo del computer del figlio di Biden [3], il cui materiale, se confermato rende la credibilità di Joe Biden pari a zero [4].

Mina la sua credibilità inoltre, anche il fatto che in passato, è cosa risaputa dall’opinione pubblica americana, sia stato colto in flagrante nel plagiare discorsi di altri politici, copiando pari pari passaggi retorici personali delle persone da cui li “rubava”; salvo però attribuirli a sé [5].

Sono diversi nel corso di questa campagna elettorale i momenti in cui il candidato democratico si è dimostrato inadeguato, o un bugiardo patologico o una persona con decadimento cognitivo. Ad esempio, riguardo la sua posizione sul mercato petrolifero, durante la campagna elettorale si è contraddetto, mentendo, e rimangiandosi parole, registrate, sull’abolizione delle raffinerie. Ha giurato e spergiurare di non avere mai detto quelle parole – registrate! [6]

Questo montaggio [2], toglie diversi elementi importanti fortemente compromettenti l’intera credibilità di Biden. In USA si sta discutendo infatti sulla sua totale credibilità, morale e mentale, più che su i suoi argomenti, che comunque sono mera retorica, dato che al potere per farle le cose che dice, c’è stato decine di anni [7].

Ai suoi comizi non è andato nessuno [8], ha problemi grossi di corruzione in corso [9], ed è un candidato alla presidenza inverosimile, considerato il più improbabile della storia dei democratici USA, ma in Italia la stampa italiana è riuscita a narrare la sua candidatura quasi come credibile [2].

Mistero del costruttivismo all’italiana.

Amen.

J.B.: “Can I have one with Jesse alone?”

RIFERIMENTI

[1] Costruttivismo (filosofia) https://it.wikipedia.org/wiki/Costruttivismo_(filosofia)

[2] Trump-Biden, l’ultimo dibattito in 200 secondi https://www.youtube.com/watch?v=mZAEyPXnZkk

[3] Hunter Biden’s Email Scandal Just Got A LOT Bigger | The Glenn Beck Program https://www.youtube.com/watch?v=Qdt58NNQri8&feature=emb_title

[4] Giuliani Says He Has Proof Joe Biden Was Business Partners with Chinese Communists | Glenn TV https://www.youtube.com/watch?v=b9JMGbwLxaA&feature=emb_title

[5] Joe Biden’s lies are legendary. He’s still the same dishonest plagiarist he was 33 years ago. https://www.youtube.com/watch?v=mCJMF7mflGE

[6] Biden Lied About Fracking https://www.youtube.com/watch?v=VkF8S9HmZKk

[7] Joe Biden was in government for 47 years and didn’t do anything https://www.youtube.com/watch?v=-Ji-hFoW93k

[8] Democrats embarrassed by Biden’s ‘anaemic’ campaign events https://www.youtube.com/watch?v=SvJtXd_3cI8

[9] ‘Biden family corruption’ story censored by tech giants shows they are ‘not neutral’ https://www.youtube.com/watch?v=I6Q6WCErKkQ

IL SISTEMA, L’ANTISISTEMA, IL PERSONAGGIO E L’INDIVIDUO

“Mangiamo come si deve”, “Parliamo come si deve” “Parliamo di arte e letteratura come si parla di arte e letteratura”. La dittatura del “si”, cioè dell’uniformità di tutti noi, forse non è successa per caso, perché un popolo uniforme, poi lo uniformi”.  Cit. 

Parole critiche, dirette contro il cuore della società stessa. Scagliate da un’anima nobile che contribuisce a distruggere il sistema, gli apparati, il conformismo….

… è davvero così?

Mi viene in mente una riflessione controintuitiva.  

IL SISTEMA, L’ANTISISTEMA, IL PERSONAGGIO E L’INDIVIDUO

Io non credo che azioni fatte all’interno del sistema, contro il sistema, siano tanto contrarie e nocive al sistema stesso, anzi. 

Le disarmanti e indiscutibili verità narrate da certi filosofi sono parole rivoluzionarie nei confronti del sistema, ma limitate in una sua nicchia dal suo apparato comunicativo (che invece rende virali altri personaggi improbabili) e pertanto, rimangono una catartica parentesi disconnessa dalla vita quotidiana. 

Il filosofo che le produce diventa un personaggio, egli stesso diventa alla fine un prodotto che alimenta la prosperità del sistema. 

Lo scagliarsi contro il sistema, l’essere anti, costituiranno il perché della sua popolarità. Egli diventerà un personaggio stimato e autorevole nella stessa società verso la quale si scagliava con i suoi fendenti. E lo diventerà proprio per essersi proposto anti sistema. Dunque il criticato, il conforme, il sistema, alimenta la critica, l’anticonforme, l’antisistema, e viceversa. La società continua a non ricevere gli spunti di critica bensì li sfrutta per alimentare il suo cuore pulsante: il profitto. 

Certe verità caustiche e critiche della società moderna trovano spazio e tempo nel discorso della società moderna, come hanno posto e tempo un fine settimana al mare dopo 5 giorni lavorativi o il carnevale di Rio a Rio. 

Presentazioni, conferenze, seminari contro il sistema, diventano prodotti del sistema stesso, organizzati né più né meno come si organizzano tutte le altre attività. 

Per di più c’è da fare un ulteriore passaggio che ci porta ad affermare che non solo l’anti-sistema alimenta il sistema, contro cui si scaglia, ma ne è a servizio. 

Le persone che sono socialmente accettate oggi, e che costituiscono quindi il tessuto sociale sono espressione di dinamiche innestate nella società così com’è strutturata oggi. In altre parole, lo status sociale lo si acquisisce sin dall’età scolastica, e lo si acquisisce da chi ci precede, dal modo di pensare di chi ci precede. 

Ne consegue che anche gli “ambasciatori” delle correnti alternative e critiche del sistema, paradossalmente sono comunque frutto del sistema stesso.  

Pur ammettendo che vi possa essere in un dato momento una forza veramente antisistema, alla lunga, un levigatore invisibile, modella i leader di domani identici a quelli di ieri e non c’è scampo: anche correnti in origine veramente nuove, verranno popolate da ricciolini bellocci, dal sorrisone disarmante; che erano già capi di movimento ancor prima di essere capi di movimento. 

Così simili all’archetipo sociale di uomo di successo, della società in cui vivono, certe persone, sono scelte non da persone e professionisti, ma dall’ “inconscio collettivo”. Troveranno spazio perché per loro c’è spazio. Un pò come in quel gioco che facevamo da bambini di trovare la giusta collocazione di un parallelepipedo nella fessura corrispondente in una matrice di legno preparata con le diverse forme geometriche. 

Allo stesso modo la cultura in cui viviamo è preparata da libri, film, comunicazione, media prodotti, distribuiti, finanziati, da chi il dettame tecnologico del profitto lo conosce bene. Non è certo un afflato artistico, critico e antisistema che produce quel libro antisistema, ma una rete di leader e capi capaci di sfruttare e fare funzionare i processi distributivi, produttivi, finanziari, che altro non sono che il sistema stesso. 

Se mi hai seguito fino a questo punto, facciamo un altro passaggio. 

La tua collocazione nel sistema, il tuo stile e come ti percepiscono gli altri, nella società delle relazioni è stato definito ancor prima che tu potessi esprimere totalmente le tue risorse. Questo è stato scelto da chi ti ha cresciuto, genitori, maestri, allenatori etc. Dall’opinione che loro si erano fatti di te.

Lo status raggiunto in classe elementare, ad esempio, è molto più importante di quanto sia il suo effetto sulla fase della vita in cui si colloca. Pur se limitata al periodo in cui siamo studenti, quella esperienza diventa una posizione precisa della tua espressione relazionale, nel tessuto sociale di cui la classe è solo un simbolo. 

Lo stile con cui abbiamo partecipato ai giochi, l’interazione che abbiamo avuto con l’insegnante e gli altri bambini durante le lezioni, il modo in cui abbiamo creato relazioni ed il ruolo che abbiamo ricoperto in quella relazione, prendono forma in dinamiche psicologiche individuali e relazionali dell’adulto che saremo. 

Pensare a queste cose crea ansia lo so, ma io vi incito comunque a riflettere che In quella fase della nostra vita si formano posture sociali che ci accompagneranno per tutta la nostra vita di relazione come quella della schiena, delle nostre gambe o delle nostre spalle. 

La qualità di queste relazioni è molto importante, e influenza le nostre abilità relazionali sia che esse siano primarie (all’interno della nostra famiglia), secondarie (negli ambienti extra familiari), con persone gerarchicamente superiori a noi, o con i pari. 

Ecco che l’apparato, fatto da ingegneri, avvocati, educatori, economisti, influenza in un effetto a cascata (dal livello macro a quello micro) ogni ecosistema sociale costruito. Persino la relazione tra i pari, a partire  dalle scuole elementari è influenzato dal contesto, e presto l’individuo si identifica con uno status sociale che si porterà molto probabilmente per tutta la vita: bambino accettato, rifiutato, trascurato o controverso (in questo modo li categorizza una certa Psicologia dello Sviluppo). 

Di fronte una tale predestinazione subentra un certo sconforto ed è inevitabile. 

Eppure, la soluzione c’è, ed è semplice: smettere di pensare che tu sia la tua maschera sociale. La tua storia. Le tue convinzioni interiorizzate. Smettere di credere che un nome, un leader, un nuovo personaggio prodotto dal sistema sistemerà le cose. Lasciare che gli uomini di sistema giochino con le formine e cambiare gioco.  Il tuo.

C’è qualcosa di più grande delle relazioni sociali e del sistema, degli apparati che lo costituiscono. Sono le dimensioni intime, invisibili, che non si manifestano negli apparati. 

Dovremmo coltivare (e proteggere), quelle lì. Con lo studio, la lettura, la scrittura, il canto, la meditazione, alimentare la relazione con noi stessi, e con l’amore e l’empatia alimentare quella con gli amici, genitori, fratelli, con la nostra o il nostro compagno. 

Quanto più saremo ancorati ai dubbi delle nostre dimensioni intime meno saremo persuadibili dalle certezze del sistema sociale.

…. ah, e per voi personaggi, leader, fari delle masse, c’è soluzione? Sì.

Ammesso che queste cose non le abbiate già davvero capite e che non alimentiate questa contraddizione di fondo della società moderna per vostro profitto personale, anche voi avete una via di uscita: smettete di essere personaggi. Smettete di identificarvi con la vostra forma sociale di leader, capi etc.

Rifiutate di farvi affibbiare il compito di fari delle masse. Fate la vostra impresa, scrivete il vostro libro, ispirate le masse e tornate al vostro orticello. Riconoscete che eravate ispirati, non diventate mestieranti. E continuate a dire alla gente che si ostina a guardare il vostro dito, di rivolgere lo sguardo alla luna.

(p.s. se accettate la casellina che predecessori simili a ciò su cui vi siete sintonizzati hanno preparato per voi, se accettate di inserivi nella fessura del nuovo personaggio, e invece non vi rivendicate individui, siete collusi col sistema stesso che criticate. Amen).

IL DIRITTO ALLA PIENA UMANITA’

“Fai parte di un gregge che vive ignorando il domani, e corri da un lato e dall’altro ad un cenno dei cani. Il mito di un lupo mai visto ti ha fritto il cervello, e corri persino se il branco ti porta al macello” Pierangelo bertoli – Il centro del Fiume

Pierangelo Bertoli – Il centro del fiume

Mentre filosofi si scagliano contro genuine scelte di campo, ruspanti ma fattive [1], constato una volta in più l’incapacità dei miei concittadini di focalizzarsi su le cose salienti, e all’unisono, imbastire una narrazione veritiera dei fatti, con qualunque provenienza culturale o lavorativa a disposizione.

La mancanza di civismo diffusa è stata meticolosamente creata con azioni lungo termine da chi ha preso e continua a prendere vitalizi [2], mettendosi di fatto su un gradino superiore al resto della popolazione. Per questo il popolo italiano in ritardo, ma comunque si è mosso in salvaguardia dei diritti e della libertà personale [3].

L’irrigidimento degli slanci popolari nelle maglie dell’intelletto, si è affiancata alla vecchissima prassi, sempre esistita del panem et circenses, con cui si distraggono gli slanci delle masse dalla partecipazione alla vita politica, assopendole con amenità prive di valore [4].

Dobbiamo unirci in verità nell’attivazione pacifica del senso civico italiano. In quanto c’è un pericolo all’orizzonte molto più grande dell’ingiustizia sociale.

Cittadini impreparati potrebbero non solo accettare supini ogni comando e ordine ricevuto, ma col tempo indirizzarsi in un processo di trasformazione del concetto stesso di umanità alla partecipazione del cui dibattito etico e collettivo sono completamente inadeguati [5] [6].

Abituati, addomesticati, all’acquiescenza all’autorità, sia essa politica o scientifca, basterà un professore di una università prestigiosa per accettare l’ibridazione del corpo con la tecnologia come una cosa inarrestabile e buona e giusta [7].

Ai riduzionisti mainstream pronti a gridare al “complotto”, suggerisco un altro termine, per arricchire il loro vocabolario: “strategic intelligence”. La chiama così infatti il Word Economic Forum sul sito dedicato all’impatto del Covid19 sull’umanità [8].

Tutto pianificato: impatto su i governi, su la salute, su la cittadinanza, persino sull’ibridazione umana, altrimenti chiamata human enhancement [9].

Ricollegandomi al mio articolo “Progresso,ma siamo pronti?” [10] in cui sostenevo che i cambiamenti epocali si fanno con passi graduali di abituazione e familiarizzazione delle masse con i nuovi paradigmi sociali, porto a sostegno il report dell’esercito USA sul progetto Cyborg Soldier 2050 [11][12]. In questo si afferma infatti che “fiction can be a powerful tool for engaging the public in discussion of biothics[…]” e che pertanto, “efforts should be undertaken to reverse the negative cultural narratives of enhancement technologies and leverage media as a means of engaging the public”.

Questo nuovo paradigma sociale si basa sullo human enhancment [13] o augmented cognition [14], la strada è tracciata e l’arrivo è l’ibridazione del corpo umano con dispositivi tecnologici integrati, per abilitare l’immortalità (o così viene comunicata dai suoi massimi esponenti [15]). L’epoca dei cyborg è quello verso cui siamo indirizzati. La popolazione deve essere preparata, non a livello informativo, ma culturale, per capire fino in fondo la posta in gioco.

Per quanto mi riguarda, auspico un atteggiamento razionale e privo di ansia. Si sia consapevoli che non è vero che la realtà ha superato la fantasia dei film e dei videogiochi, ma che viceversa, prima viene la realta’ e poi i videogiochi e i film. E’ da decenni infatti che in laboratori di ricerca, tanto distanti dal popolo ma ben conosciuti e spesso finanziata da l’elite con interessi di exploiting industriale e commerciale di brevetti, si conducono ricerche d’avanguardia sul tema del potenziamento cognitivo e fisico tramite device tecnologici.

Da queste ricerche seguono le pubblicazioni su le riviste scientifiche (divulgazione scientifica) e poi da qui la cultura pop attinge (facendo familiarizzare gradualmente le masse).

Ora,dalla cultura pop, approssimativa, confusa e fonte d’ansia, bisogna andare a ritroso e cercare le fonti scientifiche, per distaccarsi da un approccio emotivo alla materia.

Rimanere Uomini, comprendere il significato profondo di umanità, fin’ora era scontato, d’ora in avanti, forse, occorrerà continuare a garantirlo con attivismo civico, all’interno di un partito, un movimento, il cui principio fondamentale sarà il diritto alla piena umanità.

[1] DIEGO FUSARO: Disperata vitalità. Cosa penso del generale Antonio Pappalardo in giubba arancione https://www.youtube.com/watch?v=5smaBs92xEg

[2] IN 90 SECONDI LA REGIONE CALABRIA VOTA UNA LEGGE PER I VITALIZI https://www.youtube.com/watch?v=jP4MEd0c2B4

[3] Gli slogan dei ‘gilet arancioni’ a Bari: “Coronavirus non letale, basta menzogne. Noi terrorizzati” https://www.youtube.com/watch?v=sIxi1JTtYPE

[4] F Videocracy Basta apparire 2009 DOCUFILM di Erik Gandini https://www.youtube.com/watch?v=EpEP2q0bj-s

[5] Progresso, ma siamo pronti? https://theliteraryport.com/2020/05/25/progresso-ma-siamo-pronti/

[6] Futurist: Make It to 2050 and Live Forever? https://www.youtube.com/watch?v=Fdg8I1-8lOM&t=3s

[7] How we’ll become cyborgs and extend human potential | Hugh Herr https://www.youtube.com/watch?v=PLk8Pm_XBJE

[8] Strategic Intelligence. Strategic insights and contextual intelligence from the World Economic Forum https://intelligence.weforum.org/topic

[9] CORONA Plandemic *MIRRORED https://www.youtube.com/watch?v=5mvaZt84OyQ&feature=youtu.be

[10] Progresso, siamo pronti? https://theliteraryport.com/2020/05/25/progresso-ma-siamo-pronti/

[11] Cyborg Soldier 2050: Human/Machine Fusion and the Implications for the Future of the DOD https://www.youtube.com/watch?v=9pSK7d9J7aE

[12] Cyborg Soldier 2050: Human/Machine Fusion and the Implications for the Future of the DOD (PDF Report Integrale) https://ia803105.us.archive.org/31/items/Cyborg-Soldier-2050-CBC-TR-1599/Cyborg%20Soldier%202050%20CBC-TR-1599.pdf

[13] Human Enhancement https://en.wikipedia.org/wiki/Human_enhancement

[14] Augmented Cognition https://en.wikipedia.org/wiki/Augmented_cognition

[15] How we’ll become cyborgs and extend human potential | Hugh Herr https://www.youtube.com/watch?v=PLk8Pm_XBJE

PROGRESSO, MA SIAMO PRONTI?

The Guardian – yt1s.com – Beyond bionics how the future of prosthetics is redefining humanity

“I like your arm better than mine, I might get one of those” “When you start thinking if someone is voluntarily replacing their limbs… Ethics are going to be huge”. “Mi piace il tuo braccio meglio del mio, potrei volerne uno” “Quando inizi a pensare che qualcuno possa pensare di sostituire volontariamente i propri arti (naturali)… L’etica sarà (una questione) enorme”.

Questo video [1] mi ispira un pezzo sul progresso tecnologico e il suo impatto sui costumi sociali. Lungi da me guardare queste evoluzioni con giudizio o addirittura con arretratezza intellettuale, tuttavia certi fenomeni mi sollecitano delle domande. Mi chiedo: stiamo progredendo indubbiamente dal punto di vista tecnologico, ma lo stiamo facendo anche dal punto di vista culturale e umano?

PROGRESSO, MA SIAMO PRONTI?

Gli adolescenti cresciuti con un immaginario cinematografico estremamente technology friendly, non saranno trasformati in facili clienti di un nuovo mercato fatto di gadget biotecnologici chirurgicamente impiantabili [2] più attraenti dei propri arti naturali, comunque funzionanti?

Con la giusta campagna marketing che si avvalga anche di prodotti cinematografici, (finti prodotti di svago, ma spesso reali strumenti di programmazione cognitiva [3] a servizio di finanziatori e sponsor con interessi specifici), mi pare ragionevole pensare ad uno scenario in cui giovani familiarizzati a certi concetti, abituati a idoli “alla Iron Man”, chiederanno come regalo di compleanno, di rimpiazzare il proprio indice con un biodevice dotato di wifi e wallet digitale per contenere le proprie criptovalute [4].

Del resto, con l’avvento del mercato della chirurgia estetica non si è assistito a fenomeni di abbassamento dell’età del target di questi servizi? In USA, al raggiungimento dei 16 anni, non ci sono forse adolescenti che chiedono protesi al seno per questo importante regalo di compleanno o di maturità? [5].

E’ vaneggiamento delirante pensare che pochi anni ci allontanano dagli scenari in cui i nostri figli ci chiederanno avambracci robotici come i loro idoli Avengers [6]?

No, no, non nego che questo progresso tecnologico non sia meraviglioso dal punto di vista del miglioramento della qualità della vita di molti. Non fraintendete. Solo sostengo che come cultura nazionale popolare, non siamo pronti ad approcciarci in un modo abbastanza maturo da evitare che l’impatto sociale del progresso tecnologico, oltre a migliorare la vita giustamente delle persone bisognose, non sfoci in derive a consolidamento di disagio e disadattamento sociale.

Derive, oltretutto, che potrebbero non essere affatto casuali.

Personalmente io le reputo, aperture di mercato, effetto di un processo lungo di “abituazione” e “sensibilizzazione” [7] delle masse, messo in agenda da stakeholders di determinati mercati. Stakeholders che diventano poi sponsor e fonti di capitali per produrre quegli stessi contenitori cinematografici (altrimenti detti semplicemente film) che spesso hanno come principale obiettivo quello di familiarizzare le masse con i nuovi paradigmi sociali e abituarle a quei costumi che si vogliono abilitare nelle società del futuro.

E’ attraverso azioni graduali che si preparano le masse ai cambiamenti epocali.

Quei costumi sociali per alcuni individui possono sembrare derive (come nel mio caso), ma per altri costituiscono nuovi segmenti di mercato e dunque fonte di profitto.

Ne sono un esempio i sex bots in Giappone che hanno già prodotto fenomeni di abbandoni familiari di padri di famiglia a favore di fonti di godimento facilmente accessibili come le bambole per il sesso dotate di contenuti AI (bot sta infatti per robot, e con una accezione più ampia per Intelligenza Artificiale – AI) [8].

Cosa fare dunque?

Dismettere le narrazioni facili, spesso mutuate inconsapevolmente da voci narranti esogene diventate presto integranti il nostro stesso pensiero. Voci narranti interessate e ben costruite con tecniche di psicologia sociale [09], che hanno modificato negli anni i nostri “riflessi mentali”.

Abituarsi alla visione, coltivare il cosiddetto pensiero laterale [10], essere curiosi e scendere nella tana del bianconiglio. Studiare, non essere pigri e sempre DYOR [11]. Non aspettare che i guru dalla solida reputazione “rigurgitino dal proprio becco le informazioni già masticate per noi”. Nessuno si potrà mai sostituire al proprio studio indipendente .

Poi, con una mente aperta riguardare quegli stessi fatti, che già avevamo accolti come conosciuti, ed essere pronti a riscoprirne i significati in maniera completamente diversa.

Il rischio sono i luoghi comuni, di cui sarebbe bene essere sempre auto consapevoli e che comunque, di questi tempi, sono anche poco praticabili!

In this screen grab from a live-feed video a baby eaglet is fed by its mother on Monday, April 15, 2019, in their nest in the Big Bear area. (Via YouTube)

[1] Beyond bionics: how the future of prosthetics is redefining humanity https://www.youtube.com/watch?v=GgTwa3CPrIE

[2] Career Development in Bioengineering and Biotechnology https://bit.ly/2AbjRb6

[3] L’apprendimento (Condizionamento operante e classico) http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/psicologia-pedagogia/Psicologia/La-psicologia-cognitiva/L-apprendimento.html

[4] What is a Cryptocurrency Wallet? https://cryptocurrencyfacts.com/what-is-a-cryptocurrency-wallet/

[5] Teen: Plastic Surgery Is Graduation Gift https://www.youtube.com/watch?v=6ysTXLHQhAI

[6] Iron Man, Iron Boy: New Arm Prosthetic From Robert Downey Jr. https://www.youtube.com/watch?v=WUwiu0YU3WM

[7] L’apprendimento (Abituazione e Sensibilizzazione) http://www.dnbm.univr.it/documenti/OccorrenzaIns/matdid/matdid453029.pdf

[8] Japanese Sex Dolls | Love & Sex in Japan Documentary https://www.youtube.com/watch?v=pdLsLfq5lLQ

[10] Psicologia Sociale https://it.wikipedia.org/wiki/Psicologia_sociale

[11] Pensiero laterale https://it.wikipedia.org/wiki/Pensiero_laterale

[12] DYOR: Do your own research https://acronyms.thefreedictionary.com/DYOR