in una colazione
a buffet di un economico ostello
dove passano jeff buckley e jarryd james
quando dalla finestra intravedi una leggera pioggia
che sfoca la visione degli armadietti colorati
ti dimentichi di essere canonico,
metodico,
misurato,
politico,
e usi tutto per segnarti una poesia
pensi alla notte spesa tra gli impulsi
puttane maleodoranti
ispirate note di neotango
non te la togli di dosso quella voglia d’avventura
proprio come quel puzzo d’ascelle
di certi locali dove vai a chiudere certe serate
la vita
è di chi ad un passo della vittoria
abbandona
anticipare a capofitto la discesa
l’unico modo di prolungare
la felicità