Mai avrei pensato di correggere un articolo [1] scritto nel giro di un paio d’ore. Il motivo è che la ricerca a cui si riferiva il precedente articolo risale al 2016 e sembrerebbe che negli Stati Uniti ci siano già le prime applicazioni e alcuni programmi che combinano sistemi avanzati di rendering video e sintetizzazione vocale sono già usati per creare falsi. (Il ritardo dell’Italia sul resto del mondo è caratteristico). Questi fenomeni si chiamano deepfake e si stanno diffondendo in rete soprattutto per fare satira politica o far dire cose inusuali a personaggi famosi. Attenzione ai deepfake!
[1] https://literaryport.com/2018/05/26/i-mille-volti-del-cambiamento/