Inevitabilmente sboccia nel tuo animo una certa malinconia quando ti rendi conto di essere il custode di sentimenti antichi e che non potrai fare a meno di aspettarLa per sempre. Del resto, hai scoperto davvero chi sei.
Prima La cercavi, poi L’hai trovata e poi L’hai persa.
Eri lì,ad usarLa come metro di misura di tutto e non l’avevi capito.
La società ti dice che sei quello sbagliato, che senti troppo intensamente. E intanto questo tuo terzo occhio non cessa di pulsare.
Donne giovani, ti sembrano vecchie, perché per te Giovinezza, era Lei. Donne belle ti sembrano orride, perché per te bellezza, era la sua. Le simpatiche, antipatiche. E così via.
‘La verita’ rende liberi, l’imperfezione rende veri’. Ti sovviene questo adagio, e ti culla per un po’. E dal problema dell’amore a passare a quello dell’identità ci vuole un attimo. Un respiro. Di fatica , di stanchezza. Hai preso un’altra botta, hai ricevuto un’altra incomprensione. Ti scrolli di dosso la sabbia, ne sputi anche un po’. E a quel punto ti dici, io mi fermo qui. Smetto oggi. Smetto di accettare che tutto debba andare così male.
Forse fermare il moto su piano inclinato, per gli esseri umani si tratta di un atto di volontà.
Come per smettere di fumare: ci possono essere innumerevoli strategie ma quello che conta è prendere l’ultimo pacchetto, porlo sul tavolo e lasciarlo lì. Immacolato. Lui guarda noi, noi guardiamo lui. Ogni giorno. E ogni giorno ci ricordiamo che abbiamo smesso.
Forse è così che funziona l’ingresso nell’abbondanza.
Io ci provo, amici.
Ci si vede di là.